Civetta - Ferrata degli Alleghesi

 
Zona montuosa Civetta Località di partenza Loc. Piani di Pezzè - Alleghe (BL)
Quota partenza 1472 Mt. Quota di arrivo 3220 Mt.
Dislivello totale

+670 -10 Mt. dal parcheggio al rif. Coldai
+275 -55 Mt. dal rif. Coldai all'attacco
+868 Mt. la ferrata
-236 Mt. dalla vetta al rif. Torrani

Sentieri utilizzati n. 564, 556, 557 (sentiero Tivan)
Ore di salita 1 h. 25' dal parcheggio al rif. Coldai
1 h. 10' dal rif. Coldai all'attacco
2 h. 30' la ferrata
Ore di discesa 25' dalla vetta al rif. Torrani
3 h. 10' dal rif. Torrani al rif. Coldai
1 h. 15' dal rif. Coldai al parcheggio
Esposizione Est, Nord Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 22/07/2018 Difficoltà EEA
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti
Diego, Thomas.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della ferrata

Giornata con meteo variabile; dopo aver raggiunto il rif. Torrani si è scatenato un temporale. I sentieri che si percorrono sono evidenti e segnalati. La ferrata presenta attrezzature in ottimo stato.

Eventuali pericoli

In ferrata è assolutamente vietato cadere... le conseguenze potrebbero essere fatali per via del fattore di caduta molto alto.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Rifugio Coldai (2132 Mt.) e rifugio Torrani (2984 Mt.).
Materiale necessario oltre al tradizionale

Caschetto, imbracatura e set da ferrata completo di dissipatore. Portare una buona scorta d'acqua perchè la ferrata è molto lunga.

Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Dalla guida "Civetta" di Ivo Rabanser edita da CAI/TCI:
"Colossale e superba struttura rocciosa, che costituisce la cima principale e la massima elevazione del gruppo del Civetta. Rivolge verso NW una gigantesca muraglia, conosciuta come la 'parete delle pareti', percorsa da una serie di itinerari di compiuto impegno alpinistico e che hanno mantenuto nel tempo un alone di leggenda.
Si tratta di una delle architetture dolomitiche più maestose e potenti, oltre che conosciuta e famosa. Sorge come un gigantesco castello roccioso, che domina con un'alta parete verticale la conca d'Alleghe e presenta un fianco meno repulsivo sull'opposto versante risolto verso la val di Zoldo. La poderosa cresta sommitale degrada in direzione N-NE, articolandosi quindi con una successione di punte indipendenti e progressivamente minori, sia per l'altitudine assoluta che per l'altezza relativa delle pareti.
(nella parte alta di questa cresta corre la Ferrata degli Alleghesi - ndr).
La parete NW della Civetta è considerata una delle muraglie più grandiose delle Dolomiti. Alta fino a mille metri, è caratterizzata da una curiosa conformazione a canne d'organo, allineate per oltre un chilometro, con un ghiacciaio pensile sulla destra, il Cristallo, fortemente ritiratosi negli ultimi decenni. L'ascensione diretta di questo appicco, compiuta da Emil Solleder e Gustav Lettenbauer il 7 agosto 1925, con mirabile purezza di stile e povertà di mezzi, è considerata una pietra miliare dell'alpinismo dolomitico. 'Sapevo che laggiù nel sud si alzava un erto castello di roccia, la Civetta; non l'avevo mai vista, ma ne avevo spesso sentito parlare. Su quella parete - si diceva - non bisogna mettere le mani. Una muraglia smisurata, scariche di pietre terribili, molto ghiaccio'. (Emil Solleder).
Le vicende della prima ascensione
(via normale - ndr) sono poco documentate e non del tutto chiarite. Diversamente da quanto riguarda altre importanti cime dolomitiche, non si hanno notizie di tentativi antecedenti e la stessa data non è certa, ma si ritiene che sia avvenuta tra il 1850 e il 1860. La prima salita fu compiuta da Simeone De Silvestro, detto Piovanèl, montanaro zoldano di Pecol, verosimilmente con dei compagni di cui però si ignorano i nomi. La salita di svolge sul versante E, sfruttando la discontinuità di balze rocciose".
Interessante è anche la descrizione contenuta nella guida "Stupende ferrate nelle Dolomiti" di Eugen Husler e Manfred Kostner edita da Athesia:
"Molti turisti, ammirando dal basso questa montagna eccezionale, vorrebbero avere le ali, proprio come una civetta, per raggiungere senza fatica l'eccelsa cima, perché nessuna delle vie di salita al possente 3000 è facile, neppure la lunga via Normale sul fianco Est. La ferrata degli Alleghesi e la ferrata Tissi rappresentano il top della specialità, rientrano senza dubbio tra le più belle dei Monti Pallidi. La prima è più facile ma molto più lunga, con la loro combinazione si effettua una traversata appagante di eccezionale attrattiva.
Comunque per scalare la Civetta occorrono una buona porzione di esperienza alpinistica e un'ottima condizione fisica, specialmente se si vuole compiere la traversata in un solo giorno, senza pernottamento al rifugio Torrani (2984 Mt.). Ci vogliono come minimo dieci ore, una prestazione non certo da tutti, e si perde l'occasione unica di osservare un tramonto a 3220 metri sopra il livello del mare Mediterraneo, a distanza anni luce dal grigiore della vita quotidiana della città.
L'impareggiabile panorama, su un mare di cime dolomitiche, può persino commuovere e far spiegare le ali della fantasia allo spirito di un incallito tipo prosaico; ma ciò non meraviglia sul dorso della Civetta!"
.
La costruzione della ferrata degli Alleghesi incominciò subito dopo la guerra e venne ultimata nel 1966. Molte delle persone che la percorrono, dopo aver raggiunto la vetta, scendono a valle seguendo la via Normale (si tratta comunque di una via ferrata) o la ferrata Tissi. Evitare un pernottamento al rif. Torrani significa perdere qualcosa di unico e raro. Il rifugio è molto essenziale. La sala da pranzo è anche la stanza da letto e il rifugista (Venturino De Bona - stupenda persona e valido gestore) dorme in cucina. Pernottando in rifugio si avrà la possibilità l'indomani di compiere alcune salite oggi in parte dimenticate come la salita alla Piccola Civetta o alla Cima di Tomè.

