Descrizione generale
Il Monte Cancervo presenta vari itinerari di salita (vedi anche la relazione di Maggio 2002), alcuni semplici, come questo che risale le pendici ad ovest della montagna, più dolci rispetto al suo versante sud, quello che guarda verso l'abitato di San Giovanni, dirupato e roccioso. L'itinerario qui descritto anche se più lungo ed articolato di altri, permette di godere di una maggior varietà di paesaggi ed ambienti: si passa dal bosco misto, al bosco di faggi, dai prati aperti alle conche punteggiate di abeti e cosparse di pinnacoli e rocce affioranti, tipiche della zona; durante la camminata abbiamo anche la possibilità di visitare l'antico nucleo di Cantiglio, dove durante la Seconda Guerra Mondiale trovarono rifugio numerosi partigiani.
Descrizione percorso
Risalendo la Valle Talegio da San Giovanni Bianco in Val Brembana, arrivati presso il Ponte de Becco, si lascia l'auto sulla sinistra presso un ampio spiazzo in corrispondenza di un tornante sinistrorso. Qui vediamo anche una bacheca con una semplice cartina della zona e varie notizie riguardanti il nucleo di Cantiglio e la sua storia collegata ai partigiani. Attraversiamo la strada e prendiamo l'evidente sentiero per Cantiglio stesso e per il Monte Cancervo. Pochi metri e deviamo a destra seguendo l'indicazione "sentiero diretto per Cantiglio", lasciando a sinsitra l'ampia sterrata per il Borgo di Ca' Corviglio, la Valle Asinina ed il sentiero indicato come "scorciatoia" per Cantiglio. Saliamo quindi molto ripidamente fino ad incrociare dopo pochi minuti un ampio sentiero che corre su un ponte ad arcate. Proseguiamo dritti attraversante questo sentiero e salendo dritti nel bosco di ebeti sopra di noi. In brevissimo arriviamo ad un rudere (10' dalla partenza), lo lasciamo alla nostra sinistra ed usciamo dal boschetto di abeti. Camminiamo ora tra erba altissima, piccole piante e cespugli. Saliamo con una decisa pendenza per circa 15'; superiamo un tratto in cui il sentiero è lastricato da placche lisce e scivolose. Sbuchiamo finalmente sul sentiero indicato come "mulattiera per il Ponte del Becco" proveniente dal ponte stesso. La palina davanti a noi ci indica di procedere verso destra per il sentiero partigiano "Paganoni-Vitali". La pendenza diminuisce per un breve tratto per poi ritornare sostenuta. Camminiamo in un bel bosco misto. Tutto attorno a noi si trovano paretine rocciose, anfratti e cavità, tipiche della zona. Lasciata sulla destra una di queste cavità (30' dall'auto), poco lontana dal sentiero ma evidente, si continua su ripidi tornantini. Giunti ad una selletta con palina, sempre nel fitto del bosco, il sentiero diviene pianeggiante e alla nostra sinistra si intravede un anfratto roccioso protetto da un muro di pietre a secco presso il quale possiamo fare una breve pausa. Ripreso il sentiero tra bellissimi faggi, in breve arriviamo ad un tratto del percorso caratterizzato da scalette di sassi, sempre circondati da paretine e pinnacoli rocciosi immersi nella vegetazione. Alla nostra sinistra, ora si vede una bella paretina rocciosa al cui centro è collocato un grosso stella del CAI in metallo. Superata l'ultima rampa di gradini, termina anche la zona rocciosa. Il sentiero diviene pianeggiante. In alto a destra si trova un torrione sulla cui cima si vede una piccola croce di metallo, poi più in basso vediamo una statuetta della Madonna a dominio della vallata sottostante. Proseguiamo in falsopiano ed in pochi minuti arriviamo nelle vicinanze del borgo di Cantiglio, preceduto da una baita in rovina sulla destra. Davanti alla baita si trova una palina (poco visibile a dire il vero) che ci invita ad abbandonare il comodo sentiero "partigiano" per il borgo posto poco più avanti, per alzarci rapidamente lungo un ripido pendio inizialmente boscoso e poi con vegetazione sempre meno fitta. La palina indica ottimisticamente 1 h. e 30' per la vetta, ma secondo me serve più tempo. La pendenza è notevole e l'andamento è caratterizzato da stretti tornantini pietrosi. Man mano si sale, la vegetazione diminuisce, fino a sbucare in un ampio vallone erboso dominato in alto da una fascia boscosa di faggi ben visibili anche dal basso. Sulla destra del vallone alti torrioni rocciosi fanno bella mostra di sé. Quasi alla sommità del valloncello (25' dalla palina precedente), pieghiamo a destra in mezza costa su terreno erboso fino ad arrivare alla stessa quota dei torrioni rocciosi alla nostra destra. Qui abbiamo davanti un canale erboso che scende ripido verso destra, senza attraversarlo saliamo verso sinistra puntando ad un faggio solitario sul cui tronco si trova un bollo bianco e rosso. Dopo il faggio il sentiero prima di rientrare nel boschetto ci permette di osservare una bella parete rocciosa strapiombante in basso alla nostra sinistra. Da qui in poi occorre prestare attenzione al percorso che diviene un poco tortuoso, con vari saliscendi, sempre immersi in fitti boschi. Usciti dal fitto del bosco, arriviamo ora nei pressi di una specie di recinto di pietre sulla destra, poco distaccato dal sentiero (20' dal faggio solitario). Arrivati ad una bella conca erbosa, perdiamo leggermente quota per scenderne sul fondo per poi risalire poco dopo e tornare nel fitto della vegetazione. Altri 15' di cammino ed eccoci ora davanti ad un pianoro bellissimo, punteggiato da abeti, pinnacoli calcerei, una pozza d'abbeverata e dolci ondulazioni del terreno: un vero spettacolo inaspettato ed improvviso. Attraversiamo il pianoro per arrivare davanti ad un piccolo crocefisso che domina la valletta successiva e dal quale si vede bene la Baita Cancervo. Scendiamo fino alla baita, preceduta da una specie di altare in pietra con una lapide. Superiamo la baita nei cui pressi si trova una palina con varie indicazioni, tra cui la vetta del Cancervo distante 40'. Proseguiamo in salita verso la nostra cima ed in breve passiamo accanto ad un bivacco privato con legnaia. Saliamo per prati aperti fino ad un grosso masso alla nostra destra. Qui proseguiamo dritti per poche decine di metri. Quando la traccia nell'erba continua in falsopiano verso sinistra, noi la abbandoniamo (occhio ad alcuni sbiaditi bolli gialli) per salire ripidi lungo il pendio finale che conduce alla croce di vetta. Si tratta di un ampio pratone da salire a vista, seguendo il percorso più semplice fino al cospetto della croce che risulta invisibile fino all'ultimo momento.
Discesa
Lungo il medesimo itinerario. Per chi avesse tempo, è possibile, una volta tornati alla baita del Cancervo, dirigersi verso l'abitato di Pianca e da qui tornare con un lungo mezzacosta verso Cantiglio per poi ricongiungersi al percorso verso il Ponte del Becco.
|