Zona
montuosa |
Dolomiti del
Brenta |
Località
di partenza |
Rif. Graffer
(TN) |
Quota
partenza |
2261 Mt. |
Quota di
arrivo |
2272 Mt.
(rif. Tuckett) |
Dislivello
totale |
+700 Mt.
circa |
Data di
uscita |
26/06/2005 |
Ore di
salita |
4 h. 30' il
sentiero Benini |
Ore di
discesa |
1 h. 30' dal
rif. Tuckett a Vallesinella |
Sentieri utilizzati |
n. 315, 305,
317 |
Giudizio sull'escursione |
Ottima |
Sass Balòss
presenti |
Omar, Gölem |
Difficoltà |
EEA |
Condizioni
climatiche e dei sentieri |
Ottima la segnalazione, ben protetti i
tratti esposti e friabili del percorso, attenzione solo ad alcuni
passaggi sotto alcune altissime pareti dalle quali potrebbero cadere
sassi. Noi abbiamo trovato sole e caldo, per cui la neve anche nei
canaloni era poca, nel caso di neve residua attenzione perché alcuni
tratti sono molto ripidi. |
Eventuali pericoli |
Nessuno in particolare, se non i già
citati sassi e eventualmente la neve sulle cenge più esposte. |
Presenza di acqua |
Al rifugio Graffer, al rifugio Tuckett e al rifugio Casinei. |
Punti di appoggio |
I già citati rifugi. In caso di
temporali è possibile ripararsi in alcuni anfratti naturali lungo
il percorso. |
Materiale necessario oltre al tradizionale |
Caschetto, set da ferrata, ramponi (ad
inizio stagione). |
Caratteristiche dell'escursione |
Descrizione Generale
Il
sentiero attrezzato Benini si presenta bellissimo e facile attraversando
ambienti affascinanti e aspri. Non incontrerete nessuna difficoltà
tecnica e anche i tratti attrezzati sono molto facili anche se
un po' esposti. Se compiuto nel senso dal Graffer al Tuckett,
non ha nemmeno grossi dislivelli in salita,il punto più alto è
a circa 2900 Mt., da lì in poi inizia una ripida e lunga discesa
verso il rif. Tuckett, per cui non è particolarmente faticoso.
Bellissimi alcuni scorci che ci lasciano ammirare le cime più
famose del gruppo.
Descrizione Percorso
Raggiungere il rifugio
Graffer e continuare, su comodo sentiero, fino al Passo Grostè dove una
deviazione con evidenti indicazioni (sentiero n. 305) ci invita
a proseguire verso sinistra. Il terreno cambia immediatamente,
ci troviamo adesso a camminare su enormi placche calcaree quasi
pianeggianti solcate da grossi intagli. Continuando a salire con
percorso evidente si arriva ad una pietraia e da qui, salendo
per gradoni rocciosi, arriviamo all'attacco del sentiero attrezzato,
posto su una spalla tra la parete rocciosa e il vallone appena
risalito (a destra sale la normale a Cima Grostè, indicata con
bolli rossi, al bivio si trova la targa di inizio del sentiero
Benini). La parte più faticosa è stata superata, adesso ci aspetta
un lungo saliscendi tra cenge e canaloni. Indossato l'imbrago
e assicurati nei punti più esposti, proseguiamo ammirando il panorama.
Superata una lunghissima cengia in ripida salita, arriviamo alla
bocchetta dei Camosci, dietro la mole rocciosa di Cima Grostè,
e dopo pochi minuti ci troveremo al punto più alto del percorso
(indicato su una masso, 2900
Mt., qui è presente un' ulteriore scritta con freccia che indica
la normale a Cima Falkner, che si raggiunge in soli 20 minuti
salendo i 100 metri di dislivello sovrastanti).
Da qui in poi si inizia
a scendere con attenzione, perché il sentiero diviene improvvisamente
molto ripido, con salti
e gradoni. Le funi in acciaio rendono tutto sicuro fin sul fondo
di un grande vallone, da qui si sale ancora un poco, e si attraversano
alcuni brevi e stagionali tratti innevati.
Scendendo
sempre lungo il sentiero Benini si raggiunge la Bocca Alta di
Vallesinella (2800 Mt. circa), poi si scende ancora sul versante
Ovest fino ad arrivare dove una volta c'era la Vedretta Superiore
di Vallesinella (ora solo qualche traccia di neve), si vedono
a sinistra i bolli rossi e gli ometti che conducono alla Cima
Sella e poi scendendo ancora pochi metri si nota su un masso un
asterisco in vernice rossa, poco dopo un altro ancora, e poi il
sentiero, in vista del bel pinnacolo del Castelletto Superiore
di divide in 2: proseguendo a sinistra prosegue il sentiero attrezzato
Benini il quale arriverà fino alla Bocca di Tuckett (ci sono delle
lunghe scale per scendere alla Bocca, scomode in caso di periodo
affollato di escursionisti), noi invece scendiamo per il sentiero
di destra, che è il Sentiero Dallagiacoma (n. 315), che, rapidamente,
passando a nord del Castelletto Superiore, fa perdere quota con
alcuni tratti attrezzati sulle roccette a gradoni, è fin troppo
segnato (bolli a volte ogni 2 metri), e infine, transitando sulla
ghiaia di fondovalle, discende al rifugio Tuckett.
Discesa
Dal rifugio Tuckett mediante comodo sentiero si scende a Vallesinella
di Madonna di Campiglio in un'ora e mezza.
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Note |
Unico
appunto che ci sentiamo di muovere a questo bel percorso è che i
punti di ancoraggio delle funi in acciaio dei tratti attrezzati
sono troppo ravvicinati (anche 1 metro tra un fermo e l'altro...)
per cui obbligano a continui attacchi e distacchi dei moschettoni.
Alla lunga la cosa è snervante, sarebbe stato meglio una distanza
di almeno 4-5 Mt. in modo di ridurre le operazioni di assicurazione,
almeno nei tratti in cengia, poco ripidi. |
Commenti vari |
Purtroppo
la macchina digitale ha esaurito le pile proprio alla partenza dal
rif. Graffer, il Luca e il Bertoldo ci hanno fatto un paio di foto
prima che i nostri itinerari si dividessero, magra consolazione,
visto l'ambiente favoloso attraversato che meritava decine di scatti; tranne
la prima, le foto qui inserite sono state realizzate nell'estate
del 2003. |
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Alla partenza,
sullo sfondo il gruppo del Brenta
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Sul sentiero Benini
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Un
tratto un po' esposto della ferrata
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Il
tratto in ripida discesa
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La
caratteristica torre del Castelletto Superiore, dove si stacca
il sentiero Dallagiacoma
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