Corna di Vai Piane, Monte di Vai Piane, Corna Marcia e Dosso Bi

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Fondi - Schilpario (BG)
Quota partenza 1260 Mt. Quota di arrivo 2244 Mt. Corna di Vai Piane Orientale
2223 Mt. Corna di Vai Piane Centrale
2184 Mt. Monte di Vai Piane
2077 Mt. Corna Marcia
2049 Mt. Dosso Bi
Dislivello totale 1400 Mt. circa con i saliscendi
Sentieri utilizzati n. 418, 420, 419
Ore di salita 2 h. 30' per la Corna Orientale
25' per la Corna Centrale
20' per il Monte di Vai Piane
15' per la Corna Marcia
20' per il Dosso Bi
Ore di discesa 2 h. 
Data di uscita 22/06/2023 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE, brevi tratti F/F+
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bella giornata di inizio estate con cieli limpidi. Sentieri ben tenuti e segati fino al Passo di Valzellazzo. L'intera cresta tra il Passo di Valzellazzo e il Passo di Lifretto non è segnata, né battuta e presenta solo delle lievissime tracce di passaggio, e spesso nemmeno quelle. La discesa dal Passo di Lifretto fino a Schilpario avviene lungo un sentiero segnato, ma la prima metà di questo è praticamente abbandonata e coperta dalla vegetazione, a causa della scarsissima frequentazione; qui troviamo anche un breve tratto attrezzato con un cavetto metallico quasi completamente divelto dagli ancoraggi (attenzione!).

