Vall'Imagna - Corno Grosso

Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Ristorante Belvedì - Clanezzo (BG)
Quota partenza 350 Mt. circa Quota di arrivo 932 Mt.
Dislivello totale

+600 Mt. circa con i saliscendi

Data di uscita 27/04/2013
Ore di salita 2 h. Ore di discesa 1 h. 30'
Sentieri utilizzati n. 571, sentiero Partigiano Gotti, 592H Giudizio sull'escursione Sufficiente
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri
Partenza sotto la pioggia. In seguito alcune schiarite hanno limitato il disagio, ma la giornata è stata complessivamente nebbiosa e umida. Peccato per il mancato panorama dalla cimetta . Sentieri ben evidenti e sicuri. Gli ultimi metri sotto la vetta richiedono l'uso delle mani ma nulla di difficile.
Eventuali pericoli
Nessuno. Un minimo di attenzione negli ultimi metri prima della cima in caso di pioggia o terreno bagnato.
Presenza di acqua
Alla partenza, poco dopo il ristorante Belvedì , trovate una bella fontana-lavatoio.
Punti di appoggio

Lungo tutta la salita vi imbatterete in numerosi capanni da caccia e in alcune baite che possono dare riparo. Poco sotto la vetta incontrerete una baitella chiamata il rifugio Feri (850 Mt.), privato ma che può dare riparo sotto una ampia tettoia con tavolino.

