Monte Valegino e Monte Cadelle (cresta sud-ovest)

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Località Piano - Foppolo (BG)
Quota partenza 1587 Mt. Quota di arrivo 2483 Mt.
Dislivello totale 1100 Mt. Data di uscita 08/08/2015
Ore di salita 3 h. 30' Ore di discesa 3 h.
Sentieri utilizzati n. 202 Giudizio sull'escursione Bella
Sass Balòss presenti Omar Difficoltà EE
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bella giornata di sole. Percorso ben segnalato fino ai piedi del Valegino. Da qui in poi si cammina per tracce poco evidenti e tratti senza sentiero. I bolli riprendono dal Passo di Dordona a Foppolo. Attenzione durante la discesa della pietraia dal Cadelle al Passo di Dordona durante la quale non esiste nemmeno la traccia.

Eventuali pericoli
Chi volesse percorrere l'intera cresta di discesa dal Cadelle al Passo di Dordona deve prestare la massima attenzione durante alcuni tratti molto esposti ed altri friabili. Anche la discesa dal Valegino ha alcuni punti molto esposti.
Presenza di acqua
No
Punti di appoggio
Troverete la Baita del Buco ai piedi del Valegino dopo circa 45' di cammino. Al Passo di Dordona ci sono i resti di alcune trincee di guerra che possono offrire un ottimo riparo.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Nulla.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Interessante escursione in un ambiente aperto ed arioso, ricco di panorami ampi. Per le sue caratteristiche, richiede una certa esperienza di sapersi muovere su terreni esposti, non sempre segnalati o tracciati. Il dislivello medio e la lunghezza la rendono fattibile anche se non allenatissimi, ma comunque capaci di affrontare creste in parte rocciose.
Descrizione percorso
Arrivati a Foppolo, in alta Val Brembana, si seguono le indicazioni per la località Piano. Dopo poche centinaia di metri lungo una ripida stradina a sinistra della strada principale, asfaltata di recente, si lascia l'auto in un piccolo parcheggio nei pressi di un gruppetto di case. Qui termina la strada. Si prende l'evidente sterrata che scende per poche decine di metri verso un ponticello. Superato il ponte, si devia subito a destra seguendo per un breve tratto il corso del torrente che scende dall'alto. Qui si trova un'indicazione per il Passo di Tartano. Poco dopo il sentiero abbandona il torrente per piegare a sinistra ed entrare in un fitto bosco di abeti. Si procede su un sentierino stretto con vari tornantini ed una certa pendenza. Terminati i tornanti si prosegue lungo un rettilineo che taglia il ripidissimo pendio del bosco, fino ad un evidente bivio. Qui andiamo a destra. Numerose frecce indicano ancora il Passo di Tartano. La pendenza ora è decisamente elevata. Usciti dal fitto del bosco ci troviamo a camminare tra felci, lamponi, mirtilli e cespugli. Qui il tracciato è incerto a causa dell'erba alta, ma con un minimo di attenzione e tenendo la sinistra, arriviamo ben presto ad un lungo falsopiano in mezzacosta. Il percorso ora compie un ampio semicerchio attorno al Monte Arete. Numerosi scorci alla nostra sinistra ci permettono di godere bei panorami sulla zona del Pegherolo e del sottostante nucleo di alberghi di San Simone, fino alla Cima di Lemma. Il sentiero prosegue con vari saliscendi dolci, passando tra prati, boschetti ed attraversando alcune ripide e strette vallette che scendono dall'alto. Attraversata una microscopica pietraia, proseguiamo fino ad un grande prato nel quale si vede un recinto in pietra. Qui si prosegue sempre in mezzacosta spostandoci sul versante del Monte Arete che guarda verso il Passo di Tartano, visibile dopo pochi minuti, ma ancora lontano. Terminato il prato ci troviamo tra piccole pietraie chiare, punteggiate da larici. Continuiamo fino ad un valloncello al cui centro si vede una baitella, si tratta della Baita del Buco, posta a 1936 Mt. di quota. Per arrivarci dobbiamo attraversare un piccolo corso d'acqua. Ci portiamo sul retro della baita e seguiamo la direzione indicata dalla linea del tetto della piccola struttura, risalendo liberamente il valloncello davanti a noi. Al suo termine ci troviamo in un vallone più ampio ad una quota di circa 50 Mt. superiore, posto tra il Monte Arete a destra ed il Valegino a sinistra. Proseguiamo stando sulla sinistra del vallone e rimontando verso la lunga dorsale che scende dal Valegino al Passo di Tartano. Attraversiamo una zona ricca di muretti a secco, dove alcuni cavalli pascolano liberi. Una volta giunti alla prima dorsale, dalla quale è ben evidente, in lontananza, il Passo di Tartano, si piega a destra. Questa dorsale ci porterà a quella che collega il Valegino al Passo del Tartano. Questo tratto di collegamento presenta un paio di salti rocciosi di cui il secondo un poco impegnativo (I grado). Giunti sulla cresta vera e propria, la seguiamo verso destra senza più particolari problemi. A volte è richiesto l'uso delle mani per mantenere l'equilibrio, ma nulla di impegnativo. La pendenza della seconda parte sono notevoli ma le difficoltà scarse. Giunti in vetta al Valegino, 2415 Mt., dopo circa 1h 30', ci godiamo il bel panorama che