Pizzo Cengalo/Punta Angela - Spigolo Vinci [Parte Alta]

 
Zona montuosa Masino/Bregaglia/Disgrazia Località di partenza Località Bagni di Masino - Val Masino (SO)
Quota partenza 1178 Mt. Quota di arrivo 3200 Mt. Punta Angela
(3369 Mt. vetta Pizzo Cengalo)
Dislivello totale +1356 Mt. dal parcheggio al rif. Gianetti
+446 Mt. dal rifugio all'attacco
+220 Mt. circa la via (395 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 21
Ore di salita

3 h. 10' per il rifugio
1 h. 15' per l'attacco
5 h. la via

Ore di discesa 45' le doppie
40' il sentiero sino al rifugio
2 h. 10' dal rifugio al parcheggio
Esposizione Sud, sud-ovest Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 22/08/2010 Difficoltà V+, VI
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti
Andrea, Enrico, Tiziana.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Il meteo è stato ottimo. I sentieri che si percorrono per raggiungere il rifugio sono in ottime condizioni e ben segnalati. Il tratto che conduce all'attacco invece risale una morena detritica e richiede un po' d'intuizione anche se sul percorso sono disseminati diversi ometti. La roccia in via è ottima.

Eventuali pericoli
Soliti d'arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua

E' possibile reperire acqua all'inizio del sentiero (Bagni di Masino). Lungo la salita verso il rifugio s'incontra una fontana in corrispondenza di un prato con una baita e due fonti (indicate con scritte rosse, una delle quali un po' sbiadita). Al rifugio è presente una fontana.

Punti di appoggio

Rifugio Gianetti (2534 Mt.).

Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale dotazione alpinistica. Portare dei friend (da n. 0.5 a 2 Camalot) e dei cordini per integrare.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Lo Spigolo Vinci è sicuramente l'itinerario più famoso di tutta la Val Porcellizzo. A detta di qualcuno forse è addirittura l'itinerario più bello di tutto il gruppo del Masino-Bregaglia-Disgrazia.
Questo stupendo ed estetico spigolo fu vinto da Alfonso Vinci, E. Bernasconi e P. Riva il 16 agosto 1939. Il conte Aldo Bonacossa con P. Orio il 18 ottobre del 1932 aveva già salito la prima parte della cresta ma poi deviò a sinistra lungo cenge detritiche sino ad entrare in un canale roccioso.
Percorrere l'intero spigolo significa affrontare una cavalcata di circa 750 Mt. con una prima parte che si svolge su rocce sporche di licheni, una seconda che si svolge lungo una cresta, dove occorre aggirare e scavalcare diversi torrioni, ed una terza che sale vertiginosamente verso la vetta della Punta Angela. Nel corso degli anni, purtroppo, le cordate hanno via via dimenticato le prime due parti dell'itinerario e oggi si percorre abitualmente solo l'ultimo tratto, quello più interessante.

Attacco, descrizione della via
Dalla frazione di San Martino (SO) continuare sino a raggiungere le terme dei Bagni di Masino; oltrepassarle e, poco prima del termine della strada, parcheggiare a sinistra in uno spiazzo sotto dei grandi alberi (in estate è necessario pagare un ticket di 5 euro).
Incamminarsi raggiungendo subito un bivio (palina in loco). Prendere il sentiero di destra che dopo aver attraversato un prato inizia a salire repentinamente in un bosco. Terminato il bosco ci si trova davanti alle baite della "Corte Vecchia" (1405 Mt. - fontana in loco). Continuare sino a sbucare
in una grande e splendida spianata ricoperta di pascoli, il "Piano del Porcellizzo" (1899 Mt.), dove sorge la "Casera del Porcellizzo". Oltrepassata la baita si attraversa tutto il pianoro e un ponte sul torrente, poi seguendo il sentiero (diversi tornanti) si riprende a guadagnare quota sino ad arrivare al cospetto del rifugio Gianetti.
Dal rifugio seguire il sentiero Roma in direzione del rifugio Allievi ed abbandonarlo dopo pochi minuti in corrispondenza di una deviazione che sale verso sinistra (ometto in loco). Puntare al Cengalo e alle sue placche basali che sembra sbarrino il cammino. Gli ometti conducono ad un canalino (presente una corda fissa) che consente di raggiungere la sovrastante ampia terrazza. Avvicinarsi alle liscia placconata posta a sinistra dello spigolo. Poco prima di raggiungerla, sulla destra, si nota un canale/camino che sale fino ad un intaglio sullo spigolo. Si possono salire i primi facili metri fino un terrazzino con chiodo arancione.

1° tiro:
salire il canale/camino sino a raggiungere l'intaglio dove si trova la sosta (2 chiodi con cordone). 55 Mt., II, III, 1 chiodo.

2° tiro:
salire a destra della sosta superando una placca verticale incisa da una fessura. Continuare lungo lo spigolo sino alla sosta (2 chiodi con cordone). 40 Mt., III, IV, 2 chiodi.

3° tiro:
seguire il filo di cresta sino a raggiungere una placca verticale alla cui base di trova la sosta (2 chiodi con fettuccia). E' possibile dividere la lunghezza attrezzando una sosta intermedia. 70 Mt., III, IV, 1 fettuccia incastrata.

4° tiro:
questa lunghezza porta il nome di "Schiena di mulo" e rappresenta il tiro chiave della via. Salire la placca verticale e continuare poi lungo una fessura sino a raggiungere la sosta (spuntone+chiodo+cordone). 30 Mt., VI, V+, V, 5 chiodi, 2 cunei.

