Descrizione generale
Bella e mai difficile ferrata prevalentemente verticale, ma ricca di appoggi artificiali che ne rendono più agevole la risalita. Possiamo dividere in tre parti ben distinte il precorso attrezzato: una prima parte sale un facile ma faticoso zoccolo misto di rocce ed erba posto alla base dell'anticima est della Punta della Croce; una seconda parte più impegnativa che affronta bellissime paretine e spigoli più o meno marcati di ottima roccia calcarea; una terza parte lungo semplici creste erbose frammiste a facili saltelli e gradoni rocciosi. La ferrata termina poco prima della vetta, per cui risulta d'obbligo salire per altri 10 minuti un bel sentiero tortuoso che conduce senza alcuna difficoltà alla croce di ferro posta sulla Punta della Croce. Da qui possiamo, una volta ridiscesi al sottostante Passo della Forca, proseguire fino alla bella cime dell'Alben, principe indiscusso delle montagne di questa bella conca calcarea, percorrendo una facile e divertente traccia ben segnalata che serpeggia tra rocce e cenge erbose.
Descrizione percorso
Raggiunto
il paese di Oltre il Colle ed il vicino Passo di Zambla, salendo da Zogno in
Valle Brembana, (il passo è raggiungibile anche dalla Valle Seriana, salendo da
Ponte Nossa), andiamo a destra, lungo la seconda stradina che si diparte dal
passo stesso. Proseguiamo per qualche minuto su una stradina asfaltata, ripida
e stretta, fino a che questa non perde quota. Superiamo alcune casette isolate ed
al termine della discesa, in prossimità di un grande e comodo spiazzo sterrato
(grande casa sulla sinistra), lasciamo l’auto. Alcune indicazioni su un palo ci
segnalano di essere arrivati in località Passo della Crocetta a 1267 metri di
quota. Qui lasciamo l’auto e proseguiamo in salita lungo l’ampia sterrata che
abbiamo davanti. Una freccia ci indica la giusta direzione per il sentiero n.
501. Camminiamo quindi sull’ampia sterrata, superiamo il bivio del sentiero n.
501 per il Passo della Forca, il Bivacco Nembrini e la Falesia del Piero,
lasciandolo alla nostra sinistra. Da qui scenderemo al ritorno. Continuiamo a
seguire la sterrata che con poco pendenza continua verso il Pian della Palla.
Ad un evidente bivio, saliamo verso sinistra, sempre lungo sterrata, e
superiamo subito una evidente sbarra di legno che impedisce alle automobili di
proseguire oltre. Poco più avanti una seconda sbarra in legno chiude la strada
nel senso opposto. Siamo ora davanti ad un enorme ed abbandonato albergo, un
tempo frequentato da sciatori e fondisti che in questa zona praticavano il loro
sport. Il colpo d’occhio sui monti alla nostra sinistra è particolarmente bello
ed è possibile individuare la Cima della Spada all’estrema destra del gruppo
montuoso e la Punta della Croce al centro, con la sua anticima Est a sinistra su
cui si sviluppa la ferrata. Una bella bacheca in legno riporta la fotografia
della zona con disegnato il percorso della ferrata. Grazie a questa fotografia,
ci risulta facile il proseguo del percorso per portarci alla base della
ferrata. Risaliamo l’ampia conca prativa davanti a noi spostandoci alla sua
sinistra. Qui troveremo una evidente traccia che sale dritta verso la nostra
meta. Man mano si sale, l’ampio sentiero sterrato diviene più ripido e stretto
fino a ridursi ad un sentierino sassoso. Ora rimontiamo un gradone erboso con
un tornante sinistrorso ed eccoci su una specie di argine roccioso. Lo
percorriamo verso sinistra fino ad arrivare ad un curioso cartello sul quale è
scritto “Area di vestizione” posto proprio ai piedi della montagna. Davanti a
noi si alzano scure e verticali le alte pareti di roccia ed alcuni profondi
canali rocciosi. Dopo esserci attrezzati, come suggerisce il cartello,
proseguiamo la salita seguendo evidenti bolli azzurri che ci conducono lungo
ripidi e instabili sentierini. Risaliamo così, con l’aiuto di un lungo e
continuo cavo metallico (utile per non scivolare e ridurre la fatica) lo
zoccolo della montagna. Alcuni tratti sono veramente ripidi ed è facile far
cadere qualche pietra o zolla di terra smossa sotto i nostri piedi. Giunti ad
un tratto ricco di mughi, possiamo riposare un poco e goderci il panorama alle
nostre spalle. Dopo un altro tratto molto ripido, attraversiamo una zona di
cespugli e qualche abete alzandoci fino ad una bella paretina rocciosa che
fiancheggiamo andando a sinistra. Ora percorriamo una bella cengia che ci
conduce al centro di un ripido vallone. Inizialmente la cengia è comoda ed
