Monte Pellegrino/Parete Ovest di Valdesi - Via Il Tesoro degli Dei

 
Zona montuosa Appennino Siculo - Monti della Conca d'Oro Località di partenza Mondello (PA)
Quota partenza 15 Mt. Quota di arrivo 93 Mt.
Dislivello totale +3 Mt. dal parcheggio all'attacco
+75 Mt. la via (95 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati Non numerati
Ore di salita 2' dal parcheggio all'attacco
3 h. la via
Ore di discesa 10'
Esposizione Ovest Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 28/04/2018 Difficoltà VI, A2
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata serena. La roccia in via varia da buona ad ottima. Purtroppo è una vecchia via quasi dimenticata e non si può certo pretendere che tutte le prese siano perfette; ci auguriamo però che venga rivalutata (vedi note a fine relazione).

Eventuali pericoli

Soliti da arrampicata in ambiente. Prestare attenzione alla gente che arrampica sui monotiri sottostanti.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale dotazione alpinistica. Consigliati alcuni cordini per le numerose clessidre (attualmente ci sono un discreto numero di clessidre già attrezzate con cordoni in ottimo stato ma solo fino a metà di L3). Indispensabili alcuni friends (noi abbiamo usato n. 0.3, 0.75, 1 e 2 Camalot). Consigliato martello con 2-3 chiodi perché all'inizio del tetto la fessura è fine (no friends) ed i 2 chiodi presenti non sono affidabilissimi; inoltre anche lo spit che si trova lì accanto è decisamente arrugginito.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Il Monte Pellegrino si innalza solitario nella piana in cui sorge la città di Palermo ed arriva a toccare i 600 metri di quota. Il versante Ovest è rivolto verso la città mentre quelli Nord ed Est sono rivolti verso il mare e sovrastano il paese di Mondello e le borgate dell'Addaura, di Vergine Maria e dell'Arenella. A Sud non troviamo una parete compatta ma delle fasce rocciose ed un bosco attraverso cui salgono i tornanti della strada che conduce sulla sommità del monte.
Le pareti di Valdesi costituiscono l'estremità settentrionale di Monte Pellegrino. Si presentano come una lunga fascia rocciosa alta 70 Mt. circa che separa l'abitato di Mondello da quello dell'Addaura.
Questo itinerario si svolge sulla Parete Ovest dove è presente la falesia principale di Palermo.
E' stato aperto da Roby Manfrè Scuderi in solitaria il 27 dicembre 1982 nella zona dei tetti rossi. Itinerario caratteristico e decisamente particolare in quanto collega 3 grandi grotte, la seconda delle quali molto allungata e stretta a formare un camino, e poi sale alla base del tetto dove, una netta fessura, ne consente il superamento in massima esposizione.
Particolare è anche il fatto che durante la prima salita, nella prima grotta, vennero ritrovati dei frammenti di anfore ed altri antichi manufatti. A questo evento si deve il nome della via (una storia analoga alla via
Tyszkiewicz in Trentino).
Attacco, descrizione della via
Da Palermo dirigersi verso il paese di Mondello seguendo la via alberata del viale Diana che poi diventa viale Margherita di Savoia. Prima di raggiungere l'abitato, arrivati allo svincolo con semaforo che incrocia viale dell'Olimpo, prendere la strada a destra che va verso l'Addaura (via Monte Ercta, indicazione per il Santuario di Santa Rosalia). Da qui è ben visibile a destra lo Spigolo Valdesi (con alla base la struttura in cemento denominata bunker); a sinistra dello spigolo la parete prosegue e poi piega a sinistra verso il mare, formando la Parete Ovest. Parcheggiare al bordo della strada verso il limite sinistro della parete. Esattamente sotto la fascia di tetti sono ben riconoscibili 3 grotte sovrapposte, la seconda delle quali molto allungata. L'attacco è posto sotto la sua verticale (grossa scritta rossa ormai sbiadita).
Alcuni metri più a sinistra attacca la via della Luffa.

1° tiro:
salire la placchetta puntando alla prima grotta nella quale si sosta (clessidre+cordoni+moschettone).
15 Mt., IV-, 3 clessidre con cordone.

2° tiro:
traversare a sinistra e risalire il camino che in realtà è la seconda grotta molto allungata. Dove si chiude, in corrispondenza di una enorme clessidra, traversare a destra in placca raggiungendo la terza grotta nella quale si sosta (2 fix con anello+cordini).
20 Mt., VI-, IV, VI+ oppure A0, VII oppure V e A1, 9 clessidre con cordoni, 1 chiodo, 1 fix.

3° tiro:
alzarsi facilmente nella grotta e poi uscirne a destra. Superare il ripido muretto con passo delicato fino una clessidra dalla quale si obliqua facilmente a sinistra sotto al tetto fessurato. Lo si supera in artificiale (protezioni insicure) e poi si segue la fessura fino al suo termine su un piccolo terrazzino. La sosta (clessidra con cordone) si trova 2 metri sopra ma, a causa della vegetazione, conviene aggirare le roccette soprastanti verso destra (attenzione agli attriti).
30 Mt., IV-, VI, V, A2 (anche su friends), IV+, 2 chiodi, 4 clessidre con cordone, 2 spit, 1 fix

4° tiro:
si obliqua verso destra per pochi metri (vegetazione) e poi su dritti per placchetta fino alla larga cengia erbosa dove termina la via. Sosta da attrezzare (pianta). 30 Mt., IV-, IV.
Discesa
Alzarsi pochi metri e traversare lungamente verso destra (viso a monte) tutta la cengia erbosa fino al suo termine dove si imbocca un canalone che in breve riporta alla base della parete.
Tuttavia è possibile scendere in corda doppia: alzarsi pochi metri e traversare verso sinistra (viso a monte) fino a raggiungere il primo ancoraggio di calata sul bordo della parete (clessidra con cavo d'acciaio e maglia rapida - difficile da individuare):
1a. calata: 40 Mt. andando leggermente a sinistra sino in cima al pilastro dove termina il Diedro bianco (sosta 2 spit con catena);
2a. calata: 35 Mt. fino a terra.

Note

La prima parte dell'itinerario, fin sotto al tetto, è stata riattrezzata nel 2016 in due riprese da Luigi Cutietta: a maggio con Francesco Azzaro e ad ottobre con Eugenio Pinotti. Sono stati messi cordoni nelle clessidre e sostituiti i 2 vecchi spit presenti con nuovi fix. Ci auguriamo che a breve vengano terminati i lavori per ridare nuova vita a questa ambiziosa linea a torto caduta nell'oblio.

Commenti vari

Nel periodo estivo attenzione alle zecche.

   

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A sinistra Matteo sulla prima lunghezza e, a destra, alla S1

   

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Luca esce dalla prima grotta

Difficile passo in placca al termine del secondo tiro

   
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L3. Raggiungendo la base del tetto Luca mentre supera il tetto
   
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La S2 vista dal bordo esterno del tetto Matteo sulle roccette vegetate dopo aver superato il tetto
   

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   Seduem careuleum (Boraccina azzurra) tra le rocce                    Dettaglio della parete con i tracciati delle vie:
                                                                                                            della Luffa e Il tesoro degli Dei