Descrizione generale
Via aperta da Tita Piaz e Sandro del Torso il 27 settembre del 1933 che sale lo spigolo del pilastro sud del Sass Pordoi. Questa è la seconda via di Piaz che ripetiamo (vedi via Piaz alla Punta Emma) e a questo punto non possiamo far a meno di esporci dicendo che chi appiccicò a Piaz il soprannome "Diavolo delle Dolomiti" non
poté scegliere parole più azzeccate.
Si tratta di una salita classica. La via inizialmente si svolgeva su roccia piuttosto marcia ma le numerose ripetizioni l'hanno parecchio ripulita. Ora... se non finite fuori via come è successo al Bertoldo (e con la nostra relazione non sbaglierete di certo...) vedrete che tutti gli appigli che toccherete (con delicatezza s'intende) resteranno al loro posto.
In via si trova qualche chiodo ma occorre integrare con dei friend.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere il Passo Pordoi (TN) e parcheggiare in prossimità
della stazione della Funivia. A fianco dell'ingresso dell'impianto
vi è una traccia che risale una collinetta. Questo
è l'attacco del sentiero 627 (Seconda Altavia delle Dolomiti).
Prima di raggiungere la Forcella del Pordoi, all'altezza della parete sud-est, imboccare una piccola traccia verso sinistra ed iniziare a traversare a mezza costa tra i ghiaioni. Superare l'attacco della via Gross e raggiungere l'estremità sinistra della parete sud dove è ben identificabile il pilastro appoggiato dove corre la via Piaz. Aggirato lo spigolo che la caratterizza, a circa 4 metri a sinistra dello stesso, si trova una fessura verticale. La clessidra che si trova alla sua base vi darà la certezza d'aver trovato l'attacco.
1° tiro "Via Piaz":
salire lungo la fessura sino al suo termine uscendo su di un terrazzo. Portarsi alla base del diedro dove si trova la sosta (1 chiodo+1 nut
incastrato). 25 Mt., IV-, I.
2° tiro:
proseguire per qualche metro lungo il diedro sino a
raggiungere una clessidra con cordone. Qui traversare a destra
portandosi verso il filo dello spigolo. Poco prima di
raggiungerlo si vince un muretto verticale e si raggiunge la sommità di un pulpito dove si sosta (3 chiodi).
Dopo i primi metri di questa lunghezza non commettete l'errore del Bertoldo che
ha proseguito nel diedro attratto da un chiodo di passaggio e una sosta...
prima della "finestra" in mezzo al diedro bisogna traversare a
destra!!!
30 Mt., V, III+, 2 chiodi, 2 clessidre.
3° tiro:
lunghezza chiave della salita. Dalla sosta uscire verso destra in massima esposizione. Risalire 2 metri e superare una paretina verticale avara di appigli oltre la quale si sosta (2 chiodi). Sia che siate più bravi di noi e passiate in libera sia che vogliate far di tutto per diventare membri del C.Azz.O. noterete che i tre chiodi presenti non avranno certo un aspetto invitante... ma ricordate... se sono ancora li dopo tutte queste ripetizioni...
perché dovrebbero uscire mentre passate voi? 8 Mt., VI oppure V e A0, 3 chiodi.
4° tiro:
mentre salite questi trenta metri provate a pensare che era il 1933 quando Piaz saliva con una corda girata in vita. Salire a destra della sosta puntando ad un diedro oltre il quale si traversa a sinistra sino ad uscire nuovamente in prossimità dello spigolo e sostare (2 chiodi+1 clessidra). 30 Mt., IV, V+, IV+, 4 chiodi, 1 clessidra.
5° tiro:
salire senza percorso obbligato lungo il filo dello spigolo sino a raggiungere l'enorme tetto giallo orizzontale. Qui spostarsi a sinistra un paio di metri sino a raggiungere una
breve fessura. Salirla sino a raggiungere la sosta (3 chiodi).
35 Mt., IV-, 2 chiodi, 1 clessidra.
6° tiro:
traversare per circa 3 metri a destra indi rimontare la parete
e ritornare a sinistra. Proseguire ora in verticale sino a
raggiungere la sommità del pilastro ove si sosta (2 chiodi). 40 Mt., IV, IV-, 3 chiodi, 1 clessidra.
7° tiro:
seguire la facile cresta sino al cospetto della parete. Si sosta (grossa clessidra)
sul pilastro posto in corrispondenza dell'intaglio.
40 Mt., I.
8° tiro "Via Maria":
si prosegue verso la cima seguendo la via Maria. Alzarsi pochi metri in spaccata indi spostarsi sulla parete principale e traversare a destra.
Proseguire verso destra sin sotto ad un colatoio; lo si rimonta e si continua a traversare in obliquo verso destra puntando ad un nicchia. Con un passo atletico ed esposto (ma ben appigliato) si raggiunge il piccolo terrazzo di sosta (anello cementato).
Massimiliano Pellegrin ci segnala che dopo circa 5 Mt. dall'inizio del traverso, in corrispondenza di una piccola nicchia sopra una colata nera, dei cordoni con maglia rapida possono trarre in inganno. Si tratta di una variante di VI-, che conviene evitare.
35 Mt., IV, 4 clessidre, 1 chiodo cementato, 1 chiodo.
9° tiro:
salire a destra della sosta portandosi alla base di una paretina verticale, quasi strapiombante. Dopo averla vinta proseguire per rocce più semplici sino ad uscire su di una cengia. Qui proseguire ancora per parete verticale. Raggiunta la grande terrazza si trova facilmente la sosta (anello cementato). 45 Mt., IV,
3 chiodi, 3 clessidre.
10° tiro:
aggirare a sinistra la torre gialla e salire i facili salti di roccia sino a raggiungere la sosta successiva (clessidra con cordone).
50 Mt., I, II.
11° tiro:
vincere l'ultimo muretto verticale stando leggermente a destra del colatoio oltre
il quale si prosegue nel semplice catino. Sostare su uno degli ancoraggi
del soccorso alpino. 60 Mt., I, qualche metro di IV-, II.
12° tiro:
raggiungere le travi che sorreggono la stazione della funivia per terreno semplice e senza percorso obbligato.
35 Mt., I, II, diversi ancoraggi del soccorso alpino.
Da qui spostarsi a sinistra e scavalcare la barriera protettiva della terrazza del rifugio Maria.
Discesa
Da bravi alpinisti squattrinati... eviterete di scendere sfruttando la costosissima funivia.
Seguire il sentiero n. 627 (enormi
e numerosi ometti) che conduce alla forcella del Pordoi dov'è situato l'omonimo rifugio.
Da qui si scende per il canalone che guarda verso il passo
Pordoi fino a raggiungere il punto dove si ha abbandonato il
sentiero durante la salita. Seguendo lo stesso percorso della
mattina si scende in breve al passo. |