Monte Alben/Punta della Croce - Ferrata Pierangelo Maurizio

 
Zona montuosa Alpi Orobie - Sottogruppo dell'Alben Località di partenza Conca dell'Alben - Oltre il Colle (BG)
Quota partenza 1250 Mt. circa Quota di arrivo 1978 Mt. vetta Punta della Croce
2019 Mt. vetta M. Alben (facoltativo)
Dislivello totale +250 Mt. per l'attacco
+478 Mt. per ferrata e cima Punta della Croce
+41 Mt. per la cima dell'Alben (facoltativi)
Sentieri utilizzati n. 501, 502, 525
Ore di salita 40' per l'attacco
2 h. la ferrata
30' per la vetta del Monte Alben (facoltativo)
Ore di discesa 1 h. 30'
(2 h. dalla vetta del Mone Alben)
Esposizione Nord Giudizio sull'escursione Bella
Data di uscita 13/07/2019 Difficoltà EEA
Sass Balòss presenti
Omar.
Condizioni climatiche e dei sentieri

Bella giornata di sole. Sentieri evidenti ma segnalati in modo lacunoso e poco evidente nella prima parte fino all’attacco della ferrata. Dal termine della ferrata fino alla vetta della Punta della Croce e poi verso il Monte Alben il percorso diviene ottimamente segnato e così anche in discesa dal Passo della Forca. Prima parte della ferrata lungo lo zoccolo soggetta a caduta di materiale sassoso e terroso, poi, a parte un traverso esposto e nell’ultima parte non attrezzato, la salita diviene sicura. La via, aperta nel 2013, è attrezzata con cavo metallico e numerosi pioli in ottimo stato di manutenzione, salvo alcuni fittoni di metallo non proprio stabili lungo la prima parte dello zoccolo. Non presenta vie di fuga.