La ferrata degli Alleghesi ha un dislivello di 868 Mt., ma uno sviluppo di oltre 1800 metri. L'ascensione è dunque da effettuarsi solo dopo aver verificato attentamente le previsioni meteo e con un buon allenamento fisico.
Noi abbiamo percorso la ferrata e pernottato al rif. Torrani; l'indomani abbiamo salito la Piccola Civetta e la Cima di Tomè.
Attacco, descrizione della ferrata
Per raggiungere l'attacco della ferrata ci sono diverse possibilità: dal Pian del Crep di Pecol o come abbiamo fatto noi, dal rifugio Coldai.
Gli accessi al rifugio Coldai sono diversi ma per chi proviene da Est conviene raggiungere Alleghe e in centro paese imboccare la strada che sale ai Piani di Pezzè. Qui è possibile parcheggiare pagando un ticket giornaliero.
Incamminarsi verso le strutture ricettive (e gli impianti) cercando di identificare il sentiero n. 564, cosa inizialmente non facile. La traccia passa a fianco della Baita Scoiattolo, del parco avventura e successivamente risale una pista da sci (ben visibile dal parcheggio) congiungendosi poi ad una strada sterrata che conduce ai Pian dei Séch. Continure lungo la strada raggiungendo la Forcella d'Alleghe. Qui proseguire verso destra lungo il sentiero 556 e riprendere a guadagnare quota sino ad arrivare al rifugio Coldai (2132 Mt.).
Oltrepassare il rifugio, imboccare il sentiero n. 557 (o Sentiero Tivan) e seguirlo, superando diversi sali-scendi, aggirando la Val de le Ziolère e costeggiando la Torre Coldai sino a raggiungere un primo tratto attrezzato che supera un canale roccioso. Qui evitare la variante a sinistra (scritta facile) perchè si perde parecchio dislivello. Il canale termina in corrispondenza di una sella tra lo Spiz Galina (Crodolòn) e la Torre d'Alleghe. Proseguire sino alla Porta del Masarè (2325 Mt.); qui una deviazione verso destra indica l'attacco della Ferrata che è situato alla base di uno sperone orientale della Punta Civetta in corrispondenza di un comodo spiazzo.
La prima metà della ferrata è quella che certamente presenta passaggi più impegnativi e faticosi. Salire lungo la facile rampa, effettuare degli spostamenti e infine superare un muro verticale grazie alla presenza di alcuni pioli e scale in ferro. Continuare ora lungo facili salti sino ad un camino verticale che si supera sfruttando alcuni appoggi naturali sui suoi fianchi. I successivi risalti conducono alla cresta sommitale della Punta Civetta. Da qui, inutile dirlo, il panorama è spettacolare.
Continuare lungo la cresta effettuando alcuni spostamenti e superando facili placche e risalti sino a giungere nei pressi di alcuni detriti. Qui non sono presenti funi ma il percorso è poco impegnativo. Portarsi alla base di uno sperone e aggirarlo verso sinistra. Continuare lungo la facile cresta superando alcuni passaggi meno impegnativi. Un ripido salto e si giunge al termine della ferrata. La vetta è ben visibile e si raggiunge facilmente seguendo la cresta.
Discesa
Dalla vetta si segue la traccia (ometti) che perde repentinamente quota e conduce ad un breve tratto attrezzato oltre il quale si trova il rifugio Torrani (2984 Mt.).
E' possibile continuare percorrendo in discesa la ferrata Tissi oppure lungo la classica via Normale, che è certamente la via più veloce anche se richiede diverso tempo. Lungo il percorso non mancano bolli, ometti, pioli e cavi metallici; si tratta di una ferrata a tutti gli effetti. Raggiunta la base delle rocce (2300 Mt. circa) ci si abbassa lungo tracce, spesso non troppo marcate, tra ghiaie e sfasciumi sino a raggiungere una biforcazione. Qui prendere a sinistra e perdere quota, senza percorso troppo obbligato, sino a raggiungere il sentiero Tivan (n. 557). Seguirlo verso Nord (sinistra, viso a valle) percorrendo un tratto in salita e raggiungendo un anfiteatro (Busa del Zuitòn) situato sotto la parete Est del Civetta. Continuando lungo il sentiero si raggiunge nuovamente la Porta del Masarè (2325 Mt.) e il bivio per l'attacco della ferrata. Da qui, a ritroso sui sentieri già percorsi, si ritorna al rifugio Coldai e quindi alla macchina.

