Descrizione
generale
Il Monte Procinto, con la sua forma decisamente singolare in quanto richiama quella di un panettone, è probabilmente uno dei rilievi più conosciuti delle Alpi Apuane. Le sue pareti, di ottima dolomia calcarea, sono perlopiù strapiombanti su tutta la circonferenza ed offrono molteplici linee di scalata che, seppur di lunghezza limitata, presentano difficoltà tecniche sostenute.
La vetta è comunque facilmente raggiungibile grazie alla più antica via ferrata d'Italia che ne risale il versante sud.
L'itinerario qui proposto è stato aperto da Giancarlo Dolfi e Paolo Melucci
nel 1955. All'epoca dell'apertura fu sicuramente una grande impresa, anche
perché sembra sia stato il primo VI grado delle Apuane. Nonostante la linea classica segua ovviamente i punti deboli della parete, l'arrampicata risulta abbastanza atletica su terreno sempre verticale e con passaggi strapiombanti. Negli anni successivi sono comparse molte altre linee, anche sui versanti più repulsivi, e al giorno d'oggi, la Dolfi/Melucci è tra le vie col grado più abbordabile del Procinto. E' stata completamente riattrezzata a fix.
Attacco, descrizione della via
L'uscita autostradale più vicina è il casello di Versilia sulla A12. Poi seguire per Saravezza, Ponte Stazzemese ed infine Stazzema. Lungo la strada ci sono dei tratti con ottima vista sul Monte Procinto e sull'impressionante muraglia gialla del Monte Nona.
Prima di raggiungere Stazzema, sull'ultimo tornante, si prende la strada sulla destra (cartello sul muretto di cemento con indicazioni per il rifugio Forte dei Marmi. Attenzione che un'auto parcheggiata davanti lo può coprire
perché è posizionato in basso). Seguire lungamente questa strada fino un bivio con piccola cappelletta (partenza sentiero n. 5) ove si può parcheggiare. Noi abbiamo proseguito verso sinistra su strada che diviene in breve sterrata. Man mano che si procede le condizioni della strada peggiorano. Continuare fino ad identificare sulla destra la partenza del sentiero n.5A (ex 5BIS; fune metallica e cartello indicante "alpe della grotta"). Pochi metri oltre, sulla sinistra, largo spiazzo per parcheggiare. Seguire il sentiero, transitando accanto ad un B&B e poi alla "casa del pittore", fino a raggiungere il rifugio Forte dei Marmi. Poco prima del rifugio ci si ricongiunge al sentiero n. 5 (qui sentiero Bruni,
vedi note a fine relazione) che sale in direzione del Procinto. Ad un bivio si piega decisamente a sinistra (indicazioni ferrata) passando sotto l'impressionante parete sud-ovest del Monte Nona fino a giungere alla Foce del Procinto: lo stretto intaglio che separa il Procinto dal Nona. Un ponticello di legno permette di passare
comodamente sull'altro lato. Percorrere la "Cintura" (un sentiero/cengia boscosa che contorna il Procinto a 100 metri circa dalla base vera e propria) verso destra passando sotto la parete est (piccola sorgente in uno dei grossi grottoni). Doppiato
lo spigolo si è sulla parete nord. L'attacco originale della via è nel canale che si vede subito a destra dello spigolo
(visibile sosta 2 fix+catena a 7-8 metri da terra). Attualmente è in voga percorrere la prima lunghezza della via "Effetti collaterali vertigini" posta appena a destra dell'originale (pianticella, grottino e scritta nera all'attacco).
1° tiro:
originale - salire nel canale. Poco prima di raggiungere una sosta (2 fix+catena) si inizia ad obliquare a destra. Conviene fermarsi alla S1 di Effetti collaterali (2 fittoni) anche se la S1 originale si trova poco più a destra (2 fix+1 clessidra con cordone).
25 Mt., IV, V, 6 fix, 1 clessidra con cordone.
L1 di Effetti collaterali
-
salire in leggero obliquo verso destra fin sotto uno strapiombino. Superarlo e proseguire su placca a buchi molto verticale fino alla sosta (2 fittoni). 20 Mt., V+, VI+, V, V+, 9 fittoni, 1 fix.
2° tiro:
salire in obliquo a destra in direzione di una spaccatura/diedro. Sugli strapiombi più a destra si vedono alcuni chiodi e cordini della via XXV Aprile. Seguire la spaccatura/diedro con passaggi atletici (ottime prese), spostandosi poi a sinistra sotto uno strapiombino. Superarlo direttamente e sostare poco sopra (2 fix+catena).
30 Mt., V-, V+, VI, 9 fix, 2 clessidre con cordone, 1 sosta intermedia (la S1 originale - 2 fix+1 clessidra con cordone).
3° tiro:
verticalmente, per una decina di metri, stando appena a sinistra del diedro. Quando questo si fa strapiombante spostarsi sullo spigolo alla sua sinistra per ritornare subito a destra e proseguire fino alla sosta (2 fix+catena). Non seguire, dove si effettua lo spostamento sinistra/destra, la liscia placca ricca di fittoni (via Effetti collaterali).
30 Mt., IV+, V, IV, 10 fix, 1 clessidra con cordino.
4° tiro:
alzarsi leggermente verso destra per roccette un po' erbose fino alla base di due camini. Seguire quello più a sinistra (a destra sale XXV Aprile) che, dopo un ostico passaggio iniziale, permette di proseguire facilmente fino al "Giardino" sommitale dove si attrezza una sosta (pianta). 30 Mt., II, V+, IV , 2 fix, 1 clessidra con cordone.
Seguire una vaga traccia che attraversa il "Giardino",
e via via si fa più marcata, fino a ricongiungersi col sentiero principale che,
seguito verso sinistra, sale in vetta. Qui è possibile scendere direttamente verso destra fino alla ferrata.
Discesa
Tornare indietro sui propri passi e poi mantenersi sul sentiero principale fino a raggiungere la ferrata. Seguendola in discesa si torna in breve alla "Cintura" e quindi al ponticello di legno. Percorrendo a ritroso i sentieri seguiti durante l'avvicinamento si torna al rifugio Forte dei Marmi e successivamente al Parcheggio. |