Cima Cason di Formin - Via Alverà/Menardi

Zona montuosa Dolomiti - Gruppo Croda da Lago Località di partenza Loc. Rucurto - Cortina d'Ampezzo (BL)
Quota partenza 1750 Mt. Quota di arrivo 2350 Mt. circa (forcella di discesa)
2376 Mt. la vetta
Dislivello totale +290 Mt. per l'attacco
+310 Mt. la via (320+110 Mt. facili lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 437, 435
Ore di salita 1 h. per l'attacco
5 h. la via
Ore di discesa 1 h.
Esposizione Ovest Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 17/08/2019 Difficoltà V, V+ (VI- seguendo il nostro errore)
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata con meteo buono: alla mattina il cielo era pulito ma nel pomeriggio si è completamente coperto di nubi. Il sentiero per l'attacco è ben tracciato e segnalato fino al ghiaione sotto la parete, dopo si sale un po' a intuito. Roccia ottima lungo tutto il percorso, tranne le facili lunghezze che conducono alla forcella di discesa dove si percorre un canale molto detritico.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
No. Solo il torrente lungo l'avvicinamento.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale dotazione da arrampicata. Portare una serie di friends dal 0.3 al 3 ed alcuni cordini per integrare.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Itinerario aperto il 13 luglio del 1975 da Modesto Alverà (storico gestore del rifugio Palmieri alla Croda da Lago) e Andrea Menardi sulla parete Ovest della Cima Cason di Formin superando una logica sequenza di diedri e fessure molto atletici.
In corrispondenza della quinta lunghezza si è soliti proseguire per una variante che permette di sposarsi a sinistra (viso a monte) e superare un interessante spigolo (oggi sormontato dalla via "Heidi e l'alieno") sino alla sommità della parete dove termina anche il noto Diedro Dallago/Costantini. Da qui è possibile scegliere se raggiungere la vetta oppure portarsi verso la forcella di discesa (soluzione da noi adottata e descritta).
Attacco, descrizione della via
Seguire la strada che da Cortina porta al passo Giau e parcheggiare in località Rucurto nei pressi dell'imbocco del sentiero n. 437 che sale al rifugio Palmieri. Il sentiero è indicato e ben visibile dalla strada. Percorrerlo (inizialmente occorre abbassarsi e attraversare un torrente) fino a raggiungere il bivio con il sentiero n. 435 (palina - 40' circa). Proseguire a destra lungo il 435 fino a raggiungere la completa visuale della parete. In corrispondenza di un masso con segnavia, dove il sentiero piega decisamente a destra, abbandonarlo e proseguire per tracce (ometto) risalendo il ghiaione fin sotto la parete.
L'attacco si trova nel punto più basso della parete, alla base di un diedro che più in alto si biforca. Pochi metri più a sinistra si trova l'attacco della via "Heidi e l'alieno" (targhetta con nome).

1° tiro:
salire il diedro/canale sfruttando delle fessure sino a quando il diedro diviene più netto. Qui obliquare un poco a sinistra su placca fino a raggiungere la sosta (3 clessidre con cordone). 40 Mt., IV-, IV, IV+.

2° tiro:
proseguire lungo il canale uscendo poi a destra su di una terrazza. Continuare dritti per roccette puntando alla base dell'evidente lama giallastra, dove si sosta (2 chiodi+cordino). 30 Mt., IV, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone+maglia rapida).

3° tiro:
alzarsi brevemente lungo la lama e spostarsi a sinistra. Proseguire in verticale sfruttando una fessurina tra le rocce gialle. Riportarsi a destra passando sotto al tettino e risalire la spaccatura con ostica strozzatura. Appena sopra si sosta (spuntone/clessidra+cordini+maglia rapida). 30 Mt., V+, V, IV, 1 chiodo.

4° tiro:
superare il breve diedrino uscendone a destra su cengetta. Spostarsi a destra salendo accanto al pilastrino e superare una placca con passaggio strapiombante. Proseguire in verticale fino alla base di un camino dove si sosta (2 chiodi).
35 Mt., IV, V, 1 clessidra con cordini, 1 chiodo con cordone.

