La Cornetta

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Pizzino - Taleggio (BG)
Quota partenza 910 Mt. Quota di arrivo 2051 Mt.
Dislivello totale 1200 Mt. con i saliscendi Sentieri utilizzati n. 155, 150, 101
Ore di salita 3 h. 45' Ore di discesa 2 h. 45'
Data di uscita 12/07/2022 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Qualche nebbia al mattino presto che si è dissolta, lasciando cieli limpidi e ampi panorami. Sentieri ben segnalati fino al rifugio Nocola, sopra ai Piani di Artavaggio. Da qui in poi, a parte un breve tratto del sentiero n° 101, la salita alla Cornetta avviene su labili tracce non segnalate e poco battute che attraversano ripidi pendii erbosi non sempre comodi da affrontare.

Eventuali pericoli
Un occhio di riguardo al tratto che transita sotto al Dente della Cornetta, sia per l'elevata pendenza del pendio sotto di noi che per eventuali sassi che potrebbero cadere dal Dente stesso.
Presenza di acqua
Troveremo acqua poco prima di Fraggio, presso una bella e storica fontanella. Ai Piani di Artavaggio, fuori dalla chiesa vediamo una seconda fontana ricavata da un tronco. Giunti al rifugio Nicola, possiamo entrare e prendere qualcosa da bere.
Punti di appoggio
Durante l'intera camminata supereremo varie baite e baitelle, ruderi e cascine presso cui trovare riparo. Ai Piani di Artavaggio avremo l'imbarazzo della scelta per trovare riparo ed alloggio (chiesa, rifugi, baite, ecc). Più oltre, eccoci al rifugio Nicola e al vicino rifugio Cazzaniga Merlini. Proseguendo verso la Cornetta, con una breve deviazione possiamo fermarci presso una baita (Baita la Bocca; 1923 metri di quota). Al ritorno, inoltre possiano transitare dal Santuario di Salzana.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Niente.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Accanto a cime molto frequentate nella zona tra la Val Brembana e la Val Taleggio, come ad esempio il Monte Sodadura e la Cima di Piazzo, si innalza, erbosa e piramidale, La Cornetta, in contrapposizione alla Corna Grande nel fronteggiante gruppo dello Zuccone dei Campelli. Nelle sue immediate vicinanze, e collegato ad essa da una sella erbosa, si trova un bellissimo e ardito torrione roccioso che supera di poco i 2000 Mt., ma che si innalza verticale dai ripidi pendii erbosi sottostanti per almeno 50-60 metri. Più che La Cornetta, in questa camminata, il protagonista è sicuramene il Dente della Cornetta, affascinante ed esteticamente dolomitico. L'odierna escursione ben si adatta ad escursionisti esperti, non tanto per le difficoltà reali che offre, ma per la mancanza di un percorso segnalato e frequentato che permetta di raggiungere senza possibilità di errore la cima panoramica della Cornetta. Se la maggior parte della camminata infatti si svolge su sentieri ben segnalati e frequentati, l'ultima parte, quella che scende verso il Dente della Cornetta e poi risale La Cornetta stessa, è pochissimo battuta e presenta pendenze ed esposizione da affrontarsi con cura e terreno asciutto, sebbene, come detto, non abbia particolari tratti impegnativi. Belli i panorami sul gruppo dei Campelli e sulla cime della Val Brembana più occidentale.
Descrizione percorso
Percorriamo la affascinante Val Taleggio fino all'ameno borgo di Pizzino. Lasciamo l'auto presso il piccolo parcheggio accanto al distributore di ticket giornalieri per salire a Quindicina e da lì al rifugio Gherardi. A piedi percorriamo il breve tratto asfaltato che conduce verso il centro di Pizzino. Arrivati alle prime case vediamo una indicazione per il Santuario di Salzana e per Fraggio. Seguiamo la stradina tra le case addossate. Poco oltre una seconda palina ci indica che le due mete hanno due direzioni differenti. Noi andiamo a destra per Fraggio, mentre al ritorno passeremo da Salzana. Superiamo una baitella con bandiera e statua di alpino. Camminiamo ora tra bosco e prati, con bella vista sul Corno Zuccone. Dopo un piacevole tratto semipianeggiante, arriviamo ad una radura erbosa con un paio di cascine sulla destra. Rientriamo poi nel bosco. Alla radura successiva, in alto verso destra vediamo una bella baita tipica della Val Taleggio. Proseguiamo ed eccoci ad un bivio. A destra per Fraggio, mentre al ritorno seguiremo per Salzana. Più avanti eccoci ad una fonte antica con tanto di targa a ricordo della vistita di San Carlo Borromeo. Poche decine di metri in salita ed arriviamo al microscopico borgo di Fraggio con la sua bella chiesetta dedicata a San Lorenzo. Usciamo dalle casette e dai numerosi ruderi in stato di abbandono e prendiamo l'ampio sentiero n. 150 che procede in falsopiano superando una bella baita ristrutturata e poi una seconda. Ora scendiamo dolcemente in un bosco, sempre su ampio sentiero fino ad un ponte in cemento e ferro. Attraversiamo il ponte, sotto il quale si vede una fresca cascatella, per poi iniziare la salita su sentiero sassoso. Alcuni cartelli indicano varie direzioni tra cui Piani di Artavaggio: nostra meta intermedia di oggi. Più avanti altri cartelli ci confermano la direzione da seguire; qui ignoriamo la deviazione per Reggetto e il Corno di Zuccone. Salendo, in breve arriviamo ad una cascina dalle mura rosate nei cui pressi si trova anche un ricovero semi caduto. Continuiamo a salire, ora meno ripidamente e costeggiamo un'ampia conca pascoliva in basso alla nostra destra. Sbuchiamo ora su una ampia strada sterrata che seguiamo verso destra (indicazioni). All'incrocio successivo, dopo un centinaio di metri, attraversiamo una sterrata e saliamo dritti nel bosco davanti a noi, dove un cartello ci invita a tagliare i tornanti della strada sterrata che riprenderemo più in alto. Nel fitto e fresco bosco guadagnamo quota. Usciti nuovamente sulla sterrata, la seguiamo verso destra. Superiamo una cascina sulla sinistra e compiamo una curva verso sinistra ad un tornante. Senza possibili errori restiamo sulla sterrata. Lasciamo alla nostra sinistra un'altra cascina e, sempre con pendenza regolare e bassa proseguiamo verso i Piani di Artavaggio. Qui giunti, veniamo accolti dalla mole spropositata del ex Albergo Sciatori, ormai abbandonato da anni. Qui andiamo a destra, superiamo una chiesa dalle moderne fattezze e saliamo verso il rifugio Nicola, seguendo alcune paline e delle frecce gialle. La salita avviene su ampia sterrata che, con una lunga serie di tornanti tra prati e pascoli ci conduce senza possibilità di errore al suddetto rifugio dalle curiose forme piramidali (35 minuti dall'albergo). Passiamo dietro al rifugio e seguiamo l'evidente sentiero che porta ad una palina. Alla palina, pieghiamo a sinistra, lungo il sentiero n. 101, direzione rifugio Grassi. Entriamo in una bella conca, alla cui sinistra si trova, sopra un dosso, il rifugio Cazzaniga. Alla palina successiva, abbandoniamo il sentiero 101 per salire lungo una traccia segnalata verso la Bocchetta dei Mughi, ma ben presto abbandoniamo anche questa, per portarci sotto le pendici che scendono dalla Cima di Piazzo, alla nostra destra. Costeggiamo il pendio erboso e in parte roccioso fino ad un pianoro superiore. Qui andiamo leggeremente verso destra, ignorando il sentierino che conduce alla Baita la Bocca. Giunti ad una sella, vediamo davanti a noi un bellissimo torrione roccioso che si innlaza per una sessantina di metri dai ripidi prati sottostanti: si tratta del Dente della Cornetta. Dobbiamo raggiungerne la base, traversando ripidissimi prati, senza un vero e prorpio itinerario, ma scegliendo i punti migliori da cui passare. Alla base del torrione scendono i ripidi prati e sotto questi è ben visibile una fascia rocciosa. Noi dobbiamo passare tra la base del torrione e questa fascia, evitando di perdere troppa quota. Io sono arrivato direttamente alla base del torrione tagliando i pendii erbosi e ho costeggiato la base del Dente della Cornetta, restando affascinato dalle alte pareti verticali alla mia destra (in realtà dovrebbe esserci una traccia più in basso). Il torrione, che da lontano appare come un pilasrto, in realtà si sviluppa anche longitudinalmene e, costeggiandone la parte basale, ci accorgiamo di quanto sia ampio. Con molta attenzione saliamo alcune balze erbose tra roccia e prati. Al termine del torrione, pieghiamo a destra e saliamo per ripidi prati e qualche innoqua placchetta. Arrivati davanti ad una fascia rocciosa scura, sotto cui vediamo delle cavità a guisa di grotta, pieghiamo verso destra traversando su una labile traccia semi pianeggiante. Questa poi sale dolcemente e si riavvicina al torrione. Sbuchiamo così ad una ampia sella erbosa posta tra il Dente della Cornetta a destra e la Cornetta stessa a sinistra. Ora non ci resta che andare a sinistra, rimontare i ripidi prati ed arrivare sulla vetta con grande ometto di pietre e una smilza croce di metallo su cui è riportato il nome e la quota della Cornetta. Bello il panorama sul Gruppo dei Campelli e sulla Cima di Piazzo.
Discesa
A ritroso sul percorso dell'andata fino al bivio tra Fraggio e Salzana. All'andata siamo saliti da Fraggio, ora scendiamo verso Salzana, località nelle immediate vicinanze di Pizzino, dove è presente un bel santuario che possiamo così visitare. Seguiamo la freccia in legno verso destra e per comodo sentiero nel bosco arriviamo all'antico edificio religioso. Dopo la breve visita, prendiamo l'evidente sentiero alle spalle del santuario che, inoltratosi ancora nel bocsco, sale verso Pizzino e da qui al parcheggio.

