Descrizione generale
Salita classica del gruppo del Catinaccio. La via che sale la parete Sud-Est della Punta Emma è stata aperta da Hans Steger e Paula Wiesinger nel luglio del 1929. La linea di salita è stupenda. L'eleganza dei passaggi e l'eccezionale esposizione regalano certamente grandi soddisfazioni a chi la percorre. Le soste sono attrezzate con dei vecchi chiodi a volte collegati da cordini.
Attacco, descrizione della via
I sentieri per l'avvicinamento partono dalla piccola contrada Gardeccia situata sopra Pera di Fassa. Purtroppo non è possibile raggiungere la frazione mediante macchina in quanto vige un divieto di circolazione durante tutto l'anno. E' possibile servirsi del servizio navetta (andata e ritorno 7 Euro) per evitare una lunga camminata su strada asfaltata.
La navetta parte a Pera di Fassa in corrispondenza di un parcheggio che si incontra sulla destra salendo verso Canazei. C'è una seggiovia e un grosso cartello "Bus per Gardeccia". Le corse sono abbastanza frequenti.
La
navetta vi lascerà in corrispondenza del rifugio Gardeccia. Da qui camminare lungo la strada sterrata (sentiero n. 546) che sale al
rifugio Vajolet. La strada salendo costeggia l'imponente parete del Catinaccio. Arrivati al rifugio imboccare il sentiero n. 542 che sale verso il
rifugio Re Alberto. Sulla sinistra è possibile ammirare la parete
sud-est della Punta Emma e l'inconfondibile rampa obliqua (da destra verso sinistra) che la caratterizza.
Abbandonare il sentiero principale e portarsi alla base della rampa.
1° tiro:
salire la rampa obliqua sino a giungere ad una terrazza dove vi sono numerosi chiodi cementati. Le difficoltà
contenute ci hanno permesso di salire la rampa slegati. Comunque
l'esposizione è elevata e si consiglia di procedere assicurati.
100 Mt., II, III.
2° tiro:
traversare a sinistra (chiodo rosso con anello) puntando al pilastro appoggiato alla parete. Alla base del pilastro vi
sono 2 chiodi di sosta. Proseguire e salire l'evidente diedro sulla
destra del pilastro. Poco prima del suo termine piegare a sinistra sino a giungere su di un piccolo ripiano dove si sosta (2 chiodi).
55 Mt., II, IV, III, 2 chiodi.
3° tiro:
traversare ancora alcuni metri a sinistra puntando ad un secondo pilastro. Risalirlo sino al suo termine dove vi è la sosta.
20 Mt., II, III, 1 chiodo.
4° tiro:
salire verticalmente la parete soprastante per circa 5 metri. Traversare a destra
circa 15 metri abbassandosi di 2 metri circa fino ad incontrare una nicchia. Oltrepassarla e sostare (2 chiodi+cordini).
25 Mt., IV, V, 3 chiodi.
5° tiro:
traversare a destra puntando ad un chiodo argentato situato sotto una nicchia. Da qui risalire la fessura soprastante sino al suo termine (2 chiodi,
roccia a tratti delicata). Traversare a destra per un paio di metri
(clessidra) sino a giungere ad una placca espostissima (chiodo). Salire con molta decisione la parete che strapiomba leggermente (ottimi
appigli, stare a destra del chiodo) sino a giungere in sosta vicino
allo spigolo.
30 Mt., IV, V, V+, 4 chiodi, 1 clessidra.
6° tiro:
salire sullo spigolo fino ad un piccolo ripiano. A questo punto traversare a sinistra su placca
puntando ad una fessura strapiombante (2 chiodi). Risalirla e poi riprendere ad attraversare
in placca (3 chiodi) verso sinistra puntando ad un'altra fessura alla base della quale si sosta (2 chiodi+cordino). I primi metri sono privi di protezione ed è impossibile integrare.
30 Mt., IV+, 2 passi di V+, 5 chiodi.
7° tiro:
salire la fessura per qualche metro ed uscirne a sinistra su un piccolo ripiano
(2 chiodi di sosta). Proseguire traversando a sinistra puntando ad un grande camino. Sostare alla base del camino.
30 Mt., IV+, III, II, 2 chiodi.
8° tiro:no al suo termine. La roccia è un poco friabile. 30 Mt., III, IV, III, 2 chiodi.
A questo punto proseguire per rocce facili e sfasciumi sino alla vetta (qualche ometto). Circa 150 m., max II.
Discesa
Dalla vetta puntare al rifugio Re Alberto seguendo l'evidente traccia (ometti) che discende sul versante nord-ovest. Con un breve tratto molto esposto (proteggersi)
spostarsi decisamene a sinistra (viso a valle) in direzione della forcella tra la Punta Emma ed il Catinaccio. In corrispondenza di un piccolo terrazzino con ometto
(difficile da individuare) c'è un ancoraggio cementato per effettuare una calata in corda doppia e raggiungere il canale sottostante. Imboccare poi il sentiero che conduce a valle. |