Cima di Castello - Via Normale

 
Zona montuosa Masino/Bregaglia/Disgrazia Località di partenza Funivia di Vicosoprano (Svizzera)
Quota partenza 2095 Mt. Quota di arrivo 3388 Mt.
Dislivello totale +1650 Mt. (con i vari saliscendi)
Data di uscita 16/07/2016
Ore di salita 5 h. 30' Ore di discesa 4 h.
Sentieri utilizzati non numerati
Giudizio sull'escursione Molto bella
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà F+
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bellissima giornata di sole. Forte vento in quota. Le temperature abbastanza fredde per il periodo hanno reso più consistente il manto nevoso da pochi giorni caduto sul ghiacciaio. Sentieri ben segnalati fino alla Capanna da l'Albigna. Da qui fino al lago omonimo si segue un sentierino segnalato e, in seguito, tracce su ripidi pendii pietrosi e pietraie. Lungo il ghiacciaio la traccia era esile ma chiara e ben evidente. Durante il percorso di discesa che abbiamo effettuato si deve affrontare anche un lungo tratto attrezzato che percorre una cengia rocciosa tra canalini, valloncelli e lisce placche granitiche.

Eventuali pericoli
I soliti pericoli legati all'ambiente ghiacciato. Crepacci esigui, evidenti, e di limitate dimensioni. Molta attenzione lungo il tratto attrezzato poiché in alcuni punti si devono attraversare dei canali detritici esposti alla caduta di pietre e zone soggette alla caduta di massi dall'alto.
Presenza di acqua
Acqua alla Capanna Albigna. Altra acqua è quella di scioglimento del ghiacciaio: poco raccomandabile.
Punti di appoggio
La Capanna Albigna, a circa 45' dall'arrivo della funivia. Nulla per tutto il resto dell'escursione.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Ramponi, piccozza e corda. Raccomandato il caschetto, soprattutto lungo il tratto attrezzato. Se avete anche un set da ferrata lo potreste trovare utile nel tratto attrezzato, non tanto per la difficoltà (assolutamente limitata) quanto per la sicurezza.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Bella escursione in ambiente di alta montagna. Difficoltà tecniche contenute. Dislivello non eccessivo. Lo sviluppo e soprattutto l'impegno fisico del percorso sono risultati comunque piuttosto elevati. La Cima di Castello è la montagna più alta della Val Bregaglia, ed è in grado di regalare forti emozioni a chi ne raggiunge la vetta. Nel complesso si tratta di un'uscita adatta a escursionisti esperti e ben allenati, abituati a muoversi su pendii ghiacciati fino a 40°. Bellissima la zona percorsa ed il panorama, sia dalla vetta che durante la camminata.
Descrizione percorso
Provenendo da Chiavenna, si attraversa la dogana con la Svizzera in località Villa di Chiavenna e si prosegue fino a poco oltre Vicosoprano. Da qui, nei pressi del primo vero tornante si trova la stazione di partenza della funivia di Albigna (località Pranzaira) a circa 12 Km dal confine. In circa 11 minuti, la rimodernata funivia ci permettere di superare quasi 1000 Mt. di dislivello. Arriviamo così poco sotto il muraglione della gigantesca diga del Lago di Albigna. Seguiamo l'evidente strada cementata che con pochi tornanti ci conduce a livello del coronamento della diga a 2163 Mt. di quota. È possibile anche tagliare i tornanti della strada e risalire un poco faticosamente tra cespugli e massi, fino alla medesima meta. Giunti alla diga (dove è presente un edificio che offre riparo), la attraversiamo per tutta la sua notevole lunghezza lungo l'ampia strada che ne percorre l'intero sviluppo ed in circa 10' arriviamo al lato opposto dello sbarramento. Iniziamo ora a salire tra gradoni rocciosi e balze erbose cosparse di cespugli di rododendro. In circa 20' di salita arriviamo al cospetto del Rifugio Capanna da l'Albigna (45' dalla stazione d'arrivo della funivia). Bellissimo il colpo d'occhio sul lago sottostante. Poco prima del rifugio, sulla destra si stacca un sentierino senza indicazioni o paline che scende ripido verso il lago. Lo seguiamo. Incrociata una condotta dell'acqua semi-interrata, la seguiamo verso destra per pochi metri, per tornare poi a scendere verso sinistra. Prima di arrivare a livello del lago, il sentiero, piuttosto ripido, scivoloso e ricco di salti, piega a sinistra e si dirige verso un ponticello fatto da due tronchi uniti. Grazie al manufatto riusciamo ad attraversare il torrente d'acqua che scende dal Ghiacciaio del Cantone, in alto alla nostra sinistra. Dopo il ponticello, scendiamo nuovamente verso il lago, ma, pochi metri dopo, abbandoniamo il sentiero segnalato con alcuni bolli azzurri e bianchi per salire molto ripidamente verso sinistra in un piccolo valloncello pietroso. Il sentiero che abbiamo abbandonato porta verso il percorso attrezzato che costeggia il lago, rimanendone poco più alto, e che seguiremo al ritorno. Saliamo quindi verso sinistra in questo piccolo avvallamento, seguendo alcuni rari ometti di pietra. La pendenza notevole ed il fondo pietroso rendono faticoso procedere. La salita ci conduce alla base di alcune enormi placche granitiche alla nostra sinistra. Proseguiamo in falsopiano verso destra fino al termine delle placche. Entriamo ora in una prima grande pietraia fatta da grossi blocchi di granito, sempre seguendo alcuni ometti. Al termine della pietraia ci troviamo sul filo del margine della morena che scende verso valle. Osservando bene il filo della morena, si vede un sentierino che lo percorre in discesa: questo sarà il sentierino che seguiremo al ritorno e che ci condurrà all'inizio del percorso sopra il lago di Albigna. Proseguiamo in salita ed entriamo in una seconda pietraia più instabile e confusa della prima, fatta da massi più piccoli e mobili. Al suo termine continuiamo a salire verso l'ormai prossimo ghiacciaio. A seconda delle condizioni della neve, si calzeranno i ramponi più o meno in alto, ma sempre su terreno inizialmente poco ripido e restando sulla sinistra del corpo glaciale. Dopo una prima parte poco ripida, arrivati sotto una zona piuttosto crepacciata, si piega verso destra, rimanendo sotto la suddetta fascia, aggirandola da sinistra verso destra. Saliamo in diagonale verso destra fino ad arrivare in un ampio pianoro che in lontananza termina con un evidente valico, chiamato Bocchetta del Castel. Lungo il pianoro in un breve cambio di pendenza si devono saltare un paio di crepacci piuttosto stretti. Dall'intaglio roccioso scendiamo verso il versante opposto per qualche metro, e mettiamo il piede sulla Vedretta del Castel Sud. Andiamo decisamente verso sinistra camminando su pendenze moderate fino a portarci sotto la rampa finale della Cima di Castello. Da qui, saliamo prima in diagonale verso sinistra, per poi proseguire dritti verso l'alto. È questo il punto di maggior pendenza del ghiacciaio (circa 40°). Più in alto le pendenze tornano a diminuire e dopo un primo tratto verso sinistra, ci dirigiamo decisamente verso destra, ormai in vista della vetta. Pochi minuti e siamo al termine del ghiaccio. Un breve tratto roccioso ci porta su una sommità. Da qui, occorre scendere con molta attenzione arrampicando per 4-5 metri verticali e molto esposti ad un intaglio roccioso altrettanto esposto e risalire arrampicando su blocchi di granito accatastati per altri 4-5 metri. Una piccola Madonnina ci attende sulla panoramica vetta.
Discesa
Ripercorrere le nostre tracce fino al filo della morena. Da qui, invece di scendere nella pietraia, si deve percorrere il sentierino in discesa che, spesso parecchio accidentato, corre lungo il filo della morena stessa. Il sentiero è esile, ma evidente. In alcuni punti, dove esso è franato, accorrerà appoggiarsi per qualche metro sulla destra e recuperarlo più in basso. Alcuni ometti ci rassicurano sul percorso corretto. Al termine della lunga e scivolosa discesa, si deve proseguire verso destra, lungo l'ennesima pietraia. Qui si rinvengono anche vari bolli azzurri che con alcuni saliscendi in direzione della diga, ci conducono sotto alle placconate rocciose della Cima di Albigna, dove un'ardita cengia rocciosa corre fino al torrente che scende dal Ghiacciaio del Cantone. Seguiamo il percorso attrezzato della cengia, tra brevi scalette, corde metalliche, pioli infissi nella roccia. Il sentiero entra ed esce da alcuni valloni e valloncelli, alcuni dei quali sono stati oggetti di recenti frane. In alcuni punti occorre fare attenzione al cattivo stato di manutenzione degli ancoraggi. Il percorso, sebbene ardito, è comunque facile e spettacolare, ed i maggiori problemi sono legati alla stanchezza e alle condizioni non ottimali del sentiero. Al termine di questo ci troviamo poche decine di metri più in basso del ponte fatto dai due tronchi uniti. Attraversiamo il torrente, risaliamo faticosamente al rifugio e da qui scendiamo alla funivia.

