Cima di Camisolo

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Loc. Costa - Valtorta (BG)
Quota partenza 970 Mt. Quota di arrivo 2157 Mt.
Dislivello totale 1350 Mt. con i saliscendi Data di uscita 23/01/2019
Ore di salita 3 h. 30' Ore di discesa 2 h. 30'
Sentieri utilizzati n. 104, 101 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri

Freddo intenso che ha sfiorato i 10° sotto zero con conseguente formazione di ampi tratti ghiacciati, anche in assenza di neve. Quest'ultima era presente solo nell'ultima parte della salita, oltre i 1800 metri di quota e nelle zone non esposte al sole. Giornata comunque limpida e quasi sempre soleggiata. I sentieri sono accuratamente ed abbondantemente segnalati dai classici bolli bianchi e rossi fino al rifugio Grassi. Da qui in poi manca completamente l'indicazione per la salita alla Cima di Camisolo, ma con una buona cartina la vetta è chiaramente individuabile e raggiungibile ad intuito.

Eventuali pericoli
Nessuno.
Presenza di acqua
Durante questa camminata l'acqua sicuramente non mancherà, anche in pieno inverno e con freddo molto intenso, ho trovato torrenti e fonti a cui dissetarsi. Una prima fonte con tanto di bicchierino la si incontra dopo circa 30 minuti di cammino, lungo una leggera discesa nel bosco. In più punti avremo la possibilità di attraversare torrenti e rigagnoli. Presso il rifugio Grassi, raggiungibile in meno di 3 ore dal parcheggio, potremo bere, considerando che la struttura è aperta anche in inverno nei fine settimana.
Punti di appoggio
Numerose baite, stalle e baitelli si incontrano lungo tutto il percorso. Le principali sono: Baita Lavez a 1511 metri di quota, poco fuori dal bosco, dopo circa 1 ora e mezza da Costa di Valtorta. Poco alla sua destra si vede una seconda baita alla stessa altezza. Più avanti di mezz'ora, arriveremo ad un baitello (baita Cavallero) poco utile ma comunque presente. Da qui in altri 20 minuti eccoci all'Alpeggio Camisolo-Lavezzo, presso la baita Caserone, a 1859 metri di quota, dove c'è ampio spazio per ripararsi. Poco prima del Grassi, ecco due stalle aperte, a circa 20-25 minuti dal Caserone. Oltre il Grassi non troveremo nulla.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Ramponi.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Il Passo di Camisolo mette in comunicazione la valle Brembana con la Val Biandino. Poco sotto il passo sorge il bel rifugio Alberto Grassi, frequentata meta sia nel periodo estivo che in quello invernale. Dal rifugio passa il sentiero n. 101 delle Orobie che proviene dai Piani di Bobbio ad Ovest e prosegue verso Est portandosi sotto al Pizzo dei Tre Signori, una delle montagne più frequentate dagli escursionisti bergamaschi, milanesi e lecchesi. Tra queste due rinomate mete, unite da una lunga dorsale che diviene poi cresta, si trova la Cima del Camisolo, molto meno nota delle altre vette della zona e poco frequentata. La maggior parte delle persone che dal Grassi salgono al Tre Signori, passano nei pressi della Cima del Camisolo, senza nemmeno degnarla di uno sguardo e quasi nessuno compie la breve deviazione che consente di salirne la sommità. Eppure, l'intero percorso da Valtorta merita sicuramente la fatica necessaria per la lunga salita, specialmente quando le condizioni climatiche e dei sentieri non consentono di proseguire verso l'ancora lontano Pizzo dei Tre Signori.
Descrizione percorso
Arrivati a Valtorta, paesello della Valle Brembana, presso una rotonda con una torre al centro, andiamo a destra, seguendo le indicazioni per la località Costa. Attraversiamo un ponte e cominciamo a salire lungo una strada asfaltata. Più avanti, ad un bivio, deviamo verso sinistra, in coincidenza con una palina che indica il rifugio Grassi e la Via Costa. Poco oltre il bivio un segnale stradale impedisce di proseguire alle automobili non autorizzate. Proseguiamo ancora il minimo necessario per parcheggiare sul lato destra della strada. Iniziamo quindi a camminare lungo la ripida strada asfaltata che prosegue verso Costa. Ad un primo tornante la pendenza aumenta sensibilmente ed il fondo diviene cementato. In circa 20 minuti di ripida salita arriviamo alle case della frazioncina. Poco oltre queste, la strada perde pendenza e diviene sterrata. Qui un altro cartello segna divieto di transito (forse era possibile arrivare fin qui in auto, ma non ci sono posti per parcheggiare). Superiamo una bella santella votiva e ci immergiamo in un bosco di faggi. Poco più avanti abbandoniamo la strada per scendere verso sinistra seguendo una freccia con riportata la direzione ed il tempo necessario per giungere al rifugio Grassi (3 ore da qui). Il tracciato prosegue in falsopiano, a mezzacosta, tra faggi di varie dimensioni, tagliando il ripido fianco della vallata. Superiamo una prima baita ed iniziamo una leggera discesa verso il fondo della valletta. In lontananza fa bella mostra di sé il Pizzo Tre Signori. Poco prima di arrivare fiumiciattolo, sulla destra vediamo una piccola fonte d'acqua con tanto di bicchierino. Qui attraversiamo un torrente grazie a due piccoli ponticelli. Dall'altra parte del torrente, iniziamo a salire lungo un sentiero a gradini sassosi. Bella la vista verso il gruppo del Barbesino e