Torre di Aimonin - Via Pesce d'Aprile

 
Zona montuosa

Alpi Graie - Sottogruppo del Gran Paradiso

Località di partenza Noasca (TO)
Quota partenza 1062 Mt. circa Quota di arrivo 1374 Mt. circa
Dislivello totale +192 Mt. per l'attacco
+120 Mt. circa la via (165 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati

Non numerati

Ore di salita

25' per l'attacco
2 h. la via

Ore di discesa 1 h.
Esposizione Sud Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 23/07/2011 Difficoltà V, VI
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti

Claudia, Alessandro, Lorenzo.

Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Il tempo durante tutta la giornata è stato bello, con temperature miti e poco vento. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente, quello di discesa purtroppo è invaso dai rovi (consigliata discesa in doppia). La roccia è ottima.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Il paese di Noasca e le frazioni vicine.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Solito da arrampicata. Necessaria una serie di friend (da 0.3 a 3 Camalot) o dadi per integrare le scarse protezioni presenti.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione Generale
La Torre di Aimonin è ben visibile dall'abitato di Noasca. Ha una vaga forma trapezoidale con, ben evidente sul lato destro, un grosso pilastro quasi rettangolare.
La via Pesce d'aprile è un itinerario storico di grande bellezza, il primo che venne tracciato su questa parete. Rimane tutt'oggi una delle vie più ripetute della valle anche grazie alla difficoltà non troppo selettiva. Fu salita per la prima volta da Mike Kosterlitz, Gian Piero Motti, Ugo Manera, Guido Morello e Roberto Bianco il 31 marzo 1973.
Tutte le soste sono attrezzate a spit, mentre lungo i tiri si trovano solo alcuni chiodi.
Attacco, Descrizione della via
La Valle dell'Orco è una valle lunga circa una quarantina di chilometri ed è percorsa dalla strada statale n. 460 che attraversa gli abitati di Pont Canavese, Locana ed infine Noasca dove si parcheggia.
Dirigersi verso la chiesa ed imboccare il sentiero (indicazioni per la cascata e la Torre di Aimonin) che sale ripidamente nel bosco andando verso destra (verso sinistra si raggiunge la cascata).
Attenzione ad individuare il bivio successivo: un metro prima che il sentiero principale passi attraverso due segnavia (quello a sinistra verniciato su un masso e quello a destra fatto con una placchetta metallica avvitata su un altro masso) svoltare a destra seguendo una traccia, ora meno ripida, che attraversa tutta la boscaglia fino a giungere alla base della parete, in prossimità dell'attacco delle vie dello Spigolo e Pesce d'aprile.

1° tiro:
salire per gradoni, poi attraversare a destra fino alla base di un diedro. Salirlo uscendone a destra e sostare (2 spit+cordone+maglia rapida). 25 Mt., IV+, 2 chiodi, 1 sosta intermedia (2 golfari+cordone+maglia rapida).

2° tiro:
attraversare a destra, inizialmente in leggera discesa, per circa 10 Mt. m fino a raggiungere un blocco appoggiato. Superarlo con tecnica da camino e uscire alla sua destra su una cengetta dove si sosta (2 spit+maglia rapida). 25 Mt., III, IV, 1 chiodo.

3° tiro:
questa lunghezza porta il nome di "tiro della lastrina".
Spostarsi qualche metro a destra e salire la "lastrina" in dülfer. Poi per facile placca obliquando verso destra raggiungere una cengia alla base del grosso diedro. Si sosta
(2 spit+maglia rapida) alla sua sinistra. 30 Mt. V+, III+, 1 spit appartenente alla via Paveri e papere.

4° tiro:
seguire il bel diedro fessurato fino al suo termine, poi spostarsi a sinistra e sostare (2 spit+maglia rapida).
30 Mt., VI, IV+, 2 chiodi, 1 friend incastrato.

5° tiro:
alzarsi qualche metro sfruttando la fessurina che incide la placca e porta ad uno strapiombino. Col l'aiuto di belle lame superarlo verso destra, poi superare un breve muretto e proseguire in obliquo a destra raggiungendo una pulpito dove si sosta (2 spit+maglia rapida).
20 Mt., V, IV+, 1 chiodo, 1 spit appartenente alla via Pisittu Maccu.

6° tiro:
seguire la fessura sopra la sosta inizialmente larga e verticale, poi più stretta ed appoggiata, fino al suo termine. Proseguire ora per diedrino e risalti erbosi fino al termine della via. Sosta su albero con cordoni e maglia rapida. 35 Mt., V, IV+, 2 chiodi.
Discesa
Dall'ultima sosta spostarsi a destra e salire per tracce obliquando verso sinistra per circa 10-15 metri.
- continuare verso sinistra fino alle doppie attrezzate che corrono sulla linea della via dello Spigolo (consigliato);
- seguire una traccia verso destra (poco evidente) che perde quota fino ad un canale con grossi massi alla base della parete. Da qui si prosegue fino all'abitato di Noasca, un po' più in basso di dove si ha parcheggiato la macchina. Putroppo questo sentiero è in parte invaso da rovi che rendono difficoltoso il passaggio, la traccia non è quasi mai evidente ma abbastanza intuibile con qualche ometto disseminato lungo il percorso.

Note
La prima lunghezza è in comune con la via dello Spigolo.
Commenti vari
Originale è il motivo per il quale gli apritori diedero questo nome alla via.
Fu a causa di uno "scherzo" fatto da Motti e Kosterlitz ai danni dell'altra cordata di Manera, Bianco e Morello in occasione della prima salita. I due salirono la via utilizzando, forse per primi in Italia, i nut. Manera su alcuni passaggi restò perplesso nel vedere che Motti e Kosterlitz erano saliti senza l'uso dei chiodi, sino a che Motti non sventagliò un mazzetto di nut sul muso del perplesso Manera.
   

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Luca sul diedro della prima lunghezza

Luca sul traverso del secondo tiro

   

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Ale impegnato sulla "lastrina" del terzo tiro

Luca sul bel diedro della quarta lunghezza

   

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Claudia e Lorenzo nel diedro

Lo strapiombino della quinta lunghezza

   

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Lorenzo alle prese con la netta fessura dell'ultimo tiro

La Torre di Aimonin con i tracciati delle vie:
 arancio Spigolo, rosso Pesce d'aprile e viola Diedro Bonis

   
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