Commenti vari

Raggiunto il rifugio Coldai, anziché rientrare per il percorso seguito durante l'avvicinamento, abbiamo effettuato una variante. Dal rifugio siamo saliti alla forcella del Coldai e ci siamo abbassi al bellissimo laghetto del Coldai. Da qui abbiamo imboccato il sentiero n. 4 che cala ripido in direzione di Alleghe (è richiesto qualche facile passo d'arrampicata). Se è pur vero che il lago merita una visita è altrettanto vero che al termine di un'escursione di questo tipo un sentiero così ripido (e più lungo rispetto a quello percorso all'andata) è da sconsigliare in toto.

   

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La parete Nord-ovest del Civetta
è nota come 'la parete delle pareti'

Tommy poco oltre la forcella d'Alleghe

   
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Una veloce pausa al rifugio Coldai

Durante l'avvicinamento alla ferrata

   

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La scritta che indica la deviazione per l'attacco

Primo tratto ripido della ferrata

   

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Pioli e scale caratterizzano la prima parte della ferrata,
dove le difficoltà sono maggiori

Will e Thomas

 

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Una comoda cengia consente di prendere fiato.
Sullo sfondo il Pelmo

Bertoldo supera il ripido camino
 

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Ultimi tratti prima di giungere in cresta

 

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Diego, Thomas e Will in vetta alla Civetta L'interno del rif. Torrani.
Pernottare in questo luogo è un'esperienza unica
 
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Diego sull'uscio del rif. Torrani dopo il temporale. Sullo sfondo la Cima di Tomè da noi salita il giorno seguente