tra le altre cime, ci permette di vedere anche la nostra successiva metà, il Monte Cadelle. Per arrivarci, dobbiamo prima scendere lungo l'impegnativa ed esposta cresta nord che ci porterà direttamente al Passo di Porcile. Il percorso è delicato, ripido e quasi sempre esposto. I passaggi non sono tecnicamente difficili (massimo I grado), ma la tipologia di roccia e l'esposizione richiedono una costante attenzione da parte nostra. Una mezza dozzina di ometti ci aiuta ad individuare il percorso corretto nei punti poco chiari. Il tratto più impegnativo è rappresentato da un salto roccioso a circa 2/3 di discesa verso il passo e può essere evitato aggirandolo con cura sulla destra. Dal Passo di Porcile si sale direttamente e fedelmente la cresta sud-ovest del Monte Cadelle, ignorando le indicazioni della via Normale alla medesima montagna che si dirigono invece verso destra, per poi salirne il fianco. Lungo la cresta non si incontrano bolli o ometti di nessun tipo e la traccia, labile all'inizio, si perde subito dopo i primi facili salti rocciosi. Salendo sul filo di cresta incontreremo un paio di punti più delicati, uno dei quali in discesa e che richiedono una facile arrampicata di I grado piuttosto esposta ed altri più facili, ma ancora più esposti su ripidissimi pendii erbosi e canalini. Arrivati in vetta (2483 Mt.; 1 h. 30' abbondanti dal Valegino) il panorama ci regala grandi emozioni: dalla zona del Badile all'Adamello, passando per i vicini monti delle orobie.
Discesa
Il percorso normale per scendere dal Cadelle segue il tranquillo versante sud della montagna che porta nuovamente al Passo di Porcile e da qui si può scendere facilmente a Foppolo lungo il sentiero n. 201. Preso invece da un raptus improvviso, ho pensato bene di percorrere la complicata e a tratti difficile cresta est, della quale non conoscevo lunghezza, sviluppo, caratteristiche e difficoltà. Inizialmente la cresta scende camminabile, senza indicazioni né segni di passaggio, anche se molto esposta, verso il lontanissimo Passo di Dordona. Dopo poche decine di metri iniziano le prime difficoltà di I grado con alcuni bei passaggi su roccia molto esposta su prati verticali e canalini verso destra e pareti rocciose verso sinistra. Arrivati ad un evidente intaglio, verso destra scende un canale erboso utile in caso di ritirata, e sarà proprio da qui che più tardi, tornando indietro verso la cima, abbandonerò la cresta. Si prosegue oltre l'intaglio, sempre sul filo sottilissimo della cresta con altri passaggi molto esposti e difficoltà crescenti. I punti più complicati sono sempre in discesa e ciò causa un aumento apparente delle difficoltà oltre il II grado. Arrivati ad una lama, si scende verso destra, per poi tornare subito in cresta. Qui si apre il secondo canale, sempre a destra, ben più ripido del precedente e con un salto roccioso verso il suo termine (per cui ve lo sconsiglio vivamente in caso di rinuncia). Arrivato a questo punto, non conoscendo l'evolversi del percorso, ho preferito, saggiamente o codardamente, tornare verso la vetta e scendere dal primo canalino erboso. La discesa da questo ripido canale avviene con molta cautela fino ad arrivare nel vallone sottostante nel versante bergamasco. Arrivati sul fondo del canale, si può proseguire, senza traccia, con percorso libero, in mezzacosta verso sinistra fino ad incrociare nuovamente la cresta molto più avanti e ad una quota inferire, nei pressi di una palina che indica il divieto di caccia, in coincidenza di una selletta. Da qui si può riprendere la cresta, ma vista l'esperienza precedente, ho preferito scendere lungo il versante valtellinese attraverso una ripida e labirintica pietraia priva di qualsiasi segnale e che dopo varie difficoltà d'orientamento per trovare il percorso più logico e semplice, in base alla morfologia dell'ambiente, mi ha consentito di arrivare sulla ampia strada che dalla Valtellina sale al Passo di Dordona. Si sbuca poche centinaia di metri prima del passo e, seguendo la strada sterrata verso destra, vi si arriva in pochi minuti. Poco più in basso è ben visibile il rifugio Dordona. Dal Passo, dopo una breve visita delle trincee di guerra della Linea Cadorna, si scende lungo il comodo ed erboso sentiero 202 che in circa 1 ora porta a Foppolo. Poco dopo il passo, il sentiero si divide in due, noi seguiamo il ramo di destra, il ramo di sinistra che porta verso il Montebello e il Lago Moro. Lungo la discesa, tra i prati, giunti ad un bel pianoro erboso al cui centro si trova un baitello, si attraversa un ponticello di legno e e subito si piega a sinistra (palina in legno bianca e rossa). Dopo poco si arriva ad una serie di grandi paravalanghe posti a difesa dell'abitato di Foppolo. Il sentiero 202 va a sinistra, ma noi proseguiamo diritti dietro i paravalanghe. Superiamo un paio di baite isolate e poi una terza. Qui scendiamo in un bel boschetto di abeti e, rimanendo alti, arriviamo ad una quarta baita diroccata. In basso si vede bene il gruppo di case della località Piano dove abbiamo lasciato l'auto e, con percorso più o meno libero, scendiamo ad essa.

