Descrizione Generale
La Valle Adamè è semplicemente bellissima, offre
scorci che lasciano senza fiato per la vastità degli spazi che la caratterizzano
e per le varietà di colori che regala in autunno. Già dal rifugio Lissone lo
sguardo spazia fino alla testata della valle, lontanissima. La caratteristica
che fin da subito ci colpisce è la presenza di tratti perfettamente pianeggianti
e ampissimi, percorsi da un torrente di acqua chiarissima e fiancheggiati da
ripidi versanti rocciosi. La camminata, a parte la prima oretta, non è mai
faticosa e permette di godersi in tutto la bellezza del luogo. Non tragga in
inganno il modesto dislivello da superare; infatti, proprio per la conformazione
pianeggiante della valle, grandi saranno le distanze da percorrere e il ritorno
non sarà in discesa, ma, ovviamente, gran parte in pianura.
Descrizione Percorso
Nei pressi di
Cedegolo in Val Camonica, si prende la strada che si addentra in
Val Saviore, seguendo le
indicazioni per la frazione "Valle".
Da Valle si sale in auto fino a Malga Lincino, percorrendo gli
ultimi chilometri su strada asfaltata ma molto stretta. Lasciata la macchina nei
pressi di un tornante sotto la Malga Lincino con indicazioni per il rifugio Lissone (sentiero n. 15),
si inizia a camminare in un prato che, in breve, porta sotto ad un grande
salto roccioso. Il salto viene rimontato tramite un santiero a gradoni,
piuttosto faticoso e protetto, in alcuni tratti, da un corrimano, utile in caso
di neve o ghiaccio. Dopo circa 40' la pendenza diviene nettamente minore e dopo
un breve tratto in mezza costa pianeggiante verso destra si arriva
prima alla stazione di arrivo della teleferica e subito dopo al rifugio
Lissone, posto oltre il torrente che qui è sbarrato da una piccola diga. Da qui
inizia la Valle
Adamè, lunghissima e con scarsissime pendenze. Seguendo le
indicazioni di una palina posta ai margini di una piccola diga, si prosegue
lungo il sentiero n. 1 (l'alta via dell'Adamello). Lungo una bella traccia
pianeggiante, si superano piccole pietraie e tratti paludosi fino a giungere al
Rifugio Baita Adamè, dalla quale si devia verso
destra (proseguendo invece sul sentiero 1 si salirebbe al Passo Poia per poi
scendere al Rifugio Prudenzini), seguendo il sentiero n. 30
che, attraversato un ponticello, ci fa proseguire sul versante opposto della
valle, sempre adiacenti al torrente. Sempre su terreno quasi pianeggiante si giunge nei pressi di alcune
piccole cascatelle e risalito un breve gradino erboso, ci troviamo di fronte ad
una sconfinata zona acquitrinosa che termina ai piedi della testata della valle.
Rimanendone sulla destra, e camminando su una piccola pietraia si perviene al
termine della zona acquitrinosa per trovarci tra enormi blocchi di granito
precipitati dalle pareti che ci sovrastano. Da qui si punta alla morena del
ghiacciaio che evidentemente una volta arrivava fin sul fondo del vallone. Si
risale il fianco della morena fino a quota 2300 e da qui si segue l'evidente filo
di cresta della
stessa per circa 100 Mt., poi si attraversa in piano il ghiaione stesso verso
destra per iniziare a salire il fianco della valle su terreno pieno di
sfasciumi, e con
tratti erbosi piuttosto ripido. In teoria si dovrebbe arrivare ad un canale
roccioso che una volta superato ci immette in un pendio erboso e successivamente
in una pietraia che in breve porta al bivacco. Noi, come detto ci siamo fermati
poco prima del canale roccioso per le pericolose condizioni del terreno e per
l'ora tarda. Il ritorno si compie lungo il medesimo itinerario. Si tenga
presente che una volta giunti sul fondo della valle, sono possibili alcune
deviazioni di percorso, ma che comunque rimangono sempre vicine al letto del
torrente che percorre la valle.
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L'intenzione originale era di
raggiungere il bivacco Ceco Baroni, ma ancora una volta la nostra
incapacità ci ha costretto ad accontentaci di arrivare poco oltre la
testa della valle, dove il ghiaccio e la neve ci hanno
impietosamente respinto.
Ci
siamo dovuti accontentare di vederlo da lontano, piccolo puntino
arancione abbarbicato su delle rocce dominanti la vallata.
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