erbosa, con tanto di cavo metallico di sicurezza, poi, improvvisamente la cengia
perde quota, diviene sassosa ed il cavo metallico sparisce, per poi riprendere
poco dopo, sul versante opposto del vallone. E’ questo un tratto molto
suggestivo, non difficile, ma piuttosto esposto. Risaliamo ora la cengia
dall’altra parte del vallone, portandoci sotto alcune alte pareti verticali,
fino ad incontrare l’attacco vero e proprio della ferrata. Poco prima di un
canalino cieco, partiamo con un bel tratto verticale ben appigliato, a cui
segue una zona mista di terra e roccia che ci permette di riprendere fiato. La
via torna subito dopo verticale e sale fino ad un minuscolo tetto sotto il
quale attraversiamo verso sinistra (presenti staffe in ferro). Proseguiamo poi
ancora in verticale con ottimi appigli fino a portarci alla base di un
caminetto da risalire. A questo segue una serie di diedri, placchette e
spigoli. Ecco ora una bella parete lavorata con roccia molto solida ma dalla
quale devono essere stati fatti cadere alcuni blocchi visto il colore della
parete stessa. La parete è molto divertente ed una lunga serie di gradini in
ferro ne facilitano la sua rimonta. Più in alto affrontiamo un umido diedro
appoggiato verso destra con l’attacco un poco delicato. Ancora una paretina
molto verticale ed esposta. Ecco ora l’ennesimo diedro verticale che ci porta
fuori dalle difficoltà. Camminiamo ora su tratti erbosi fino ad una breve
discesa su roccette che ci conduce ad una selletta dalla quale sale alta e
verticale una bella parete. Le difficoltà non sono elevate ma la fatica comincia
a farsi sentire. Sulla sommità della parete termina la ferrata. Non ci resta
ora che camminare lungo una facile e comoda cresta che alterna tratti di salita
e di discesa, alcuni dei quali ancora attrezzati ma senza più alcuna
difficoltà. Superiamo un curioso cartello con indicato il divieto di discesa ed
eccoci ora ad una selletta dove l’ultimo cavo metallico ha termine. Da qui
saliamo verso destra alla vicina vetta della Punta della Croce lungo un
sentierino pietroso. Qui ci attende la grande croce in ferro e un bel
panorama. Dal passo andiamo verso destra lungo la bella cresta che con alcuni
divertenti passaggi ci condurrà sulla vetta del Monte Alben. Ridiscesi
superiamo il bivio della ferrata e proseguiamo fino al Passo della Forca. Da
qui seguiamo ora la lunga cresta che porta sulla cima dell’Alben, sentiero n. 525; anche se in realtà non siamo quasi mai in cresta, salvo nei primissimi
metri. Partiamo subito con un divertente tratto che presenta un foro nella
roccia in cui entrare per poter proseguire. Qualche saltino roccioso molto
facile anche sa a volte esposto, alcune facili roccette, tratti più tranquilli
su ampie cenge ed in circa 40' di cammino eccoci ai piedi dell'ultimo tratto di
facile salita per arrivare alla croce di vetta.
Discesa
Ripercorrere
a ritroso il sentierino dalla cima dell’Alben fino al Passo della Forca. Al
passo si trova una palina (quota 1848 metri) che riporta la direzione da
seguire verso sinistra per il Passo di Zambla ed il Passo della Crocetta
presso cui abbiamo lasciato l’auto con tempo stimato per quest’ultimo di
circa 1 ora. Scendiamo così nel vallone alla nostra sinistra. Alcuni gradini
facilitano i primi ripidi metri di discesa. Poco oltre incontriamo un
sentierino che si inoltra pianeggiante verso destra e conduce al Bivacco
Nembrini sopra il quale si erge magnifico un torrione lungo il quale si
sviluppano alcune brevi ma toste vie di roccia. Ignorando il bivio
proseguiamo la facile e veloce discesa su comodo sentierino a mezzacosta con
ampissima vista sul gruppo roccioso dell’Alben alle nostre spalle. Giunti ad
una targa in marmo posta su una roccia, ignoriamo un sentierino che prosegue
dritto e pianeggiante verso alcune creste davanti a noi. Restiamo invece sul
sentiero principale che continua la discesa, ora più marcata e su fondo
pietroso con vari tornatini. Transitiamo ai piedi di una piccola falesia (la
Falesia del Piero) e poco dopo rientriamo gradualmente nel bosco sotto di
noi. Prima camminiamo tra sassi, poi tra mughi, ecco i primi cespugli ed
infine, nei pressi dell’ennesima targa commemorativa di un ragazzo, eccoci
nel fitto del bosco misto. Pochi minuti ed eccoci passare sotto ad un
imponente faggio. Sempre seguendo il bel sentiero segnato sbucheremo in meno
di 10 minuti sull’ampia sterrata percorsa alla partenza. Da qui non ci resta
che andare verso destra ed in altri 5 minuti arrivare all’auto. |