Descrizione generale
Piacevole escursione con percorso circolare sui monti della media Valle Camonica. Il percorso si snoda nella prima parte lungo una lunga cresta, facile e molto panoramica, poi si scende da pascoli ripidi e su sentieri attraverso dei luminosi lariceti verso la località Bazena, prima di fare ritorno alla località di partenza seguendo la strada ex S.S. 345 (chiusa al transito in inverno).
Descrizione percorso
Lungo la strada che da Breno, in Val Camonica, sale verso il passo di Croce Domini, incontrerete la località isolata di Campolaro. Poco prima, superato l'albergo Belvedere, in coincidenza di una curva molto pronunciata verso destra, troverete sulla sinistra a gomito una strada ripida e stretta. Parcheggiate ai lati della stradina, dove sono presenti le indicazioni per il sentiero n. 79. Il percorso è subito molto ripido ed alterna tratti asfaltati e sterrati. In circa 15' si arriva ad un grande edificio su un poggio panoramico detto Pian di Campo, adibito a colonia estiva. Qui si procede, perdendo leggermente quota, aggirando a sinistra la proprietà della colonia. Puntando poi verso destra, si attraversa un pel prato con un breve viale di larici ed abeti. Si passa oltre una casetta e si inizia un lungo mezza costa che taglia in due un ripidissimo prato tra bellissimi e radi larici e cespugli. Al termine del mezza costa incrociamo una larga mulattiera che sale da Pian d'Astrio, in località Pian del Zuf, la seguiamo in salita verso destra fino a dove c'è un evidente bivio al quale è presente una palina ed un tavolino (mt. 1670, 45' dalla partenza). Tenendo la sinistra si finisce nella sorprendente Val di Stabio (si veda la nostra escursione al Lago della Sorba), invece proseguendo dritti in salita (indicazioni per il sentiero Irene Gatti) ci si dirige verso il Monte Trabucco, camminando lungo la sua cresta occidentale. La cresta nella prima parte in realtà è un'ampia dorsale, che dopo una prima rampa si spiana un po' per poi affrontate l'ultimo strappo, abbastanza ripido, che conduce sull'evidente dosso erboso chiamato Monte Trabucco (2228 Mt., 2 h. dalla partenza), che è di fatto la prima elevazione della lunga cresta che separa la
Val di Stabio dalla Valbona/vallata di Campolaro. Poco discosto dalla sommità del Monte Trabucco c'è un poggio panoramico con i resti di una croce di legno abbattuta.
Proseguiamo ora verso la seconda parte di salita che ci condurrà a salire sul costone Valbona, già visibile lungo la continuazione della cresta, ad una certa distanza. Si scende di almeno una ventina di metri di quota proseguendo verso Nord Est, camminando poi con percorso pressoché pianeggiante al di sotto di alcune bassissime elevazioni intervallate da sellette per 15-20' fino ad una evidente forcella. Qui la cresta riprende improvvisamente a salire e ad assottigliarsi, portandoci ad affrontare alcune facili roccette (che potrebbero risultare forse un po' insidiose in caso di ghiaccio), intervallate da tratti di pendio erboso molti ripido (attenzione in caso di cornici di neve: il versante nord verso la Val di Stabio è quasi verticale), giungendo infine su una prima anticima, raccordata alla cima vera e propria da una cresta abbastanza stretta da percorrere con cautela in caso di ghiaccio, ma calzati i ramponi si arriva senza particolari problemi a toccare la cima dell'elevazione più alta del costone Valbona (2415 Mt., 1 h. 10' dal Monte Trabucco).
Ritorno
Ridiscendere ai piedi della cresta meridionale del costone Valbona, riportandoci alla forcella alla fine (salendo) del tratto pianeggiante che si è percorso durante la salita. Da qui, stando alla mappa Kompass, dovrebbe essere sufficiente percorrere il sentiero 79A che conduce verso Malga Val Bona. Noi, non rinvenendo un sentiero evidente, abbiamo iniziato una discesa parecchio “arrangiata” che ci ha condotti con un percorso un po' travagliato verso il fondovalle. Siamo scesi verso sinistra iniziando a perdere quota percorrendo dapprima una piccola dorsale appena accennata, a tratti lungo una traccia intuibile nell'erba, e a tratti anche improvvisando. Da qui occorrerebbe tenere quasi subito la sinistra traversando nei prati, e cercando di individuare la traccia di un sentiero che attraversa il fondo di un valloncello, e che poi diventa decisamente più evidente… ma noi in realtà siamo scesi troppo di quota, trovandoci senza alcun sentiero a dover quindi attraversare il fondo della valletta fattasi parecchio più profonda, e a dover risalire una cinquantina di metri ripidissimi per tornare sul sentiero sovrastante. Il sentiero “ufficiale” perde quota traversando il pendio, quasi perdendosi in certi tratti, per riapparire poco più avanti. Si arriva in un tratto pianeggiante quasi in prossimità della Malga Val Bona. La logica vorrebbe che da qui si arrivi tranquillamente alla malga, per percorrere da lì in avanti la comodissima strada forestale che porta dapprima alla Malga Val Fredda, e poi tranquillamente alla località Bazena; ma noi invece, che non siamo logici per niente, ci siamo inventati una discesa quasi verticale attraverso un bosco e dei pendii erbosi abbastanza agghiaccianti in termini di pendenza, per giungere ad attraversare il torrente che scorre in basso (e che proviene proprio dalla Malga Valbona), per rinvenire infine un sentiero quasi pianeggiante sul versante opposto, che in circa 15' dall'attraversamento del torrente ci conduce a passare nei pressi del bellissimo Bivacco del Pastore Rasmulì (1934 Mt.), recentemente ricavato all'interno di una vecchia malga ottimamente ristrutturata. Il sentiero che prosegue in leggerissima discesa da qui in avanti diventa più simile ad una strada forestale, e ben presto si innesta su un'altra sterrata che scende da sinistra: è la strada che proviene dalla Malga Val Bona, passando per la Malga Val Fredda, che noi molto masochisticamente ci siamo guardati bene dal percorrere… (e che coincide in questo tratto con il sentero 18, e con il sentiero “1”). Da qui sempre seguendo la strada in pochi minuti caliamo per degli ampi pascoli alla bella località alpina della Bazena, dove si trova il Rifugio-Ristorante Tassara, aperto anche in inverno, da cui parte la prima tappa del sentiero “1” Alta Via dell'Adamello verso il Rifugio Tita Secchi al Lago della Vacca. Dal rifugio (1804 Mt.), per tornare verso Campolaro è sufficiente camminare seguendo la strada asfaltata (decisamente più gradevole da percorrersi in inverno con la neve), per 4,6 km da farsi in un'oretta di comodo cammino in discesa, fino a tornare appunto alle case di Campolaro, dove si è partiti per questa escursione. |