Pizzo Cantolongo

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Grumetti - Valbondione (BG)
Quota partenza 930 Mt. Quota di arrivo 2828 Mt.
Dislivello totale 2100 Mt. con i saliscendi
Sentieri utilizzati n. 332, 323, 305
Ore di salita 5 h.
Ore di discesa 3 h. 30'
Data di uscita 11/09/2021 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar
Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Pioggerella mattutina che ha reso un poco scivoloso il ripido sentiero invernale che sale verso il rifugio Curò. Ma già a metà mattina una splendida giornata ha regalato bellissimi panorami. Sentieri ben segnalati fino al primo Laghetto di Valmorta. Da qui in poi totale assenza di bolli o tracce. Solo qualche sporadico e ben mimetizzato ometto di pietre ci aiuta parzialmente ad individuare il corretto percorso.

Eventuali pericoli
Una certa attenzione è richiesta durante la salita, ma sopratttto la discesa del tratto che costeggia la cascatella dopo il primo laghetto di Valmorta e che conduce al secondo laghetto: qui, infatti, il terreno è ripido, su sassi mobili e spesso bagnati, nonchè con qualche balza rocciosa. Evitare questa escursione in caso di scarsa visibilità: vi trovereste in un paesaggio tutto uguale, senza indicazioni.
Presenza di acqua
Troverete acqua da bere presso la fontanella del rifugio Curò. Più in alto, fino al terzo Laghetto di Valmorta troveremo acqua lungo il torrente che scende dai laghetti stessi.
Punti di appoggio
Il rifugio Curò, il vecchio edificio dell'ex rifugio Consonni e l'ostello accanto al Curò stesso. Tutti questi edifici si trovano a poche decine di metri l'uno dall'altro. Anche la casa dei guardiani della diga del Barbellino può dare riparo. Oltre questa non troveremo più nulla.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Niente.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
La Valmorta è una delle valli meno frequentate della zona del Lago Barbellino e dell'alto Serio. I suoi ambienti, selvaggi e solitari, severi  e brulli, non si aprono facilmente alle visite dei numerosi escursionisti che salgono al rifugio Curò e da qui proseguono verso altre mete. La valle è percorsa da un sentiero che sale fino al primo Lago di Valmorta e da qui piega verso sinistra e sale verso la Bocchetta dei Camosci, dalla quale si accede all'ultimo tratto di salita per il Pizzo Coca. Lasciando, invece, tale percorso alla nostra sinistra e proseguendo verso gli altri due laghetti della valle, è possibile godersi completamente la solitudine e il silenzio di questa zona. La Valmorta è ancora come anni fa, priva di sentieri segnati, tracce evidenti, bolli, paline. Chi decide di camminare qui, sa che raramente incontrerà qualche altro escursionista, specialmente se si sceglie si salire verso la zona del Pizzo Cantolongo, ancor meno per le Cime del Druet e del Cagamei. Il Pizzo Cantilongo, dalle bonarie forme arrotondate della sua cima, permette una vista eccezionale sui monti circostanti e su quelli ben più lontani verso Nord. Il percorso per arrivare alla sua cima non presenta difficoltà particolari e non è caratterizzato da passaggi tecnici, ma necessita di allenamento per via dell'elevato dislivello da affrontare (oltre 2000 metri), esperienza di zone poco o nulla frequentate (si veda il libretto di vetta con poche decine di firme in vari anni...), nonchè buona visibilità per orientarsi.
Descrizione percorso
Poco prima di arrivare alla località Grumetti di Valbondione, in alta Valle Seriana, scendiamo lungo una stradina asfaltata che dopo poche centinaia di metri termina presso uno spiazzo. Qui lasciamo l'auto nei pochi posti disponibili e saliamo nel bosco lungo un ripido sentierino numerato 332, lasciando quello per il rifugio Coca alla nostra sinistra. Saliamo verso il bellissimo borgo di Maslana, posto sotto l'omonimo pinnacolo roccioso. Ci arrivianmo in meno di 30 minuti di cammino, sempre camminando nel bosco. Attraversiamo il borgo verso destra, facendo attenzione ai bolli sui muri delle case. Lasciate le ultime casette di pietra alle nostre spalle, scendiamo brevemente verso un bel ponticello di pietra che attraversiamo, passando sopra alle schiumose acque del fiume Serio. Oltre il ponte, una palina ci indica verso sinistra per il "Sentiero delle cascate". Procediamo quindi tra piante, cespugli e rocce levigate da antichi ghiacciai. Attraversiamo poi una macchia di larici ed eccoci in un'ampia radura dalla quale è ben visibile il Pinnacolo di Maslana. Saliamo ora verso il vicino Osservatorio faunistico di Maslana lungo un'ampia sterrata sassosa. Qui troviamo enormi massi. Passando tra questi, seguiamo i bolli del sentiero n. 332. Attraversiamo una piccola radura erbosa per rientrare subito in un bellissimo bosco di abeti e faggi. Ora il sentiero diviene tortuoso e a tratti scivoloso. Usciti dal bel bosco, eccoci ai piedi di una pietraia dominata dalla alta parete rocciosa dalla quale si riversa il fiume Serio in una bellissima cascata, visibile quando il