Cima Salimmo

 
Zona montuosa Adamello/Presanella Localitą di partenza Rif. Petitpierre al Corno d’Aola - Ponte di Legno (BS)
Quota partenza 1920 Mt. Quota di arrivo 3115 Mt.
Dislivello totale 1230 Mt. Data di uscita 2/7/2016
Ore di salita 3 h. 40' Ore di discesa 3 h. 15'
Sentieri utilizzati n. 40 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà EE - F
Condizioni climatiche e dei sentieri

Giornata incerta, anzi piuttosto nuvolosa, e, peggio ancora, parecchio piovosa. Abbiamo preso l'acqua per la maggior parte del tempo, arrivando in cima bagnati mica male. In effetti la pioggia battente e il freddo fin già dal ripido nevaio da risalire sotto la bocchetta, avrebbe dovuto consigliarci a fare marcia indietro, ma una finestra di “quasi-sereno” una volta giunti alla bocchetta ci ha permesso di rinfrancarci un po', e di raggiungere la cima. Peccato che le nuvole minacciose ci abbiano spinti a scendere in fretta e furia, senza lasciarci il tempo per la tradizionale foto di vetta. Pazienza. Per il resto i sentieri sono eccellenti fino a poco oltre la Malga Pozzuolo, poi la progressione diviene nettamente più faticosa, sulle grandi pietraie e sui ripidissimi costèr della vallata. Lungo il percorso ci sono dei bolli che indicano il percorso, difficile perdersi.

Eventuali pericoli
Attezione alle condizioni della neve, soprattutto se marcia e fradicia, per evitare spiacevoli scivolate lungo il ripido nevaio che conduce alla Bocchetta di Valbione. Il tratto dalla bocchetta verso la cima presenta alcune cengie, non difficili, ma talvolta un po' infide ed esposte, e tratti su rocce mobili non bene assestate e ripidissimi pendii erbosi, inoltre ci sono da attraversare alcuni ripidissimi canaloni. Prestare la dovuta attenzione.
Presenza di acqua
Presso il rifugio alla partenza, poi ci sono torrenti e ruscelli lungo il percorso, ma è sicuramente meglio e più sicuro portarsi delle buone scorte di acqua potabile.
Punti di appoggio
Il rifugio Petitpierre, anche detto Corno d’Aola, da dove parte questa escursione. Lungo il percorso non si troverà altro, se non qualche grande roccia inclinata che potrebbe offrire un qualche riparo di fortuna.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Ramponi e bastoncini. Utile, se non addirittura consigliabile, la piccozza. Consigliato anche il caschetto.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Piacevole escursione sulle montagne granitiche dell'Adamello, dal sapore “quasi” alpinistico, una “via normale” ad una cima pochissimo frequentata, alla portata di normali escursionisti esperti. In pochi chilometri ci si troverà a camminare su morbide mulattiere militari, pianori paludosi, grandi pietraie, placche granitiche, canali innevati, cengie levigate, roccette esposte… ce n'è insomma per tutti i gusti, senza strafare. Consigliabilissimo a chi volesse salire una bella cima avendo poco tempo a disposizione.
Descrizione percorso
Una volta raggiunto il bel paese di Ponte di Legno, in alta Valle Camonica, fare bene attenzione alla stradina – chiamata via F.lli Calvi – che si stacca dalla Statale 42 (che prosegue verso il Passo del Tonale), e seguirla transitando nei pressi dalla stazione di partenza degli impianti Valbione, iniziando a salire verso il rifugio Corno d'Aola. Si sale su una strada stretta ma in ottime condizioni che si inoltra nel bel bosco di conifere, passando da un campo da golf, nei pressi del laghetto Valbione, per poi proseguire – sterrata, ma comunque ottimamente percorribile in auto – con vari tornanti fino al parcheggio nei pressi della stazione di arrivo della seggiovia Corno d'Aola, a poche decine di metri di distanza dal rifugio Petitpierre - Corno d'Aola. Dal parcheggio incamminarsi lungo il comodo sentiero 40 (indicazioni per la Conca di Pozzuolo), che con un morbido e panoramicissimo falsopiano, ci accompagna lungo una lunga cengia erbosa – transitando nei pressi di alcuni singolari siti militari del '15-'18, spiegati da dei pannelli – fino ai ruderi della Malga Pozzuolo, a 2000 Mt. circa, dopo 30' di cammino (dove si trovano anche dei curiosi manufeatti in calcestruzzo a forma di botte, presumibilmente di fattura militare), dove la vallata glaciale assume una connotazione più spiccatamente alpina, con un meraviglioso torrente molto limpido che forma dei meandri in un bel pianoro acquitrinoso. Da qui però si iniza a fare nettamente più fatica. Si segue il sentiero con l'indicazione per la Bocchetta dei Buoi. Il percorso inizia ad avere un fondo sempre pił sconnesso, mentre procede mantenendosi più o meno verso il centro della vallata, poi inizia un lungo tratto su pietraia, dove occorre prestare attenzione al percorso indicato dai bolli sulle rocce. Si giunge ad una grande roccia levigata sulla quale è indicato il bivio: a sinistra per la Cima Salimmo, a destra invece prosegue il normale sentiero che sale verso la Bocchetta dei Buoi (e da lì alla successiva Bocchetta della Calotta). Noi iniziamo a salire lungo la traccia che si stacca a sinistra, che si arrampica molto ripida su delle rocce in modo non sempre evidente (i bolli qui sono abbastanza sbiaditi), fino ad arrivare sotto a delle placche di roccia, dove si traversa verso sinistra un pendio che ospita un piccolo nevaio, fino ad arrivare al centro di un vallone evidente – innevato fino a stagione avanzata – dominato, in cima, da una evidente bocchetta, la Bocchetta di Valbione. Da qui occorre risalire tutto il canale fino alla stessa, con pendenze comode, che solo negli ultimi 100-150 metri si impennano un pochino (ma mai oltre i 40-45°), fino a sbucare al suddetto intaglio in cresta (2812 Mt., 2 h. 30' dalla partenza), da dove si può gettare una bella vista sulla vicina cima ghiacciata della Calotta, e da dove già si intravede la croce di vetta del Salimmo. Ma in realtà da qui la strada è ancora abbastanza lunghetta. Si inizia a seguire la cresta verso sinistra, seguendo i rari bolli. L'ambiente è severo e accidentato, con delle lame di roccia affilate lungo il filo di cresta, e grosse placche alternate a pietre instabili e a tratti di erba ripidissima, lungo la traccia. Ci si mantiene sempre un po' sotto la cresta, sul versante Sud. Si passa su delle strette cengie un po' esposte (attenzione), si attraversano dei canaloni abbastanza scoscesi, si passa su delle fasce di roccia per giungere infine a dei piccoli nevai, con la croce di vetta che sembra sempre a due passi… In realtà c'è da salire ancora: si giunge ad un forcellino, poi si risale il ripido pendio di detriti coperto spesso da vaste chiazze di neve, fino a raggiungere una selletta appena sotto la cima. Si attraversa un altro nevaio verso destra, ed ecco le ultime rocce ripide da scalare per salire sulla piccola sommità di Cima Salimmo, dove è posta una grande croce in metallo. Bellissimo il panorama sull'Adamello, se il tempo è clemente, e sui vicinissimi ghiacciai del Pisgana e della Calotta.
Discesa
Dalla cima, se le condizioni della neve lo consentono, dalla piccola selletta prima dell'ultimo tratto di cresta è possibile discendere giù a destra dalla bella pala ghiacciata sulla parete nord (alcuni tratti ripidi anche oltre i 50-55°), ricongiungendosi al percorso fatto in salita nei pressi del vallone sopra Malga Pozzuolo. Oppure, dalla cima, si può percorrere la cresta che scende verso Sud (percorso selvaggio e non segnato) verso l'ampio valico della Bocchetta della Calotta (dove sorge il bivacco Regosa), concatenando così la Cima Salimmo alla Cima Calotta, per i più allenati ed intraprendenti. Noi, complice la stanchezza, ma soprattutto le incerte
condizioni meteorologiche, abbiamo deciso di ridiscendere dalla stessa via seguita in salita.