Note
Sulla cima del Monte Cadelle si trova una particolare scultura metallica che rappresenta un l'arcangelo Gabriele con tre facce rivolte alle valli Brembana, Lunga e Madre, per proteggerle da eventi disastrosi; mentre sulla cima del Valegino, qualche anno fa vi era una piccola croce alla quale erano appesi alcuni vecchi chiodi da roccia, purtroppo croce e chiodi non ci sono più ed al loro posto vi è solo un mucchietto di sassi. Troverete molto interessanti le tricee di guerra del Passo di Dordona, alcune illuminate, appartenenti alla famosa Linea Cadorna.
Commenti vari
Se mi fossi informato prima delle caratteristiche della lunga cresta est che dal Cadelle scende al Passo di Dordona, probabilmente non l'avrei seguita: essa viene salita in senso opposto, dal passo alla cima, solo da pochissimi escursionisti all'anno e presenta difficoltà su roccia attorno al II grado molto esposti, ed alcuni tratti molto friabili ed una calata in doppia lungo un canalino friabile, il tutto per tempi di percorrenza di circa 2 ore e mezza. Ma ora il seme della curiosità è stato gettato e vedremo al più presto di percorrerla in questa direzione.
   

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Omar sulla cima del Valegino

Al centro la cresta di discesa dal Valegino

   

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Lungo la cresta di salita del Cadelle, sullo sfondo il Valegino

Omar sulla cima del Cadelle

   

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L'inizio della tentata cresta est in discesa del Cadelle

L'itinerario nel vallone verso il passo di Dordona

 

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