Torre di Brenta - Via Detassis (con uscita diretta)

 
Zona montuosa Dolomiti di Brenta Località di partenza Rif. Vallesinella - Madonna di Campiglio (TN)
Quota partenza 1513 Mt. Quota di arrivo 3000 Mt. circa (3014 Mt. la vetta)
Dislivello totale +1067 Mt. per il rif. Alimonta
+130 Mt. circa dal rifugio all'attacco
+290 Mt. la via (310 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 317, 318, 323
Ore di salita 3 h. per il rif. Alimonta
1 h. dal rifugio all'attacco
5 h. la via
Ore di discesa 2 h. 30' fino al rif. Alimonta
2 h. 15' dal rif. Alimonta al parcheggio
Esposizione Sud-ovest Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 24/08/2017 Difficoltà V+ (primo tiro) poi generalmente IV
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Antonio, Emma, Matteo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia
Bella giornata con temperature gradevoli. Il sentiero fino al rifugio Alimonta è evidente e ben segnalato. Poi per raggiungere la base della parete non ci sono particolari difficoltà. Salire invece dal ghiaione fino all'attacco si rivela in due tratti un po' problematico a causa della pessima qualità della roccia. Alla base della parete ovest ormai non è più presente la vedretta degli Sfulmini, citata in alcune guide, che persiste solo sul versante nord. La discesa si effettua con l'aiuto di alcune corde doppie all'inizio e alla fine, ma tutto il tratto centrale avviene su roccette di II e cenge sempre molto esposte. La roccia in via è generalmente ottima.
Eventuali pericoli
Soliti dell'arrampicata in ambiente. Attenzione alla discesa, lunga e tortuosa che può creare difficoltà di orientamento in caso di brutto tempo.
Presenza di acqua

E' possibile trovare acqua nei pressi del parcheggio di Vallesinella, ai rifugi Casinei (1850 Mt.), Brentei (2175 Mt.) e Alimonta (2580 Mt.). Sul sentiero 318, poco prima del rifugio Brentei, un cartello indica una sorgente.

Punti di appoggio
Rifugi Casinei, Maria e Alberto ai Brentei e Alimonta.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale dotazione alpinistica. Consigliate due mezze corde da 60 metri per la doppia finale per riuscire a superare il ripido nevaio alla base della parete. Indispensabile una serie di friends (da 0.3 a 3 Camalot) per integrare le poche protezioni presenti. Non tutte le soste sono presenti ma si possono attrezzare senza difficoltà su friends. Comunque su questa via un martello e un assortimento di 4 o 5 chiodi è più che giustificato.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Imponente cima che domina il pianoro di fronte al rifugio Alimonta. E' la cima più alta della catena degli sfulmini e venne salita per la prima volta il 24 giugno 1882 da E. T. Compton e M. Nicolussi. Attenzione che su questa montagna ci sono ben due vie di Detassis ed entrambe sono sulla parete sud-ovest.
Questa da noi relazionata è stata aperta da Ulisse Battistata, Bruno Detassis, Enrico Giordani e Pompeo Marimonti il 23 agosto 1934 ed è quella più lunga e maggiormente conosciuta (attenzione che le ripetizioni sono comunque poche. A detta del vecchio Ezio Alimonta, nel 2015 c'è stata una ripetizione dopo ben 10 anni da quella precedente!). Arrampicata varia su strapiombini, placche, diedri e camini su roccia generalmente ottima. Le difficoltà, a parte la prima lunghezza, sono sempre abbastanza costanti sul IV, ma mai banali o scontate, con alcuni passaggi più impegnativi.
L'avvicinamento su roccia in parte friabile, la discesa un po' laboriosa ed esposta, e la chiodatura decisamente parsimoniosa lungo i tiri ed alle soste ne fanno un itinerario dal carattere decisamente alpinistico. Sconsigliata a chi cerca una bella salita facile con una discesa comoda.

