Concerto di Sardagna - Via Results and Conclusion

 
Zona montuosa Prealpi Trentine Località di partenza Frazione Sardagna - Trento (TN)
Quota partenza 345 Mt. circa Quota di arrivo 600 Mt. circa
Dislivello totale

+105 Mt. per l'attacco
+150 Mt. la via (240 lo sviluppo)

Sentieri utilizzati Non numerati
Ore di salita 30' per l'attacco
4 h. la via
Ore di discesa 20' dal termine della via al parcheggio
Esposizione Est Giudizio sull'ascensione Bella
Data di uscita 02/01/2016 Difficoltà A2, V+
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti

Diego, Giuliano.

Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata nuvolosa e abbastanza fredda. L'avvicinamento si svolge lungo un sentiero segnalato con bolli bianchi ma con traccia debole. La roccia è generalmente buona.

Eventuali pericoli

Soliti da arrampicata in ambiente.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
La via termina nei pressi della stazione a monte della funivia di Sardagna.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Imbraco, casco, 2 staffe e fiffi per ciascun membro della cordata. Fondamentale avere con se qualche friend per integrare la quinta lunghezza. Portare 15 rinvii.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Itinerario aperto da Riccardo Montipò, Francesco Gozzini, Laura Bozzoli, Nicola Del Ben, Luca Celli a più riprese nel maggio del 2015 che si snoda con percorso logico tra gli strapiombi che sorreggono l'abitato di Sardagna.
Arrampicata prevalentemente in artificiale anche se non mancano tratti di libera. La quinta lunghezza impegna non poco il ripetitore anche per via di una chiodatura distanziata.
Tutte le soste sono attrezzate ottimamente a fix mentre sui tiri s'incontrano chiodi, chiodi a pressione e fix. La cengia che caratterizza la prima lunghezza è molto polverosa.
La via corre più a sinistra della via Luigi Degasperi allo Strapiombo di Sardagna.
Attacco, descrizione della via
Da Trento imboccare la strada che sale in direzione di Madonna di Campiglio e prima dell'imbocco del Bus de Vela svoltare a sinistra per Sardagna. La strada sale ripida e dopo alcuni chilometri, in corrispondenza di uno stretto tornante, svoltare a sinistra in via delle Mandolare. Procedere lentamente sino ad identificare sulla destra un accesso al bosco (cartello stradale - Ciglio di Cava). Il parcheggio si trova pochi metri dopo sulla destra.
Imboccare il sentiero sopra citato e poco dopo tenere la sinistra identificando una traccia che sale regolarmente in direzione della parete (lungo il tracciato sono presenti bolli bianchi, ometti e nastri sugli alberi). Il tratto che precede la parete è caratterizzato da abbondanti rifiuti scaraventati dal parcheggio della funivia. Raggiunto il settore "Concerto di Sardagna" superare con facili passi d'arrampicata uno zoccolo basale.
L'attacco è facilmente identificabile dai chiodi a pressione rossi.


1° tiro:
salire in verticale sino a raggiungere la cengia orizzontale. Percorrerla strisciando verso destra e superando alcuni tratti in arrampicata libera. Gli ultimi metri che precedono la sosta (2 fix+1 chiodo a pressione) richiedono l'uso delle staffe. 35 Mt., A1, IV, A1.

2° tiro:
salire a destra sopra la sosta superando uno strapiombino. Proseguire in obliquo verso destra sino a quando è possibile traversare orizzontalmente a destra in arrampicata libera; continuare poi in verticale sino alla sosta (3 fix). 20 Mt., A1, A2, IV+.

3° tiro:
traversare a sinistra e superare in verticale lo strapiombo sino a raggiungere una placchetta che consente di guadagnare la sosta (3 fix). 20 Mt., A1, A2, III.

4° tiro:
salire in obliquo verso sinistra; superare un tratto verticale e per rocce più semplici traversare a sinistra sino alla sosta (2 fix).
20 Mt., A2, III.

5° tiro:
salire in obliquo verso sinistra sino allo spigolo che si aggira verso sinistra. Proseguire in verticale per circa 5 metri e poi traversare nuovamente a sinistra (spaccata iniziale non banale) sino a raggiungere rocce più semplici ma delicate che consentono di raggiungere la sosta (2 fix). Lunghezza molto lunga e con molti attriti: allungare bene le protezioni.
50 Mt., IV, V+, A0, V+, 4 fix, 6 chiodi, 1 chiodo a pressione, 1 clessidra con cordone.

6° tiro:
superare il muretto a destra della sosta (pochi metri ma impegnativi) e camminare comodamente lungo la cengia verso destra sino al suo termine dove si trova la sosta (2 fix+catena+anello). 45 Mt., V+, I, 4 fix.

7° tiro:
spostarsi a destra e risalire il canale sfruttando una placca al termine della quale degli alberi consentono di raggiungere un muretto a secco oltre il quale si attraversa un campo e si attrezza una sosta su albero. 50 Mt., II, IV, I, 1 fix, 1 chiodo a pressione.

Discesa
Salire e raggiungere la strada. Percorrerla in discesa verso sinistra sino alla provinciale. In corrispondenza dello svincolo c'è una cappella da dove parte un sentiero SAT; seguirlo in discesa sino a raccordarsi nuovamente con la strada provinciale. In breve si perviene al tornante dove si stacca la via delle Mandolare.

