Descrizione generale
Il Monte Pellegrino si innalza solitario nella piana in cui sorge la città di Palermo ed arriva a toccare i 600 metri di quota. Il versante Ovest è rivolto verso la città mentre quelli Nord ed Est sono rivolti verso il mare e sovrastano il paese di Mondello e le borgate dell'Addaura, di Vergine Maria e dell'Arenella. A Sud non troviamo una parete compatta ma delle fasce rocciose ed un bosco attraverso cui salgono i tornanti della strada che conduce sulla sommità del monte.
Le pareti di Valdesi costituiscono l'estremità settentrionale di
Monte Pellegrino. Si presentano come una lunga fascia rocciosa alta
70 Mt. circa che separa l'abitato di Mondello da quello dell'Addaura.
Questo itinerario si svolge nel settore sinistro della Parete Ovest dove è presente
la falesia principale di Palermo. E' stato aperto da Luigi Cutietta e Giuseppe Severino in più riprese nel giugno del 2015. Arrampicata mai banale prevalentemente su placche incise da esili fessure e piccoli strapiombi. Ottimamente attrezzata.
Attacco, descrizione della via
Da Palermo dirigersi verso il paese di Mondello seguendo la via
alberata del viale Diana che poi diventa viale Margherita di Savoia. Prima di raggiungere l'abitato, arrivati allo svincolo con semaforo che incrocia viale dell'Olimpo,
prendere la strada a destra che va verso l'Addaura (via Monte Ercta, indicazione per
il Santuario di Santa Rosalia). Da qui è ben
visibile a destra lo Spigolo Valdesi (con alla base la struttura in
cemento denominata bunker); a sinistra dello spigolo la parete
prosegue e poi piega a sinistra verso il mare, formando la Parete
Ovest. Parcheggiare al bordo della strada verso il limite sinistro della parete. E' facilmente identificabile un pilastro che forma un evidente diedro dove corre la variante del Diedro bianco. L'attacco di Facondia (scritta gialla alla base) è posto circa 15 metri a destra di questo diedro e sotto la verticale di un muro giallo strapiombante.
Pochi metri più a destra si trovano gli attacchi delle vie Stretching e Favilla.
1° tiro:
superare lo strapiombino iniziale e proseguire più facilmente fino una fessura che permette di traversare a sinistra per circa 2 metri. Alzarsi sfruttando il breve diedrino fessurato raggiungendo il terrazzino di sosta (clessidra con cordone).
20 Mt., IV+, IV, IV+, 6 clessidre con cordone.
2° tiro:
salire il pilastro a sinistra. Al suo termine continuare per placca e poi spostarsi a sinistra per prendere una fessurina che porta alla sosta (3 chiodi+cordoni).
25 Mt., IV+, V, V+, 4 chiodi, 6 clessidre con cordone.
3° tiro:
alzarsi fin sotto al tettino e uscire a destra. Spostarsi a sinistra e seguire l'esile fessura fino a raggiungere rocce più facili che permettono di salire fino alla grossa nicchia gialla dove si sosta (grossa clessidra con cordone).
25 Mt., V+, VI+ oppure V+ e A0, V, 4 chiodi, 5 clessidre con cordone.
4° tiro:
spostarsi sul bordo destro della nicchia e salire fino alla sommità della parete dove si attrezza una sosta (pianta).
15 Mt., IV, 4 clessidre con cordone.
Discesa
E' possibile traversare lungamente verso destra (viso a monte) tutta la cengia erbosa fino al suo termine dove si imbocca un canalone che in breve riporta alla base della parete.
Tuttavia è più veloce scendere in corda doppia. Raggiungere il primo ancoraggio di calata (clessidra con cavo d'acciaio e maglia rapida - difficile da individuare) posto alcuni metri a sinistra del termine della via:
1a. calata: 40 Mt. andando leggermente a sinistra sino in cima al pilastro dove termina il Diedro bianco (sosta 2 spit con catena);
2a. calata: 35 Mt. fino a terra.
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