Descrizione generale
Molto probabilmente a chiunque chiederete numi riguardo la salita alla Cima della Spada, vi verrà risposto che nessuno sale quella piccola ed insignificante vetta pietrosa, priva di sentieri e percorsi segnati per accedervi. Essa passa anche inosservata a causa dell’ingombrante presenza della sua vicina: la Cima della Croce, dotata di grande ed appariscente croce (appunto…) sulla sua sommità e salita agli onori dopo l’apertura della bella ferrata Maurizio sulle sue pendici settentrionali (vedi relazione del 13/07/2019). Per non parlare dell’altro protagonista della zona: il monte Alben, salito settimanalmente da frotte di camminatori. Eppure per chi dovesse avere la pazienza e l’umiltà di raggiungere la vetta di questa piccola e poco nota montagna, cercandone la via più logica tra un intricato percorso pietroso e cespuglioso, essa non mancherà di regalare piacevoli sorprese ed inusuali panorami sulle vette circostanti. E’ consigliato comunque unire alla salita alla Cima della Spada, anche quella della dirimpettaia Cima della Croce e per chi non ne avesse abbastanza, anche quella all’Alben, completando così un bellissimo itinerario che unisce zona quasi abbandonate ad altre ben più frequentate, ma nel complesse entrambe molto interessanti, mai difficili e con alcuni divertenti ed elementari passaggi rocciosi.
Descrizione percorso
Raggiunto il paese di Oltre il Colle ed il vicino Passo di Zambla, salendo da Zogno in Valle Brembana, (il passo è raggiungibile anche dalla Valle Seriana, salendo da Ponte Nossa), andiamo a destra, lungo la seconda stradina che si diparte dal passo stesso. Proseguiamo per qualche minuto su una stradina asfaltata, ripida e stretta, fino a che questa non perde quota. Superiamo alcune casette isolate ed al termine della discesa, in prossimità di un grande e comodo spiazzo sterrato (grande casa sulla sinistra), lasciamo l’auto. Alcune indicazioni su un palo ci segnalano di essere arrivati in località Passo della Crocetta a 1267 metri di quota. Qui lasciamo l’auto e proseguiamo in salita lungo l’ampia sterrata che abbiamo davanti. Una freccia ci indica la giusta direzione per il sentiero n. 501. Camminiamo quindi sull’ampia sterrata, superiamo il bivio del sentiero n.501 per il Passo della Forca, il bivacco Nembrini e la Falesia del Piero, lasciandolo alla nostra sinistra. Da qui scenderemo al ritorno. Continuiamo a seguire la sterrata che con poco pendenza continua verso il Pian della Palla. Ad un evidente bivio, saliamo verso sinistra, sempre lungo sterrata, e superiamo subito una evidente sbarra di legno che impedisce alle automobili di proseguire oltre. Poco più avanti una seconda sbarra in legno chiude la strada nel senso opposto. Siamo ora davanti ad un enorme ed abbandonato albergo, un tempo frequentato da sciatori e fondisti che in questa zona praticavano il loro sport. Il colpo d’occhio sui monti alla nostra sinistra è particolarmente bello ed è possibile individuare la Cima della Spada all’estrema destra del gruppo montuoso e la Cima della Croce al centro, con la sua anticima est a sinistra (su quest’ultima si sviluppa la bella ferrata Maurizio). Continuiamo a percorrere la sterrata, tenendo la sinistra. Saliamo in alcuni tratti più ripidamente, per poi affrontare tratti in falsopiano. Superiamo un evidente vallone roccioso chiuso con grossi massi alla sinistra della sterrata. Facendo bene attenzione, ad un certo punto, dopo meno di 10 minuti dall’albergo in disuso, sulla sinistra della sterrata si nota una targa di metallo che indica l’inizio del risistemato Sentiero dell’Amicizia. Deviamo quindi a sinistra a saliamo ripidamente in un fitto bosco misto. Guadagniamo rapidamente quota, con ampi e piacevoli panorami alle nostre spalle. Il sentierino transita nei pressi di un valloncello di sfasciumi e pietre. Più in alto il sentiero attraversa lo stesso canale per poi rientrare nel fitto bosco e portarsi sotto una curiosa formazione rocciosa chiamata la Cresta del Gallo. Saliamo con una certa fatica fino ad incontrare il sentiero che sale dal versante opposto al nostro (freccia gialla che indica il sentiero per il Pian della Palla, dove si trova l’ex albergo) e scende nell’ampio vallone dove una volta si trovavano gli impianti di risalita della pista da sci. Noi andiamo a destra, proseguendo lungo una specie di dorsale tra i due versanti. Poco più avanti notiamo su di una roccia, una targa a memoria di un ragazzo di 17 anni morto nel lontano 1954. Voltandoci possiamo ben vedere la formazione rocciosa detta Cresta del Gallo e domandarci se veramente assomiglia a qualcosa del genere… Continuiamo la faticosa salita. Alla nostra sinistra si l’ampio vallone nel quale sono presenti ancora dei vecchissimi paravalanghe e sulle sue pareti si nota una grande frana