della Corna Grande. Passiamo a fianco di una seconda baitella e proseguiamo a guadagnare rapidamente quota. Superiamo una palina proseguendo lungo l'evidente sentiero. La vegetazione improvvisamente cambia e le conifere prendono il posto dei faggi, ma solo per un breve tratto. Presto torneranno le latifoglie. Giunti ad una piccola radura nel bosco, ecco un'altra palina con indicazioni per il rifugio e per la frazione Costa. Camminiamo ora in falsopiano in una bellissima faggeta. Con scarsa pendenza scendiamo qualche metro di quota. Superiamo un valloncello che scende dalla nostra destra e più avanti un secondo valloncello più marcato e profondo. Subito oltre questo lasciamo il rudere di una baitella alle cui spalle si vede una piccola cavità sotto un grosso masso. Scendiamo poi verso un torrentello (palina) per attraversarlo e risalire nuovamente. Da qui sono ben visibili i contrafforti del Tre Signori che si innalzano con vari pinnacoli e torrioncini rocciosi. Risaliamo una valletta boscosa che nella parte alta piega a sinistra per poi tornare verso destra. Improvvisamente eccoci sbucare fuori dal bosco. Davanti a noi si apre un ambiente bellissimo: un ampio e ripido prato punteggiato da ginestre, una bella baita in posizione assolata alle cui spalle sorge un piccolo bosco di abeti e dietro il tutto si innalzano le ripide e rocciose pendici del Pizzo Tre Signori e l'aguzzo torrione del Pizzo San Giovanni sulla destra. Senza raggiungere la baita, si tratta della baita Lavez a 1511 metri di quota, saliamo verso un grosso faggio sul cui tronco è dipinto un bollo del sentiero. Poco sopra entriamo in una valletta con il tracciato che prosegue sul suo lato destra per poi risalire sul versante opposto e riprendere velocemente quota. Man mano saliamo, lo sguardo può godere della bellissima conca appena attraversata. Ora proseguiamo verso Sud puntando ad una dosale davanti a noi. Senza raggiungerla, pieghiamo a destra e la costeggiamo restandole poco sotto. Superiamo la Baita Cavallero (circa 2 ore dalla partenza) e continuiamo in leggera salita fino ad un'ampia sella erbosa sulla cui destra si notano due grossi cumuli di sassi. Da qui il panorama si apre sulla vallata verso il Passo Camisolo (ancora non visibile) e sulla lunga dorsale che dal Passo del Toro si sviluppa fino al passo suddetto; sono ben visibili le dolci cime erbose dello Zuc di Valbona e di Cam, nonché il Monte Foppabona. Riprendiamo a camminare senza fatica su aperti pascoli fino alla Baita Caserone che superiamo per immetterci in un recinto di pietre. Usciamo dal recinto e riprendiamo a salire in modo regolare fino ad un abbeveratoio in cemento. Qui ora andiamo a destra lungo dolci pascoli fino ad arrivare ai piedi di un valloncello stretto e ripido che scende dalla nostra destra. Continuiamo a salire ed in breve ecco che vediamo in lontananza il rifugio Grassi, preceduto da due stalle poco lontane. Arrivati alle stalle, non ci resta che andare leggermente verso destra ed arrivare al rifugio (2 ore e mezza dalla partenza). Passiamo dietro al rifugio e saliamo al vicino Passo di Camisolo che raggiungiamo in 5 minuti di cammino. Andiamo ora verso destra seguendo la dorsale erbosa che sale ripida fin sulla cima rotondeggiante di questo rilievo privo di nome, a quota 2087 metri. Lo sguardo spazia dal Monte Legnone al Pizzo di Trona con il vicino Tre Signori. Sotto di noi si sviluppa la lunga Val Biandino. Scendiamo lungo la dorsale opposta a quella di salita, seguendo la logica prosecuzione della cresta che docile e regolare ci conduce poco sopra alla Bocchetta Vaghi di Sasso (palina poco sotto la cresta con quota sbagliata di 1976 metri...), circa 60-70 metri sotto la cima. Dalla bocchetta riprendiamo a salire, sempre seguendo la dorsale verso l'ormai evidente e vicina vetta della Cima Camisolo. A circa metà della salita, abbandoniamo la cresta per spostarci verso destra, tagliando i ripidi fianchi erbosi della montagna. Al termine del traverso, saliamo verso un evidente doppia spalletta con un saltino roccioso in mezzo. Superata la spalla, proseguiamo ancora poche decine di metri fino a tornare in cresta che ora seguiamo verso sinistra, abbandonando il suo sviluppo verso il dominante Tre Signori. Siamo in zona Pian delle Parole. Torniamo quindi in direzione del Passo di Camisolo, salendo verso la vicinissima Cima di Camisolo che si presenta piuttosto appiattita, a dispetto di come appariva dal lato opposto, ma estremamente panoramica. Oltre al Legnone, è ben visibile il Pizzo Alto, la lunga costiera che sovrasta la Val Biandino e conduce al rifugio Santa Rita, il Pizzo di Trona, il Tre Signori, l'intera dorsale dai Piani di Bobbio fino al rifugio Grassi ed il dosso senza nome appena salito (1 ora scarsa dal rifugio).
Discesa
Rifacciamo il percorso della salita al contrario fino alla Bocchetta Vaghi di Sasso. Da qui, senza salire lungo la dorsale che porta al dosso senza nome, proseguiamo in mezzacosta verso sinistra. Girata la costa che scende dalla nostra destra, siamo in vista del rifugio Grassi che raggiungiamo in breve lungo il sentiero n. 101. Dal rifugio non ci resta che ripercorrere il sentiero 104 a ritroso ed in circa 2 ore abbondanti arriveremo all'auto.

