Punta Emma - Via Piaz

 
Zona montuosa Dolomiti - Gruppo del Catinaccio Località di partenza Rifugio Gardeccia (Pozza di Fassa - TN)
Quota partenza 1949 Mt. Quota di arrivo 2617 Mt.
Dislivello totale +395 Mt. per l'attacco
+200 Mt. circa la via (210 lo sviluppo)
+73 Mt circa di roccette per la vetta
Sentieri utilizzati n. 546, 542
Ore di salita 40' per l'attacco
4 h. la via
Ore di discesa 1 h.
Esposizione Nord-est Giudizio sull'ascensione Bella
Data di uscita 09/06/2007 Difficoltà

IV, V

Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Amici presenti
Andrea, Paolo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata molto incerta; in un lasso di tempo di pochi minuti si alternava il sole alla pioggia. Ciò ha fatto si che cambiassimo itinerario di salita più di una volta. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente e la roccia è ottima.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
Al rifugio Gardeccia c'è una fontana.
Punti di appoggio
Rifugio Gardeccia (1949 Mt.), rifugio Vajolet (2243 Mt.), rifugio Re Alberto (2621 Mt.)
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale materiale per arrampicata su roccia, molto utili friends e cordini per proteggere ulteriormente.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
La prima salita a questo torrione fu compiuta nel 1899 da Tita Piaz e da Emma della Giacoma alla quale il grande Piaz dedicò la salita battezzando questo torrione con il nome di Punta Emma. L'anno successivo il "Diavolo delle Dolomiti" aprì in solitaria un nuovo itinerario sulla parete Nord-Est. La via segue la caratteristica spaccatura che incide la parete (ben visibile dal Rifugio Vajolet). Le numerose ripetizioni hanno levigato qualche appiglio. Alcune soste sono attrezzate su chiodi (quella del quarto tiro è su spit), altre invece sono da attrezzare su clessidre o spuntoni.
Attacco, descrizione della via
I sentieri per l'avvicinamento partono dalla piccola contrada Gardeccia situata sopra Pera di Fassa. Purtroppo non è possibile raggiungere la frazione mediante macchina in quanto vige un divieto di circolazione durante tutto l'anno. E' possibile servirsi del servizio navetta (andata e ritorno 7 Euro) per evitare una lunga camminata su strada asfaltata.
La navetta parte a Pera di Fassa in corrispondenza di un parcheggio che si incontra sulla destra salendo verso Canazei. C'è una seggiovia e un grosso cartello "Bus per Gardeccia". Le corse sono abbastanza frequenti.
La navetta vi lascerà in corrispondenza del Rifugio Gardeccia. Da qui camminare lungo la strada sterrata (sentiero n. 546) che sale al Rifugio Vajolet. La strada salendo costeggia l'imponente parete del Catinaccio. Arrivati al rifugio imboccare il sentiero n. 542 che sale verso il Rifugio Re Alberto. Sulla sinistra è possibile ammirare la parete Nord-Est della Punta Emma e l'inconfondibile camino-fessura che la caratterizza. Abbandonare il sentiero e per facili rocce salire fin sotto la base del camino. Attrezzare su clessidre una comoda sosta.

1° tiro:
salire verticalmente lungo la sovrastante fessura sino a raggiungere un terrazzo. Spostarsi ora a sinistra sino ad un grosso spuntone con dei cordini e maglia rapida per la calata. Qui sostare. 40 Mt., III, II.

2° tiro:
dalla sosta salire il diedro sino ad incontrare un piccolo strapiombo evitarlo traversando verso destra e salire lungo una fessurina sino a quando è possibile spostarsi nuovamente a sinistra su di un comodo (ma piccolo) terrazzino dove si sosta (3 chiodi+cordini).
20 Mt., IV-, III+, IV-, 3 chiodi.

3° tiro:
tiro chiave della via. Salire lungo il camino, a volte in leggero strapiombo sino al suo termine dove diviene molto stretto. Uscirne a fatica (anche per via del masso incastrato) e proseguire su sfasciumi sino a raggiungere una piccola clessidra sulla sinistra (viso a monte) dove si attrezza la sosta. A questo punto la grande spaccatura che incide la parete Nord-Est piega decisamente a sinistra.
35 Mt., V, IV+, 1 clessidra con cordoni ed anello, 2 nut, 5 chiodi.

4° tiro:
seguire la spaccatura per alcuni metri, indi portarsi in placca a sinistra per rocce più semplici e proseguire verticalmente sino a quando sulla destra s'incontra un comodo terrazzino con alla spalle una piccola nicchia. Qui si sosta comodamente (3 spit ed eventualmente 1 vecchio chiodo). 40 Mt., IV-, 2 chiodi, 2 clessidre.

5° tiro:
ancora lungo la direttiva della fessura su una comoda rampa. Dopo aver vinto una paretina verticale si sosta (spuntone).
40 Mt., III+, 3 clessidre.

6° tiro:
salire nella conca senza passi obbligati sino a raggiungere la cresta dove s'incontra uno spuntone con cordino sul quale si sosta. 35 Mt., II.

A questo punto proseguire per rocce facili e sfasciumi sino alla vetta (qualche ometto). Circa 150 Mt. I, II.
Discesa
Dalla vetta puntare al rifugio Re Alberto seguendo l'evidente traccia (ometti) che discende sul versante nord-ovest. Con un breve tratto molto esposto (proteggersi) spostarsi decisamene a sinistra (viso a valle) in direzione della forcella tra la Punta Emma ed il Catinaccio. In corrispondenza di un piccolo terrazzino con ometto (difficile da individuare) c'è un ancoraggio cementato per effettuare una calata in corda doppia e raggiungere il canale sottostante. Imboccare poi il sentiero che conduce a valle.

Note

A metà del terzo tiro, sul lato destro, è presente un orologio (comunque ben visibile anche dal basso). Si dice che ci sia l'abitudine di spostare le lancette sull'ora del passaggio.

Commenti vari

Purtroppo Andrea poco prima di terminare la via è scivolato sulle rocce un po' umide riportando una frattura al piede destro...

Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti nord-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
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Matteo e Andrea girano indecisi su che via attaccare

Matteo, Andrea e Paolo alla seconda sosta

   

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Luca sul quarto tiro

Andrea e Paolo verso l'ancoraggio per la doppia

   

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Da sx Matteo, Luca, Andrea e Paolo in vetta alla Punta Emma

Parete nord-est della Punta Emma col tracciato della via Piaz