Descrizione
generale
Il sentiero Fausto Susatti è stato inaugurato nel maggio del 1977.
L'itinerario è così presentato da Anna Stenico nella sua guida dedicata ai percorsi attrezzati del Trentino ("Le vie attrezzate del Trentino" - Edizione Manfrini 1984):
"Il 13 settembre 1959 moriva, nel tentativo di aprire una nuova via sullo spigolo Sud-Ovest della Figlia di Cima Canali nel Gruppo delle Pale di San Martino, Fausto Susatti, accademico del CAI, iniziatore del Gruppo Rocciatori della sezione SAT di Riva del Garda oltre che istruttore capogruppo dello stesso. Doveva essere una delle sue ascensioni verso cime nuove, per aprire una via che avrebbe voluto dedicare a Riva e alla SAT; è invece volato mentre saliva con un giovane compagno, arrestandosi dopo un salto di una settantina di metri. A 20 anni dalla sua scomparsa gli è stato dedicato un nuovo sentiero attrezzato per ricordare la sua figura di valido alpinista, generoso amico e di prezioso maestro. Un itinerario alpinistico aperto per quell'amore alla montagna condiviso da Susatti, e per il quale anch'egli aveva profuso tante energie e soprattutto sacrifici, come coloro che si sono adoperati per realizzare questo sentiero con opera veramente meritoria dando la possibilità a numerosi escursionisti di raggiungere una delle più belle cime della Rocchetta che soltanto pochi anni fa era ai più sconosciuta".
Interessante è anche la ricostruzione storica compiuta da Fausto Camerini per la collana Monti d'Italia del CAI-TCI (Monografia delle Prealpi Bresciane):
"La cima, localmente è detta anche Cimegoi. Durante la guerra 1915-18 era un munito caposaldo delle prime linee austriache che comprendevano anche il Defensionsmaurer (muro di difesa), un fortino con una guarnigione di 199 uomini ubicato vicino alla cascata del Ponale e intagliato nella roccia. Tale muro non fu mai oltrepassato dagli italiani che, il 10 aprile 1916, lo conquistarono ma per breve tempo. Fu in pratica il primo tentativo alpinistico alla parete Est. In val Sperone, sotto le postazioni austriache, riuscirono ad attestarsi prime linee italiane che furono attaccate dagli austriaci il 20 agosto 1917 con una vera e propria impresa alpinistica: si arrampicarono fin sopra le trincee italiane e le attaccarono, calandosi dall'alto e combattendo talvolta in piena parete. La cima, sormontata da una bandiera tricolore metallica, è stata frequentata dagli alpinisti solo dopo l'apertura della via Fox-Stenico sulla parete Est, mentre negli ultimi decenni sono proliferate, soprattutto sulla impegnativa parete orientale, belle vie d'arrampicata, tra le più impegnative dell'intero bacino del Sarca. La prima ascensione dovrebbe essere quella di Arturo Ehrne, nel 1908, per la cresta oggi percorsa dal sentiero attrezzato Susatti".
La ferrata, dopo aver raggiunto cima Capi, perde quota e risale poi alla Bocca Pasumer, da dove è possibile raggiungere, sempre mediante un percorso attrezzato, la vetta di Cima Rocca.
Raggiunta Cima Capi, anziché proseguire verso Cima Rocca è possibile, mediante il sentiero attrezzato Mario Foletti ("uomo di rara sensibilità e altruismo, deceduto nel tentativo di restituire ai genitori, il corpo di un ragazzo caduto nel Lago di Toblino" - Cit. Anna Stenico) raggiungere il
bivacco Arcioni e quindi il sentiero di discesa (sentiero attrezzato delle Laste). La ferrata Foletti, attrezzata con cavo metallico e un'unica stanga di ferro per i piedi, è meno impegnativa della Susatti ed è a tutti gli effetti, una via di fuga.
Raggiunta Cima Rocca, la discesa avviene lungo trincee e percorsi di guerra. E' necessario attraversare delle gallerie ed è dunque fondamentale avere con sé una lampada frontale.
Attacco del sentiero attrezzato Fausto Susatti
Quando è stata realizzata la ferrata, si era soliti raggiungere l'attacco partendo da Riva del Garda. Oggi quest'accesso è stato in parte abbandonato per sostituirlo a quello che proviene da Biacesa.
Raggiungere l'abitato di Biacesa (imbocco val di Ledro) e parcheggiare nei pressi del campo sportivo. Percorrere a ritroso la strada asfaltata e piegare a destra (paline CAI - indicazioni per Cima Capi). Al termine della strada imboccare la via dei Toiane verso destra e al successivo bivio (quello con le vie Carega e di Cimara) tenere la sinistra (sentiero n. 417).
La strada asfaltata termina e si prosegue lungo una mulattiera. Raggiunto un bivio imboccare verso destra il sentiero dei Bech (n. 470 - indicazioni per la ferrata Susatti). Il sentiero ora si porta verso il lago di Garda regalando una vista suggestiva dello stesso. Durante il percorso sono presenti dei bivi. Seguire dapprima le indicazioni per Cima Capi e in seguito quelle per la ferrata Susatti (fare attenzione a non imboccare il sentiero delle Laste - via di discesa).
Nei pressi di Cima Capi si abbandona il sentiero 470 e s'imbocca in n. 405 che conduce in breve all'attacco della ferrata.
Descrizione della ferrata
Il sentiero Susatti sale lungo lo spigolo sud di Cima Capi. Il percorso, mai faticoso, ripercorre un vecchio sentiero di guerra. Numerosi e caratteristici sono, infatti, gli appostamenti della prima guerra mondiale. Ai tempi lungo questa cima si trovata la linea di difesa austriaca che dal Passo dello Stelvio arrivava sino all'Adriatico. Cima Capi era, a sud, l'estrema propaggine di difesa, dove gli Austriaci controllavano gli alpini del battaglione Morbegno dislocati sulle cime sopra i sottostanti paesi di Biacesa, Pregasina, Prè.
Raggiunta la vetta di Cima Capi la ferrata scende leggermente sino a raggiungere un intaglio. Qui,
andando verso sinistra, è possibile imboccare il sentiero Mario Foletti che in circa 40' conduce al bivacco Arcioni oppure proseguire lungo la ferrata Susatti che, costeggiando la parete est di Cima Rocca, perde inizialmente quota. Raggiunto un bivio seguire le indicazioni per la bocchetta Pasumer. L'ultimo tratto attrezzato che conduce a Cima Rocca è assai caratteristico. Sono presenti diverse galleria di guerra e spesso si cammina lungo le trincee. Dalla vetta il panorama è superlativo.
Discesa
La discesa avviene lungo il versante opposto a quello di salita e non mancano dei brevi tratti attrezzati. In breve si raggiungono così il bivacco Arcioni e la chiesa di San Giovanni.
Dal bivacco scendere lungo il sentiero attrezzato delle Laste e mediante questo raccordarsi al sentiero n. 470 già percorso durante l'avvicinamento. |