Eventuali pericoli
Una certa attenzione nel percorrere la lunga cresta che porta alle Corna di Vai Piane, a tratti molto esposta e con passaggi non banali, alcuni dei quali (i più difficili) aggirabili.
Presenza di acqua
Potrete trovare acqua presso il bivacco Corini al Passo di Valzellazzo. Alla partenza e all'arrivo si trova il rifugio Bagozza, dove scorre acqua fresca, oppure poter prendere una birretta fresca. Qui, poco più a valle, è presente anche il ristoro Baracca Rossa.
Punti di appoggio
Come detto, al Passo di Valzellazzo sorge il nuovo e moderno bivacco Corini, dotato di generi di sostegno, nonchè di una mezza dozzina di posti letto (ma attenzione perchè mancano i materassi...).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Tra il gruppo calcareo della Concarena e quello del Pizzo Camino, si trovano, tra gli altri, due passi: il Passo di Valzellazzo a Est e quello di Liffretto ad Ovest. Tra questi due valichi corre una lunga e divertente cresta, più rocciosa ed impegnativa nella prima metà, più erbosa e camminabile nella seconda. Lungo tale cresta si elevano alcune cime, la più conosciuta delle quali è il Monte di Vai Piane, quotato e nominato sulle carte, ma non certo la più attraente ed impegnativa delle cime da salire. Le altre sommità che si incontrano sono le due Corna di Vai Piane, più elevate e divertenti da affrontare, per ultima poi troviamo anche la Corna Marcia, che passa quasi inosservata sopra al Passo di Lifretto. Poco oltre il passo, verso Ovest, si innalza (per così dire...) il modesto Dosso Bi, troppo vicino per non essere anch'esso raggiunto. In questa relazione siamo partiti dal Passo di Valzellazzo per arrivare al Passo di Lifretto, ma nulla vieta che la cresta possa essere percorsa in senso opposto. La divertente traversata presenta solamente un paio di punti piuttosto delicati e che necessitano di muoversi con sicurezza su roccia; tali punti sono oltretutto aggirabili scendendo e risalendo per ripidi e malagevoli canalini erbosi sul versante camuno. Per il resto si tratta di una bella camminata in una zona pochissimo battuta e con viste eccezionali sui gruppi della sempre affascinante Val di Scalve.
Descrizione percorso
Lasciata l'auto nei pressi del rifugio Cimon del Bagozza, lungo che la strada che dalla località Fondi di Schilpario, sale al passo del Vivione, ci inoltriamo nel bosco seguendo la freccia del sentiero n. 419/418 per il Passo di Valzellazzo. Il cartello si trova sulla destra, al tornante che precede il ristoro Baracca Rossa, sotto al rifugio Bagozza. Poche decine di metri e attraversiamo il greto di un torte asciutto. Il sentiero è ampio e comodo. Superiamo una radura nel bosco. Poi troviamo una palina alla quale proseguiamo dritti (sentieri 428 e 418), ignorando il sentiero 419 che procede verso destra per il Passo di Lifretto e dal quale scenderemo. In breve possiamo già vedere il Passo di Valzellazzo e la caratteristica sagoma triangolare del Bivacco Don Corini, al quale arriveremo in circa 1 ora abbondante. Perdiamo qualche metro tra larici e cespugli. Una palina ci indica il bivacco ad 1 ora e mezza. Da qui abbiamo una bella vista sulle Corna di Vai Piane e la cresta che seguiremo dal bivacco verso destra, nonchè dall'altro lato sul gruppo del Cimon della Bagozza e i Crap. Un sentierino tra la vegetazione scende fino ad incrociare un bivio. Qui andiamo a sinistra, salendo lungo il sentiero n. 418. Ora la pendenza diviene più sostenuta e la fitta vegetazione erbacea ci ostacola un pochino. Entriamo in un ampio vallone che culmina al Passo di Valzellazzo. Ci impiegheremo quasi tre quarti d'ora per arrivarci, ma saranno faticosi e intensi. Le pendenze divengono costanti e elevate, ma alcuni tornantini ci permettono di salire senza difficoltà, tra cespugli e sassi, con il bivacco bene in vista sopra di noi. Giunti al passo, ci riposiamo un poco e diamo un'occhiata al moderno edificio triangolare, dotato di pannelli solari e con beni essenziali. Dal passo andiamo a destra seguendo una evidente traccia (sentiero n. 6) che sale ad una vicina selletta erbosa con paletto di legno e bollo bianco e rosso, leggermente sulal sinistra. Potremmo anche seguire la costa erbosa più a destra, ma risulterebbe più faticosa. Dalla selletta, abbandoniamo la traccia che traversa i ripidi pendii erbosi e pieghiamo a destra per raggiugere la cresta sopra di noi e che poi seguiremo verso sinistra. Questa, inizialmente ,appare facile ed erbosa, abbastanza larga e scarsamente ripida. Poi, una volta che si abbatte e diviene pianeggiante, diventa decisamente più sottile ed aerea, ma ancora facile ed erbosa. Giunti ad un punto, la cresta tende a scendere leggermente, ora diviene più rocciosetta e esposta, con qualche saltello innoquo, ma da fare con cura. Verso la fine della discesa, proprio sopra la sella che ci separa dall'antecima della Corna Orientale di Vai Piane, ci troviamo davanti un bel salto di 4-5 metri piuttosto delicato e molto esposto. La roccia è salda, solo con qualche detrito fastidioso e gli appigli sono ben presenti, ma la vista del vuoto da entrambe le parti potrebbe creare qualche problema. Evitiamo di calarci direttamente nella spaccatura che vediamo sotto di noi, creata da due lame di roccia, poichè potremmo restare incastrati con lo zaino. Scendiamo invece leggermente sulla sinistra, facendo bene attenzione (II grado, verticale ed esposto). Giunti alla sella erbosa sotto il salto, ci dirigiamo verso la ripida costa erbosa e sassosa che abbiamo davanti. Per chi non se la sentisse di disarrampicare questo passaggio (oggettivamente un poco impegnativo), esiste la possibilità di scendere in un ripido canalino erboso sulla sinista, pochi metri prima di arrivare al salto stesso. In tal modo si aggira l'ostacolo, facendo comunque molta attenzione alle balze erbose molto ripide. Dalla sella saliamo quindi senza difficoltà per la ripida china davanti a noi, restandone più a destra possibile, per sfruttare qualche roccia affiorante, oppure al suo centro per balze erbose. Giunti senza problemi sulla sommità di questa antecima, scendiamo con cura sempre stando in cresta, inizialmente erbosa e facile ma poco più avanti ci si presenta il tratto più imegnativo della intera