Descrizione generale
Itinerario di grande soddisfazione, che abbina interesse storico e
grande interesse paesaggistico, lungo un percorso non lungo e poco
faticoso, che si sviluppa lungo una cresta a tratti affilata, con
passaggi tecnici e divertenti. Lungo tutto il percorso si può godere di
scorci davvero magnifici sul lago di Garda, che si stende ai nostri
piedi sotto ripidissime balze rocciose, e osservare la singolare
vegetazione alpina/mediterranea che ricopra queste pendici scoscese,
dove coesistono assieme pini, faggi, larici, e molte alte specie
tipiche di climi marini.
Descrizione percorso
Si parte da Pregasina, bellissima frazione di Riva del Garda, comune
più settentrionale del lago di Garda. Appena a nord di Riva del Garda
(proseguendo in direzione di Arco), si seguono le indicazioni per il
lago di Ledro, percorrendo una lunghissima galleria rettilinea si sbuca
in un baleno nella val di Ledro. Prima di raggiungere Biacesa svoltare
subito a sinistra oltrepassando il torrente, seguendo le indicazioni
per Pregasina. Un'altra galleria, seguita da alcune dolci curve
conducono alle prime case di Pregasina, poi al centro del piccolo
paesino, poco sotto alla piccola chiesa (dedicata a San Giorgio) c'è un comodo
parcheggio. Si comincia a camminare sulla strada che si dirige verso
sud, costeggiando il piccolo cimitero (indicazioni sentiero 422, per la
Bocca di Lè e Cima Nodice). Ben presto si imbocca il sentiero che si
stacca a destra impennandosi ripidissimo (sempre indicazioni per Cima
Nodice), lungo una stradina con fondo cementato che sale nel bel bosco,
poi la strada si restringe e diventa un sentiero, transitando nei
pressi di una casa rurale in corso di ristrutturazione, perdendo un
po' della ripidità iniziale. Dopo 15 minuti di cammino dalla partenza
si nota un sentiero che si immette da sinistra: sarà la nostra via di
discesa al ritorno. Proseguiamo tenendo la destra, lungo il percorso si
notano vari massi erratici di granito provenienti dal massiccio
dell'Adamello, depositati qui dal grande ghiacciaio che vari millenni
fa ha scavato il profondo solco oggi occupato dal lago di Garda. Si
perviene ad un nuovo bivio, dove teniamo la destra, imboccando il
sentiero 429a, che ci condurrà verso la “Scala Santa”. Ed eccoci ben
presto, dopo mezzora di cammino dalla partenza, al cospetto di uno stretto passaggio
del sentiero tra una enorme pinnacolo roccioso (chiamato “Popò de Lè”)
appoggiato alla parete, e la parete stessa, nei pressi di una caverna
fortificata e vari terrazzamenti militari. Oltrepassato questo stretto e
suggestivo passaggio, davati a noi si presenta la Scala Santa, con i
suoi ripidi gradini intagliati direttamente nella roccia, e una corda fissa
che aiuta la progressione, aggiungendo anche una certa sicurezza al
passaggio lungo questo tratto un po' esposto, ma comunque davvero
facilissimo. Dopo la scala si è ormai nei pressi di Cima Nodice, i
dintorni sono costellati da trincee e camminamenti, oltre che da rocce
estremamente panoramiche affacciate sul Garda e sulla valle di Ledro. Un
brevissimo tratto di sentiero verso sinistra (il “Senter del Toni”)
conduce sulla sommità di cima Nodice (860 Mt., 50' dalla partenza),
transitando nei pressi di alcune belle gallerie militari che ne solcano
la roccia. Dalla cima si scende a sinistra in pochi minuti al bivacco
“Baita del Gri” con l'annessa tomba dei caduti, poi ci si dirige alla
vicina Bocca di Lè, in una zona boscosa, al di sotto della cresta che
da qui ci apprestiamo a cominciare a risalire. Iniziare ora a seguire
il sentiero 430 che risale direttamente la dorsale – che ben presto
diviene cresta – di Cima Bal. La prima parte sopra la Bocca di Lè è
molto ripida e faticosa e risale il bosco, ma presto iniziano le prime
roccette, molto divertenti, e man mano che la cresta si fa più stretta
e affilata i passaggi esposti aumentano, così come i pulpiti rocciosi
che offrono vedute vertiginose sulla valle di Ledro e sul gruppo
roccioso della Rocchetta, dall'altra parte della stessa. Dopo avere
effettuato un traverso sul versante verso destra, per evitare delle
rocce difficili, e un successivo rientro verso sinistra per tornare sul
filo di cresta, si transita da una piccola sommità chiamata Cima
Strussia (1236 Mt., 2 h. dalla partenza), che è solo la prima delle
cime che che si percorrono lungo la cresta. Segue poco dopo Cima Al Bal
(1259 Mt. 2 h. 15' dalla partenza), e poi alcuni bei passaggi tecnici
sulle rocce della cresta che qui è particolarmente stretta. Più avanti
fare attenzione a tenere la destra per non perdere la variante più
“difficile” (alpinistica, ma a portata anche di un buon escursionista)
e divertente lungo la cresta (il sentiero più semplice prosegue
rimanendo al di sotto del filo di cresta). Ci sono delle grandi rocce
calcaree ben appigliate, e dei bei passaggi divertenti intervallati da
tratti di sentiero. Si raggiunge infine l'elevazione più alta della
lunga cresta: Cima della Nara (1376 Mt., 3 h. 15' dalla partenza,
dove c'è un bell'ometto di sassi e una targhetta con il nome della
montagna.
Discesa
Dalla cima proseguire ancora lungo la cresta, in discesa seguendo la
traccia segnata n. 430, procedendo sempre verso sud con andamento
spesso pianeggiante, verso il versante settentrionale del monte Guil.
Fare attenzione al bivio a sinistra (proseguendo a destra si sale in
breve sul monte Guil, per chi volesse aggiungere un'altra cima), e
proseguire lungo questo sentiero per alcuni minuti perdendo quota in
discesa con alcuni piccoli tornanti, fino ad immettersi su un altro
sentiero (il n. 422). Imboccarlo quindi svoltando a gomito a sinistra,
andando in lieve discesa a raggiungere prima un bello sperone roccioso
isolato a margine della mulattiera (nei pressi è possibile osservare i
resti di un villaggio militare), poi il bel punto panoramico di Passo
Rocchetta (1158 Mt., 45' di cammino dall'inizio della discesa da Cima
della Nara), dove si trova anche una sorta di ricovero/bivacco, che
abbiamo trovato chiuso. La via più rapida per il ritorno, da qui, è
imboccare il sentiero in discesa n. 422 (indicazioni per Pregasina),
che in un oretta circa di cammino riconduce al paese dove si è lasciata
l'auto, alternando tratti su sentiero stretto ma ben percorribile, a
dei tratti su strada sterrata forestale. |