lago artificiale del Barbellino viene aperta. Saliamo con una certa fatica la pietraia, disseminata di solitari abeti. Man mano si sale, la pendenza del sentierino aumenta, fino a divenire piuttosto elevata. La fatica si fa sentire ed il tracciato non ci lascia respirare. Arriviamo così in circa 25 minuti dalla base della pietraia fino al suo termine, proprio al cospetto di una fascia rocciosa nera e umida. Qui andiamo a destra lungo una traccia che finalmente diviene meno faticosa. Il sentiero è provvisto di una serie di cavi e catene per evitare spiacevoli scivolate, dalle nefaste conseguenze, ma non sono indispensabili, salvo in caso di neve o ghiaccio. Dopo alcuni minuti, sempre con alla nostra sinistra l'incombente e minacciosa parete rocciosa, eccoci arrivati all'ex rifugio Consoli, posto a poche decine di metri dal rifugio Curò. Senza raggiungere quest'ultimo, deviamo verso sinistra davanti al Consoli, seguendo il sentiero n. 303 per i laghi di Valmorta. Seguiamo un primo tratto semi-pianeggiante con il lago artificiale alla nostra destra, per poi perdere quota e portarci verso la casa dei custodi della diga del Barbellino. Continuiamo a sendere verso il laghetto sottostante (Bacino di Valmorta, 1800 Mt.). Giunti nel pianoro erboso, lo attraversiamo portandoci sul versante opposto della valle. Saliamo nel ripido pendio erboso davanti a noi fino ad incrociare il sentierino pianeggiante che si dirige verso sinistra. Seguiamo il sentiero che sale con gradualità, offrendoci una bellissima vista sui due laghi alle nostre spalle e sul Pizzo Recastello. Il sentiero supera un paio di tratti attrezzati con catene piuttosto semplici. Per poi riprendere a salire con vari tornantini. A tratti il sentiero appare come fatto da pietre lastricate. Giunti ad un dosso erboso, possiamo ammirare la valle sottostante, per poi riprendere ancora con altri tornanti. Segue poi un lungo tratto semi-pianeggiante che ci inoltra nella Valmorta e ci conduce senza sforzo al primo dei tre laghetti omonimi (2145 Mt.). Qui, davanti a noi si apre un'immensa piana erbosa, solcata da un torrentello serpeggiante e chiusa da una bella corona montuosa, formata da sinistra verso destra dal Pizzo Cantolongo, dal Pizzo Druet e dalle Cime di Cagamei. Verso sinistra sale la traccia segnalata che porta alla Bocchetta dei Camosci e da lì al Pizzo Coca. Attraversiamo la spianata dirigendoci verso le cime davanti a noi. Superiamo il torrente saltando tra i sassi. Puntiamo ad una piccola cascatella (direzione Nord-Ovest) che scende ripida da una serie di gradoni rocciosi. Per un breve tratto seguiamo il corso di un altro torrente fino ai piedi della cascata. Risaliamo il gradone roccioso restando sul lato sinistra della cascata. Facciamo attenzione al terreno friabile, ai sassi bagnati e scivolosi. Inizialmente restiamo su terreno erboso a ripide balze, per poi immetterci in un valloncello pietroso a bordo del corso d'acqua. Sbucati nel pianoro soprastante, in breve, su terreno pietroso pianeggiante, arriviamo al secondo lago dei Valmorta (2410 Mt.), posto ai piedi del Pizzo di Coca e spesso coperto di neve e ghiaccio anche a stagione inoltrata. Il pizzo Cantolongo appare bel visibile a destra dell'evidente sella del Passo del Diavolo, con la sua riconoscibile dorsale petrosa sulla sinistra della cima. Restando al centro del pianoro, lo attraversiamo portandoci ai piedi dell'ennesimo risalto da superare sempre su terreno pietroso. Superiamo un'evidente fascia rocciosa bianca che taglia il gradone da sinitra verso destra. Arriviamo così nel vallone del terzo laghetto di Valmorta (2486 Mt.), poco più di una stagno tra pietre. Puntiamo ad una evidente sella alla sinistra della cima del Cantolongo (Passo di Valsena, 2596 Mt.). Ci ariviamo con percorso logico  in media pendenza. Da qui, la dorsale che sale alla cima appare molto ripida e poco affidabile. È meglio tagliare la ripida pietraia verso destra spostandoci fino al centro del pendio che scende dalla cima per poi iniziare la salita, ripida e monotona, verso la vetta. Il terreno è aspro e instabile. Occorre un poco di intuito e buona visibilità per non smarrire la linea corretta. Senza alcuna difficoltà, ma con una certa fatica, ci portiamo verso l'alto, fino ad arrivare in cresta. Da qui, non dobbiamo fare altro che seguire quest'ultima verso destra, ammirando il bellissimo panorama sul versante valtellinese e facendo attenzione ai sassi instabili. Ad attenderci in vetta troveremo una piccola croce di metallo, un cilindro con il libro di vetta ed un panorama mozzafiato. Tra le cime più vicine, possiamo ammirare il Pizzo Druet, le Cime di Cagamei, il Diavolo di Malgina, il Pizzo Cappuccetto, il Pizzo Coca e la Cresta Corti.
Discesa
Torniamo sui nostri passi fino al rifugio Curò. Da qui non conviene ripercorrere il sentiero invernale fatto durante la salita perchè molto ripido e a tratti scivoloso. Conviene, invece, scendere a Valbondione lungo il classico sentiero estivo n. 305.