5° tiro:
seguire il camino/canale. Giunti sotto un'aggettante fessura di roccia friabile spostarsi sulla parete di sinistra. Traversare e riprendere a salire in verticale fino alla sosta (1 chiodo+1 clessidra+cordone; per noi divenuta S6 - 45 Mt., IV-, IV+, V-). Noi per errore, da sotto la fessura, abbiamo obliquato a destra e poi siamo saliti dritti per placchetta fin sotto al grande strapiombo giallastro triangolare. Qui abbiamo sostato (2 chiodi+1 chiodo poco sopra). Probabilmente
lunghezza originale della via poiché da qui, l'originale, continuerebbe verso destra. La successiva lunghezza consente di raccordarsi alla sosta sopra citata. 40 Mt., IV-, IV+, V, 1 chiodo+spuntone+fettuccia.

6° tiro:
seguire la breve, ma decisamente atletica, fessura gialla. Traversare a sinistra e sostare (1 chiodo+1 clessidra+cordone). 10 Mt., VI-, II.

7° tiro:
traversare a sinistra e alzarsi per pochi metri in verticale; continuare a obliquare verso sinistra doppiando lo spigolo. Si segue lo spigolo stando pochissimi metri alla sua sinistra dove è più facile. Raggiunta una piccola piazzola cercare a destra, sullo spigolo, la sosta (1 clessidra con cordone+1 fix con anello). 45 Mt., IV+, IV, IV+, 2 fix (della via Heidi e l'alieno).

8° tiro:
alzarsi 1 metro e spostarsi a destra. Proseguire lungo il filo dello spigolo sino alla terrazza detritica sulla quale si sosta (spuntone oppure sosta a fix della via Heidi e l'alieno sul bordo basso della terrazza).
50 Mt., V, IV+, V, IV, 3 clessidre con cordone, 1 fix (della via "Heidi e l'alieno").


9° tiro:
salire le semplici rocce verso sinistra fino ad identificare una traccia con alcuni ometti. Seguirla traversando verso destra portandosi alla base dell'ultimo salto della parete. Da qui è possibile salire verso sinistra e percorrere l'ultimo tratto della via Dibona (ometto) raggiungendo la cima; oppure seguire il canale che sale verso destra raggiungendo direttamene la forcella per iniziare la discesa. Seguire il canale; dove si incassa cercare la sosta sul bordo destro (1 clessidra con cordone). 110 Mt. circa, I, II.

10° tiro:
seguire il canale fino ad un primo masso che ostruisce il passaggio. Superarlo sulla sinistra su roccia viscida (V-) e poi portarsi a ridosso dell'enorme masso che chiude il canale. Si sosta (2 chiodi+cordino) alla sua base sul lato sinistro del canale. Attenzione ai numerosi sassi che è facile smuovere. 20 Mt., I, V, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.

11° tiro:
superare la breve paretina viscida ma con buoni appigli; poi continuare facilmente fino alla forcella dove un'altro grosso masso forma una finestra naturale. Qui attrezzare la sosta. 20 Mt., V, I.
Discesa
Anche nel caso si raggiunga la cima si transita da questa forcella per la discesa. Attraversare la "finestra" e scendere nel ripido canale sottostante. Dopo i primi metri il sentiero diviene meno impegnativo; seguirlo verso sinistra fino ad una forcella dalla quale si imbocca il canalone detritico che in breve porta nuovamente nei pressi dell'attacco. Rientrare all'auto percorrendo a ritroso il sentiero di avvicinamento.

Note
Su L11 è possibile evitare il muretto iniziale di V salendo dietro all'enorme masso per poi passare da un piccolo foro. Bertoldo ha tentato di passarci ma non c'è riuscito. A voi la sfida...
   
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Will sul prim tiro... ...seguito da Luca
   
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L'impegnativa e atletica terza lunghezza
   
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Matteo si appresta a salire L3 Nella strozzatura a pochi metri dalla S3
   
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Inizio di L4 A pochi metri dalla S4
   
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Il traverso del settimo tiro Ottava lunghezza
   
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Cima Cason di Formin con i tracciati delle vie: Diedro Dallago/Costantini e Alverà/Menardi