Descrizione generale
Via aperta da Alberto Dorigatti e Almo Giambisi nel 1973. L'itinerario affronta la parete est dal Piz da Lec mediante una linea di fessure e camini. Seppure la roccia nei pressi dell'attacco è friabile, le numerose ripetizioni hanno pulito completamente la parete.
Tutte le soste sono attrezzate con almeno un chiodo.
Il 13 agosto 2021 Gianni Bavaresco,
Vasco Bavaresco e Dario Mazzucato hanno ripetuto la via e ci segnalano che ora a tutte le soste è presente un fix e che le clessidre sono state ricordonate.
Attacco, descrizione della via
Da Corvara in Val Badia mediante la funivia "Boè" e la successiva seggiovia raggiungere la zona del Vallon. Lasciando l'impianto di risalita alle spalle prendere verso destra il sentiero n. 638. La prima montagna che si incontra è il Piz da Lec; quasi all'altezza della forcella che lo divide dal Sasso delle Dieci abbandonare il sentiero principale per puntare ad un piccolo avancorpo, non molto alto a forma di cono e, poco prima di raggiungerne la base, piegare a destra per ghiaione sino ad una piccola cengia al centro della quale c'è un diedro fessurato. La roccia intorno è giallastra. In corrispondenza dell'attacco c'è un chiodo e una clessidra con cordini.
1° tiro:
salire il diedro fessurato sino al suo termine per poi piegare a destra per rocce più semplici sino a giungere su di un terrazzino dove c'è la sosta,
2 chiodi uniti da cordini. 40 Mt., IV, III, clessidra con
cordino.
2° tiro:
salire sul pulpitino a destra della sosta ed entrare nel canale
ancora più a destra. Proseguire lungo quest'ultimo fino a giungere alla base di uno stretto camino nero dove si sosta,
2 chiodi uniti da cordini. 25 Mt., III+.
3° tiro:
risalire il camino. Passo iniziale faticoso, poi buoni appigli.
Dopo i primi metri diventa molto più aperto. Proseguire fino al suo
termine, in prossimità di un tetto e di una nicchia gialla. La sosta è posta
poco sotto la nicchia gialla in corrispondenza di due chiodi
collegati da cordini con maglia rapida. 40 Mt., IV+, III,
3 chiodi.
4° tiro:
dalla sosta traversare a sinistra seguendo la roccia grigia. Poco
prima dello spigolo vi è la sosta, 3 chiodi da collegare.
20 Mt., IV-, passo di V, 1 chiodo.
5° tiro:
salire qualche metro e piegare a destra per evitare lo strapiombo. Rimontare la parete e proseguire a sinistra lungo roccia compatta ignorando i chiodi di sosta che si incontrano. Salire la placca verticalmente sino a raggiungere la sosta (chiodo + clessidra) che è posta su di un terrazzo oltre il filo dello spigolo.
30 Mt., V, IV+, 2 chiodi (3 chiodi di sosta vicini contati
come 1), clessidra con cordone.
6° tiro:
verticalmente lungo la parete con buoni appigli sino ad un diedro
giallo fessurato. Pochi metri e si giunge ad un ampio terrazzo sulla cui sinistra, in corrispondenza di una fessura, vi sono due chiodi di sosta. 30 Mt., IV,
2 chiodi.
7° tiro:
rimontare la paretina di sinistra e superare poi lo spigolo. Da qui lungo rocce semplici si raggiunge il pianoro sommitale. Sosta su clessidra con cordino. 35 Mt., III+.
Camminare a destra sino a raggiungere il sentiero che sale in vetta (circa 50 Mt.
di dislivello).
Discesa
Dalla vetta a ritroso lungo il sentiero percorso in salita che conduce alla ferrata del Piz da Lec. Scendere seguendo i cavi metallici sino a raggiungere nuovamente il sentiero n. 638. Da qui in breve tempo si è alla seggiovia.
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