5° tiro:
traversare verso sinistra e continuare lungo una fessura sino a raggiungere nuovamente lo spigolo vero e proprio in corrispondenza di un muro verticale. Sostare su di una clessidra con cordoni. 35 Mt., IV+, V, 2 chiodi.

6° tiro:
stare a sinistra dello spigolo ed abbassarsi sino a raggiungere la sosta (2 chiodi+cordini) situata alla base di un diedro. 15 Mt., III.

7° tiro:
salire il sovrastante "Diedro nero", al suo termine obliquare a destra sino alla sosta (2 chiodi con cordino). Parecchi chiodi ma alcuni decisamente precari. 40 Mt., V, V+, 8 chiodi.

8° tiro:
portarsi sul filo dello spigolo e proseguire sino al successivo salto verticale inciso da una fessura alla base della quale si sosta (3 chiodi con cordone). 15 Mt., III, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordino), 1 cordone incastrato.

9° tiro:
salire il "Salto giallo" con arrampicata atletica, inizialmente in dulfer, sino a raggiungere un grosso spuntone dove si sosta (da attrezzare).
15 Mt., V+, V, 2 chiodi.

10° tiro:
traversare un paio di metri a sinistra e salire in verticale sfruttando delle lame. Aggirare uno strapiombino sulla destra e continuare ancora per lame. Riportarsi poi leggermente a sinistra ed individuare la sosta (2 chiodi).
55 Mt., IV+, 2 chiodi, 1 sosta intermedia (3 chiodi uniti da cordone), 1 sosta intermedia (2 chiodi uniti da cordone).

11° tiro:
seguire facilmente lo spigolo sino a raggiungere un intaglio dove si trova un grosso spuntone con cordoni e maglie rapide per la calata.
25 Mt. III, III+.
Discesa
La discesa avviene mediante delle calate in corda doppia lungo la via "Carosello" aperta da Paolo Vitali. Tutte le soste che si utilizzano per la calata sono attrezzate con due spit (1 con tassello 10 mm. e 1 con tassello 8 mm.) collegati da cordini.
1a. calata: dallo spuntone scendere per circa 20 Mt. sino a raggiungere la sosta a spit.
2a. calata: 40 Mt. ignorando la sosta intermedia (1 spit + 1 chiodo);
3a. calata: 40 Mt.;
4a. calata: 30 Mt., arrivati sulla cengia spostarsi verso destra (viso a monte) fino grande ometto. Sotto di esso si trova la sosta per la successiva calata;
5a. calata: in verticale per circa 35 Mt. ignorando la sosta intermedia;
6a. calata: scendere tendendo verso sinistra (viso a monte) per circa 45 Mt. - ignorare le due soste presenti a metà placca (una su 1 spit e 1 chiodo a pressione e l'altra su 2 chiodi a pressione);
7a. calata: circa 40 Mt. sino a raggiungere la base della parete - ignorare la sosta intermedia.
Da qui in breve si torna nei pressi dell'attacco e poi si segue a ritroso il sentiero d'avvicinamento.

Note
Dalla guida di Andrea Gaddi:
"Nell'estate del 2003 degli scalatori elvetici, in una veloce trasferta in Val Porcellizzo, hanno richiodato la via con fix inox 12 Mm., sia alle soste che sui tiri. Azione subito condannata dalla gran parte delle guide alpine locali, ignari però che la chiodatura interessava anche la parte bassa (l'itinerario integrale). Alla fine di agosto è stato organizzato così un lavoro di pulizia composto da alcune guide locali, che schiodarono la sola parte alta della cresta. Ne consegue che oggi la parte iniziale è ancora attrezzata.
Si spera nell'interesse delle generazioni future che queste azioni non si ripetano più... sia per la chiodatura indiscriminata a dispetto dell'alpinismo d'altri tempi, sia per l'orrendo lavoro di schiodatura che vede oggi i resti degli spit martellati brillare ancora sul granito. Considerando anche che per l'occasione è stato usato l'elicottero per il trasporto del materiale, che in via teorica avrebbe dovuto portare gli attrezzi necessari per eliminare lo scempio commesso. A conti fatti, quindi, non si può stabilire con certezza quale sia stata tra le due, l'azione più dannosa!"
Commenti vari
Un pensiero di solidarietà va al Fuso (Andrea): nel mentre Matteo si accingeva ad attrezzare l'ultima sosta numerose cordate urlarono improvvisamente "Sassoooo!"; in realtà non si trattava di un pezzo di granito ma della macchina fotografica (modello subacqueo) di Andrea che rotolava 'quasi' dolcemente a valle terminando così la sua esistenza.
Altre ripetizioni
La via è stata ripetuta da Alessandro, Carlo, Claudia e Luca il 2/07/11.
Bertoldo, Claudia, Fabio e Luca nel 2008 avevano percorso la parte bassa dello spigolo con l'intento di effettuare la ripetizione integrale della via. Giunti a due terzi dell'itinerario si calarono per via del lungo rientro a valle che li attendeva. Chi intende ripetere integralmente la via dovrebbe prevedere due pernotti al rifugio.
   

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Andrea sulla seconda lunghezza

Terzo tiro

   

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Lunghezza chiave: la "Schiena di mulo"

Andrea con attaccata all'imbraco la macchina fotografica

   

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Andrea in uscita dal "Diedro nero"

Il "Salto giallo"

   

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Alla base della parete dopo la discesa in doppia

Il tracciato dello Spigolo Vinci e le doppie per la discesa

   
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