Descrizione generale
Itinerario aperto il 13 luglio del 1975 da Modesto Alverà (storico gestore del rifugio Palmieri alla Croda da Lago) e Andrea Menardi sulla parete Ovest della Cima Cason di Formin superando una logica sequenza di diedri e fessure molto atletici.
In corrispondenza della quinta lunghezza si è soliti proseguire per una variante che permette di sposarsi a sinistra (viso a monte) e superare un interessante spigolo (oggi sormontato dalla via "Heidi e l'alieno") sino alla sommità della parete dove termina anche il noto Diedro Dallago/Costantini. Da qui è possibile scegliere se raggiungere la vetta oppure portarsi verso la forcella di discesa (soluzione da noi adottata e descritta).
Attacco, descrizione della via
Seguire la strada che da Cortina porta al passo Giau e parcheggiare
in località Rucurto nei pressi dell'imbocco del sentiero n. 437 che sale al rifugio Palmieri. Il sentiero è indicato e ben visibile dalla strada. Percorrerlo (inizialmente occorre abbassarsi e attraversare un torrente) fino a
raggiungere il bivio con il sentiero n. 435
(palina - 40' circa). Proseguire a destra lungo il 435 fino a raggiungere la completa visuale della parete. In corrispondenza di un masso con segnavia, dove il sentiero piega decisamente a destra, abbandonarlo e proseguire per tracce (ometto) risalendo il ghiaione fin sotto la parete.
L'attacco si trova nel punto più basso della parete, alla base
di un diedro che più in alto si biforca. Pochi metri più a sinistra
si trova l'attacco della via "Heidi e l'alieno" (targhetta con nome).
1° tiro:
salire il diedro/canale sfruttando delle fessure sino a quando il diedro diviene più netto. Qui obliquare un poco a sinistra su placca fino a raggiungere la sosta (3 clessidre con cordone).
40 Mt., IV-, IV, IV+.
2° tiro:
proseguire lungo il canale uscendo poi a destra su di una terrazza. Continuare dritti per roccette puntando alla base dell'evidente lama giallastra, dove si sosta (2 chiodi+cordino). 30 Mt., IV, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone+maglia rapida).
3° tiro:
alzarsi brevemente lungo la lama e spostarsi a sinistra. Proseguire in verticale sfruttando una fessurina tra le rocce gialle. Riportarsi a destra passando sotto al tettino e risalire la spaccatura con ostica strozzatura. Appena sopra si sosta (spuntone/clessidra+cordini+maglia rapida). 30 Mt., V+, V, IV, 1 chiodo.
4° tiro:
superare il breve diedrino uscendone a destra su cengetta. Spostarsi a destra salendo accanto al pilastrino e superare una placca con passaggio strapiombante. Proseguire in verticale fino alla base di un camino dove si sosta (2 chiodi).
35 Mt., IV, V, 1 clessidra con cordini, 1 chiodo con cordone.
5° tiro:
seguire il camino/canale. Giunti sotto un'aggettante fessura di roccia friabile spostarsi sulla parete di sinistra. Traversare e riprendere a salire in verticale fino alla sosta (1 chiodo+1 clessidra+cordone; per noi divenuta S6 - 45 Mt., IV-, IV+, V-). Noi per errore, da sotto la fessura, abbiamo obliquato a destra e poi siamo saliti dritti per placchetta fin sotto al grande strapiombo giallastro triangolare. Qui abbiamo sostato (2 chiodi+1 chiodo poco sopra). Probabilmente lunghezza originale della via
poiché da qui, l'originale, continuerebbe verso destra. La successiva lunghezza consente di raccordarsi alla sosta sopra citata. 40 Mt., IV-, IV+, V, 1 chiodo+spuntone+fettuccia.
6° tiro:
seguire la breve, ma decisamente atletica, fessura gialla. Traversare a sinistra e sostare (1 chiodo+1 clessidra+cordone). 10 Mt., VI-, II.
7° tiro:
traversare a sinistra e alzarsi per pochi metri in verticale; continuare a obliquare verso sinistra doppiando lo spigolo. Si segue lo spigolo stando pochissimi metri alla sua sinistra dove è più facile. Raggiunta una piccola piazzola cercare a destra, sullo spigolo, la sosta (1 clessidra con cordone+1 fix con anello). 45 Mt., IV+, IV, IV+, 2 fix (della via Heidi e l'alieno).
8° tiro:
alzarsi 1 metro e spostarsi a destra. Proseguire lungo il filo dello spigolo sino alla terrazza detritica sulla quale si sosta (spuntone oppure
sosta a fix della via Heidi e l'alieno sul bordo basso della terrazza).
50 Mt., V, IV+, V, IV, 3 clessidre con cordone, 1 fix (della via "Heidi e l'alieno").
9° tiro:
salire le semplici rocce verso sinistra fino ad identificare una
traccia con alcuni ometti. Seguirla traversando verso destra
portandosi alla base dell'ultimo
salto della parete. Da qui è possibile salire verso sinistra e
percorrere l'ultimo tratto della via Dibona (ometto) raggiungendo
la cima; oppure seguire il canale che sale verso destra
raggiungendo direttamene la forcella per iniziare la discesa.
Seguire il canale; dove si incassa cercare la sosta sul bordo
destro (1 clessidra con cordone). 110 Mt. circa, I, II.
10° tiro:
seguire il canale fino ad un primo masso che ostruisce il
passaggio. Superarlo sulla sinistra su
roccia viscida (V-) e poi portarsi a ridosso dell'enorme masso
che chiude il canale. Si sosta (2 chiodi+cordino) alla sua base
sul lato sinistro del canale. Attenzione ai numerosi sassi che è
facile smuovere. 20 Mt., I, V, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.
11° tiro:
superare la breve paretina viscida ma con buoni appigli; poi
continuare facilmente fino alla forcella dove un'altro grosso masso
forma una finestra naturale. Qui attrezzare la sosta. 20 Mt., V, I.
Discesa
Anche nel caso si raggiunga la cima si transita da questa
forcella per la discesa. Attraversare la "finestra" e scendere nel
ripido canale sottostante. Dopo i
primi metri il sentiero diviene meno impegnativo; seguirlo verso
sinistra fino ad una forcella dalla quale si imbocca il canalone
detritico che in
breve porta nuovamente nei pressi dell'attacco. Rientrare all'auto percorrendo a ritroso il sentiero di avvicinamento. |