camminata: un segmento roccioso di cresta decisamente esposto, sottile e con roccia non perfetta. Ci abbassiamo con molta prudenza, sfruttando bene appoggi e appigli, fino a trovarci la strada sbarrata da un piccolo torrioncino  appuntito proprio sul filo di cresta. Questo non è aggirabile sulla destra, poichè la parete da quel lato cade verticale ed anche sulla sinistra appare complicato, ma con calma e spirito di osservazione, potremo trovare la soluzione al problema stando leggermente sulla sinistra del pinnacolino; alla sua base, infatti scorgiamo una cengia, non difficile, ma esposta e un poco friabile. Si tratta di 4-5 metri da fare con passo sicuro, per poi risalire a destra tra balze erbose e roccette oltre il pinnacolo. Da qui, sempre per cresta rocciosa, ora più agevole, possiamo scendere alla sella erbosa che ci separa dalla Corna Orientale di Vai Piane. Per chi non se la sentiesse di affrontare questo passaggio molto esposto, suggerisco di scendere nell'evidente canale erboso alla base del torrioncino, sulla sinistra. Perdiamo una cinquantina di metri di dislivello, facendo comunque attenzione viste le pendenze molto elevate. Aggiriamo un costone roccioso e riprendiamo a salire in un valloncello che ci porta direttamente alla sella erbosa. Dalla sella restiamo fedeli alla salita in facile cresta che alterna tratti erbosi ad altri con rocce affioranti. Dopo un iniziale tratto ripido, seguono alcuni divertenti saliscendi privi di reali difficoltà, tra roccia e balze erbose. Volendo possiamo andare a cercarci qualche passo più impegnativo, giocando sui gradoni rocciosi e placchette che ci si presentano davanti, specialmente nell'ultima parte della salita, fino all'ometto di vetta. La parte impegnativa della traversata termina qui; ora non ci resta che camminare lungo la dorsale che ci condurrà prima alla Corna Centrale di Vai Piane , poi al Monte di Vai Piane (o Cima Occidentale di Vai Piane) e successivamente alla Corna Marcia e in fine all'erboso dosso Bi. Scendiamo dunque dalla Corna Orientale lungo una facile costa erbosa. Alla selletta tra le due corne, riprendiamo a salire faticosamente, ma senza problemi fino alla cima della Corna Occidentale con ometto. Ora, proseguendo lungo il crinale, perdiamo altra quota in maniera più decisa e su terreno a tratti ripido, sempre comunque erboso, facendo attenzione ad alcuni insidiosi buchi celati dall'arba. Alla nostra destra possiamo vedere il dirupato versante che guarda verso la Val di Scalve, in netto contrasto con quello bresciano alla nostra destra, erboso e quasi bucolico. Dinanzi a noi possiamo vedere le belle moli del Monte Sossino e del Pizzo Camino, preceduti dalla più bonaria Cima di Ezendola, con la sua grande croce. Senza quasi accorgercene transitiamo dal Monte Vai Piane e proseguendo la discesa sul crinale, dalla ancor meno significativa Corna Marcia. Giunti poi al Passo di Lifretto, possiamo salire il vicino e cespuglioso Dosso Bi, giusto per poter dire di esserci stati, con vetta tondeggiante ed erbosa. Per i più curiosi poi (come il sottoscritto...), conviene scendere nuovamente al Lifretto e seguire il sentiero n° 6 verso una vicina malga ben visibile sia dal Monte di Vai Piane che dalla Corna Marcia; sulla destra di tale malga si innalza un piccolo dosso sormontato da una bella croce in ferro battuto posta dagli alpini di Lozio. Tornati al Passo di Lifretto (1996 metri di quota), siamo pronti ad iniziare la nostra avventurosa discesa.
Discesa
Avendo alla nostra sinistra il Dosso Bi e a destra la lunga cresta appena percorsa, scendiamo dal Passo di Lifretto lungo il versante bergamasco. Stiamo ben attenti a scendere tendendo verso destra lungo quello che pare essere un sentierino segnato, ma molto, molto poco evidente: la vegetazione rigogliosa ha completamente ricoperto la traccia, tanto da non lasciarci vedere dove poggiamo i piedi. Essendo la zona piuttosto ripida e il fondo del sentiero sconnesso, risulta facile mettere il piede in fallo, sopra una radice scivolosa o in qualche buca celata. Massima attenzione e calma, quindi. La vegetazione in alcuni punti arriva all'altezza del nostro petto. La traccia si muove prevalentemente in mezzacosta. Superata una fascia di ontani, vediamo una macchia di larici che dobbiamo raggiungere presso un gradino lungo un costone che scende da destra. Qui il sentiero è più evidente. Proseguiamo la discesa fino ad un canale pietroso che dobbiamo attraversare e poi discendere brevemente, per poi uscirne verso destra. Facciamo attenzione qui, poichè il cavo d'acciaio che doveva rendere sicuro il passo, è stato completamente divelto dagli ancoraggi e non possiamo utilizzarlo. Non ci sono difficoltà, ma esiste il pericolo caduta sassi e il fondo è piuttosto scivoloso. Usciti dal canale, passiamo sotto una paretina rocicosa su comoda cengia, lasciando che il canalino prosegua la sua ripida discesa verso il basso. Superiamo una croce in ferro che segna la fine del tratto insidioso. Ora dobbiamo solo scendere tra bosco e radure seguendo accuratamente i bolli bianchi e rossi disegnati sui tronchi delle piante. Arriviamo ad un grande larice diviso in due e poi ad una radura di pini mughi che traversiamo sulla destra, facendo attenzione ad alcuni semi nascosti ometti di sassi. Pochi metri dopo pieghiamo verso il basso all'interno di questo valloncello puntando al bosco di larici più in basso sulla nostra verticale. Appena entrati tra i larici troviamo alcuni bolli ed il n° 420 del sentiero da seguire. Passiamo ora un tratto pianeggiante tra i larici. Poco dopo in basso vediamo una palina che andiamo a raggiungere. Siamo in località Malga Lifretto Superiore, a 1570 metri di altezza, all'incrocio con il sentiero 419. Seguiamo questo verso destra con indicazioni per il rifugio Bagozza. Ora il percorso è ben tenuto e comodo. Arrivati ad una palina tra gli abeti andiamo a destra, come da segnali. Eccoci così al successivo incrocio al quale pieghiamo verso sinistra. Troveremo altre paline che ci indicano il rifugio. Senza possibilità di errore, dopo una breve ma erta salita nel bosco ed una successiva breve discesa, eccoci al tornante che precede il ristoro nei pressi del rifugio Bagozza, dove ritroviamo l'auto.

