Rocca (o Croce) Provenzale - Via Motti

 
Zona montuosa Alpi Cozie - Gruppo Castello-Provenzale Località di partenza Fraz. Chiappera - Acceglio (CN)
Quota partenza 1680 Mt. Quota di arrivo 2402 Mt. (fine via circa 2270 Mt.)
Dislivello totale

+420 Mt. circa dal parcheggio all'attacco
+170 Mt. la via (230 lo sviluppo)
+132 Mt. per la vetta

Sentieri utilizzati n. T12
Ore di salita

40' dal parcheggio all'attacco
3 h. 30' la via
1 h. 15' da fine via alla vetta

Ore di discesa

1 h. 30' dalla vetta al parcheggio

Esposizione Est Giudizio sull'ascensione Bella
Data di uscita 22/06/2013 Difficoltà IV, V
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Claudia.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata abbastanza nuvolosa. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente. La roccia in via è ottima.

Eventuali pericoli
Soliti d'arrampicata in ambiente.
La roccia è ricoperta quasi ovunque da licheni. Se asciutta non dà problemi, ma da bagnata risulta molto scivolosa!
Presenza di acqua
La Val Maira è ricca d'acqua tant'è che è ben sviluppata una rete di centrali idroelettriche. Si trovano varie fontane nei paesi che si attraversano per arrivare a Chiappera. Sul percorso di avvicinamento noi abbiamo trovato un abbondante corso d'acqua, ma potrebbe essere che, in piena estate, sia asciutto.
Punti di appoggio
Rifugio/campeggio Campo Base (1650 Mt., 34 posti letto) oppure le varie possibilità di alloggio nei paesi/frazioni limitrofe.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Solito da arrampicata. Indispensabili friends e dadi per integrare. Cordini per le soste ed allungare le protezioni nei traversi.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Il gruppo del Castello-Provenzale è formato da tre torri di quarzite che, dai prati del Vallone Maurin, si stagliano verso il cielo
.
La Croce Provenzale è la prima a comparire arrivando dalla Val Maira. Verso sud si presenta come un grosso spigolo che, in base all'angolazione dal quale lo si guarda, sembra più o meno affilato. Nonostante questa austera apparenza è proprio su questo versante che corre la via Normale utilizzata anche come discesa per molte delle vie d'arrampicata. Il versante Ovest è molto imponente ma non altrettanto interessante da un punto di vista alpinistico. Il versante Est invece presenta pareti molto verticali sulle quali si trovano i più bei itinerari della torre in questione.
La via Motti è stata aperta da Gian Piero Motti, Willi Fassio e Ilio Pivano il 3 aprile 1967. Segue quasi fedelmente una fessura, aggirandone i punti più difficili, che sale praticamente ininterrotta fino alla zona di cenge dove la parete si abbatte. Non è attrezzata per la discesa in corda doppia: risulta quindi obbligatorio dal termine della via percorrere tutta la parete rimanente fino a ricongiungersi con la via Normale.
Attacco, descrizione della via
Si raggiunge Dronero (CN) dove ha inizio la Val Maira. Si percorre quest'ultima interamente fino a raggiungere il comune di Acceglio oltre il quale si prosegue per la frazione Chiappera. Continuare sulla strada fino ad un bivio: sinistra per il rifugio Campo Base, destra per il Colle Greguri e Col de Maurin. Si segue per quest'ultimi. Dopo due curve sulla destra c'è uno spiazzo per parcheggiare ed inizia il sentiero per il Colle Greguri (n. T12, palina). Seguire sempre il sentiero abbastanza ripido fino a quando ci si trova di fronte alla parete Est (non Sud-est) ed è ben identificabile una macchia rossastra a circa 15 metri da terra incisa da una fessura/diedro diagonale verso sinistra. Circa 120-150 Mt. più a destra si trova un pilastro appoggiato alla parete che forma un caminetto (visibile già dal fondo del vallone). Abbandonare il sentiero in corrispondenza di un caratteristico larice con 4 tronchi e portarsi sotto la verticale della macchia gialla.

1° tiro:
salire in obliquo verso sinistra fin sotto una fessura con passo strapiombante che permette di raggiungere una pianticella secca. Poi obliquare decisamente a destra fino alla base di una lama rossastra dove si sosta (1 spit+arbusto con cordino).
40 Mt., III, IV, 3 chiodi (2 dei quali vicini).