Eventuali pericoli
I soliti di una ferrata in ambiente abbastanza selvaggio. Attenzione alla prima parte della salita lungo lo zoccolo prima della vera e propria ferrata, qui si cammina su ripidi tratti molto franosi ed è facile far cadere qualche sasso o blocchi di terra su escursionisti sotto di noi.
Presenza di acqua
Troverete di che dissetarvi presso lo spartano ma accoglientissimo bivacco del Gioan.
Punti di appoggio
Il suddetto bivacco del Gioan, a circa 1855 metri di quota, piccolo rifugio ricavato ad arte sotto ad alcuni enormi massi, offre riparo in caso d'emergenza, nonché ogni genere di conforto per l’escursionista di passaggio. In cambio si chiede solo una piccola offerta e tanto rispetto per la struttura così ben tenuta e rifornita. Scendendo dal Passo della Forca verso l’auto, in pochi minuti arriveremo ad una deviazione verso destra che ci conduce al bivacco Nembrini (1773 metri di altezza) posto alla base del bellissimo torrione roccioso omonimo; per accedervi occorre chiedere le chiavi alla sottosezione del CAI di Valserina e Serina (tel. 035-708988).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Come di consueto: set da ferrata completo di dissipatore, casco ed imbraco. Evitare scarponi troppo rigidi.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Bella e mai difficile ferrata prevalentemente verticale, ma ricca di appoggi artificiali che ne rendono più agevole la risalita. Possiamo dividere in tre parti ben distinte il precorso attrezzato: una prima parte sale un facile ma faticoso zoccolo misto di rocce ed erba posto alla base dell'anticima est della Punta della Croce; una seconda parte più impegnativa che affronta bellissime paretine e spigoli più o meno marcati di ottima roccia calcarea; una terza parte lungo semplici creste erbose frammiste a facili saltelli e gradoni rocciosi. La ferrata termina poco prima della vetta, per cui risulta d'obbligo salire per altri 10 minuti un bel sentiero tortuoso che conduce senza alcuna difficoltà alla croce di ferro posta sulla Punta della Croce. Da qui possiamo, una volta ridiscesi al sottostante Passo della Forca, proseguire fino alla bella cime dell'Alben, principe indiscusso delle montagne di questa bella conca calcarea, percorrendo una facile e divertente traccia ben segnalata che serpeggia tra rocce e cenge erbose.
Descrizione percorso
Raggiunto il paese di Oltre il Colle ed il vicino Passo di Zambla, salendo da Zogno in Valle Brembana, (il passo è raggiungibile anche dalla Valle Seriana, salendo da Ponte Nossa), andiamo a destra, lungo la seconda stradina che si diparte dal passo stesso. Proseguiamo per qualche minuto su una stradina asfaltata, ripida e stretta, fino a che questa non perde quota. Superiamo alcune casette isolate ed al termine della discesa, in prossimità di un grande e comodo spiazzo sterrato (grande casa sulla sinistra), lasciamo l’auto. Alcune indicazioni su un palo ci segnalano di essere arrivati in località Passo della Crocetta a 1267 metri di quota. Qui lasciamo l’auto e proseguiamo in salita lungo l’ampia sterrata che abbiamo davanti. Una freccia ci indica la giusta direzione per il sentiero n. 501. Camminiamo quindi sull’ampia sterrata, superiamo il bivio del sentiero n. 501 per il Passo della Forca, il Bivacco Nembrini e la Falesia del Piero, lasciandolo alla nostra sinistra. Da qui scenderemo al ritorno. Continuiamo a seguire la sterrata che con poco pendenza continua verso il Pian della Palla. Ad un evidente bivio, saliamo verso sinistra, sempre lungo sterrata, e superiamo subito una evidente sbarra di legno che impedisce alle automobili di proseguire oltre. Poco più avanti una seconda sbarra in legno chiude la strada nel senso opposto. Siamo ora davanti ad un enorme ed abbandonato albergo, un tempo frequentato da sciatori e fondisti che in questa zona praticavano il loro sport. Il colpo d’occhio sui monti alla nostra sinistra è particolarmente bello ed è possibile individuare la Cima della Spada all’estrema destra del gruppo montuoso e la Punta della Croce al centro, con la sua anticima Est a sinistra su cui si sviluppa la ferrata. Una bella bacheca in legno riporta la fotografia della zona con disegnato il percorso della ferrata. Grazie a questa fotografia, ci risulta facile il proseguo del percorso per portarci alla base della ferrata. Risaliamo l’ampia conca prativa davanti a noi spostandoci alla sua sinistra. Qui troveremo una evidente traccia che sale dritta verso la nostra meta. Man mano si sale, l’ampio sentiero sterrato diviene più ripido e stretto fino a ridursi ad un sentierino sassoso. Ora rimontiamo un gradone erboso con un tornante sinistrorso ed eccoci su una specie di argine roccioso. Lo percorriamo verso sinistra fino ad arrivare ad un curioso cartello sul quale è scritto “Area di vestizione” posto proprio ai piedi della montagna. Davanti a noi si alzano scure e verticali le alte pareti di roccia ed alcuni profondi canali rocciosi. Dopo esserci attrezzati, come suggerisce il cartello, proseguiamo la salita seguendo evidenti bolli azzurri che ci conducono lungo ripidi e instabili sentierini. Risaliamo così, con l’aiuto di un lungo e continuo cavo metallico (utile per non scivolare e ridurre la fatica) lo zoccolo della montagna. Alcuni tratti sono veramente ripidi ed è facile far cadere qualche pietra o zolla di terra smossa sotto i nostri piedi. Giunti ad un tratto ricco di mughi, possiamo riposare un poco e goderci il panorama alle nostre spalle. Dopo un altro tratto molto ripido, attraversiamo una zona di cespugli e qualche abete alzandoci fino ad una bella paretina rocciosa che fiancheggiamo andando a sinistra. Ora percorriamo una bella cengia che ci conduce al centro di un ripido vallone. Inizialmente la cengia è comoda ed erbosa, con tanto di cavo metallico di sicurezza, poi, improvvisamente la cengia perde quota, diviene sassosa ed il cavo metallico sparisce, per poi riprendere poco dopo, sul versante opposto del vallone. E’ questo un tratto molto suggestivo, non difficile, ma piuttosto esposto. Risaliamo ora la cengia dall’altra parte del vallone, portandoci sotto alcune alte pareti verticali, fino ad incontrare l’attacco vero e proprio della ferrata. Poco prima di un canalino cieco, partiamo con un bel tratto verticale ben appigliato, a cui segue una zona mista di terra e roccia che ci permette di riprendere fiato. La via torna subito dopo verticale e sale fino ad un minuscolo tetto sotto il quale attraversiamo verso sinistra (presenti staffe in ferro). Proseguiamo poi ancora in verticale con ottimi appigli fino a portarci alla base di un caminetto da risalire. A questo segue una serie di diedri, placchette e spigoli. Ecco ora una bella parete lavorata con roccia molto solida ma dalla quale devono essere stati fatti cadere alcuni blocchi visto il colore della parete stessa. La parete è molto divertente ed una lunga serie di gradini in ferro ne facilitano la sua rimonta. Più in alto affrontiamo un umido diedro appoggiato verso destra con l’attacco un poco delicato. Ancora una paretina molto verticale ed esposta. Ecco ora l’ennesimo diedro verticale che ci porta fuori dalle difficoltà. Camminiamo ora su tratti erbosi fino ad una breve discesa su roccette che ci conduce ad una selletta dalla quale sale alta e verticale una bella parete. Le difficoltà non sono elevate ma la fatica comincia a farsi sentire. Sulla sommità della parete termina la ferrata. Non ci resta ora che camminare lungo una facile e comoda cresta che alterna tratti di salita e di discesa, alcuni dei quali ancora attrezzati ma senza più alcuna difficoltà. Superiamo un curioso cartello con indicato il divieto di discesa ed eccoci ora ad una selletta dove l’ultimo cavo metallico ha termine. Da qui saliamo verso destra alla vicina vetta della Punta della Croce lungo un sentierino pietroso. Qui ci attende la grande croce in ferro e un bel panorama. Dal passo andiamo verso destra lungo la bella cresta che con alcuni divertenti passaggi ci condurrà sulla vetta del Monte Alben. Ridiscesi superiamo il bivio della ferrata e proseguiamo fino al Passo della Forca. Da qui seguiamo ora la lunga cresta che porta sulla cima dell’Alben, sentiero n. 525; anche se in realtà non siamo quasi mai in cresta, salvo nei primissimi metri. Partiamo subito con un divertente tratto che presenta un foro nella roccia in cui entrare per poter proseguire. Qualche saltino roccioso molto facile anche sa a volte esposto, alcune facili roccette, tratti più tranquilli su ampie cenge ed in circa 40' di cammino eccoci ai piedi dell'ultimo tratto di facile salita per arrivare alla croce di vetta.
Discesa
Ripercorrere a ritroso il sentierino dalla cima dell’Alben fino al Passo della Forca. Al passo si trova una palina (quota 1848 metri) che riporta la direzione da seguire verso sinistra per il Passo di Zambla ed il Passo della Crocetta presso cui abbiamo lasciato l’auto con tempo stimato per quest’ultimo di circa 1 ora. Scendiamo così nel vallone alla nostra sinistra. Alcuni gradini facilitano i primi ripidi metri di discesa. Poco oltre incontriamo un sentierino che si inoltra pianeggiante verso destra e conduce al Bivacco Nembrini sopra il quale si erge magnifico un torrione lungo il quale si sviluppano alcune brevi ma toste vie di roccia. Ignorando il bivio proseguiamo la facile e veloce discesa su comodo sentierino a mezzacosta con ampissima vista sul gruppo roccioso dell’Alben alle nostre spalle. Giunti ad una targa in marmo posta su una roccia, ignoriamo un sentierino che prosegue dritto e pianeggiante verso alcune creste davanti a noi. Restiamo invece sul sentiero principale che continua la discesa, ora più marcata e su fondo pietroso con vari tornatini. Transitiamo ai piedi di una piccola falesia (la Falesia del Piero) e poco dopo rientriamo gradualmente nel bosco sotto di noi. Prima camminiamo tra sassi, poi tra mughi, ecco i primi cespugli ed infine, nei pressi dell’ennesima targa commemorativa di un ragazzo, eccoci nel fitto del bosco misto. Pochi minuti ed eccoci passare sotto ad un imponente faggio. Sempre seguendo il bel sentiero segnato sbucheremo in meno di 10 minuti sull’ampia sterrata percorsa alla partenza. Da qui non ci resta che andare verso destra ed in altri 5 minuti arrivare all’auto.

