"Sulle placche prima del
diedro centrale i due chiodi che avevo messo avevano cantato bene,
mi sentivo leggero sulle punte degli scarponi comprati a Ortisei (*)
i Galibier. La mia corda Edelrid era abbastanza elastica in caso di
volo, il mio fedele secondo, Pietro, non mi lasciava con lo sguardo.
Sul diedro di quella via, che avevo ideato e memorizzato, salii
veloce, in opposizione, senza chiodi. Arrivato al piccolo terrazzino
finale, sentivo l'energia della parete dello 'Schiavo' proiettarsi
al centro del torace. Una sensazione che sarebbe durata a lungo nei
giorni seguenti dopo l'apertura della via."
(*) Ero andato nell'estate a Selva di Val Gardena, da dove Carlo
Runggaldier mi avrebbe guidato sulle vie delle Torri del Sella, la
mia iniziazione alpinistica.
Umberto Capotummino
Ultimamente si occupa di esoterismo ed ha pubblicato il libro
"L'Occhio della Fenice". Qui il blog:
http://umbi.blogspot.com/
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