Zona montuosa |
Dolomiti di Brenta |
Località di partenza |
Rif. Vallesinella - Madonna
di Campiglio (TN) |
Quota partenza |
1513 Mt. |
Quota di arrivo |
2300 Mt. |
Dislivello totale |
+ 637 Mt. per l'attacco
+ 150 Mt. la via |
Sentieri utilizzati |
n. 382, 316 |
Ore di salita |
1 h 30' per l'attacco
1 h 30' per la via |
Ore di discesa |
15' per il rifugio Graffer
1 h. dal rifugio al parcheggio |
Esposizione |
Sud, sud-est |
Giudizio sull'ascensione |
Discreta |
Data di uscita |
25/06/2005 |
Difficoltà |
III, 1 tiro di IV |
Sass Balòss
presenti |
Omar, Gölem. |
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia |
Avendo attaccato tardi, all'uscita ci siamo presi un temporale
di 3 ore con tanto di grandine e fulmini (lo stesso che ha tenuto
Luca e Bertoldo bloccati sotto l'ultimo tiro della torre SAT). Per il resto la giornata
era ideale. Sentiero di avvicinamento facile e ben indicato fino
all'arrivo sotto la bastionata della Corna Rossa, da lì in poi
diventa una traccia poco marcata e molto faticosa che risale il ghiaione alla base,
ripidissimo e friabile. Roccia buona. |
Eventuali pericoli |
Soliti da arrampicata in ambiente. Attenzione perché sul 2° tiro, nell'attraversare una piccola cengia, il primo di cordata può far
cadere sassi a chi fa sicura
(parola di sopravvissuto). |
Presenza di acqua |
Non c'è acqua lungo il sentiero. A circa 30 minuti dall'uscita,
troviamo il rifugio Graffer. |
Punti di appoggio |
Il rifugio Graffer, a 30' dalla fine della salita. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Solito da arrampicata. Necessari: 5 rinvii, 1 cordone da sosta, cordini lunghi
per gli spuntoni, moschettoni. |
Caratteristiche dell'arrampicata |
Descrizione generale
Facile e breve via di III grado, con un passaggio di IV
ben protetto. La salita si svolge sullo spigolo del settimo
torrione della Corna Rossa, verticale e massiccia bastionata
rocciosa che precipita sull'alta Vallesinella dall'altopiano
roccioso posto sotto il passo Grostè. Buona la roccia e discreto l'ambiente di
salita, con alcuni scorci affascinanti. Ad ogni tiro si trovano
2-3 chiodi, tranne in quello di IV dove i chiodi sono più
numerosi e ravvicinati. Difficile è l'individuazione dell'attacco e
dello sviluppo del primo tiro, che darà sicuramente problemi di
attrito della corda, se risolto come abbiamo fatto noi. Le soste, comodissime, sono fatte con 2
chiodi cementati, uno dei quali ha anche un anello di calata per
le doppie. Uniche soste da attrezzare sono quella all'attacco, da farsi in
vita, e l'ultima su spuntoni.
Attacco, descrizione della via
Dall'ampio parcheggio di Vallesinella (€ 3) si seguono le
indicazioni per il rifugio Graffer lungo il sentiero n° 382.
All'interno di un luminoso bosco, si risale fino ad un prato,
dove si trova la malga di Vallesinella, dal
quale si può vedere la complessa parete rocciosa della Corna Rossa; qui, una
palina ci fa proseguire verso sinistra. Dopo circa altri 30' su
sentiero comodo ma ormai sempre al sole, ci troviamo nei pressi
dello zoccolo detritico della parete. In corrispondenza di un
marcato tornante verso sinistra del sentiero, una lievissima traccia si
stacca verso destra da questo per portarsi con ripidissimi tornantini all'attacco di tutte le vie della
zona, dalla prima all'ultima torre ( le torri
sono 8 in tutto, ma non immaginatevi delle vere e proprie torri,
sono più che altro pilastri e speroni). La salita del
ghiaione è fin da subito ripida, ma tracce di erba e cespugli
rendono tutto più agevole. Più in alto l'erba lascia il posto
agli sfasciumi e il passo diviene più difficoltoso. Superate le
prime torri e costeggiati alcuni enormi massi (il maggiore, il
Sasso dell'Aquila, è alto 30 Mt.), ci si porta fino al
ghiaione che separa la penultima (quella da salire), dall'ultima.
Qui si risale per pochi metri all'interno del franosissimo
canalone (è visibile un chiodo di sosta con anello di calata a circa
8-10 metri da terra, subito visibile sullo spigolo, ma la linea
di salita diretta pare abbastanza difficile e strapiombante per
cui abbiamo cercato alternative), e si entra subito all'inizio in una specie di
profonda nicchia/spaccatura nella parete di
sinistra (con tanto di tetto che offre riparo) del ghiaione e sempre sul lato sinistro della nicchia
troviamo l'attacco ritenuto da noi più logico, ma non indicato.
Nel caso non vedeste il punto dove salire per arrivare alla
nicchia, vi troverete alla base della zona di parete dove ci
sono le varie vie sportive con i nomi scritti in giallo. Dovete
allora tornare in dietro di poche decine di metri e al primo
canalone che incontrate sulla via del ritorno, salire a destra e
incontrare la nicchia.
1° tiro:
attaccare sulla paretina di sinistra della nicchia, salire
facilmente (II) per qualche metro, mettendo un cordino attorno ad
uno sperone e poi traversare abbassandosi verso sinistra di
circa un metro.
