Descrizione generale
La Roda di Vael è rinomata nel mondo alpinistico sopratutto per la sua "Parete Rossa" teatro, nel corso degli anni, di importantissime imprese alpinistiche firmate da alcuni dei nomi più noti dell'ultimo secolo. Ma anche sulla Parete Est, più soleggiata e meno repulsiva, sono stati tracciati degli itinerari decisamente meritevoli.
Questo itinerario è stato aperto da V. Pardeller e W. Dejori il 21 settembre 1985. In realtà si tratta di un nuovo itinerario solo per le prime quattro lunghezze in quanto poi ricalca la linea seguita da T. Zuech e L. Vӧgele l'anno precedente.
Via da non sottovalutare. Nonostante i gradi accessibili presenta, ad eccezione dei due tratti più difficili, una chiodatura praticamente inesistente. Inoltre si è sempre su placchette o muretti senza grandi punti di riferimento e, quindi, anche l'individuazione del percorso da seguire non è sempre facile. Mettere in conto la difficoltà di proteggersi adeguatamente anche per lunghi tratti.
Attacco, descrizione della via
Per raggiungere il rifugio Roda di Vael ci sono due possibilità. La prima è quella di parcheggiare al Passo Costalunga (1753 Mt.) e imboccare il sentiero n. 548 poco prima di arrivare
al passo salendo dalla Val di Fassa (1 h. 15'). La seconda
possibilità, sicuramente più comoda e veloce, è quella di
parcheggiare a Carezza (1 Km. dal Passo di Costalunga in direzione di Bolzano, 1620 Mt.) e salire mediante una comoda seggiovia al
rifugio Paolina (2127 Mt.) dal quale, seguendo i sentieri n. 539
e 549, è possibile raggiungere il
rifugio Roda di Vael (2283 Mt.) in soli 25 minuti.
Dal rifugio Roda di Vael, imboccare il sentiero n. 541 per circa 15' in direzione del Passo delle Cigolade fin oltre la verticale della vetta della Roda di Vael,
grossa montagna dalla forma triangolare che s'incontra sulla sinistra. Dato che non esiste una vera e propria traccia che sale in direzione dell'attacco occorre salire lungo erba e detriti sino alla base della parete. La via corre sul fianco destro della parete. La direttiva della salita è data dalla colata nera situata leggermente a sinistra di una zona gialla.
Alla base della colata c'è un grosso pilastro staccato dalla parete. Portarsi all'inizio dello zoccolo, alcuni metri a sinistra rispetto al
pilastro, e risalirlo verso destra (alcuni passi di II) fino a raggiungerlo (1 clessidra).
1° tiro:
salire nel camino portandosi in cima al pilastro. Spostarsi
all'estrema destra e rimontare la parete principale tornando verso
sinistra sopra la verticale dell'attacco. Quindi dritti per
muretti verticali ma ben appigliati fin dove le difficoltà calano.
Non obliquare a destra verso dei cordoni ma continuare dritti fino
una placca grigia appoggiata. Si sosta alla sua base sulla destra
(2 clessidre+cordoni+maglia rapida).
45 Mt., IV, V+, VI oppure A0, V, IV, 6 chiodi.
2° tiro:
obliquare verso sinistra, superando la placca ed il successivo
muretto verticale, spostandosi così a sinistra della colata nera.
Traversare su facile cengia verso destra fino al suo termine
raggiungendo ancora la colata nera. Risalire il muretto
leggermente aggettante per circa 4-5 metri e traversare verso
destra fino alla sosta (1 clessidra+cordoni+maglia rapida+1
chiodo) situata sul bordo destro della colata nera.
25 Mt., IV+, V, 1
sosta intermedia (2 chiodi).
3° tiro:
alzarsi 2 metri (roccia scadente) e iniziare subito ad obliquare verso sinistra per
muretti grigi (si è nel centro della colata nera) fino ad una
specie di nicchia gialla. Qui si esce dalla colata nera e,
obliquando ancora verso sinistra, si raggiunge la sosta (1chiodo+1
clessidra+cordone/fettuccia).
40 Mt., IV+.
4° tiro:
con questa lunghezza bisogna raggiungere la base del muro giallo
che si vede appena destra della colata nera. Alzarsi circa 5 metri
e poi obliquare verso destra superando un piccolo strapiombino per
entrare nella colata nera. Sempre in obliquo verso destra, su
placchette dove non è sempre facile individuare il percorso più
semplice, fino alla base del muro giallo dove si sosta (3 chiodi
di cui 2 con cordino).
20 Mt., V-, IV+, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.
5° tiro:
superare il muretto strapiombante oltre il quale, per rocce molto
appigliate, si raggiunge la sosta (2 chiodi) sulla destra della
colata nera. 15 Mt., VII- oppure A0, IV-, 3 chiodi, 1 clessidra senza cordone.
6° tiro:
non raggiungere il cordone che si vede nel centro della colata
(roccia sana ma più duro) ma salire dritti (tratto facile ma con
roccia delicata) fino a prendere la breve fessura/lama. Al suo
termine superare uno strapiombino e poi continuare per rocce
articolate tendendo a sinistra fin sotto una fascia verticale
sovrastata da un canalino. Qui conviene sostare (1 chiodo). 30 Mt., V+, V-.
7° tiro:
superare la fascia al suo limite sinistro ed entrare nel canalino
che si segue fino a quando il muro strapiombante obbliga a
traversare a destra. Non appena possibile obliquare a sinistra
raggiungendo il largo canale di uscita. Sosta da attrezzare
(spuntoni).
30 Mt., V+, III, 1 chiodo.
8° tiro:
seguire il facile canale fino un muretto. Superarlo sulla parete
di sinistra e poi riprendere il canale e continuare fino un buon
spuntone sulla destra nei pressi di una piccola forcella. Sosta da
attrezzare (spuntone). 60 Mt., II, IV, II.
9° tiro:
seguire il canale ancora pochi metri. Portarsi sulla cresta a
destra mediante la quale si continua fino a dove si riesce ad
attrezzare una solida sosta (spuntoni o friends). 40 Mt., III, II.
Traversare verso destra, eventualmente alzandosi ancora alcuni
metri, fino a raggiungere la ferrata. Seguendola in salita si
raggiunge la vetta.
Discesa
Raggiunta la ferrata è possibile iniziare subito la discesa fino
al passo del Vaiolon (2560 Mt.) dal quale si scende
nel canalone di sinistra direttamente verso
il rifugio Paolina (1 h.) oppure sull'altro versante prima verso il rifugio Roda di Vael e successivamente al rif. Paolina (1
h. 30').
Se invece si sale fino in vetta alla Roda è possibile tornare
indietro sui propri passi, seguendo le opzioni appena descritte,
oppure scendere verso sud lungo un'evidente traccia
con grossi ometti sino a raggiungere l'altra ferrata. Seguirla in
discesa, superare una scala metallica e raggiungere un intaglio. Da qui
è possibile scendere lungo il canalone di sinistra o salire la
breve paretina che si ha di fronte. In entrambi i casi si
raggiunge il
rifugio Roda di Vael dal quale si rientra alla macchina mediante il percorso
seguito durante l'avvicinamento.
|