Monte Crostaro e Monte Sasna

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Lizzola - Valbondione (BG)
Quota partenza 1250 Mt. Quota di arrivo 2103 Mt. Monte Crostaro
2229 Mt. Monte Sasna
Dislivello totale 1200 Mt. con i saliscendi Sentieri utilizzati n. 322, 307
Ore di salita 3 h. 45' per il Crostaro
1 h. dal Crostaro al Sasna
Ore di discesa 1 h. 15'
Data di uscita 25/09/2021 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Cieli sereni e temperature ideali. Solo nel primo pomeriggio, fastidiose nebbie veloci sono arrivate a coprire le cime e chiudere il panorama. Sentieri evidenti e ben segnalati fino alla Baita di Sasna e alla conca superiore. Da qui, per salire alla dorsale che ci porterà verso il Crostaro ed il Sasna, non esiste traccia, ma la direzione è evidente ed il terreno abbastanza facile. Il percorso lungo la dorsale non è segnato, ma una evidente traccia erbosa è ben presente. La cresta del Crostaro non è segnata ne percorsa da alcuna traccia, tranne qualche passaggino per chi volesse evitare i tratti più esposti. Dopo il Crostaro, tornati sulla comoda dorsale per il Sasna, ritroviamo l'evidente traccia. Dal Passo della Manina a Lizzola il percorso è ben segnalato.