staccatasi nel 2008. Man mano saliamo, ci avviciniamo al vallone. Una volta entrati in esso, la salita diviene man mano più ripida e su fondo sassoso ed instabile. Occorre fare un minimo di attenzione per evitare di smuovere sassi e blocchi di terra. Qui sono presenti alcuni bolli rossi che ci aiutano nella scelta del percorso. Inizialmente restiamo sul lato destro (per chi sale) del vallone. Man mano saliamo ci spostiamo al suo centro per uscire di nuovo sulla destra. Al termine del vallone eccoci su una ampia sella pietrosa posta tra la Cima della Spada a destra e la Cima della Croce a sinistra. Per salire alla prima delle due, andiamo a destra, spostandoci con molta attenzione tra grossi blocchi calcarei ricchi di scanalature e creste molto taglienti. Tra i blocchi si annidano profondi buchi, spesso celati da mughi e ciuffi d’erba ed occorre fare molta attenzione dove si mettono i piedi per evitare spiacevoli incidenti. Inizialmente camminiamo in falsopiano, senza alzarci, ma anzi, perdendo qualche metro di quota; poi, una volta arrivati alla larga crestona rocciosa, la risaliamo con percorso non obbligato, liberi di dare sfogo al nostro intuito e alle nostre preferenze: possiamo divertirci arrampicando da un grosso blocco all’altro cercando bei passaggi su roccia, oppure zigzagare fra di essi evitando i punti più impegnativi. Unica raccomandazione è quella di non discostarsi troppo dalla linea della cresta per evitare di complicarsi troppo la vita. In alcuni punti è possibile spostarsi sull’erboso e ripidi pendio alla nostra destra, ma cercando sempre di tornare sul filo di cresta il prima possibile. Dopo un primo tratto di salita, eccoci ad una zona pianeggiante. A questa segue una seconda ripida salita, ricca di grandi blocchi calcarei molto divertenti e che presentano anche passaggi impegnativi ma mai obbligati. Più in alto la cresta si spiana e diviene meno rocciosa e con maggiori tratti erbosi, fino al piccolo ometto sulla tondeggiante vetta. Scendiamo ora lungo il medesimo percorso, anche se sarà difficile ripercorrerlo, senza dover effettuare variazioni più o meno volute. Una volta tornati alla sella tra le due cime, non dobbiamo fare altro che proseguire verso al Cima della Croce lungo il lato opposto della sella. Qui l’itinerario è ben segnato da abbondanti bolli rossi. Anche questa salita ci regala piacevoli tratti con elementari passaggi rocciosi. Salendo ignoriamo le indicazioni per il Passo del Saplì o le frecce del percorso del Trofeo M.A.G.A. (famosa corsa in montagna che concatena le vette di Menna, Alben, Grem e Arera). Pochi minuti di salita sul piacevole sentierino ed eccoci al cospetto della grande croce in ferro della Cima della Croce con libro di vetta ben nascosto. Bellissimo il panorama sull’Alben.
Discesa Un evidente
sentierino prosegue lungo il versante opposto a quello di salita e ci permette
di scendere verso il Passo della Forca in meno di 15 minuti, camminando lungo
una serpeggiante e semplice traccia ben marcata e segnata tra blocchi rocciosi
e balze pietrose. Pochi metri prima del passo ecco il mimetizzato tra le rocce
bivacco del Gioan, sempre meritevole di una visita per firmare il libro del
rifugetto. A passo si trova una palina (quota 1848 metri) che riporta la
direzione da seguire verso sinistra per il Passo di Zambla ed il Passo della
Crocetta presso cui abbiamo lasciato l’auto con tempo stimato per quest’ultimo
di circa 1 ora. Scendiamo così nel vallone alla nostra sinistra. Alcuni gradini
facilitano i primi ripidi metri di discesa. Poco oltre incontriamo un
sentierino che si inoltra pianeggiante verso destra e conduce al Bivacco
Nembrini sopra il quale si erge magnifico il torrione – lungo il quale si
sviluppano alcune brevi ma toste vie di roccia. Ignorando il bivio proseguiamo
la facile e veloce discesa su comodo sentierino a mezzacosta con ampissima
vista sul gruppo roccioso dell’Alben alle nostre spalle. Giunti ad una targa in
marmo posta su una roccia, ignoriamo un sentierino che prosegue dritto e
pianeggiante verso alcune creste davanti a noi. Restiamo invece sul sentiero
principale che continua la discesa, ora più marcata e su fondo pietroso con
vari tornatini. Transitiamo ai piedi di una piccola falesia (la Falesia del
Piero) e poco dopo rientriamo gradualmente nel bosco sotto di noi. Prima
camminiamo tra sassi, poi tra mughi, ecco i primi cespugli ed infine, nei
pressi dell’ennesima targa commemorativa di un ragazzo, eccoci nel fitto del
bosco misto. Pochi minuti ed eccoci passare sotto ad un imponente faggio.
Sempre seguendo il bel sentiero segnato sbucheremo in meno di 10 minuti
sull’ampia sterrata percorsa alla partenza. Da qui non ci resta che andare
verso destra ed in altri 5 minuti arrivare all’auto.
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