Materiale necessario oltre al tradizionale
Nessuno.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Breve camminata per raggiungere una cimetta di secondaria importanza, ed ai più sconosciuta, posta in valle Imagna, ma che si raggiunge partendo dall'imbocco della Valle Brembana.
Descrizione percorso
Da Clanezzo, posto alle porte della Valle Brembana e della Vall'Imagna, raggiungete il ristorante Belvedì. Qui lasciate l'auto e, pochi metri prima del ristorante, imboccate il sentiero erboso che lo costeggia sulla sinistra. Una bella bacheca in legno vi indica alcune caratteristiche della zona e la storia di un partigiano, Angelo Gotti, a cui è stato dedicato il sentiero che in parte oggi percorreremo. Superato il ristorante, salite a destra passando accanto al vigneto del locale stesso, piegate a sinistra e superate un fontana. Poco dopo la fontana svoltate a destra su un ripido sentierino ed entrate nel bosco misto. Proseguite per alcuni minuti fino a sbucare su un ampio sentierino sassoso. Seguitelo verso sinistra (indicazioni per Monte Ubione). Passate accanto ad una pozza d'acqua ed evitate un capanno da caccia seguendo sempre l'ampio e sdrucciolevole sentiero. Sbucherete così su un sentierino più stretto e quasi pianeggiante. Proseguite verso sinistra. Pochi minuti ed incontrerete una palina in legno con la scritta “Sentiero Partigiano Angelo Gotti” ed una freccia con indicazione “monte Ubione”, quest'ultima vi invita a proseguire a destra iniziando così un ripido tratto che terminerà in circa 10 minuti portandovi nei pressi di alcuni ruderi di case e ad un enorme bacino idrico abbandonato che veniva usato in caso di emergenza quando la centrale elettrica di Zogno doveva essere spenta per manutenzione. Superata questa zona affronterete un tratto pianeggiante e subito dopo entrerete in un affascinante bosco fatto di agrifogli fittissimi. Camminate poi lungo l'ampia cresta del monte. Usciti per un attimo dal bosco fitto, superate un prato con rari alberi e qui seguite verso destra cercando i numerosi bolli arancioni sui tronche delle piante. Il sentiero continua pianeggiante e a tratti perdendo anche quota. Incontrerete un piccolo salto fangoso da superare in discesa (possibile presenza di acqua) e continuando a camminare su terreno pianeggiante cambierete il versante della montagna, avrete così ai vostri piedi ora la valle Brembana. Ignorate la deviazione che porta sulla cima dell'Ubione, per proseguire invece in falsopiano e mezzacosta fino ad una ampia selletta erbosa al cui centro si trova un piccolo capanno da caccia e poco prima un bel crocefisso ligneo. Da qui, proseguite dritti in leggera salita lungo il sentiero 571-Angelo Gotti ignorando il sentieri che dalla sella seguono altre direzioni. Il sentiero in breve rientra nel bosco ed acquista via via pendenza. Passate accanto ad un primo e ad un secondo traliccio dell'alta tensione. Passato un altro capanno di caccia in breve arriverete ad un bivio, tenete la destra e poi ad un secondo bivio dove un palina vi invita a proseguire verso destra. Entrerete ora in un tratto del bosco caratterizzato da altissimi aceri. Un'altra freccia nei pressi dell'ennesimo capanno vi conduce ad evitare la zona di caccia attraverso un piccolo giro per poi riportarvi nei pressi della cresta che dal monte Ubione prosegue fino alla Corna Marcia. Superate un tratto caratterizzato da grossi massi calcarei affioranti sempre su facile e poco faticoso terreno in saliscendi. Giunti ad un altro capanno, seguitene la staccionata di confine fino al suo termine. Proseguite ed arriverete ad una grossa pozza fangosa. Poco dopo, il sentiero Gotti andrà a sinistra con leggera perdita di quota. Entrate in un fitto bosco umido (fortissima presenza di aglio orsino in primavera). Lasciate alla vostra destra una zona pietrosa. Continuate nel bosco per incontrare una piccola macchia di abeti alla vostra sinistra. Continuate in discesa fin a sbucare su un ampia strada sterrata che seguirete fino ad un cavo che chiude il sentiero a mò di cancelletto. Passate oltre il filo per giungere ad un incrocio. Prendete in salita l'ampia sterrata fino ad una capanno da caccia mimetizzato. Abbandonate la strada sterrata e deviate a sinistra verso il capanno. Scendete verso una selletta erbosa nei pressi di un secondo capanno (da qui è possibile proseguire dritti lungo una traccia di sentiero invaso dalla vegetazione lungo una crestina facile ed arrivare sulla cima del Corno Grosso, facendo un minimo di attenzione agli ultimi metri) e da qui scendere lungo il sentiero 592H con alcuni tornanti. Si rientra nel bosco e, sempre in discesa, si sbuca in un ampio terreno erboso e piantumato con un paio di baitelli e caselli di caccia. Lasciati i baitelli alla nostra destra, si prende la prima deviazione alla nostra sinistra, poco prima di tornare nel bosco. La si segue e, superate alcune zone ricche di massi e pietraie, sempre nel bosco, si giunge ad incrociare un ampio sentiero sterrato. Da qui, si punta verso sinistra alla Baita Feri (o rifugio privato Feri) a quota 850 Mt. Oltrepassato il rifugietto passando tra capanni e depositi, troverete alcuni bolli bianchi e rossi tra cespugli e piante. Seguiteli salendo tra salti e facili roccette. Giunti poco sotto le vetta affrontate le ultime asperità che si superano con l'uso delle mani. Infilatevi in una strettissima spaccatura tra le rocce e sbucate sulla piccola cima sassosa senza croci ne ometti.
Discesa
Proseguite la crestina verso il lato opposto a quello di salita ed iniziate a scendere verso l'altro versante, completamente camminabile anche se in parte coperto da vegetazione. Giunti al colletto, incrociate il sentiero 592H, risalite verso il capanno da caccia incontrato all'andata e scendete lungo l'ampia strada sterrata fatta all'andata. Da qui seguite a ritroso il percorso di salita.

Note
Il sentiero del partigiano Angelo Gotti, si conclude a Cascina Como, che io non ho raggiunto. Poco prima della cascina si trova l'albero al quale è stato legato il partigiano e poi fucilato. Pare che sul tronco si vedano ancora i fori dei proiettili.
Commenti vari
Complimenti al buon vecchio Ettore (nome di fantasia): simpatico cagnolone a corto di fiato e piuttosto ciccione che alle 6 di mattina non ha trovato nulla di meglio da fare che seguirmi in questa passeggiata, per poi ritrovarsi a non farcela più durante il ritorno e fermarsi a riposare sdraiandosi e rinfrescarsi le zampe in ogni pozzanghera che trovava…
   
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Ettore in piena forma
Ettore nello stretto passaggio finale
   
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La cimetta
Panorama dalla vetta
   
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Pisolino sui sassi
Ettore sempre più stanco
   

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