Descrizione generale
La Roda di Vael è rinomata nel mondo alpinistico sopratutto per la sua "Parete Rossa" teatro, nel corso degli anni, di importantissime imprese alpinistiche firmate da alcuni dei nomi più noti dell'ultimo secolo.
Questa via è stata salita l'11 agosto del 1908 da Angelo Dibona in compagnia di A. Verzi, E. A. Broome e W. Corning e sale il lato destro dell'imponente parete ovest (nota anche come
Parete Rossa) della Roda di Vael sfruttando un logico sistema di fessure e camini.
Per descrivere l'itinerario riportiamo quanto pubblicato sul "La Nuova Guida del Catinaccio" di Antonio Bernard e pubblicata da Edizioni Mediterrranee:
"E' sorprendente come su una muraglia gialla e strapiombante come questa possa esistere un itinerario di difficoltà classiche e, soprattutto,
è quasi incredibile che un alpinista abbia osato affrontare un secolo fa un muro così repulsivo, senza usare alcun chiodo di assicurazione. La via viene ripetuta con una certa frequenza, per la soddisfazione, insolita per l'alpinista medio, di poter vincere una parete così verticale. Scorci spettacolari sulla Parete Rossa. Lo zoccolo (che non è poi tanto facile) presenta una roccia sgradevole; per il resto, l'arrampicata è prevalentemente lungo fessure e camini, talvolta faticosi, talvolta tecnici, ripuliti dal passaggio".
Attacco, descrizione della via
Raggiungere Carezza (Nova Levante/BZ - 1 Km. prima del Passo di Costalunga salendo da Bolzano) e mediante la seggiovia salire al
rifugio Paolina (2127 Mt.). Da qui imboccare il sentiero n. 552 verso sinistra e, dopo un lungo traverso, raggiungere il bivio con il sentiero n. 549. Imboccarlo e proseguire fino al successivo bivio con il sentiero n. 551 (indicazioni per il Passo di Vaiolon). Prima di raggiungere lo stretto canale che sale al passo, quando il sentiero si avvicina alla parete, prendere un traccia sulla destra (all'inizio poco marcata) che costeggia tutta la "Parete Rossa" della Roda (diversi sali-scendi) fino al pilastro grigio che si trova sul suo bordo destro. E' anche possibile, dal sentiero n. 552, salire direttamente per ripido ghiaione, con tracce poco marcate, fino alla base del pilastro. L'attacco è nel punto in cui il pilastro si salda alla parete giallastra (comodo terrazzino - clessidra alta con cordone). Più a destra, più o meno al centro del pilastro, si trova l'attacco della via Casarotto.
Leggi note a fine relazione per l'avvicinamento senza seggiovia.
1° tiro:
salire le facili rocce verso destra senza percorso obbligato stando sempre in prossimità della parete giallastra sino a raggiungere la sosta (2 chiodi+cordone). 50 Mt., II, III.
2° tiro:
salire a destra della sosta sfruttando un vago diedrino. Quando sulla sinistra s'incontrano rocce più semplici (appena dopo il chiodo con anello) abbandonare il diedro e traversare a sinistra per rocce rotte sino alla sosta (2 chiodi+cordone+maglia rapida).
20 Mt., IV, III, 1 chiodo con anello.
3° tiro:
rimontare facili rocce a sinistra della sosta sino a giungere alla base di un canale dove sulla destra si trova la sosta (spuntone+cordone+maglia rapida). 20 Mt., III, III+.
4° tiro:
salire il canale a sinistra della sosta, superare un risalto e raggiungere un ripiano dove si sosta (spuntone+cordini) sotto al diedro giallo della via Zentralfriedhof. 60 Mt., III, IV.
5° tiro:
spostarsi verso il sistema di fessure a destra del diedro. Salire la fessura tra il giallo e il nero
finché questa si biforca. Spostarsi lievemente a destra
e proseguire poi lungo la fessura di destra fino a raggiungere la sommità del pilastro. Qui sostare (spuntone) ed ignorare la sosta (2 chiodi+cordino) più a sinistra (le protezioni lavorerebbero in posizione di estrazione). 45 Mt., IV+, V-, IV+, 1 chiodo.
6° tiro:
spostarsi a sinistra, salire la fessura sulla parete bianca e sostare (3 chiodi) poco dopo. Prestare attenzione a delle lame instabili.
20 Mt., V-, V, 2 chiodi, 1 clessidra con cordino.
7° tiro:
salire il camino, quando questo diviene diedro (roccia sporca di licheni) traversare a sinistra e sostare (2 chiodi con anelli+cordone).
30 Mt., V, 2 chiodi.
8° tiro:
salire il camino per poi sfruttare la lama. Continuare in verticale sino a quando è possibile uscire a destra su di una placca inclinata. Traversare poi in massima esposizione verso destra sfruttando un'esile cengietta. L'ultimo passo è protetto da uno spuntone con cordone. Attrezzare poco dopo la sosta su spuntone (si è alla base di un diedro/canale). 30 Mt., IV, 1 chiodi, 1 spuntone con cordone.
9° tiro:
salire il diedro/canale per poi spostarsi a destra (a sinistra parte la variante d'uscita Eisenstecken). Proseguire in obliquo fino ad un umido camino all'interno del quale si trova la sosta (3 chiodi). 30 Mt., III, IV.
10° tiro:
salire lungo il camino portandosi poi nel fondo per riemergerne a superare un masso incastrato. Proseguire superando un secondo masso incastrato tenendosi sulla sinistra e continuare fino alla forcella. Sosta da attrezzare su di uno spuntone. 45 Mt., IV, IV+, V-, III.
11° tiro: uscire a sinistra sulla cresta ed attrezzare la sosta su spuntone. 15 Mt., III+.
Da qui traversare per sfasciumi verso destra (viso a monte) sino a raggiungere l'evidente sentiero che sale in direzione della vetta. Possibile raggiungerla con breve camminata oppure iniziare direttamente la discesa.
Discesa
Dal sentiero scendere verso destra
(sud) lungo l'evidente traccia sino a raggiungere la ferrata. Seguirla in
discesa, superare una scala metallica e raggiungere un intaglio. Da qui
è possibile scendere lungo il canalone di sinistra o salire la
breve paretina che si ha di fronte. In entrambi i casi si
raggiunge il
rifugio Roda di Vael dal quale si torna al rifugio Paolina (sentiero n. 549).
E' anche possibile, dalla vetta della Roda di Vael, scendere lungo la cresta
nord/nord-ovest (anch'essa attrezzata con cavi metallici) sino al Passo del Vaiolon dal
quale si scende direttamente, percorrendo il canalone a sinistra, verso il rifugio Paolina. |