2° tiro:
seguire la lama in obliquo a sinistra fin sotto ad una strozzatura. Traversare a sinistra girando uno spigoletto oltre il quale si sale subito per placchetta nerastra circa 6-7 metri per poi traversare a destra tornando nella fessura al di sopra della strozzatura dove si sosta (1 spit). Allungare le protezioni. 40 Mt., IV, IV+, 2 chiodi vicini, 1 spit+1 chiodo vicini, altri 2 chiodi vicini.

3° tiro:
salire la larga fessura obliqua verso destra fino ad una spalla dove si sosta (2 chiodi+cordino). 30 Mt., III, 4 chiodi.

4° tiro:
seguire la fessura sopra la sosta. Superare una strozzatura e sostare (3 chiodi+cordino) appena oltre.
30 Mt., IV, V, 2 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordoni+maglia rapida).

5° tiro:
traversare orizzontalmente a destra per 8-10 metri. Appena prima di raggiungere un'altra netta fessura salire per paretina obliquando a sinistra e tornando nella fessura della via Motti che più in alto diviene diedro. Si sosta (2 chiodi) all'inizio del diedro. Allungare le protezioni. 30 Mt., III, IV, V, 5 chiodi.

6° tiro:
salire il diedro che verso la fine piega a destra. Si sosta nei pressi dello spigolo (2 chiodi). Non traversare bassi sotto un tettino.
30 Mt., IV, V, IV, III, 3 chiodi.

7° tiro:
salire il muretto finale raggiungendo una larga cengia (sosta da attrezzare). 30 Mt., III, IV, 1 chiodo.

Proseguire ora su parete meno compatta, cercando i punti più deboli e tendendo verso sinistra, fino a sbucare su una pietraia alla base del salto terminale sotto la vetta. 200 Mt. circa, II, III. Da qui, verso sinistra ci si raccorda alla via Normale tramite la quale si può iniziare direttamente la discesa oppure salire sino in vetta (15').
Discesa
La discesa avviene sulla via Normale che si sviluppa seguendo vagamente la cresta sud. Passi di II, ometti e bolli rossi lungo il percorso. Sono presenti alcuni fittoni per eventuale sicura. Una volta raggiunta la base della parete si ritorna sul sentiero principale e quindi alla macchina.
E' possibile, prima del caratteristico prato sospeso detto Prato Stella, imboccare una cengia verso sinistra (viso a valle, 3 golfari) che permette di evitare l'ultimo salto roccioso.

Note
Da altre fonti abbiamo appreso che è sconsigliata la salita nel periodo estivo in quanto questo itinerario diventa molto vegetato.
Commenti vari
Origine del nome Croce Provenzale.
Dalla guida "Il gruppo Castello-Provenzale" (varie edizioni):
"Questo strano nome deriva da una storia leggendaria giunta fino a noi per tradizione orale e vuole sia frutto di un certo voto fatto dal sacerdote Don Agostino Provenzale, Parroco di Chiappera in occasione di una brutta avventura occorsagli durante una battaglia tra le tante, nelle guerre che nei tempi andati (1848 Battaglia di Novara) afflissero le nostre contrade. Costui, abbattuto dal nemico, cadeva accanto al proprio cavallo, e conscio della fine riservata ai vinti, specie se feriti, che allora venivano rigorosamente passati a fil di spada, nel trambusto dell'azione sventra la propria cavalcatura e si nasconde nel suo interno facendo solenne voto, che una volta salvata la pelle e ritornato al proprio paese, si sarebbe fatto carico di costruire una croce su quell'alto picco che domina Chiappera. Miracolosamente si salva e tornato a casa si fa subito scrupolo di adempiere al voto fatto. Con l'aiuto di un gruppo di montanari costruisce una croce in tre pezzi e, impiegando tre giorni, con l'aiuto di corde e di verricelli risale le cenge del versante ovest finché riesce ad issare fin sulla vetta quella croce che darà il nome alla montagna."

Clicca per visualizzare lo SCHIZZO DELLA VIA
(Disegno di Claudia Farruggia "Iaia")

   

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Prima lunghezza

La lama del secondo tiro che si segue verso sinistra

 

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Claudia sulla placca nera che porta alla seconda sosta

La fessura del quarto tiro

   

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Quinta lunghezza

Il diedro del sesto tiro

 

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Attraversando verso la sesta sosta

La parete est della Rocca Provenzale con il tracciato della via Motti. Segnato anche il percorso indicativo fino in vetta.

   

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