Attacco, descrizione della via
Dal parcheggio di Vallesinella (1513 Mt.) salire in breve con il sentiero 317 al rifugio Casinei (1825 Mt.). Da qui si seguono le indicazioni per il rifugio Brentei (sentiero 318) che si raggiunge in un'oretta (2183 Mt., 2 ore da Vallesinella). Pochi metri prima del Brentei, in corrispondenza della piazzola per l'atterraggio dell'elicottero e del rifugio invernale, si prende il sentiero n. 323 che sale a sinistra fino a raggiungere il rifugio Alimonta (2580 Mt.). Da qui si ha un'ottima vista della Torre di Brenta dal suo versante nord, caratterizzato da una cengia detritica a metà parete e incisa nella parte superiore da un lungo camino obliquo (la discesa avviene seguendo la via Normale da nord che passa attraverso questi due caratteristici punti di riferimento). Attraversare il pianoro roccioso e detritico fin sotto il giallo e strapiombante spigolone ovest/nord-ovest. Salire il conoide detritico alla sua destra e poi la rampa inclinata un po' obliqua verso destra (roccia pessima alla fine del conoide/inizio rampa). Seguire la rampa fin dove diviene camino. Raggiungere il grosso masso incastrato (friabile, chiodo) e poi più facilmente fino alla fine del camino. Per terrazza detritica fin sotto la parete strapiombante. Si traversa a sinistra costeggiando la parete ed abbassandosi un poco fino un ometto. Si è in corrispondenza di una colata nera nel mezzo di due zone gialle. Si salgono le facili rocce (ora di ottima qualità) per 6 o 7 metri fino all'attacco della via (ometto, 3 chiodi+cordoni).

1° tiro:
superare un primo strapiombino e poi seguire la fessura che, dopo alcuni metri, piega a destra. Superare un secondo strapiombo, decisamente più impegnativo del primo, e sostare (2 chiodi). 30 Mt., V, IV, V+, 4 chiodi.

2° tiro:
spostarsi 2 metri a sinistra (molto esposto) e poi salire più facilmente fin sotto una paretina. Superarla entrando in un colatoio/canale. Salirlo pochi metri cercando un buon punto per attrezzare una sosta (friends o chiodi). 30 Mt., V, III, IV-, III, 2 chiodi.

3° tiro:
seguire il colatoio/canale fino ad una cengia detritica. Spostarsi pochi metri a sinistra e salire il diedro fessurato fino un ripiano dove si può sostare (da attrezzare su friends o chiodi). 30 Mt., IV, II, IV, 3 chiodi.

4° tiro:
dritti sulla paretina sopra al diedro fino a raggiungere una cengia detritica (visibile ometto). Puntare circa 4 metri a destra dell'ometto e sostare (2 clessidre). 40 Mt., IV, II, 1 chiodo.

Spostarsi facilmente a destra sulla cengia fino un altro ometto individuando la sosta (3 chiodi di cui 1 con anello rotto). 10 Mt., I.


5° tiro:
dritti per ripida parete grigia spostandosi, dopo circa 20 metri, leggermente a sinistra per superare una pancetta. Ancora dritti per 10 metri spostandosi poi a destra per raggiungere la sosta (2 chiodi). 35 Mt., IV, V+ (passo evitabile con raggiro a sinistra), IV, 3 chiodi.

6° tiro:
spostarsi 3 metri a destra e poi salire in obliquo a destra fino a raggiungere un camino/canale non visibile fino all'ultimo momento. Si sosta accanto al camino/canale (2 chiodi). 20 Mt., IV-, III, 1 sosta intermedia (1 chiodo+1 dado).

7° tiro:
seguire il camino/canale, all'inizio dritto e poi con leggero andamento verso sinistra, fino un buon terrazzino sulla sinistra dove si sosta comodamente (3 chiodi un po' distanti, 1 clessidra con foro piccolo - necessario kevlar aperto). 50 Mt., IV, IV-, 1 chiodo.

8° tiro:
traversare a destra circa 3 metri e salire per canalino e poi roccette. Da questo punto abbiamo sbagliato (vedi note a fine relazione). Proseguire per facili roccette, con leggero andamento a destra fino una piccola terrazza detritica. Attrezzare una sosta (friends) alla sua destra. 40 Mt., IV-, III+.
Il diedro che si vede sulla destra, che inizia poco sotto e che poi diviene camino, sarebbe l'uscita corretta della via.

9° tiro:
in leggero obliqua verso destra su placchetta facile e lavorata fino alla grande terrazza detritica posta sulla cresta sud-ovest.
25 Mt., IV-, III+.