Note
Omar ha sofferto di un male misterioso e debilitante durato quasi tutta la discesa, un malessere che tra nausea e gambe molli – soprattutto nei ripidi e lunghi tratti su pietre e sfasciumi – lo ha fatto barcollare fino al comodo sentiero finale. Ma nonostante tutto ha tenuto duro.
Commenti vari

Bella salita, breve ma remunerativa, e abbastanza tecnica per un escursionista esperto, ma sarebbe ancora più di soddisfazione unirla alla Cima Calotta, magari pernottando al Bivacco Regosa, posto poco sotto. Nelle settimane più centrali dell'estate la strada che sale al rifugio Petitpierre viene chiusa al traffico, e occorre salire fin lì a piedi, o con i due tronconi della seggiovia.
La lunghezza totale del nostro percorso è stata di 11,2 Km. La velocità media (comprese le soste) è risultata essere pari a 1,60 Km/h.

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Sulla bella mulattiera militare

All'uscita del canale sotto la Bocchetta di Valbione, fradici di pioggia…

   

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Su una delle cenge sotto la cresta

Un tratto della cresta

   

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Uno sguardo verso la sommità ghiacciata della Calotta

Gli ultimi nevai, alternati a fasce rocciose, sotto la cima

   

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La parte di cresta nei pressi della cima

Ultimi metri sotto la croce di vetta

   
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Dalla cima, panorama verso il ghiacciaio del Pisgana Omar durante la discesa sul nevaio
   

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Rilievi GPS

 

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