Note
Per tornare a Pizzino, una volta arrivati al rifugio Nicola, possiamo anche seguire il sentiero che ci condurrà al rifugio Gherardi (sentieri 101 e 120) e da lì a Quindicina e poi Pizzino. Oppure, sempre per passare dal Gherardi, possiamo scendere ai Piani di Artavaggio e scegliere di percorrere il sentiero verso sinistra che procede in saliscendi fino al rifugio privato Battisti e da qui al Gherardi. Al ritorno, se rifate il percorso dell'andata, fermatevi qualche minuto presso il Santuario della Madonna Assunta di Salzana; questo isolato santuario è stato costruito nel XV secolo dopo la distruzione dell'intera frazione per un evento catastrofico. Nell'altare laterale destro è conservata la statua in legno della Vergine ritrovata dopo la distruzione del paese. Esternamente si trova una fontana con uno stemma in pietra che pare essere il più antico della Val Taleggio. Purtoppo l'edificio, poco frequentato e conosciuto, è in stato di abbandono.
   

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Il retro del piramidale rifugio Nicola

Parte del percorso che scende a costeggiare il Dente della Cornetta

   

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L'ardita forma del Dente della Cornetta

Avvicinandosi al Dente

   

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Il torrione del Dente visto dalla base

Vista sullo Zuccone dei Campelli

   

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Omar sulla Cornetta

Il santuario della Madonna Assunta di Salzana