Descrizione
generale
La Torre Peralba si innalza direttamente sopra il parcheggio dal quale appare un po' tozza. Sul lato destro presenta uno zoccolo erboso mentre a sinistra si nota un pilastro arrotondato caratterizzato da placche compatte. Queste due zone sono divise da due camini quasi paralleli dove corre l'itinerario aperto da Roberto Mazzilis e Franco Cargnelutti il 5 settembre del 1981. La parte bassa della via è caratterizzata appunto da questi profondi camini di roccia ottima (necessaria una cerca dimestichezza con questo tipo d'arrampicata) mentre la parte alta segue delle placche interrotte da zone detritiche e con roccia generalmente meno solida ma comunque buona. La chiodatura è abbondante solo sulle prime lunghezze poi è necessario integrare con protezioni veloci. Le soste sono tutte attrezzate tranne la sesta che è da integrare. E' tra le vie più ripetute della zona.
Attacco, descrizione della via
Dal paese Cima Sappada (BL) imboccare la stretta stradina asfaltata che conduce alle Sorgenti del Piave dov'è situato l'omonimo rifugio. Dopo una serie di tornanti si percorre un tratto rettilineo e quasi pianeggiante dove ci sono molte possibilità di parcheggio. Da qui è ben evidente la Torre Peralba che sovrasta il parcheggio con i suoi due camini paralleli che caratterizzano i primi tiri della via e che, in alto, si uniscono. Di fronte al parcheggio parte una strada carrozzabile che sale in direzione del rifugio Pier Fortunato Calvi (visibile dal parcheggio). Incamminarsi su questa strada fino al quarto tornante dove, sulla sinistra, si stacca un sentierino in leggera discesa per le Sorgenti del Piave (indicazioni su masso). Percorrere brevemente questo sentiero e poi salire per un ripido pendio di erba e ghiaia fino alla base dei due camini. Si attacca nel camino di sinistra.
1° tiro:
seguire il camino verticale. Dopo aver percorso alcuni metri più facili si sosta (1 chiodo+1 spit smartellato+cordone+maglia rapida).
35 Mt., IV+, V-, IV, 4 chiodi.
2° tiro:
seguire sempre il camino. Un primo tratto verticale ma ben appigliato, poi una rampa più facile che conduce ad una strettoia povera di appigli oltre la quale si sosta (2 chiodi+1 spit+cordoni+maglia rapida) comodamente su un pulpito a destra.
45 Mt., IV+, V, 10 chiodi (2 dei quali vicini).
3° tiro:
il camino si fa ora stretto, profondo ed umido. Salire nel suo fondo e prima della strozzatura traversare a sinistra per uscirne. Ora in verticale per una fessura/diedrino fino alla sosta (1 chiodi+1 spit smartellato+cordini+maglia rapida). Attenzione alle corde che tendono ad incastrarsi nella strozzatura della fine del camino.
30 Mt., IV, 4 chiodi.
4° tiro:
salire la fessura di destra e poi non continuare nel diedro ma superare il muretto sulla sinistra e proseguire per placca stando sempre pochi metri a sinistra del diedro. Lo si riprende molto più in alto dove termina e, per facili gradoni, si raggiunge la terrazza detritica dove si sosta sulla sinistra (2 chiodi+kevlar+1 chiodo). 55 Mt., IV+, V, V+, IV, III, 9 chiodi, 1 clessidra con cordone.
5° tiro:
salire alla grossa nicchia quindi obliquare a destra sfruttando un diedrino che porta ad una vaga cengia detritica. La via originale da qui sale dritta e poi piega leggermente a destra su roccia non eccellente. Noi abbiamo seguito la variante degli Alpini. Traversare a destra sul cengione detritico fin sotto una fessura appoggiata dove si sosta (1 grosso chiodo a pressione). 25 Mt., IV, II, 1 chiodo.
6° tiro:
salire la fessura appoggiata fino a superare alcuni metri molto verticali (fin qui scaglie instabili). Poi, seguendo sempre la fessura ora un po' erbosa, si obliqua leggermente a sinistra fin sotto un muretto verticale (fine della variante degli Alpini). Si supera il muretto e si prosegue facilmente fino alla sosta (1 chiodo).
55 Mt., IV, V, IV, V, IV-, 3 chiodi a pressione, 2 soste intermedie (2 chiodi a pressione+cordone; 2 chiodi+cordino).
7° tiro:
superare lo strapiombino fessurato sopra la sosta e poi obliquare a sinistra fino un vago spigolo. Si sale per rocce via via più semplici fin pochi metri sotto la vetta dove si sosta (1 grosso chiodo a pressione). 45 Mt., V, IV, III, 2 chiodi.
8° tiro:
per facili rocce fino in vetta (possibile sosta su spuntone). 30 Mt., I.
Discesa
Poco sotto la cima è visibile un cavo metallico che scende in un canalino verso sinistra. Si tratta della vecchia discesa.
Attualmente ci sono delle doppie abbastanza comode che depositano alla base della parete est (verso il rifugio Calvi).
Continuare sulla crestina nella direzione opposta a quella di salita. Superare un prima selletta (sosta con spit) e proseguire un po' in discesa fino 2 piccole piante vicino alle quali si trova il primo ancoraggio (2 chiodi+cordini+maglia rapida).
1a. calata: 40 Mt. fino una larga forcella dov'è presente una sosta (altra linea di calate più scomoda). Spostarsi sull'erbosa crestina verso nord per circa 10 Mt. fino all'ancoraggio successivo (1 spit+2 chiodi+cordone+anello calata);
2a. calata: 35 Mt. verso il rif. Calvi;
3a. calata: 45 Mt. fino al pendio ghiaioso alla base della parete.
Da qui scendere, prestando attenzione, fino a raggiungere la strada carrozzabile che, seguita verso valle, riporta al parcheggio. E' possibile effettuare un'ulteriore corda doppia di circa 60 Mt. (1 grosso chiodo a pressione sulla destra - viso a monte) per evitare la prima parte della discesa un po' infida per le rocce decisamente instabili. |