Note
Una recente frana a monte del sentiero 305 (non coinvolto dallo smottamento) che sale da Valbondione al rifugio Curò ha reso non praticabile detto sentiero; per raggiungere il rifugio occorre percorrere il sentiero 332 (sentiero invernale per il Curò, o delle Cascate), oppure sempre il 332 fino all'Osservatorio di Maslana e da questo salire dritti verso il 305, oltre la frana. Il parcheggio a Valbondione, così come a Fiumenero e Lizzola) costa 5 euro al giorno.
Commenti vari
Incredibile come una zona tanto bella ed affascinante non sia percorsa da tracciati segnalati, quando a poche decine di minuti di cammino si accalcano numerosissimi escursionisti lungo alcuni dei sentieri più frequentati delle Orobie bergamasche. Tanto meglio per quei pochi che decidono di avventurarsi fuori dai percorsi più noti.


   

Ingrandisci

Ingrandisci

Salendo verso la Valmorta con il Recastello al centro, sopra il lago artificiale del Barbellino

La Valmorta, con la cascata da raggiungere nel cerchio giallo

   

Ingrandisci

Ingrandisci

La bellissima spianata della Valmorta con evidenziata la cascatella da cui ricomincia la salita

Parte finale della salita al Pizzo Cantolongo

   

Ingrandisci

Ingrandisci

La ripidissima pietraia da risalire per portarsi in cresta: nessuna traccia!

Sguardo verso il Pizzo di Coca salendo alla vetta. In basso il Secondo ed il Terzo laghetto di Valmorta

   

Ingrandisci

Ingrandisci

Diavolo di Malgina, Cavrel, Pizzo Cappuccetto, e Recastello

Omar sul Cantolongo con il Druet in bella vista