Note
La zona che precede il rifugio Grassi è molto frequentata da camosci che scorrazzano su e giù per i ripidi pendii erboso lasciandosi ammirare dagli escursionisti. Attorno al rifugio sorgevano un tempo varie miniere delle quali restano numerose testimonianze.
Commenti vari
Avendo dimenticato in auto la cartina, una volta giunto al rifugio Grassi e mancando le indicazioni, non sapevo quale fosse la vetta della Cima Camisolo e, nel dubbio tra due, ho pensato bene di salire entrambe le montagne ad Est del Passo di Camisolo, lungo la dorsale che porta verso il Pizzo dei Tre Signori. In realtà la prima di queste è solo un dosso senza nome (sarebbe bello nominarlo Zucco o Dosso di Camisolo, vista la vicinanza con il passo omonimo), con quota 2087 metri, mentre la Cima di Camisolo è decisamente più ad Est. Poco male, ho pensato che qualche metro in più di dislivello potesse solo farmi bene... ma la prossima volta sarebbe meglio ricordarsi tutto il necessario! Il rifugio Grassi si trova ad una quota di 1987 metri sul livello del mare, eppure l'insegna sul muro dell'edificio riporta la quota di 2000 metri; così anche alcuni cartelli posti nelle vicinanze; si tratta di un bell'arrotondamento in eccesso che forse vuol dare maggior lustro al rifugio, senza che questo ne abbia bisogno.
   

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Salendo verso Baita Lavez con il Pizzo S. Giovanni a dx

Il rifugio Alberto Grassi con lo Zucco di Valbona a sx

   

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Omar al Grassi con il Pizzo dei Tre Signori alle spalle

La Cima di Camisolo dalla Bocchetta Vaghi di Sasso

   

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Il dosso senza nome e il rifugio Grassi nel cerchio

Lo Zuc di Cam e di Valbona e il dosso senza nome

   

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Dalla Cima di Camisolo verso il Pian delle Parole ed il Tre Signori

Omar sulla vetta della Cima di Camisolo