Attenzione perché il traverso ha un gradino friabile. Arrivati
in corrispondenza dello spigolo, aggirarlo in leggero strapiombo
e con grande esposizione (III+), poco sopra trovate un chiodo vecchio al quale mettere un
rinvio. Da qui salire facilmente per 5 metri fino alla sosta che
si trova spostata a sinistra (II). Il recupero della corda sarà
probabilmente reso difficile dagli attriti, visto che la salita
è quasi a spirale.
2° tiro:
superare il gradino roccioso della sosta e attraversare un cengione fino alla parete poco sopra (anello di calata). Siamo
ora sulla parete di sinistra rispetto allo spigolo su cui si
svolge la via, ignorare la sosta subito sopra la cengia erbosa e
continuare su placche appoggiate, fessurate e ben appigliate che poco sopra
diventano più verticali (III). Dopo il 2° chiodo spostarsi
nuovamente verso lo spigolo, e risalirlo (II) fino alla sosta.
3° tiro:
seguire lo spigolo inizialmente di III poi più facile di II.
Evitate di seguire le placche erbose, rimanendo sul filo dello
spigolo fino ad una comodissima cengia erbosa sotto una
verticale e compatta paretina. Qui si trova la sosta.
4° tiro:
il più impegnativo (forse l'unico...). Lo spigolo sopra
la sosta si fa non più percorribile: spostarsi due metri sulla
destra e salire la paretina
perfettamente verticale ma con buoni appigli un po' lunghi (IV)
spostandosi man mano che si sale verso sinistra per evitare di
trovarsi in un punto leggermente strapiombante proprio all'uscita
del tiro, e andando a riportarsi sullo spigolo. In questo tratto di circa
15 metri troverete 5 chiodi
per cui sarete ben protetti.
5° tiro:
salire le ultime difficoltà (II) fino all'anticima della
torre. Ci si troverà come su di un pilastro staccato dal quale
occorre scendere per circa 3 metri arrampicando in discesa (III)
per poi risalire alla cima vera e propria. In teoria si potrebbe
anche saltare visto che tra le 2 paretine c'è poco più di un
metro. Gli ultimi metri sono fatti camminando fino a trovare
qualche spuntone solido da usare come sosta.
In realtà non sarete sulla cima
di una vera e propria torre, ma solo al termine dello sperone
chiamato Torre Daniela. Tutto attorno, soprattutto a sinistra,
ci sono cime più elevate.
Discesa
All'uscita si deve risalire dritti lungo prati e roccioni
fino ad incrociare l'ampio sentiero che congiunge il rifugio
Graffer (già visibile all'uscita delle vie della Corna Rossa)
al Passo Grostè.
Seguirlo verso destra, arrivare poco sotto al passo dove si
trova un bivio, e da lì scendere su
comodo sentiero zigzagante (n° 316) tra enormi massi. Su uno di questi
troverete una grossa scritta gialla che indica la direzione per
le vie sportive della Corna Rossa ("Classico e
Moderno"). Seguite la labile traccia che scende verso
destra tra
i blocchi e, con ripidissimo sentierino un poco friabile, vi
troverete proprio sotto l'inizio della bastionata rocciosa dove
si trovano alcune brevi vie sportive. Proseguite costeggiando la
parete, superate tutte le scritte in giallo con i nomi floreali
delle vie fino al canale franoso, dal quale è possibile tornare all'attacco a
riprendere il materiale eventualmente lasciato oppure
proseguire la discesa fino al parcheggio. |
Note |
La
via è nel complesso molto facile, anche per chi, come i
sottoscritti, da molto non arrampica. L'ambiente non è bellissimo e
selvaggio, ma ugualmente affascinate, specialmente guardando in
lontananza, la cima Grostè e la zona più a sud del Castelletto e
Cima Brenta. |
Commenti |
La via, anche se carina, non vale un viaggio così lungo. Vi
suggeriamo di compierla e di dormire al comodo rifugio Graffer
(anche per le belle ragazze che lo gestiscono...) e di fare qualcosa
d'altro il giorno successivo, sia essa una camminata o una
arrampicata. Noi il giorno seguente abbiamo fatto il bellissimo
sentiero attrezzato Benini. |
Pubblicazioni |
Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti sud-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
Clicca sull'immagine qui sotto per accedere alla pagina web ViviDolomiti edizioni
- libri di montagna e acquistarne direttamente una copia. |
|
|
|
|
Nella
nicchia del presunto attacco |
Giungendo
alla prima sosta |
|
|
|
|
Sul
secondo tiro |
Il
pilastro del quinto tiro |
|
|
|
La Torre Daniela con il
tracciato della via |
|
Il contenuto di questo sito (testo, elementi grafici, immagini, ecc.) così come il modo in cui i contenuti sono presentati e formati è di esclusiva proprietà del gruppo SassBalòss ed è protetto dalle leggi italiane ed internazionali in particolare da quelle in materie di copyright. E' consentita la consultazione. Sarà concessa la duplicazione, anche parziale, solo dopo esplicita richiesta; in tal caso dovrà essere espressamente indicata, sulle copie realizzate, la provenienza della fonte ossia il sito internet www.sassbaloss.com. Ogni utilizzazione diversa da quelle sopra previste quindi (indicativamente: la distribuzione a terzi e/o la pubblicazione a scopo di lucro, la modificazione, l'elaborazione in qualunque forma e modo) deve considerarsi abusiva e sarà perseguita a norma delle vigenti leggi. |
|