Eventuali pericoli
Una certa attenzione nel percorrere la cresta del Crostaro: esposta e sottile, spesso su roccia non salda, ma priva di reali difficoltà tecniche che superino il I grado (o poco più, andandosele a cercare...)
Presenza di acqua
Durante la salita, parte del percorso iniziale segue da poca distanza il corso del torrente Bondione. In discesa, dopo il Passo della Manina, nei pressi della Baita dell'Asta Bassa (1426 Mt.), si trova una fontanella che sgorga dalla roccia.
Punti di appoggio
Poco dopo la partenza, nel tratto pianeggiante della Valle di Bondione, superiamo una paio di baite private, di cui una particolarmente carina e dotata di riparo. Nella parte alta della valle passiamo accanto ad una grande stalla aperta, adatta in caso ti maltempo (Baita di Sasna). Lungo la cresta dal Sasna al Passo della Manina, scorgeremo un baitello seminascosto e poco distante dalla dorsale che stiamo percorrendo. Il punto di riparo successivo lo troviamo presso la Cappella al Passo della Manina. Durante la discesa, passiamo accanto alla Baita Bassa di Sasna, anche se ormai manca meno di mezz'ora al parcheggio.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
In questa piacevole escursione vengono raggiunte due cime, oltre a varie sommità non quotate né nominate sulle carte, dalle caratteristiche completamente diverse fra loro: tanto è conosciuta e frequentata (specialmente in inverno) quella del Monte Sasna, tanto è sconosciuta e poco salita quella del Monte Crostaro. Quest'ultimo è caratterizzato da una divertente cresta rocciosa semipianeggiante che con una serie di facili passaggi (alcuni un poco più impegnativi ed esposti, ma sempre inferiori al II grado) ci conduce non senza emozioni alla sua modesta sommità. Il Monte Sasna, al contrario, è sinonimo di dolci dorsali erbose, a tratti invero più ripide, ma mai impegnative e per questo adatte ad una bella salita invernale.
Descrizione percorso
Risalita l'intera Valle Seriana fino a Valbondione, proseguiamo fino all'abitato di Lizzola, dove lasciamo l'auto nei pressi della scuola di sci (una bella struttura in legno). Da qui percorriamo la strada asfaltata che sale. Più avanti questa diviene ripida e acciotolata, per poi trasformarsi in un'ampia sterrata (segnavia CAI n. 322) che perde pendenza ed entra in un bel vallone al cui centro scorre il torrente Bondione. Dopo la breve discesa, superiamo una baita alla nostra destra. Procediamo in falsopiano. La sterrata poi diviene sentiero in un prato e procede sempre con scarsa pendenza. Finalmente cominciamo a guadagnare quota, con alla nostra sinistra alcune cascatelle e pozze formate dal torrente Bondione. Superiamo una serie di placche inclinate rocciose piuttosto scivolose (catene utili in caso di ghiaccio). Il sentiero sale con alcuni stretti tornanti. Giunti ad un bivio, lasciamo alla nostra destra il sentiero che tornando indietro sale verso il Passo della Manina. Noi continuiamo dritti. Belle viste sui Monti Pomnolo e Cimone. Superiamo anche il bivio col sentiero n. 304 per il rifugio Curò. Proseguiamo sul n. 322 dirigendoci verso una evidente cascatella. Qui deviamo a destra e risaliamo un gradone che ci porta ad un primo pianoro molto panoramico (ottimo colpo d'occhio sul Diavolo di Tenda ed il Pizzo Poris) con un serpeggiante torrentello che corre tra prati e zone paludose. Sulla destra del pianoro è ben evidente il Monte Crostaro, ma noi lo raggiungeremo da un'altra direzione. Saliamo su comoda traccia erbosa fino ad un secondo pianoro dove superiamo una baita con una lunga stalla (Baita di Sasna, 1960 Mt.)  Saliamo ancora un poco e voltandoci possiamo facilmente vedere il Crostaro con la cresta che percorreremo (da sinistra verso destra e poi viceversa). Eccoci ora ad un terzo pianoro con una grande pozza a ridosso di un piccolo dosso sulla sinistra. Più avanti arriviamo in una ampia conca. davanti a noi si innalza un anfiteatro di cime erbose alla base e con una fascia rocciosa in alto. Saliamo i ripidi pendii di questa conca cercando la via più agevole e logica in modo di arrivare sulla linea di cresta sopra la nostre teste. Io ho puntato ad una selletta caratterizzata da un dentino roccioso ricurvo, poco prima di arrivarci, mi sono spostato sulla destra, seguendo la natura del terreno. In breve e senza grosse difficoltà eccoci sulla linea di cresta erbosa che separa la vallata appena risalita dal versante opposto che guarda verso la Val di Scalve. Ci troviamo così sulla lunga cresta erbosa che verso destra (Sud-Est) ci condurrà al Monte Sasna e verso sinistra (Nord-Ovest) prosegue invece verso il Pizzo dei Tre Confini, preceduto dalla bellissima cuspide rocciosa della semi sconosciuta Punta Stefania. Dalla sella da me raggiunta, sono andato Brevemente verso sinistra per giungere sulla cima di una di queste sommità con evidente ometto di pietra, ma di cui non conosco la quota e non credo abbia un nome. Poi, tornato alla selletta, ho proseguito in direzione Sasna con una lunga serie di saliscendi, sempre su agevole terreno erboso. Ben evidente, sotto di noi alla nostra sinistra si trovano le rovine della crollata diga del Gleno. Avanti a noi la Presolana ed il Monte Ferrante. Lungo la dorsale superiamo almeno 5 o 6 cime senza nome, alcune con ometto di vetta più o meno evidente, altre prive di segni di sommità. Giunti in vista dell'ancora lontana croce del Monte Sasna, risulta ben evidente la cresta del Monte Crostaro che si stacca dalla nostra dorsale per protrarsi verso destra con vari saliscendi più o meno rocciosi ed un evidente laghetto alle sue pendici. Proseguiamo fino ad arrivare sopra al laghetto menzionato e poi eccoci ad una evidente sella dalla quale dobbiamo scendere verso destra, procedere in traverso falsopiano, atraversare un boschetto di ontani e arrivare all'inizio della crestina del Monte Crostaro. Il percorso per arrivarci è un poco accidentato, ma non difficile. Ora ci troviamo ad una seconda selletta. Verso destra andiamo lungo la cresta del Crostaro, verso sinistra vediamo innalzarsi ripida una cresta che poi proseguirà verso il Sasna e che seguiremo al ritorno dal Crostaro. Andiamo allora a destra per il Crostaro. Il percorso è molto divertente, mai difficile, ma spesso esposto e con roccia non sanissima. Volendo restare sempre sul filo di cresta (cosa fortemente consigliata), dovremo affrontare una serie molto lunga di brevi e repentini saliscendi, caratterizzati da saltelli rocciosi, placchette più o meno appigliate e qualche traverso a mezzacosta. In alcuni punti più impegnativi è possibile abbandonare il filo di cresta per camminare più agevolmente su brevi traversi sul versante sinistro, ma così facendo si perde molto del divertimento. Arrivati alla fine della cresta, nulla è stato posto a segnalare la cima del Crostaro, tranne alcuni sassi ammucchiati ed un piccolo formicaio proprio dove poi la cresta inizia a scendere ripida verso la Valle di Bondione. Ora dobbiamo tornare a ripercorrere la cresta in senso opposto, facendo attenzione ad alcuni punti che fatti in senso inverso risulteranno più impegnativi. Tornati alla selletta che segnava l'inizio della cresta, proseguiamo dritti verso l'alto, senza riattraversare il boschetto di ontani. Saliamo su ripide serpentine pietrose piuttosto instabili e scivolose, tra cespugli e pietre a scaglie. Usciti da questo tratto ripido e parzialmente esposto eccoci di nuovo sulla ampia e facile dorsale che prosegue verso il Sasna e che noi seguiamo verso destra. Da qui, in breve eccoci a cospetto della rinnovata e colorata croce del Monte Sasna, dedicata alle vittime dell'epidemia di Covid 19. Panorama ampissimo sia sui monti della Valle di Scalve che sui giganti della Valle Seriana, ma anche sulla lontana Val Brembana.
Discesa
Proseguiamo lungo la dorsale verso la vicina antecima del Sasna che raggiungiamo in pochi minuti, dopo una breve discesa e relativa risalita. Qui troviamo una seconda croce più vecchia e alta. Scendiamo ora rapidamente lungo ripidi prati, sempre stando vicini alla linea che separa le due vallate. In lontananza è evidente la Cappella della Manina posta all'omonimo passo e che dobbiamo raggiungere sempre su terreno erboso, affrontando alcune ripide discesa e qualche timida risalita. Superato un curioso "crepaccio" nella roccia (causato dal cedimento del terreno sottostante a causa di scavi minerari di cui è ricca la zona) tramite un ponticello di legno, scendiamo ora veloci e senza pensieri verso un'ultima breve risalita che ci conduce al Passo della Manina. Poco prima di arrivarci, sulla destra, in corrispondenza di una palina e una rosa dei venti, possiamo piegare verso destra, effettuare un traverso in mezzocosta e andare a raggiungere il sentiero n. 307 che scende verso Lizzola. Oppure arriviamo alla vicinissima cappelletta e poi, passandovi dietro, scendiamo a destra, tra cespugli ed arbusti fino a ritrovare il medesimo sentiero. Seguiamo il n. 307 che scende ripido nel bosco fino ad uscire in una ampia radura nei pressi della sottostante Baita dell'Asta Bassa, preceduta da una fonte d'acqua. Dalla baita, stando attenti a non perdere i bolli, proseguiamo leggermente verso sinistra. Rientriamo nel bosco che ora con alcuni tornanti piuttosto scivolosi, ci riporta sopra l'abitato di Lizzola, ai margini di un ampio prato che costeggiamo sul lato destro. Passiamo sotto ad un gruppetto di aceri e in breve arriviamo nei pressi della Scuola di Sci dove abbiamo lasciato l'auto.

