Descrizione
generale
Il Campanile Alto è una caratteristica guglia che si eleva lungo la catena degli Sfulmini nelle Dolomiti di Brenta, poco a Nord del ben più famoso Campanile Basso.
Ettore Castiglioni nella guida "Dolomiti di Brenta" edita dal CAI in collaborazione con il TCI nel 1949 lo descrive così:
"Non ha la simmetrica regolarità, né la tipica forma squadrata del Campanile Basso, ma ha lo stesso slancio e proporzioni più grandiose. Alla sua vetta acuminata e bicuspide convergono tre pareti quasi tutte verticali: quella orientale che domina la Busa degli Sfulmini; quella meridionale che si appoggia sul terrazzo della Sentinella; quella nord-occidentale che strapiomba verso il canalone scendente dalla Bocchetta degli Sfulmini. Tra le varie creste e spigoli è particolarmente pronunciata l'affilata cresta O, che con un dislivello di 600 metri affonda il suo zoccolo direttamente nelle ghiaie della Val Brenta. Dalle due cime del Campanile, quella a S è più alta di pochi metri della cima N. Il Campanile Alto è una delle cime più ardite ed eleganti del Gruppo di Brenta e la sua scalata è tra le più
attraenti e remunerative. La via Normale è facile, ma tutt'altro che banale; la parete S offre un'arrampicata brillante e consigliata; la cresta O è una scalata di soddisfazione, anche gli altri itinerari però non sono privi di interesse. Stupendo e impressionante il panorama dalla vetta. La via più agevole per scalare il superbo campanile venne individuata nel 1884 da Gottfried Merzbacher, stando sulla cima della Torre di Brenta. Nell'anno successivo infatti, il 27 luglio 1885, accompagnato da Bonifacio Nicolussi, egli poteva raggiungere la vergine vetta per il gran camino del versante N".
Lo Spigolo Ovest venne superato l'8 agosto del 1927 da H. Hartmann e G. von Krauss. Simpatica è la descrizione che Roberto Iacopelli fa nella sua guida "Climbing Trips" edita da Cierre nel 2004.
"Siamo negli anni Venti, nel pieno della corsa alle grandi linee logiche delle Dolomiti. Uno spigolo come questo non poteva rimanere inosservato per molto!
Così due alpinisti d'oltralpe salirono questo bello spigolo dolomitico 'soffiandolo' ai locali che lo avevano sicuramente adocchiato da tempo. Una vicenda assai comune nella storia dell'alpinismo! Per quanto riguarda la salita, c'è da dire che presenta uno sviluppo complesso alla continua ricerca dei punti deboli. [...] Nell'insieme comunque il percorso è sempre piacevole e vario, con un continuo alternarsi di fessure, camini, placchette e diedri".
Lo spigolo è caratterizzato da tre spalle; raggiunta la terza la via abbandona la linea della cresta per spostarsi verso destra per circa 200 metri e salire in vetta lungo un vago sistema di canalini e camini.
Noi abbiamo intrapreso questa salita il primo giorno del Corso di Roccia Avanzato organizzato dalle Scuole Valle Seriana e Noseda/Muschialli e raggiunta la terza spalla, considerato l'orario e la non breve discesa, abbiamo deciso d'interrompere la salita. A fine relazione seguirà una sommaria descrizione delle cinque lunghezze terminali che non abbiamo percorso.
AGGIORNAMENTO 2018: Emanuele Andreozzi ha ripetuto la via e ci segnala che da L9 a L13 abbiamo seguito una variante. In coda alla relazione c'è la descrizione (da lui compilata) dei tiri originali.
Attacco, descrizione della via
Da Madonna di Campiglio (TN) seguire le indicazioni per Vallesinella
dove vi è anche l'omonimo rifugio (1513 Mt.). Qui parcheggiare (6 euro). Imboccare il sentiero n. 317 che in circa 40 minuti conduce al rifugio Casinei (1850 Mt.) dal quale si prosegue sul sentiero n. 318 che dopo aver guadagnato repentinamente quota si porta nella Val Brenta e sale più dolcemente verso il rifugio Brentei (2175 Mt.). Oltrepassare la successiva cappella commemorativa e proseguire in direzione della Bocchetta di Brenta superando il tratto in cui il sentiero è una cengia nella roccia. Abbandonare ora il sentiero principale e salire lungo deboli tracce sulla sinistra raggiungendo l'altezza della base dello spigolo. Qui traversare il canalone (cercando il passaggio migliore) e portarsi alla base della parete che forma il fianco Nord della cresta dove si notano dei brevi salti alternati a cengette. Alzarsi sino a raggiungere l'attacco (ometto), posto circa 20 Mt. a sinistra dello spigolo stesso.
