Descrizione Generale
Il Monte Pellegrino si innalza solitario nella piana in cui sorge la città di Palermo ed arriva a toccare i 600 metri di quota. Il versante Ovest è rivolto verso la città mentre quelli Nord ed Est sono rivolti verso il mare e sovrastano il paese di Mondello e le borgate dell'Addaura, di Vergine Maria e dell'Arenella. A Sud non troviamo una parete compatta ma delle fasce rocciose ed un bosco attraverso cui salgono i tornanti della strada che conduce sulla sommità del monte.
Le pareti sul versante Est arrivano ai 270 metri di dislivello e sono le più alte del Monte Pellegrino. Però le vie d'arrampicata sono in numero inferiore anche
perché alcuni tratti di parete sono molto repulsivi. Davanti al limite meridionale del cimitero "Rotoli" si innalza uno sperone roccioso sulla cui cima è presente un antenna televisiva. La via dei Quattro scoiattoli ne segue vagamente lo spigolo terminando proprio in corrispondenza dell'antenna. La parte bassa è caratterizzata da placche sporche di vegetazione ed è separata tramite una larga cengia dalla parte alta caratterizzata invece da strapiombi rossi. L'itinerario è stato aperto da Marco Bonamini, Sergio Cucchiara, Federico Landi e Vito Oddo il 7 aprile del 1974 dopo un precedente tentativo da parte di Gino Soldà e Fosco Maraini che sembra si fossero fermati alla base del diedro del tiro chiave. Arrampicata su placche e diedrini a volte disturbata dalla vegetazione. In via si trovano alcuni spit e dei chiodi ma occorre saperne valutare lo stato in quanto decisamente precari. Qualche anno fa lungo la parete sono stati messi in sicurezza dei grossi massi ed in alcuni punti è possibile sfruttare i fittoni o le funi metalliche per sostare o assicurarsi.
Attacco, Descrizione della via
Dal centro di Palermo percorrere la via Bonanno, ossia la strada che sale sulla cima del Monte Pellegrino ed al santuario di Santa Rosalia. Giunti al secondo tornante si è proprio sotto lo sperone del Pizzo Volo d'Aquila. Parcheggiare dove possibile e risalire, passando attraverso un buco del muro di cinta, verso lo spigolo. L'attacco è su una piazzola sul filo delle spigolo dove le difficoltà iniziano ad aumentare.
1° tiro:
seguendo lo spigoletto raggiungere una placchetta verticale. Superarla lasciandosi il tettino sulla destra. Si prosegue per rocce più semplici spostandosi leggermente a destra sino una placca/rampa inclinata dove si sosta (1 spit). Stando alla relazione della guida Monti d'Italia del CAI-TCI a questa sosta dovrebbe esserci la scritta "MVFS" riportante le iniziali dei primi salitori ma noi non l'abbiamo vista.
50 Mt.,
IV, VI oppure A0, IV, 2 chiodi, 9 golfari per l'ingabbiamento dei massi mai utilizzati.
2° tiro:
obliquare leggermente a destra raggiungendo il muretto verticale. Lo si supera seguendo una fessura inizialmente verso sinistra e poi dritto sino un piccolo strapiombo. Si prosegue nel diedro a sinistra dello strapiombo e poi si traversa 2-3 metri a destra raggiungendo un canalino vegetato tramite il quale si raggiunge la terrazza con piante dove si sosta (da attrezzare su pianta). 40 Mt., V+, IV+, 2 chiodi.
3° tiro:
obliquare decisamente a sinistra seguendo la terrazza (vegetazione fastidiosa) sino alla base di una placca fessurata sotto la verticale di un evidente diedro giallo. Qui sostare (2 spit).
30 Mt., III, II.
4° tiro:
salire la placca con fessura sin sotto gli strapiombi rossi. Qui obliquare a sinistra sino un pulpito con palmetta dove si sosta (1 chiodo).
25 Mt., V, 2 chiodi.
5° tiro:
superare la placca obliquando verso sinistra poi per rocce instabili (reti di contenimento per aiutarsi) si raggiunge la larga cengia. Si sosta (golfari delle reti paramassi) poco a sinistra della verticale del diedro giallo. 30 Mt., VI-, IV, 1 chiodo a pressione.
6°tiro:
obliquare sulla rampa verso destra sino alla base del diedro che si risale per intero con arrampicata in alcuni tratti abbastanza faticosa. Si sosta (1 chiodo o cavi di contenimento) al suo termine.
40 Mt., IV, V+, VI, VII+ oppure A0, VI, 9 chiodi, 2 chiodi a pressione.
7° tiro:
aggirare a destra il primo masso ingabbiato ed il successivo a sinistra raggiungendo una cengetta dove è possibile sostare. Sono presenti due
tasselli da 10 mm. Portarsi 1 o 2 piastrine con dado (e lasciare la sosta attrezzata!). In alternativa abbassarsi 2 metri e sostare sui cavi di contenimento. 15 Mt., IV, vari ancoraggi di contenimento per assicurarsi.
8° tiro:
appena a destra della sosta si segue il diedro. Si esce a destra e si prosegue per rocce gradonate dove c'è meno vegetazione in verticale o leggermente a destra sino al pianoro dove si trova l'antenna televisiva della RAI e si effettua l'ultima sosta (da attrezzare).
40 Mt., V, IV-, 2 chiodi.
Discesa
Dall'antenna seguire l'evidente strada sterrata sino ad incrociare un sentiero segnato con bolli gialli. Percorrerlo in discesa (cartello con indicazione "Pizzo Aquila") sino ad un tornante della strada asfaltata. Seguendo la strada (possibili scorciatoie) si torna alla macchina.
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