Descrizione generale
La Rocca Sbarua è la palestra di roccia per eccellenza del
piemonte ed è composta da una serie di risalti granitici posti sul
versante meridionale del Monte Freidour, sopra Pinerolo. Su queste
pareti grandi alpinisti disegnarono numerose vie di salita. Oggi,
con l'avvento dello spit la Sbarua (che in piemontese significa
"spavento") non diffonde paura come un tempo.
La via "della Fontana" è abbastanza recente, è stata aperta da F.
Michelin e C. Bocco nell'ottobre del 1997. Probabilmente il nome
della via è da attribuire alla presenza di una fontana all'attacco,
ma questa fontana, a causa di alcuni smottamenti, non c'è più.
Anche se alcuni passi risultano obbligati l'ottima chiodatura rende
sicurissimo l'itinerario.
Attacco, descrizione della via
Dal centro di Pinerolo seguire le indicazioni per San Pietro in
Val Lemina e Talucco. Oltrepassata quest'ultima frazione seguire per
la contrada Dairin e parcheggiare in prossimità del termine della
strada. Imboccare il sentiero che costeggia la montagna e che in
circa 10 minuti di camminata conduce al Colle Ciardonet. Da qui
scendere lungo la strada in direzione delle evidenti pareti rocciose
sino a raggiungere un bivio dove sulla destra si stacca una piccola
traccia di sentiero. Sia seguendo la strada che il sentiero si
raggiunge in breve il rifugio Melano (alla data odierna il rifugio
non c'è più ma pare che sia già stato avviato un progetto per
ricostruirlo). Da qui si continua per il comodo sentiero che
costeggia in piano i vari speroni sino ad incontrare un'indicazione
sulla sinistra per lo Sperone Cinquetti. Proseguire ancora lungo il
sentiero oltrepassando un canalone oltre il quale si individua
l'attacco della via sulla sinistra. Presente una placchetta
metallica col nome della via.
1° tiro:
salire lo sperone roccioso superando con passo atletico una spaccatura per poi
raggiungere la sosta. 20 Mt., 4a, 3 fix.
2° tiro:
salire la placca a destra della sosta tenendosi sullo spigolo dov'è
più ripulita. Portarsi così sotto ad uno strapiombo che si supera
direttamente con non poca fatica.
Proseguire ora per rocce più semplici e, al termine della roccia,
portarsi tramite sentiero alla base della placconata successiva.
Attrezzare la sosta su una pianta. 35 Mt., 6a oppure 5b e A0, 5-6 fix.
3° tiro:
salire la placca obliquando leggermente a sinistra per i primi
metri. Poi salire dritti fin sotto ad una zona strapiombante.
30 Mt., 4b, 4c, 5 fix.
4° tiro:
spostarsi a destra e superare lo strapiombo. Poi per rocce più
semplici raggiungere la sosta soprastante.
20 Mt., 5c oppure 5b e A0, 5a, 4 fix.
5° tiro:
si sale una splendida placca per poi traversare un paio di metri a
destra. Ora per placca più lavorata si raggiunge una bella lama che
permette di arrivare facilmente a pochi metri dalla sosta.
30 Mt., 5b, 9 fix.
6° tiro:
primi metri per placca molto ripida, poi si obliqua verso destra per
placca appoggiata (attenzione a seguire i fix giusti perché si
intersecano le vie Barbaflipot e Molfago) fino ad uno strapiombino.
Lo si supera facilmente e poi si segue una lama che porta al comodo
terrazzino di sosta.
30 Mt., 5b, 4a, 4c, 7 fix.
7° tiro:
puntare all'evidente diedrino sopra la sosta. Al suo termine ci si
sposta a destra e per facile fessura si raggiunge la cengia con
piante sulla quale si sosta. 25 Mt., 5a, 5c oppure 5b e A0
(faticoso), 5a, 6 fix.
8° tiro:
salire il diedro fino alla sommità dello sperone. Se si scende in doppia
sostare sulla sosta attrezzata al termine del diedro, se invece si
scende dal sentiero è possibile sostare comodamente su una delle
piante presenti sulla sommità dello sperone. 25 Mt., 4a, 4b, 5 fix.
Discesa
Abbassarsi lungo il versante opposto a quello di salita (catene) ed entrare nel canalone. Qui abbassarsi sfruttando in alcuni punti delle catene. Raggiunto l'attacco della via si rientra alla macchina percorrendo a ritroso il sentiero di avvicinamento. Data l'alta frequentazione della struttura è sconsigliato scendere in corda doppia.
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