Note
La ferrata ha il notevole vantaggio di svilupparsi su un versante settentrionale, ben protetto dai caldi raggi del sole anche in piena estate, per cui ben si presta ad essere percorso anche nei periodi caldi. Da evitarsi di conseguenza ad inizio primavera o dopo i primi freddi. La sola salita della ferrata Pierangelo Maurizio vale abbondantemente la mezza giornata necessaria, ma per meglio gustare l’ambiente che ci circonda, suggerisco di proseguire, dopo aver raggiunto la vetta della Punta della Croce, verso la sommità dell’Alben.
Commenti vari
Qualche giorno prima di compiere questa escursione, ero stato alla Cime della Spada e della Croce lungo un piacevole itinerario poco frequentato (vedi salita del 10-07-2019) e quei pochi escursionisti incontrati durante la discesa (in salita non ho visto ombra di essere umano…) mi hanno chiesto se avessi fatto “la ferrata”. Alla mia risposta negativa, leggevo sul viso dell’interlocutore la delusione per non poter avere informazioni su quel percorso e a nulla valevano le mie argomentazioni a favore della salita alla semisconosciuta Cima della Spada. Incuriosito da tanta fama legata a questa via ferrata, ho deciso che al più presto sarei andato a vederne il percorso, e così a distanza di 3 giorni ho potuto apprezzare di persona questo piacevole itinerario.
Altre ripetizioni
Bertoldo e Paolo avevano già percorso la ferrata il 14 giugno 2013.
   

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Il tracciato della via ferrata

Panorama lungo i primi tratti attrezzati

   

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Bel passaggio verticale

Divertente parete ben lavorata

   

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Diedro

Vista sull'Alben al termine della ferrata

   

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Dalla Punta della Croce verso la conca a sud del P. della Forca

Omar alla Croce dell'Alben