Note
Anche a Lizzola è entrato in vigore il ticket per parcheggiare: costo pari a 5 euro al giorno. Dalla baita con la lunga stalla (Baita di Sasna), sarebbe possibile salire verso il Crostaro, attraversando a vista il bel pianoro erboso che ci separa da esso, rimontarne i ripidi fianchi sul suo limitare destro e sbucare in cresta a poco distanza dalla vetta, per poi percorrere l'intera cresta in senso opposto (verso sinistra) e dirigersi poi verso il Monte Sasna; in realtà la salita delle pendici del Crostaro è decisamente disagevole per via della presenza di fitti mughi e non sempre di facile praticabilità.
Commenti vari
Non è ben chiaro se il pagamento del parcheggio sia dovuto ovunque venga lasciata l'auto, oppure limitatamente ad alcuni luoghi specifici, fatto sta che una lunga coda di auto parcheggiate si è formata a bordo strada e non una di esse aveva il biglietto. Solo il sottoscritto ha pagato la somma richiesta... che pirla! È un vero peccato che la lunga e piacevolissima dorsale che dal Sasna procede verso la bellissima Punta Stefania e poi al Tre Confini, non sia segnalata e così poco battuta; questa potrebbe essere facilmente percorsa da chiunque fin nelle vicinanze delle pendici di Punta Stafania e da qui scendere verso sinistra finendo nella Valle del Bondione per incrociarsi col sentiero che torna a Lizzola (n. 322).
   

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Dalla Baita di Sasna vista sul Crostaro e la cresta verso sx

Dalla cimetta senza nome la lunga dorsale verso il Sasna

   

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La bocchetta alla quale sono sbucato da sx e la cimetta senza nome viste da un'altra cimetta anonima lungo la dorsale verso il Sasna

Ennesimo omino di vetta incontrato lungo la dorsale

   

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La cresta del Monte Crostaro

Tratto di cresta esposto e roccioso

   

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Omar lungo la cresta del Crostaro

Altro tratto misto tra facili roccette e arbusti

   

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Striminzito ometto di vetta del Crostaro    

La nuova croce del Sasna