Descrizione generale
Lo Zuccone dei Campelli è formato da alcuni pilastri molto verticali che chiudono la testata del vallone dei Camosci. Possiamo distinguerli in Pilastro Settentrionale, Centrale e Meridionale. La Fessura Comici corre sul Settentrionale ed è stata aperta, in occasione della visita di Emilio Comici in Grigna, il 28 maggio 1933 dallo stesso Emilio Comici in compagnia di Riccardo Cassin, Mario dell'Oro (Boga), Mary Varale e Mario Spreafico
(Umett). Una cordata formidabile che qui ha lasciato una linea di salita perfetta, seppure mai troppo impegnativa.
Dal momento che le vie sull'adiacente Zucco di Pesciola
sono state tutte riattrezzate e protette a fittoni resinati ci aspettavamo di trovare
simili protezioni anche qui, ma con nostra grande sorpresa
abbiamo trovato la chiodatura originale, in taluni casi oseremmo
dire pure precaria. Nel 2008 però questo presentimento si
è materializzato: la via è stata completamente riattrezzata a fittoni resinati sia sui tiri che alle soste (tutte su 2 fittoni+catena+anelli di calata).
Riportiamo qualche passo scritto da Riccardo Cassin in occasione dell'apertura della via:
(dal libro "Capocordata" di Riccardo Cassin - CDA Vivalda Editori):
"[...] Comici ha espresso il desiderio di conoscere anche questa grande costiera di tipo dolomitico che massiccia si impone tra la Valsassina e la Valtorta. L'occasione è offerta dall'inaugurazione del Rifugio Cazzaniga sopra i Piani d'Artavaggio [...] una volta che ci si trova dinanzi alla bastionata è per noi un piacere additare a Comici la parete inviolata. Numerosa è la brigata: oltre a Comici ci sono la Varale, Boga, e Mario Spreafico. Per questo ci si divide in due cordate. [...] Realizzata la via, che battezziamo "Fessura Comici", se ne divide fraternamente l'onore. [...]".
Attacco, descrizione della via
Dal parcheggio alla base degli impianti di risalita di Ceresola di Valtorta ci si incammina, inizialmente su asfalto, in direzione del rifugio Lecco. Arrivati al rifugio si risale il vallone dei Camosci seguendo il largo sentiero (pista da sci) che lo percorre sulla sua sinistra. Quando la strada fa un tornante verso sinistra (appena oltre la stazione a monte della seggiovia) si prosegue dritti mediante un piccolo sentiero in direzione della ferrata Mario Minonzio che sale in vetta allo Zuccone Campelli. Guardando la parete ovest dello Zuccone si notano senza difficoltà due grossi camini paralleli molto evidenti. A sinistra di essi vi è una piccola fessura; si tratta appunto della Fessura Comici.
Abbandonare il sentiero per la ferrata e portarsi per tracce alla base di questa fessura dove, un chiodo cementato arancione con anello, segna l'attacco della via (dopo la richiodatura è comparsa anche la scritta "comici" ed 1 fittone resinato).
1° tiro:
con un passo in leggero strapiombo immettersi nella fessura. Risalirla inizialmente in spaccata e poi sul lato destro sino ad un piccolo strapiombo.
Lo si aggira a sinistra per raggiungere il soprastante pulpito
ove è posizionata la sosta (2 vecchi chiodi
distanti tra loro).
40
Mt., IV-, 1 clessidra, 5 chiodi.
2° tiro:
salire inizialmente le rocce di destra (chiodo) per poi spostarsi un poco a sinistra puntando ad un
altro chiodo. Salire quindi verticalmente e vincere l'ultimo tratto verticale della fessura (chiodo) giungendo su comodo terrazzino. A destra, nel camino/fessura, si trova la sosta (1 anellone cementato+1 spit).
20 Mt., IV-, III+, I, 3 chiodi.
3° tiro:
seguire la fessura che a tratti si presenta quasi camino. Dopo circa 30 metri si giunge su un evidente terrazzo sulla destra. Qui si sosta (2 chiodi+1 clessidra). Attenzione ai terrazzini
detritici dai quali si possono smuovere sassi. 30 Mt., IV-, III, 2/3 chiodi.
4° tiro:
riprendere la fessura (quasi diedro) che termina in corrispondenza di una
larga cengia. Qui spostarsi verso sinistra sino alla sosta (1 chiodo cementato con anello identico a quello dell'attacco). 20 Mt., IV-,
I, 1 chiodo.
Con la richiodatura della via è stata abbandonata la fessura/diedro a favore del muretto sulla sua sinistra (fittoni visibili). Si arriva direttamente alla sosta. Difficoltà simili.
5° tiro:
spostarsi leggermente a sinistra e salire il diedrino, poco marcato, sino a raggiungere un chiodo con anello
dove la roccia diventa leggermente strapiombante. Salire decisi
oppure uscire a destra (ottimi appigli). Proseguire ora più facilmente fino al termine delle difficoltà
dove si attrezza una sosta (adesso ce ne sono 2 a
fittoni+catena+anelli calata).
30 Mt., IV-, III+, II, 3 chiodi, 1 clessidra.
Questo tiro può essere evitato traversando a sinistra
sulla cengia fino alla ferrata Minozio che si segue fino in vetta.
Appena a destra della sosta sale la variante Mozzanica (VI+,
chiodo abbastanza visibile dalla sosta. Rifittonata anch'essa
nel 2008).
Dal termine della via spostarsi su cengia fino a raggiungere l'evidente ferrata
che conduce facilmente ad una selletta. Seguendo il sentiero verso sinistra si sale in pochi secondi alla croce di vetta (oppure a destra si inizia subito la discesa).
Discesa
Dalla vetta seguire l'evidente sentiero, tornando brevemente sui propri passi, e poi giù fino un intaglio attrezzato con catene. Superarlo e seguire la successiva cresta erbosa. Ignorare un primo canalone stretto e ripido (Canale S.E.M.) che si trova sulla destra per imboccare il successivo, sempre abbastanza ripido ma un po' più largo (Canalone dei Camosci). Si scende rapidamente in direzione del rifugio Lecco ed in breve si raggiunge il ghiaione alla base della
parete. Seguire ora, a ritroso, gli stessi sentieri percorsi durante l'avvicinamento.
Dalla vetta e' anche possibile, ma non molto consigliato,
scendere seguendo la ferrata Mario Minonzio. |