Descrizione generale
Via storica della grande parete del Piz Ciavazes. La via è stata aperta dalla guida fassana Luigi Micheluzzi (in paese chiamato "Gigio de la Simonina") ed Ettore Castiglioni il 26 settembre del 1935. Oggi è una delle grandi classiche delle Dolomiti. La via sale la parte centrale del Ciavazes ed è caratterizzata da una grande traversata di V+
e VI lunga 90 metri.
Cesare Maestri ha effettuato nel giugno del 1956, in sole 8 ore, la prima salita in solitaria.
Le soste fino al termine della traversata sono tutte attrezzate con due fittoni resinati
o un fittone ed uno spit. Per la restante parte della salita invece sono su clessidre o vecchi chiodi. Le prime e le ultime lunghezze sono poco attrezzate, ma il grande traverso, ora è
sufficientemente chiodato. Il sesto grado nella traversata può essere azzerato grazie alla presenza di cordini.
Attacco, descrizione della via
Percorrere la statale n. 48 che attraversa tutta la Val di Fassa.
Seguire le indicazioni per il Passo Sella. Ad un certo punto la
strada si divide. La statale n. 48 prosegue per il Passo Pordoi mentre
la strada di sinistra (statale n. 242) conduce al Sella. Salite i vari
tornanti fino a giungere al cospetto della parete del Piz Ciavazes
(l'altitudine è 2115 Mt. circa). Parcheggiare sulle varie piazzole a
bordo della strada.
Dalla strada partono diversi sentierini che in circa 15 minuti
conducono alla base della parete.
E' possibile sezionare la parete in tre settori. Questi settori sono divisi da due grandi spaccature. La Via Micheluzzi sale il settore centrale. L'attacco è posto a circa metà parete, poco a sinistra della verticale del Diedro Buhl.
In corrispondenza dell'attacco vi è una scritta sbiadita "Micheluzzi"
ed una freccia.
1° tiro:
salire per qualche metro e poi traversare a destra fino a raggiungere un chiodo.
Rimontare la parete verticale fino a raggiungere una piccola e stretta cengia. Qui sulla sinistra vi è un piccolo terrazzino dove è situata la vecchia sosta (3 chiodi). E' consigliabile proseguire sulla cengia verso destra fino a raggiungere un terrazzino con la sosta (2 fittoni resinati).
35 Mt., IV, V-, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (3 chiodi), 2 clessidre con cordone.
2° tiro:
salire la placca sovrastante aggirando a sinistra un piccolo strapiombo e ritornando a destra verso il diedro fessurato. Salirlo fin sotto al tetto dove si traversa a destra verso la sosta (2 fittoni resinati). 30 Mt., V+, V, 7 chiodi.
3° tiro:
salire la facile paretina sovrastante fino a raggiungere una comoda cengia. Qui traversare a sinistra in direzione di un breve ed evidente diedro. Al termine del diedro
vi è la comoda sosta (2 fittoni resinati+1 spit). 30 Mt., III+, V, 4 chiodi.
4° tiro:
salire a destra della sosta raggiungendo il fittone resinato (VI o A0), uscire a destra e proseguire per terreno più semplice puntando ad un secondo diedro molto marcato situato un poco più a sinistra. La sosta (2 fittoni resinati) è al termine del diedro sulla sinistra.
40 Mt., VI, V, 2 chiodi, 1 fittone.
5° tiro:
seguire la facile rampa verso destra in direzione del grande pilastro giallo. Da questa sosta (3 fittoni resinati) parte la via Diedro Buhl.
15 Mt., III, II.
6° tiro:
da qui ha inizio la grande traversata di 90 metri con tratti di
VI.
Dalla sosta traversare verso destra e, dopo i primi metri,
abbassarsi leggermente. Aggirare lo spigolo e continuare il traverso
ora in leggera ascesa sino alla sosta (2 fittoni resinati). 25 Mt., IV, V+, 4 chiodi.
7° tiro:
traversare per circa una quindicina di metri sino a raggiungere un chiodo con cordino azzurro. Scendere arrampicando per circa
5 metri. Spostarsi a destra raggiungendo così la sosta (2 fittoni resinati). 25 Mt., V+, 5 chiodi (di cui 2 vicini subito dopo la sosta).
8° tiro:
raggiungere il chiodo che si vede sulla destra con passo
delicato per via della roccia un po' levigata. Abbassarsi
leggermente
raggiungendo una specie di cengetta. Più avanti si vede un cordino
che penzola da almeno 5 metri più in alto. Inutile risalire la
placca soprastante per raggiungerlo, si può tranquillamente
continuare a
traversare fino a raggiungere una sosta con cordone. Ignorarla e proseguire ancora in grande traversata fino a raggiungere un
altro chiodo con fettuccia. Qui scendere per qualche metro e traversare sino a raggiungere un
terzo chiodo con cordino. Abbassarsi ancora e poi spostarsi a destra
fino a raggiungere la sosta (2 fittoni resinati).
45 Mt., V+, VI oppure A0, V, VI oppure A0, IV, 7 chiodi, 2 clessidre.
9° tiro:
salire le rocce giallastre raggiungendo una clessidra con
cordino. Spostarsi un po' a destra e superare lo strapiombino. Poi
per terreno più semplice raggiungere la sosta (2
clessidre+cordone) che è situata su di un pulpito.
30 Mt., V, III, 1 chiodo, 2 clessidre.
10° tiro:
superare il muretto (lisciato dalle ripetizioni) a sinistra della sosta.
Ci si sposta un poco a destra per poi tornare a sinistra e superare
un diedrino (delicato). Passando a sinistra di uno spigoletto si
risale ad un pulpito (chiodo arancione) e
si traversa a sinistra a prendere il diedro che conduce alla sosta (2 spit).
Tiro lunghissimo, allungare bene le prime protezioni quando ci si
sposta a destra. Possibilità di
sostare dopo il primo diedrino su 2 chiodi.
60 Mt., V-, V, 6 chiodi
(ce ne sono di più, ma alcuni sono accoppiati).
11° tiro:
obliquare a sinistra in direzione di una fascia strapiombante.
Si transita sotto di essa tornando a destra e superando un diedrino/fessura
leggermente strapiombante. Poi obliquare a destra su terreno più
semplice sino al comodo terrazzino di sosta (2 chiodi+clessidra).
45 Mt., IV, V, IV+, 3 chiodi (2 dei quali vicini).
12° tiro:
obliquare verso destra e poi dritti sino alla cengia con
l'ultima sosta (1 chiodo cementato+1 spit).
30 Mt., IV+, IV-, 1 chiodo.
Facendo molta attenzione a non smuovere sassi risalire verso
destra sino a raggiunge il sentiero che attraversa la cengia dei camosci (qualche salto roccioso con semplici passaggi d'arrampicata).
Consigliabile procedere con un ultima lunghezza di corda
assicurandosi.
Discesa
Imboccare verso sinistra il sentiero che percorre la Cengia dei
Camosci. Ad un certo punto si passa a carponi in un breve tunnel e
poi si prosegue sulla cengia ancora molto esposta (cavi metallici di
sicurezza). Ci sono due punti in
cui è richiesta un'arrampicata in discesa (II) oppure, in alternativa, la calata in doppia (cordini e anelli in loco). Tra questi due tratti il sentiero di discesa dal Piz Ciavazes si unisce con quello di discesa dalla Prima e Seconda Torre del Sella. Giunti alla base della parete si segue il sentiero verso sinistra (viso a valle) per tornare al parcheggio. Andando invece a destra si arriva al Passo Sella.
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