Descrizione generale
Il gruppo del Castello-Provenzale è formato da tre torri di quarzite che, dai prati del Vallone Maurin, si stagliano verso il cielo.
La Rocca Castello è la più alta delle tre e, verso sud, è separata dalla vicinissima Torre Castello da un profondo intaglio detto "Forcella del Castello". Verso nord si protende con una lunga cresta mentre le pareti più interessanti risultano la ovest e la est: ma è senza dubbio
quest'ultima la più frequentata e più ricca di itinerari.
Il Diedro Calcagno è stato salito dai fratelli Gianni e Lino Calcagno, Luigi Coluccini, Giovanni Scabbia e Gianfranco Negro il 15 maggio 1965. Non è un itinerario con attacco indipendente dalla base della parete e per raggiungerlo bisogna percorrere le prime lunghezze di altre vie adiacenti. Noi abbiamo seguito la via Bàlzola fino alla S3 come fecero i primi salitori. L'itinerario originale, dopo due lunghezze nel diedro, traversa a destra per evitare la parte finale strapiombante che venne salita successivamente da Sergio Savio aprendo una bella variante d'uscita, molto consigliabile, che segue la linea del diedro fino alla fine. Arrampicata abbastanza atletica e continua, peccato che, anche seguendo la variante, si arrampichi nel centro del diedro solo per le prime due lunghezze.
Attacco, descrizione della via
Si raggiunge Dronero (CN) dove ha inizio la Val Maira. Si percorre quest'ultima interamente fino a raggiungere il comune di Acceglio oltre il quale si prosegue per la frazione Chiappera. Continuare sulla strada fino ad un bivio: sinistra per il rifugio Campo Base, destra per il Colle Greguri e Col de Maurin. Si segue per quest'ultimi e si continua fino ad oltrepassare un ponte (la strada è per lo più sterrata) oltre il quale un tornante verso destra permette di raggiungere una zona abbastanza pianeggiante con delle baite dove si parcheggia. Da qui incamminarsi verso il Colle Greguri (segnavia T14) preceduto da un bel pianoro erboso che offre un'ottima vista sui versanti nord ed ovest della Rocca e della Torre Castello. Una volta raggiunto il Colle Greguri (2310 Mt.) è ben visibile il grosso diedro rossastro che caratterizza la via. Dal colle scendere sul versante opposto fino alla base della parete. Per raggiungere l'inizio del diedro è necessario percorrere le prime lunghezze di un altro itinerario. Noi abbiamo seguito la via Bàlzola sino alla S3. L'attacco di questa via è pochi metri a destra dello spigolo Sud-est (quello di sinistra) dove corre la via Spigolo Maria Grazia. Individuare l'evidente fessura del primo tiro che sale obliqua verso destra.
Circa 10 metri più a destra, alla base di un diedrino, attacca la via Sete d'oriente.
1° tiro - "Via Bàlzola":
seguire la fessura, superare lo strapiombino verso destra e continuare ancora un po' verso destra. Poi obliquare a sinistra fino alla sosta (3 spit+cordoni+maglia rapida) già visibile dal basso.
30 Mt., V, IV+, 2 chiodi, 1 friend incastrato, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone).
2° tiro:
salire fin sotto il tettino dal quale si esce facilmente verso destra. Puntare ora al diedrino di destra, lo si risale fino al suo termine e si sosta (3 spit+cordoni+maglia rapida) sulla destra. 25 Mt., IV+, IV, 6 chiodi, 1 friend incastrato.
3° tiro:
alzarsi sfruttando la breve fessurina sopra la sosta e poi traversare a destra sotto una zona strapiombante (verso la fine c'è un chiodo alto della via Sete d'oriente) al termine della quale si sale obliquando a sinistra fino al comodo terrazzo di sosta (3 spit+cordoni+maglia rapida). 40 Mt., V-, IV, III, 2 chiodi, 2 soste intermedie (di 2 chiodi l'una).
4° tiro - "Diedro Calcagno":
obliquare a destra e poi traversare sempre a destra fino alla base del diedro. Si sosta (3 chiodi) sulla faccia destra.
20 Mt., III+, 1 chiodo con cordone.
5° tiro:
portarsi nel centro del diedro e salirlo. Si aggira un grosso masso sulla destra e, sfruttando una lama, si torna nel centro del diedro che si segue sino alla sosta (4 chiodi). 30 Mt., IV, V, V+, 4 chiodi (2 dei quali con cordino).
6° tiro:
seguire il diedro fino alla sosta (3 chiodi). 30 Mt., V, IV, 1 chiodo.
7° tiro:
da qui l'itinerario originale traversa verso destra. Per la
variante d'uscita diretta
si prosegue sulla faccia destra del diedro per fessure ed in leggero obliquo verso destra fino alla sosta (2 chiodi) sotto un muretto ed uno spigolino.
20 Mt., III, IV.
8° tiro:
dritti sullo spigolino per poi traversare a destra e salire la fascia strapiombante con l'aiuto di una stretta fessura. Raggiunta la terrazza inclinata sotto il salto finale si individua la sosta (3 spit+cordone+maglia rapida) sulla destra.
30 Mt., V, IV, VI+, III, 9 chiodi (2 dei quali vicini).
9° tiro:
salire l'ultimo salto che porta in vetta stando all'incirca nel centro della parete fino a raggiungere la croce (1 cordone+maglia rapida).
30 Mt., III+, IV, 1 chiodo, 1 clessidra con cordoni, 1 sosta di calata (2 spit+cordone+anello calata+maglia rapida) appena sotto la croce.
Discesa
In doppia sfruttando le soste della via Bàlzola. Gli ancoraggi sono tutti su 3 spit+cordone+maglia rapida tranne uno che ha la catena al posto del cordone:
1a. calata: 30 Mt., spostandosi a sinistra (viso a monte) sul bordo della terrazza dove termina il diedro della via Bàlzola (doppia sosta);
2a. calata: 30 Mt.;
3a. calata: 25 Mt.;
4a. calata: 30 Mt. sino alla S3;
5a. calata: 25 Mt. sino alla S2;
6a. calata: 50 Mt. sino a terra.
Raggiunta la base della parete si risale fino al Colle Greguri e poi si torna alla macchina mediante il sentiero percorso durante l'avvicinamento. |