Freddo
e vento boreali! Raramente mi capita di avere i piedi ghiacciati e
questa è stata una di quelle poche volte, per non parlare delle mani.
Un vento teso e freddo ha creato le condizioni per rendere questa
camminata piuttosto impegnativa sotto l'aspetto climatico; la neve non
pestata e molto farinosa ha reso impegnativo anche da un punto di vista
fisico la giornata. Ne è uscita un'escursione inaspettatamente
piuttosto faticosa e impegnativa, ovviamente non per le caratteristiche
della mèta, ma per le suddette condizioni incontrate. Il manto nevoso,
abbondantemente spostato dal vento, superava spesso e volentieri le
ginocchia. Le impronte lasciate all'andata sono state coperte dalla
neve mossa dal vento già durante il ritorno. Sentieri comunque ben
segnati, ma in caso di neve fate attenzione ad alcune possibili
varianti non ben indicate.
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Descrizione generale Normalmente
il bivacco Zamboni, posto sotto la bocchetta di Budria, in alta Val
Brembana, nei pressi del confine con la Valtellina, è facilmente
raggiungibile con una semplice e veloce camminata tra boschi e prati,
gratificando l'escursionista con piacevoli paesaggi e belle viste. Nel
caso di terreno innevato, l'escursione, pur restando facile e priva di
ogni difficoltà, diviene decisamente più faticosa, viste le pendenze
spesso sostenute del tracciato, ma anche più interessante e
remunerativa, sia per gli scenari innevati che per i panorami
incantati.
Descrizione percorso
Con
l'auto saliamo fino al pease di Mezzoldo, in Valle Brembana,
proseguiamo fino all'inizio della salita per il Passo San Marco e
parcheggiamo nei pressi del rifugio Madonna delle Nevi. In inverno la
strada per il passo non viene pulita dalla neve e una sbarra chiude
l'accesso al valico, proprio nelle vicinanze del suddetto rifugio. A
piedi seguiamo la strada asfaltata, se dovesse risultare innevata, e
proseguiamo fino al tornante n. 5 (1451 Mt.). Da qui andiamo
a destra e saliamo lungo un ampio prato verso un paio di baite ben
visibili sopra di noi, sul lato destro della radura erbosa. Passiamo
tra alcune baite (Baite Pigolotta, 1524 Mt.) e continuiamo con
pendenza più tranquilla e poi in leggera discesa in un boschetto di
abeti. Scendiamo fino ad attraversare un torrentello. Risaliamo
dolcemente sul versante opposto della valletta. Poco dopo iniziamo una
ben più ripida salita con numerosi ampi tornati. Passiamo nelle
vicinanze di un baitello sulla destra, poco discosto dalla nostra
traccia. Arrivati ad una palina, troviamo le indicazioni per il bivacco
Zamboni ed il sentiero n. 124A verso destra. Andando invece verso
sinistra, tornerebbe alla strada che sale al Passo San Marco, in
corrispondenza del tornante n. 9 (in estate è possibile parcheggiare
presso tale tornante ed accorciare ulteriormente la salita). In breve
arriviamo ad un'ampia radura tra abeti. Qui riprendiamo una ripida e
costante salita con piacevole vista sulla zona del Monte Fiorano, e la
dorsale che fa da confine con la Valtellina. Camminiamo tra radure ed
abeti isolati, fino ad arrivare ad un incrocio con il "sentiero delle
casere". Qui una palina ci indica di seguire il sentiero n. 124 per il
rifugio Balicco ed il nostro bivacco. Siamo su una costa che scende
dall'alto. Andiamo a sinistra e rimontiamo la costa. Poco distante da
noi vediamo la Casera Azzaredo, nelle vicinanze del sentiero sulla
sinistra. Ora la vista, non più chiusa dalla vallata, si apre sul Monte
Fiorano e sul resto della costiera di confine, verso Sud, invece la
vista spazia sulla zona del Dosso Gambetta e poi verso i monti della
bassa valle Brembana. Saliamo fino a superare la baita Arletto (1860
metri). Da qui il panorama e l'ambiente si fanno molto piacevoli.
Possiamo facilmente riconoscere alle nostre spalle la zona del Monte
Avaro, con il Triomen, il Tribortoi ed il Monte Valletto. Proseguiamo
oltre la baita entrando in una piccola valletta punteggiata di abeti.
Poco dopo pieghiamo verso sinistra. Ad un certo punto, il sentiero per
il rifugio Balicco taglia un evidente pendio verso destra, transitando
sopra la Baita dell'Orso, ma le condizioni di neve instabile, hanno
suggerito di rimanere sulla sinistra e compiere un giro in senso
orario, più lungo, ma decisamente più sicuro. Tale giro ci porta fino
ad un grande ometto di sassi, alto circa 2 metri, posto più di lato
rispetto al bivacco da raggiungere. In alto è ben evidente la Bocchetta
di Budria, raggiungibile lungo un facile canale grazia ad una serie di
stretti tornantini. Dall'ometto, scendiamo verso una conca
semipianeggiamte e poi tendendo verso sinistra, in un valloncello fino
ad intravedere il bivacco sulla sinistra.
Discesa
Ripercorrere
il tracciato della salita, anche per sfruttare la traccia creata. È
però possibile compiere alcune varianti che durante il ritorno ci
possono portare a visitare altre zone limitrofe e tornare comunque al
punto di partenza. Per esempio è possibile scendere verso il rifugio
Madona delle Nevi, passando dalla Baita Casù, oppure dal bivacco
dell'Orso.
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