Note

Results and Conclusion - di Riccardo Montipò:
"C'è silenzio. Portatile sotto braccio a mo’ di baguette, in sospensione temporanea, con i risultati delle simulazioni pronti per essere visionati. Il mio compagno tiene in mano la relazione del progetto, scritta in inglese, mentre saliamo al secondo piano della facoltà, dove ci sono i professori. C'è silenzio per la tensione, c'è silenzio perché pensiamo di aver concluso, e abbiamo faticato. Il lavoro tecnicamente è buono ed anche i risultati, come ci è stato detto più volte dal nostro tutor. Ma vai a sapere come si sveglia uno la mattina. Bussiamo e il forestiero ci invita ad entrare: “please come in”. Ha poco tempo, comincia subito a leggere la relazione senza molti convenevoli, il computer non lo vuole neanche vedere. Critica fortemente la costruzione dei periodi, regalandoci in definitiva una grande lezione sulla lingua, “english is a simple language guys and you must use just simple present”. Rimaniamo entrambi piuttosto perplessi quando lui proprio non capisce certe frasi, criticandone una marcata difficoltà logica. Rispondiamo che provvederemo a rendere più semplice il testo. La lettura va avanti con numerosissime critiche, tanto che verso la fine il testo sembra passato sul banco di un pittore contemporaneo con una grande passione per il rosso, scordato vicino alla tavolozza durante le ore di pittura. Solo alla fine però ci viene concesso di sorridere intimamente, quando gli occhi a mandorla del giudice si posano con orrore sull'ultimo paragrafo “Results and Conclusion”. Avendo risultati numerici da esporre a supporto di una conclusione finale, abbiamo pensato di presentarli insieme, per unire piuttosto che dividere. Mai. Mai uscire dallo standard, il nostro atto creativo non viene accettato. Veniamo caldamente invitati a separare il paragrafo in due, perché un testo scientifico universitario non può e non deve mancare di un paragrafo finale dal più semplice titolo “Conclusion”. Stupiti ribadiamo la nostra scelta, che c'è una conclusione ma unita ai risultati. Come su un passaggio difficile di sesto bagnato veniamo però respinti ancora. Accettiamo la situazione, torniamo a casa e ci mettiamo a lavorare per semplificare il testo con frasi decisamente più semplici e dividiamo il paragrafo finale con un “Results” prima ed un “Conclusion” alla fine. Torniamo molto preoccupati e tesi ma ci rassereniamo subito quando il tutor, dopo qualche riga, sfodera un bel sorriso e ci dice “now is more clear”. E inoltre, magia, con le stesse parole divise in due sezioni viene vinto anche il passaggio di sesto. Siamo in vetta, felici e stanchi, un ultimo sguardo alle simulazioni giusto per ripercorrere la via con la memoria e filiamo dritti a casa a festeggiare e riposare. Meno uno.
Ora, mentre questi due anni di laurea magistrale vanno a concludersi, c'è gioia per aver salito la prima via di questo settore battezzato arditamente col nome “Concerto di Sardagna”, insieme ad alcuni amici dell'AUSL (Arrampicata Universitaria Sociale e Libera) con cui ho condiviso anche la fatica di fabbricare i chiodi. Questa via racchiude per me una somma di risultati avuti in questo periodo universitario e rappresenta una conclusione a cui penso di essere arrivato. Non ritengo sia esclusivamente frutto dei miei pensieri. L'atto creativo fuori dagli schemi, privo di costrizioni di forma ma pieno di ingegno e desiderio, vissuto, litigato e conquistato insieme a dei compagni di avventura, presenta all'uomo un pasto grasso e saporito, in grado di saziare la mente come lo stomaco senza dover essere obbligatoriamente consumato con posate d'argento. E' indubbia la sofferenza inferta alla roccia a seguito della sistematica perforazione, rivelatasi fondamentale per aprire una via perlopiù sicura tra i numerosi blocchi che suonavano “a vuoto” al tocco del martello. Per cui, ritengo prive di valore aggiunto le per nulla originali critiche alla progressione artificiale di stampo classico. Do in primis valore all'aspetto sociale della nostra avventura e di quelle di tutti i possibili ripetitori, e quasi a pari merito la valorizzazione di un luogo assolutamente appartenente alla città di Trento, di cui però la stessa sembra dimenticarsi ogni volta che a Sardagna, dal ciglio della bastionata, vengono gettati rifiuti di ogni tipo e dimensione, a volte molto grossi, da lasciare senza parole, tra i quali ci siamo fatti strada per raggiungere la base della parete. Chiedo pietà ma anche collaborazione. E allora avanti artificialisti, avanti liberisti, avanti tutti, avanti tutta. Benvenuti al Concerto di Sardagna, non scordate di portarvi l'armonica".

Clicca per visualizzare la relazione di primi salitori
(di Riccardo Montipò)

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Diego raggiunge la prima sosta Giuliano e Matteo sulla cengia polverosa del primo tiro

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Inizio del secondo tiro

Giuliano

 

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Quarto tiro: il più bello della via

Al termine della quarta lunghezza

   

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Quinto tiro: si prosegue in libera

Le vie Results and Conclusion e Luigi Degasperi
Foto di Luca Franceschini, tracciati Sassbaloss

   

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