Descrizione Generale
Itinerario aperto da Ottorino Faccio e Antonio Fuscalzo nel luglio del 1936 che si snoda lungo lo spigolo Est dell'omonimo sperone del Primo Apostolo.
Gianni Pieropan, ampio conoscitore del gruppo del Piccole Dolomiti ha riportato all'interno delle sue pubblicazioni (dalla monografia su "Le Alpi Venete" alla "Guida Monti d'Italia") Francesco Snichelotto come compagno di cordata di Faccio. Guido Casarotto, nella sua pubblicazione "Piccole Dolomiti e dintorni" nomina S. Michelotto. Entrambi hanno commesso un errore che si è trascinato nel tempo.
Altra imprecisione: gli alpinisti hanno iniziato a considerare la sommità dello sperone come la vetta vera e propria; si tratta di un errore in quanto la cima si trova poco sopra il sentiero d'arroccamento e la si può raggiungere facilmente rimontando un sottile dorso mugoso.
La via è una classica dell'intero gruppo del Sengio Alto e numerose cordate la ripetono ogni weekend; conviene quindi attaccare molto presto. Tutte le soste sono attrezzate con un golfaro cementato.
Attacco, Descrizione della via
Raggiungere il passo di Campogrosso (da Recoaro, superato il centro cittadino, si prende a destra la strada che, attraversando il paese di Merendaore, sale al
passo). Prima di arrivare al passo (circa 200 metri) sulla destra vi è una strada secondaria a fondo chiuso. Imboccarla fino a quando si incontra una sbarra che ostruisce il passaggio. Qui parcheggiare la macchina.
Eventualmente, nel caso i pochi posti siano già occupati, è possibile parcheggiare al passo e percorrere il tragitto a piedi.
Dalla sbarra camminare sulla strada fino a giungere in un ampio spiazzo situato sotto la parete Est del Monte Baffelàn (palina CAI in loco). Abbandonare la strada (che prosegue verso destra) e imboccare il comodo sentiero che scende lungo il prato. Costeggiare tutto il Baffelàn e proseguire fino ad incontrare sulla sinistra un muro di
contenimento. L'attacco della via è a circa 3 metri sulla destra di questo muro.
1° tiro:
salire la placca per qualche metro puntando ad un'evidente fessura che conduce alla sosta situata sulla sinistra di una piccola nicchia giallastra. 40 Mt., V-, IV+, IV, 3 chiodi, 2 clessidre.
2° tiro:
salire il diedro sopra la sosta che pian piano diviene camino e che termina in corrispondenza di un piccolo terrazzo erboso. Obliquare sulla destra e salire i facili risalti rocciosi.
Poi traversare a destra raggiungendo un terrazzino dove si sosta. 45 Mt., IV, III, IV, 5 chiodi.
3° tiro:
proseguire verticalmente puntando al "naso" ovvero l'evidente tetto che caratterizza lo spigolo. 45 Mt., III, III+, 3 chiodi, 1 clessidra.
4° tiro:
tiro chiave della via. Dalla sosta traversare a destra (esposto) per circa due metri e quindi salire direttamente la parete verticale
e a tratti strapiombante sino alla successiva sosta. 20 Mt., V, IV+, 1 chiodo, 1 clessidra.
5° tiro:
salire direttamente la parete per circa 20 metri sin sotto ad un tetto quindi traversare a sinistra. Salire per rocce semplici sino alla sosta situata sulla cresta sommitale. 35 Mt., III+, IV, 2 chiodi, 1 clessidra.
Seguire il filo della cresta (II) per circa 40 metri sino a raggiungere dei grossi mughi dove è possibile attrezzare una sosta sulle radici.
Discesa
Proseguire ancora lungo la cresta fino a raggiungere il sentiero. Seguirlo
verso sinistra e, passando attraverso una galleria, giungere al Passo del Baffelàn. Scendere
mediante il sentiero di sinistra sino a raggiungere il muro di
contenimento. Lo si discende con l'aiuto di una catena giungendo
così nuovamente all'attacco.
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