Descrizione generale
La Roda di Vael è rinomata nel mondo alpinistico sopratutto per la sua "Parete Rossa" teatro, nel corso degli anni, di importantissime imprese alpinistiche firmate da alcuni dei nomi più noti dell'ultimo secolo. Ma anche sulla Parete Est, più soleggiata e meno repulsiva, sono stati tracciati degli itinerari decisamente meritevoli.
Questa
via è stata salita il 13 agosto del 1947 da G. Rizzi, R. Finker e F. Pederiva ed è ormai divenuta una classica del gruppo. La linea si snoda lungo placche e diedri regalando un'arrampicata tecnica ed elegante. Tutte le soste sono attrezzate e in via si trovano diversi chiodi ma risulta fondamentale integrare.
La lunghezza che conduce in vetta e che presenta roccia inizialmente molto delicata è di fatto una variante d'uscita. Probabilmente la via originale esce sulla cengia di destra e raggiunge la vetta seguendo la cresta.
Attacco, descrizione della via
Per raggiungere il rifugio Roda di Vael ci sono due possibilità. La prima è quella di parcheggiare al Passo Costalunga (1753 Mt.) e imboccare il sentiero n. 548 poco prima di arrivare
al passo salendo dalla Val di Fassa (1 h. 15'). La seconda
possibilità, sicuramente più comoda e veloce, è quella di
parcheggiare a Carezza (1 Km. dal Passo di Costalunga in direzione di Bolzano, 1620 Mt.) e salire mediante una comoda seggiovia al
rifugio Paolina (2127 Mt.) dal quale, seguendo i sentieri n. 539
e 549, è possibile raggiungere il
rifugio Roda di Vael (2283 Mt.) in soli 25 minuti.
Dal rifugio Roda di Vael, imboccare il sentiero n. 541 per circa 15' in direzione del Passo delle Cigolade fin oltre la verticale della vetta della Roda di Vael,
grossa montagna dalla forma triangolare che s'incontra sulla sinistra. Dato che non esiste una vera e propria traccia che sale in direzione dell'attacco occorre salire lungo erba e detriti sino alla base della parete. La parete est è incisa da un grande strapiombo ad arco. L'attacco si trova sulla sinistra di questo strapiombo. Salire per circa una ventina di metri uno zoccolo di roccette e gradoni sino a giungere ad un terrazzo
dove, sulla destra, è presente un chiodo con anello. Guardando la parete sulla sinistra è facilmente identificabile un pilastro staccato oltre il quale (sulla parete principale) si trova una grande colata nera.
1° tiro:
salire obliquando verso destra sino ad un terrazzino di sosta (2 chiodi+cordone). 40 Mt., IV-, III+, 2 chiodi.
2° tiro:
spostarsi leggermente a destra per salire il diedro aperto sino
alla sosta (2 chiodi). 40 Mt., IV-, IV.
3° tiro:
lunghezza chiave della via. Continuare nel diedro fino al suo termine. Sosta su di un terrazzino a sinistra (2 chiodi+1 clessidra con cordone).
45 Mt., V, V+, 4 chiodi (due dei quali vicini), 1 clessidra con cordone.
4° tiro:
spostarsi a sinistra e salire la placca obliquando verso sinistra fino al terrazzino di sosta (3 chiodi+cordone). 25 Mt., IV.
5° tiro:
salire la placca obliquando verso destra fino al terrazzino di sosta (2 chiodi). 35 Mt., IV, IV+, 1 clessidra con cordone.
6° tiro:
traversare 6-8 Mt. a destra per poi salire verticali sino alla
sosta (2 chiodi+1 clessidra). 45 Mt., II, IV-, III+, 1 chiodo.
7° tiro:
salire pił o meno verticali,
senza percorso obbligato, raggiungendo la sosta (2 chiodi) sotto delle fasce strapiombanti.
50 Mt., III, IV-, 1 chiodo.
8° tiro:
traversare inizialmente a destra, poi alzarsi leggermente in
verticale, indi obliquare a sinistra sino alla sosta (2 chiodi).
25 Mt., III, IV-, 2 chiodi.
9° tiro:
salire la placca a destra della sosta raggiungendo la terrazza detritica. Sosta su clessidra. 50 Mt., IV, 1 chiodo.
10° tiro:
portarsi alla base dell'ultimo salto roccioso. Attaccarlo a sinistra, oltre una sosta intermedia (chiodo+clessidra con cordone) e salire, obliquando dopo i primi metri, verso sinistra. Sostare
(spuntone) a circa 20 Mt. dalla croce di vetta. 55 Mt., IV, III.
Salire slegati (I) i pochi metri che mancano per raggiungere la vetta.
Discesa
Dalla vetta, rivolti verso la parete dove si è svolta la salita (est), scendere verso destra
(sud) lungo un'evidente traccia
con grossi ometti sino a raggiungere la ferrata. Seguirla in
discesa, superare una scala metallica e raggiungere un intaglio. Da qui
è possibile scendere lungo il canalone di sinistra (possibile tornare nei pressi dell'attacco per recuperare del materiale) o salire la
breve paretina che si ha di fronte. In entrambi i casi si
raggiunge il
rifugio Roda di Vael dal quale si rientra alla macchina mediante il percorso
seguito durante l'avvicinamento.
E' anche possibile, dalla vetta della Roda di Vael, scendere lungo la cresta
nord/nord-ovest (anch'essa attrezzata con cavi metallici) sino al Passo del Vaiolon dal
quale si scende direttamente, percorrendo il canalone a sinistra, verso il rifugio Paolina. |