1° tiro:
spostarsi a sinistra e imboccare un canaletto. Salirlo sino a quando è possibile spostarsi a destra e raggiungere la base di una placca. Qui sostare (1 chiodo). 40 Mt., II, passi di III.
2° tiro:
salire in verticale sopra la sosta e spostarsi a sinistra sino a prendere una lama da salire in Dulfer. Traversare poi facilmente a destra sino a raggiungere la sosta (2 chiodi+clessidra) alla base di un muretto grigio con roccia ottima.
35 Mt., IV+, passi di V, II, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.
3° tiro:
salire in verticale lungo rocce semplici sfruttando un sistema di diedrini (necessario effettuare dei brevi spostamenti a destra e a sinistra) sino ad uscire su di un comodo ripiano dove si trova la sosta (2 chiodi+clessidra+cordone+maglia rapida). 40 Mt., III, IV, 2 chiodi.
4° tiro:
per facili rocce sulla destra si costeggia un canale (stando alla sua sinistra) sino ad uscire su di una cengia, alla base di un diedro nero. La parete a destra del diedro è gialla. Sosta da attrezzare. 40 Mt., III.
5° tiro:
salire il diedro nero e al suo termine uscire a sinistra per proseguire poi in verticale lungo rocce più semplici. Raggiunto un muretto verticale spostarsi a destra e sostare (2 chiodi+cordino). 35 Mt., IV, IV+, V, IV, 2 chiodi.
6° tiro:
spostarsi a sinistra e mediante due spuntoni rimontare la placca sovrastante. Proseguire per terreno più semplice sino a raggiungere il filo dello spigolo. Qui sostare (1 chiodo). Ora si è sulla prima spalla dello spigolo. 30 Mt., II, III.
7° tiro:
portarsi alla base del salto successivo superando i diversi sali-scendi del filo di cresta. Sosta da attrezzare alla base della grande placca (versante Nord). 30 Mt., I, II.
8° tiro:
non spostarsi a sinistra in direzione del diedro ma rimontare la facile placca verso destra. Raggiunta la cengia percorrerla verso destra sino a raggiungere il filo dello spigolo dove si sosta (chiodo con anello+ometto). Attenzione ad alcuni massi posti in corrispondenza della cengia. 25 Mt., III.
9° tiro:
non alzarsi ma traversare facilmente verso destra lungo la cengia. Sostare (2 chiodi di cui 1 con anello) alla base di una fessura (che poco dopo diviene camino). 40 Mt., I.
10° tiro:
salire la fessura che poi diviene camino sino al suo termine. Qui sostare (2 chiodi+cordone+moscehttone). 50 Mt., IV.
11° tiro:
traversare verso destra (primi metri delicati) e mediante una facile rampa camminabile salire in obliquo verso destra sino a raggiungere una nicchia giallastra, alla base di un diedrino. Qui si sosta (clessidra). 55 Mt., IV-, II, I.
12° tiro:
salire il diedrino e proseguire in obliquo verso destra puntando alla base di un evidente camino. Poco prima di raggiungerlo sarà necessario superare una spaccatura verso destra e poi, dopo alcune roccette non troppo impegnative, ritornare a
sinistra. La sosta (chiodo) si trova sulla sinistra, in corrispondenza di una placca, leggermente più in basso rispetto all'imbocco del camino.
40 Mt., IV+, IV, III, 1 chiodo.
13° tiro:
salire il camino e al suo termine portarsi a sinistra in direzione di un muretto posto al bordo superiore di una terrazza detritica. Qui sostare (clessidra+ometto). Ora si è sulla seconda spalla dello spigolo. 35 Mt., III, passi di IV.
14° tiro:
salire a sinistra della sosta
superando dapprima un canalino (sosta poco dopo sulla sinistra) e proseguendo lungo un diedro impegnativo. Spostarsi poi a destra e sostare scomodamente all'interno di una nicchia (clessidra). 30 Mt., III, V, IV+.