Note
Per i ben allenati, dal Dosso Bi, è possibile proseguire verso l'ormai vicina Cima Ezendola, per facile ma ripida costa erbosa, da qui proseguire verso il Passo di Ezendola dal quale scendere a Schilpario. Il nome delle  Corna di Vai Piane Orientale e Centrale, non risulta sulle cartine, dove compare quasi esclusivamente quella Occidentale che dà il nome al gruppo intero, ossia Monte di Vai Piane; ma essendo le prime due decisamente più attraenti ed anche elevate della terza, qualcuno le nomina in tal modo.
Commenti vari
Peccato per le pessime condizioni del sentiero che scende dal Passo di Lifretto, oltretutto piuttosto pericolose, sia per il tratto attrezzato danneggiato che per la fitta vegetazione che copre il sentiero in tratti ripidi e lungo altrettanto ripidi fianchi, oltretutto esposti a caduta di sassi dall'alto. Un saluto al sempre "rude" ma molto accogliente rifugista del rifugio Cimon della Bagozza.
   

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Il Passo di Valzellazzo e le creste da percorrere a destra

Il bel bivacco Don Corini
   

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Primi tratti rocciosi verso l'anticima della Corna Orientale

Il salto roccioso che precede la sella alla base
dell'anticima della Corna Orientale
   

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All'inizio dell'impegnativo tratto con il torrioncino

Il torrioncino che sbarra la strada lungo la cresta
   

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Il tratto più impegnativo dell'escursione

Dalla cima della Corna Orientale vista verso Nord
   

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La facile salita alla Corna Centrale

Dalla Corna Centrale vista verso Sud-Ovest
   

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Dal Monte di Vai Piane vista sulla Corna Centrale

La fitta vegetazione lungo la discesa dal Passo di Lifretto