Descrizione generale
La Torre di Aimonin è ben visibile dall'abitato di Noasca. Ha
una vaga forma trapezoidale con, ben evidente sul lato destro,
un grosso pilastro quasi rettangolare. La via del Diedro Bonis
segue il bel diedro ad angolo retto che si forma sul lato
sinistro di questo pilastro. Al termine del pilastro si traversa
a desta a prendere una fessura ad arco. Manolo e Gogna
tracciarono una variante a questa lunghezza che sale
direttamente il muretto a sinistra (6b+ sprotetto).
Il Diedro Bonis venne salito per la prima volta da Roberto Bonis e Marco Pozzi nel maggio del 1973.
Tutte le soste sono attrezzate a spit, mentre lungo i tiri si trovano solo
alcuni chiodi.
Attacco, descrizione della via
La Valle dell'Orco è una valle lunga circa una quarantina di chilometri ed è percorsa dalla strada statale n. 460 che attraversa gli abitati di Pont Canavese, Locana ed infine Noasca dove si parcheggia.
Dirigersi verso la chiesa ed imboccare il sentiero (indicazioni per la cascata e la Torre di Aimonin) che sale ripidamente nel bosco andando verso destra (verso sinistra si raggiunge la cascata).
Attenzione ad individuare il bivio successivo: un metro prima
che il sentiero principale passi attraverso due segnavia (quello
a sinistra verniciato su un masso e quello a destra fatto con una placchetta metallica avvitata su
un altro masso) svoltare a destra seguendo una traccia, ora meno ripida, che attraversa tutta la boscaglia fino a
giungere alla base della parete, in prossimità dell'attacco delle vie dello Spigolo e Pesce d'aprile. Ora perdere leggermente quota seguendo il sentiero verso destra, costeggiare la parete fino a giungere di fronte all'evidente diedro formato dall'enorme pilastro addossato alla parete.
1° tiro:
salire per facili risalti sulla parete sinistra del diedro fino un terrazzino dove si sosta (2 spit+catena e anello calata).
20 Mt., IV.
2° tiro:
a destra della sosta superando delle lame, poi si prende la bella fessura che incide nel centro il diedro e la si segue fino alla successiva sosta (2 spit+cordone+maglia rapida+chiodo vicino). 45 Mt., VI-, V+, 5 chiodi (2 dei quali vicini).
3° tiro:
alzarsi sopra la sosta fino a prendere la lama da superare in dülfer. Poi per caminetto si raggiunge la cengetta dove si sosta (2 spit+catena e anello calata). 20 Mt. V, VI, V-.
4° tiro:
traversare a destra su cengetta, poi con un passo in placca raggiungere la lama che riporta verso sinistra. Seguire sempre la lama che ora forma un arco strapiombante verso destra. Al suo termine proseguire per spigolino e poi in placca obliquando verso sinistra fino ad un buon albero dove si sosta (cordoni+maglia rapida).
Attenzione allo scorrimento delle corde, eventualmente è possibile attrezzare una sosta su pianta dopo lo spigolino e prima della placchetta finale. 50 Mt., II, VI+, IV+, 1 chiodo, 1 friend incastrato, 1 dado incastrato.
5° tiro:
non l'abbiamo percorso poiché sconsigliato da gente che l'aveva ripetuto un paio di mesi prima in quanto ormai invaso da rovi. Anche sull'ultima guida di Oviglia (Valle dell'Orco: dal trad all'arrampicata sportiva) questo tiro non viene segnato.
Discesa
-Dalla quarta sosta in doppia sulla via:
1a. calata: 45 Mt., dalla S4 alla S3;
2a. calata: 50 Mt., dalla S3 alla S1;
3a. calata: 15 Mt., dalla S1 a terra.
-Se invece si effettua anche il quinto tiro scendere mediante il sentiero verso destra. Purtroppo il sentiero, pur essendo abbastanza comodo ed intuibile (qualche ometto), nella prima parte è invaso da rovi (percorso una settimana fa in uscita dalla via Pesce d'aprile).
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