Volendo raggiungere la vetta è necessario seguire la cresta ovest. Se si opta per la discesa dalla Normale da nord (come noi) non è necessario raggiungere la vetta.
Discesa
Abbastanza lunga e complessa avviene seguendo la via Normale da nord.
E' possibile scendere anche seguendo la via Normale da sud o la via Haupt (sempre a sud). Soluzioni da noi non testate.
Spostarsi sulla terrazza in direzione della cima abbassandosi pochi metri verso est e raggiungendo un evidente intaglio. Abbassarsi pochi metri verso nord individuando una sosta di calata (3 chiodi+cordini+maglia rapida). Con una doppia di 35 Mt. (o 30 Mt. e poi passi di II) si raggiunge una feritoia che permette di affacciarsi verso est in direzione della cima e bocchetta degli Armi. Su questa feritoia, formata da massi incastrati, sono presenti dei cordini e maglia rapida per la seconda calata in corda doppia. Si scende per 65 Mt. nello stretto canale sottostante (ultimi metri facili, probabile presenza di ancoraggio intermedio sul lato sinistro del canale - viso a monte). Queste due calate sono evitabili scendendo con passi d'arrampicata (II). Dal temine del camino raggiungere facilmente la larga cengia detritica sottostante che taglia il versante nord. Seguirla verso sinistra (viso a valle, numerosi ometti) per circa 80 metri e poi scendere zig-zagando tra canalini e cengette (numerosi ometti, II, esposto) fino alla vedretta alla base della parete. Noi, circa 100 Mt. sopra il nevaio, abbiamo trovato un'altra sosta attrezzata per la doppia (clessidra+cordoni+maglia rapida) e l'abbiamo sfruttata. Siamo scesi di 40 Mt. entrando in un camino con enorme masso incastrato. Accanto al masso si trova il successivo ancoraggio (1 chiodo+1 clessidra+cordino kevlar). Con 65 Mt. si raggiunge la vedretta alla base della parete. A seconda nell'innevamento può risultare problematico il superamento di quest'ultima. Eventualmente si può abbandonare un chiodo e fare ulteriore doppia per scivolare sulla vedretta fino al suo termine. Noi abbiamo sfruttato una vecchia calata posta una decina di metri sotto a quella nel camino col masso incastrato, ma la sconsigliamo per le sue pessime condizioni.
Giunti al termine della vedretta si raggiunge in breve il rifugio Alimonta e si ritorna al parcheggio mediante i sentieri percorso durante l'avvicinamento.
Note

Noi su L8 abbiamo sbagliato percorrendo un'uscita probabilmente più semplice ed allo stesso tempo più diretta. Dopo il traverso di 3 metri ci si alza nel canalino e poi roccette. Bisogna stare attenti a non proseguire su queste invitanti e facili roccette ma fermarsi dopo circa 15 Mt. (sosta probabilmente da attrezzare). A questo punto traversare decisamente a destra sopra all'evidente tetto con colata nera che si vede nelle lunghezze precedenti (persino dal rifugio). Passo iniziale esposto di IV e poi facile cengia detritica fino alla base del diedro finale dove si sosta (probabili chiodi). Seguire il diedro che, negli ultimi metri, diviene camino (nel diedro almeno 1 chiodo che abbiamo visto). Si arriva sempre sulla cresta ovest, pochi metri più in basso rispetto all'uscita da noi percorsa.

Commenti vari

Salita effettuata durante il corso di roccia avanzato nato dal gemellaggio tra la Scuola Valle Seriana e la Scuola di Como N. Noseda Pedraglio-F. Muschialli.

   

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Emma sull'impegnativa prima lunghezza

Ancora Emma sul secondo strapiombino al termine di L1

   

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Matteo sulla quinta lunghezza

Sesta lunghezza. Emma sale verso il camino/canale

   

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Sugli ultimi metri del camino/canale del settimo tiro

Emma, Luca, Antonio e Matteo a fine via sulla cresta ovest

   

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Il rifugio Alimonta tra le nebbie pomeridiane

La massiccia Torre di Brenta vista dal rif. Alimonta

   

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Il versante sud-ovest della Torre di Brenta col tracciato della via Detassis e dell'infido avvicinamento.
In viola segnata l'uscita originale che noi non abbiamo percorso