Descrizione generale
L'itinerario è stato salito da Samuele Scalet e Aldo Bettega il 15 ottobre 1961 ed è il primo itinerario tracciato che vince direttamente la parete Sud/Ovest del Sass d'Ortiga. La via si snoda lungo i punti più deboli della parete regalando così un'arrampicata molto elegante e di soddisfazione. Il diedro che si supera nella sesta lunghezza è a dir poco entusiasmante.
AGGIORNAMENTO:
In merito alla storia di questa via è utile segnalare l'articolo di Ugo Pomarici dal titolo "Una via, quattro nuove ascensioni".
Attacco, descrizione della via
Da Fiera Di Primiero (TN) seguire le indicazioni per la Val Canali
fino a giungere al ristorante Cant del Gal. In corrispondenza del
ristorante svoltare a destra per la Val Canali e percorrere la
strada fino a giungere al suo termine. Parcheggiare sulla destra.
Camminare lungo il sentiero 707 che inizialmente risale lentamente
la Val Canali fino ad un bivio. Qui prendere il sentiero che sale
nel bosco e in poco tempo conduce al rifugio Treviso (1631 Mt.).
Qualche metro prima del rifugio imboccare il sentiero 720 che
conduce alla Forcella delle Mughe.
Pochi metri prima di raggiungere la forcella prendere la traccia che sale a sinistra in direzione della vetta del Sass d'Ortiga. Non seguire la via normale (bolli rossi 'nuovi') ma piegare a sinistra lungo un'esile traccia molto esposta (qualche spit per proteggersi) che presenta un tratto attrezzato (dapprima in discesa
in un canale e poi lungo un'atletica fessura gialla) sino a raggiungere una terrazza detritica dove si può facilmente identificare uno scolo d'acqua.
Abbandonare la traccia che prosegue in direzione di un intaglio (attacco dello Spigolo) e salire senza percorso obbligato lungo delle roccette (II, un paio di passaggi di III) stando
appena a sinistra dell'evidente colata nera. L'attacco si trova in prossimità di una clessidra con vecchi cordoni
3 metri a sinistra della colata nera, dove la parete sovrastante
diviene più verticale (circa 80 Mt. dalla cengia).
1° tiro:
è anche possibile attaccare circa 10 Mt. ancora più a
sinistra, in prossimità di un'altra clessidra con cordone grigio e
giallo. Bisogna puntare a quella nicchia giallastra non pienamente
visibile situata più o meno nel centro tra le due clessidre di
attacco citate, a circa 40 d'altezza da esse. Sosta sul bordo destro
della nicchia su 3 chiodi. Attenzione a non puntare alla nicchia
(più evidente dal basso) situata più vicina alla colata nera. 45 Mt., IV, 3 chiodi.
2° tiro:
salire atleticamente a destra della sosta per qualche metro raggiungendo così una fessura che si segue sino ad un terrazzino dove conviene proseguire sulle rocce
a destra un po' più semplici sino alla sosta (2 chiodi) sotto gli strapiombi gialli.
55 Mt., IV, IV+, 2 chiodo, 1 clessidra con cordone.
3° tiro:
non proseguire verticalmente nonostante sia visibile un chiodo ma traversare a sinistra sotto il grande strapiombo giallo sino a raggiungere 2 chiodi (uno dei quali ha strozzato sull'anello un vecchio cordino). Superare atleticamente
lo strapiombino uscendo a sinistra su di un terrazzino. Girare lo spigolino e proseguire per parete
appoggiata sino a raggiungere la sosta (1 chiodo con a fianco un grosso spuntone)
circa 10 Mt. a destra e un po' più in basso di una fascia gialla
strapiombante.
50 Mt., IV+, V+, VI oppure A1, 4 chiodi, 1 clessidra
con cordone.
4° tiro:
traversare a destra sino a raggiungere una fessura che sale divenendo
diedro in direzione di un ballatoio già ben visibile sul filo dello spigolo. Si sosta scomodamente su
3 chiodi all'altezza del ballatoio. 30 Mt., IV, IV+, 3 chiodi.
5° tiro:
continuare in verticale lungo il diedro sino ad uscire su di un terrazzino dove si trovano 2 chiodi di sosta un po' distanziati. Sosta molto scomoda. 40 Mt., IV, IV+.
6° tiro:
seguire il diedro fessurato con roccia
inizialmente giallastra che, man mano che ci si alza, diviene grigia.
Verso la fine del diedro, quando se ne presenta la possibilità,
uscire a destra e raggiungere il terrazzino di sosta (2 chiodi).
Lunghezza sostenuta ma proteggibile. 50 Mt., V, V+, 6 chiodi.
7° tiro:
salire la rampa obliqua verso sinistra evitando così gli strapiombi neri
soprastanti. Raggiungere un terrazzino con un chiodo dove si può
sostare, oppure, allungando bene le protezioni, continuare a traversare a sinistra sino a raggiungere un ampio terrazzino in prossimità dello spigolo dove si attrezza una sosta su spuntone.
50 Mt. V, IV+, III, 3 chiodi.
8° tiro:
salire a destra lungo facili rocce imboccando il canalino
detritico che sale verso sinistra raggiungendo l'anticima. 35 Mt., III, III+.
9° tiro:
procedere (anche slegati) in direzione nord-est (verso sinistra rispetto all'uscita) lungo la cresta sommitale fino a raggiungere la vetta vera e propria.
Libro di vetta nascosto dentro un ometto. Circa 100 Mt., I, II.
Discesa
Dalla vetta seguire i numerosi ometti ed i segni rossi che scendono
in direzione sud-est attraverso roccette detritiche. Dopo
essere scesi un centinaio di metri il sentiero diviene più marcato e con meno sfasciumi. Bisogna superare un salto roccioso di 5 Mt. con
un passo di III, un bel po' di facili roccette ed infine un
caminetto di II+. Dal caminetto è possibile una doppia di 15 Mt. da
2 chiodi con cordini e maglia rapida). Giunti alla base del caminetto le
difficoltà sono terminate e si procede semplicemente verso sinistra
(viso a monte) fino alla Forcella delle Mughe (circa 1h. dalla
vetta) e da qui attraverso il sentiero fino al rifugio Treviso. |