Note
Purtroppo ci siamo fermati, molto codardamente, a meno di 10 metri in linea d'aria dalla Madonnina della vetta vera e propria. Per fare i 5 metri che scendono ad un esposto intaglio e risalgono alla statuetta, servivano lucidità e forze: noi avevamo terminato entrambe... La funivia di Panzaira (telefono 082-413.13) è in funzione nel periodo estivo dalle ore 7 alle ore 16.45 (ma se c'è gente in attesa di scendere dovrebbero effettuare altre corse...). Il costo dell'andata e ritorno è di ben 22 franchi/euro (!), ma l'alternativa è una scarpinata infinita.
Commenti vari
Strano che nella mitica e precisissima Svizzera mancassero indicazioni sul percorso attrezzato, e che questo fosse in condizioni insicure: ci siamo imbattuti in catene poco rassicuranti, scalette malconce, pioli instabili e passerelle crollate. Stranamente, anche nelle relazioni su internet non si accennava quasi nemmeno a questo tratto, o comunque non vi abbiamo trovato una descrizione esauriente.
La lunghezza totale del nostro percorso è stata di 16,3 Km. La velocità media (comprese le soste) è risultata essere pari a 1,70 Km/h.

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La curiosa placca di roccia chiamata, a causa delle sue fattezze, "Albigna Geist" (l'Anima di Albigna)

Omar su un pulpito roccioso che domina il lago di Albigna

   

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I primi passi sul facile ghiacciaio

Guglielmo alla Bocchetta del Castel

   

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Guli sullo sfondo della Cima Bondasca

Il pendio si fa più ripido…

   

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Omar in posa poco sotto la vetta

Cima raggiunta... o quasi



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Omar e la madonnina In discesa sul tratto più ripido e delicato del pendio


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Raggiungendo la Bocchetta del Castel, durante la discesa Un tratto del bel sentiero attrezzato che corre lungo il lago
   

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Rilievi GPS

 

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