Descrizione
generale
Dalla guida "Ortles Cevedale" di Gino Buscaini:
"Il Monte Cevedale è una maestosa montagna di ghiaccio, all'unione delle tre valli Martello, di Pejo e Valfurva, forma il vero centro del gruppo in quanto da essa si diramano le tre costiere principali che lo costituiscono.
Culmina con due punte: a SO con la 3769 Mt., cima vera e propria del Monte Cevedale, e a NE con la 3757 Mt. nel suo punto più basso. Un'altra sommità, 3700
Mt., si protende come spalla a N della punta NE, ma non è da considerarsi come terza cima.
Il nome Cevedale è di origine incerta. Il toponimo tedesco Zufàll, col quale in Val Martello viene chiamato il Monte Cevedale, non è ancora chiaro a quale delle cime possa essere attribuito. Il Monte Cevedale ha tutti i fianchi coperti da ghiacciai, salvo in una porzione rocciosa della parete SO. I suoi itinerari sono in genere piuttosto facili (a parte i crepacci) e di soddisfazione, specialmente lungo le creste, anche brevi ma dalle linee eleganti.
[...] Il panorama è uno dei più belli del gruppo e particolarmente esteso: oltre tutt'intorno le cime del
gruppo, dominate dalla piramide del Gran Zebrù, sono visibili le catene nevose di confine come l'Austria, le Dolomiti, i gruppi di Brenta, Presanella, Adamello, Bernina e persino il Monte Rosa. Per questo motivo, oltre che per la sua facilità d'accesso, il Monte Cevedale è una delle alte cime più frequentate delle Alpi Centrali, anche nella stagione primaverile".
La prima salita venne compiuta il 7 settembre 1865 da Julius Payer con Johann Pinggera e Josef Reinstadler.
E' possibile (e conveniente) compiere la salita in due giorni pernottando al rifugio Pizzini o al rifugio Casati.
Se le condizioni meteo fossero incerte è possibile salire, con tempistiche più contenute, il Monte Pasquale.
Descrizione
percorso
Da Santa Caterina Valfurva imboccare
la strada che, dopo 6 chilometri (limitazioni alla transitabilità delle
automobili - necessario pagare un pedaggio), conduce all’ampio parcheggio (2150 Mt.) posto
nei pressi del rifugio Ghiacciaio dei Forni. Da qui seguire la stradina che, dopo due ripidi tornanti, s'inoltra nella Valle di Cedèc e in circa un'ora e mezza, conduce al rifugio Pizzini.
La parete Sud del Gran Zebrù è ben visibile e con essa quasi tutta la linea della sua via Normale; verso
Est invece il Monte Pasquale con la tormentata vedretta del Cedèc.
Dal rifugio continuare lungo la strada sterrata che conduce alla base della teleferica del rifugio Casati e da qui proseguire lungo un sentiero di pietrame fino a uscire presso una cabina elettrica al Passo del Cevedale (3260 Mt.) e al vicino rifugio Casati (3254 Mt.).
Continuare verso destra lungo il ghiacciaio salendo l'ampio pendio nevoso e mirando alla cresta che collega la punta NE alla vetta vera e propria. Dopo aver raggiunto la cresta continuare verso destra sino alla sommità.
Discesa
La discesa avviene percorrendo a ritroso la traccia di salita e la strada di avvicinamento al rifugio Pizzini. Noi, appena ridiscesi dalla cresta che divide le due vette, abbiamo piegato a sinistra e valutate le condizioni, ci siamo abbassati lungo il ghiacciaio del Cedèc. Raggiunta la morena, per tracce siamo rientrati al Pizzini e quindi al parcheggio. |