15° tiro:
salire la fessura a destra della sosta e poi riportarsi a sinistra in direzione dello spigolo. Aggirarlo e proseguire fino a raggiungere la sosta (spuntone). 30 Mt., IV+, IV, V, IV, 1 chiodo.
16° tiro:
proseguire a destra lungo facili rocce e un vago canale sino a raggiungere il filo dello spigolo. Qui sostare (masso+cordone). 35 Mt., III.
17° tiro:
abbassarsi sul lato opposto del masso e percorrere la grande cengia portandosi così sul versante Nord. Attrezzare una sosta alla base di una vaga rampa che sale in obliquo verso sinistra. 35 Mt.,
I.
18° tiro:
puntare alla base del grande camino che è formato dal pilastro addossato allo spigolo. Salire la rampa fino a raggiungere una comoda cengia che consente di spostarsi verso sinistra camminando. Sosta da attrezzare. 30 Mt., III.
19° tiro:
traversare a sinistra e raggiungere la verticale del camino. Portarsi al suo interno superando alcuni passi più impegnativi. Sostare (1 chiodo) nel punto in cui il camino inizia a stringersi. 55 Mt., I, III, passi di IV.
20° tiro:
salire il camino sino a raggiungere l'intaglio. Sosta da attrezzare. 40 Mt., IV, passi di IV+, 2 chiodi.
21° tiro:
salire la parete di sinistra sfruttando i punti deboli e uscire sulla grande terrazza. Qui si è sulla terza spalla dello spigolo. Sosta da attrezzare. 30 Mt., IV+. passi di V-, 1 chiodo, 1 cuneo con cordino.
Traversare lungamente verso destra camminando sull'ampia cengia per circa 200 Mt. sino a raggiungere la base del grande canale che separa le due vette. Noi qui abbiamo deciso d'interrompere la salita.
Discesa dalla Terza Spalla:
Continuare a percorrere la cengia sino al suo termine. Qui si trova una sosta (2 chiodi+cordone+maglia rapida).
Effettuare una calata in corda doppia di 50 Mt. sino a raggiungere una comoda terrazza; dopo circa 30 Mt., è presente una calata intermedia dall'aspetto poco rassicurante (chiodo+lieve spuntone+maglia rapida).
Dalla terrazza, spostarsi a destra (viso a monte) e raggiungere un'altra sosta (2 chiodi+cordoni+maglia rapida). Da qui, con una calata di 50 Mt. si è su un'ampia terrazza detritica.
Percorrere la lieve traccia verso destra (viso a monte) e guadagnare facilmente quota sino ad uscire sul Sentiero delle Bocchette. Da qui verso destra, passando sotto il Campanile Basso e superando diversi sali-scendi (alcuni attrezzati) ci si porta nei pressi della Bocca di Brenta. Dopo aver disceso una scala metallica imboccare verso destra (viso a valle) il sentiero n. 318 che conduce al rifugio Brentei e successivamente al parcheggio di Vallesinella.
Descrizione dei tiri da noi non percorsi:
22° tiro:
salire un sistema di caminetti neri a sinistra del canale principale. Sosta su clessidra. 35 Mt., II, III.
23° tiro:
continuare lungo placche e diedri per poi portarsi verso destra nel canale/camino principale. 30 Mt., II, III.
24° tiro:
salire lungo il camino facendo attenzione ad alcuni blocchi instabili. 35 Mt., II, III.
25° tiro:
ancora lungo il camino sino a raggiungere l'intaglio, dove si sosta. 25 Mt., II, III.
26° tiro:
Portarsi ora sul fianco Est e salire una placchetta e il successivo diedro sino a raggiungere la vetta. III.
Discesa - tratta dalla guida "Climbing Trips" di Roberto Iacopelli:
Dalla cima si scende per caminetti sul versante opposto a quello del Brentei (tracce ed ometti). Giunti ad una cengia, la si segue verso sinistra riportandosi sotto la forcella tra le due cime, si scende sempre per tracce ed ometti verso l'intaglio con gli Sfulmini sino ad un camino che, con alcune doppie, porta di nuovo sul versante del Brentei. Si rientra sul versante opposto per cengia e si scendono i gradoni (vari percorsi) sino all'intaglio. Si scende ora il canale raggiungendo in breve la via delle Bocchette. Fate particolare attenzione a non smuovere pietre in questo breve tratto finale, poiché la sottostante via delle Bocchette nella stagione estiva è molto frequentata. |