Pic Adolphe Rey - Via Bettembourg/Thivierge

 
Zona montuosa Alpi Graie - Sottogruppo del Monte Bianco Località di partenza Fraz. La Palud - Courmayeur (AO)
Quota partenza 1370 Mt. Quota di arrivo 3477 Mt. circa (3536 Mt. la vetta)
Dislivello totale

+1959 Mt. per il rif. Torino "vecchio" (in funivia)
+78 -150 Mt. circa dal rifugio all'attacco
+220 Mt. circa la via (235 lo sviluppo)

Sentieri utilizzati Per raggiungere l'attacco si transita sul ghiacciaio
Ore di salita

1 h. 15' dal rifugio all'attacco
6 h. la via

Ore di discesa
(il sentiero è tutto in salita)
1 h. le doppie
2 h. per il rifugio Torino
Esposizione Sud-est Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 19/06/2012 Difficoltà VII-/V+, A1
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Andrea.
Condizioni climatiche, dei sentieri, della neve e della roccia

Purtroppo il meteo non è stato molto favorevole. Saliti al rifugio Cosmiques con l'intenzione di raggiungere la vetta del Monte Bianco, abbiamo ripiegato sue due vie d'arrampicata. L'avvicinamento noi l'abbiamo fatto dal rif. Cosmiques ma, partendo con l'idea di fare questa salita, risulta più veloce (ed economicamente meno dispendioso) partire dal rif. Torino. Abbiamo quindi descritto l'avvicinamento da questo rifugio. Il ghiacciaio può presentare crepacci più o meno evidenti a seconda dell'innevamento specialmente nell'ultimo tratto, quando si è vicini ai satelliti del Mont Blanc du Tacul. La roccia in via è ottima.

Eventuali pericoli
Attenzione alla presenza di crepacci durante l'attraversamento del ghiacciaio (che possono essere nascosti da dei ponti di neve).
Procedere sempre legati!
Presenza di acqua
Unicamente al rifugio.
Punti di appoggio
Rifugio Torino "vecchio" (3329 Mt., aperto tutto l'anno), rifugio Torino "nuovo" (3375 Mt., aperto solo nel periodo estivo), rifugio Cosmiques (3613 Mt.).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Normale dotazione alpinistica, lampada frontale, ramponi, 1 picca. 2 mezze corde, 10-12 rinvii ed un buon assortimento di friends (da n. 0.3 a 3 Camalot raddoppiando le misure 1, 2 e 3) e/o dadi.
Descrizione dell'ascensione

Descrizione generale
Il nome Adolphe Rey venne dato a questa guglia dai primi salitori (Gabriele Boccalatte, Ninì Pietrasanta, Renato Chabod e Giusto Gervasutti il 16/07/1935) in onore della guida di Courmayeur che, oltre ad altre salite di livello, aveva effettuato le due prime ascensioni assolute sugli adiacenti picchi: nel 1914 sul Petit Capucin e nel 1924 sul Grand Capucin.
L'itinerario in questione è stato aperto da Georges Bettembourg ed Hervé Thivierge il 25 aprile 1975. Splendida arrampicata atletica lungo fessure verticali su un granito rosso eccezionale. Non serve aggiungere altro se non che i gradi proposti dalle varie guide sono forse un po' stretti. I V+ che si affrontano hanno più l'apparenza di bei sesti gradi. In fin dei conti siamo sul Monte Bianco, culla dell'alpinismo del secolo scorso!
Forse una gradazione attorno al VI o VI- sarebbe più appropiata ai nostri giorni.
Attacco, descrizione della via
Dal rifugio Torino "vecchio" (raggiungibile in funivia, € 31 A/R) salire la scalinata che porta la rifugio Torino "nuovo" uscendo sulla terrazza con spettacolare vista sulla cresta de Peuterey. Aggirare l'edificio raggiungendo il ghiacciaio del Gigante e salire verso ovest, su ghiacciaio, fino al Col du Flambeau (3407 Mt.). Da qui, passando sotto la funivia panoramica, si continua in discesa verso gli evidenti satelliti del Mont Blanc du Tacul. Prendendo come punto di riferimento l'inconfondibile Grand Capucin, alla sua destra troviamo il Petit Capucin e poi il Pic Adolphe Rey. Ancora più a destra, ma staccata da una larga lingua del ghiacciaio, troviamo la Pyramide du Tacul. Questa visuale è ben chiara dal Col du Flambeau. Portarsi alla base della parete sud-est. La via si trova tra la Gervasutti (a sinistra) e la Salluard (a destra). Portarsi sotto la verticale della punta più alta ed individuare una fessura-diedro che sale ininterrotta fin quasi alla cima. Più a destra c'è una fessura che forma una specie di "L" rovescia mentre più a sinistra un'altra fessura che forma un arco piegato verso destra. Visibili un paio di chiodi nella fessura d'attacco.
Ci è giunta notizia che, nel 2013 o 14, siano stati aggiunti dei fix all'attacco (4 o 5) per facilitare il superamento dei primi metri resi, a causa dell'inesorabile restringimento del ghiacciaio, sempre più difficili.

1° tiro:
salire l'esile fessurina sino a quando si allarga leggermente e permette di traversare abbastanza agevolmente a destra. Ora in verticale sempre per fessura con un tratto strapiombante. Quando si allarga in breve si giunge al piccolo ripiano di sosta (2 fix+cordini+maglia rapida). 35 Mt., VII- oppure V+ e A1, 6 chiodi, 1 dado incastrato, 2 friend incastrati, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordino), 1 fix.

2° tiro:
seguire la fessura obliquando poi a sinistra sino al terrazzino inclinato dove si sosta (2 fix+cordini+maglia rapida).
15 Mt., V+, 1 dado incastrato, 1 clessidra con fettuccia.

3° tiro:
fessura verticale, poi si obliqua leggermente a sinistra e di nuovo in verticale sino alla sosta (3 chiodi). 30 Mt., V+, 1 chiodo.

4° tiro:
seguire il diedrino (ovviamente fessurato) sopra la sosta fin sotto una fascia strapiombante. Qui traversare a sinistra abbassandosi un poco fino dei grossi massi sui quali è attrezzata la sosta (4 fix+cordini+maglia rapida). 15 Mt, V+, 1 chiodo.

5° tiro:
la parete soprastante è solcata da 3 fessure. Risalire quella più stretta nel centro fino a quando diventa talmente esile che si ha difficoltà ad infilarci le dita ed è richiesto un passo deciso. Obliquare ora a sinistra per la fessura più larga sino alla sosta (2 fix+cordini+maglia rapida). 30 Mt., V+, 1 chiodo, 1 masso incastrato con cordone.

6° tiro:
traversare a sinistra alla base della bellissima fessura che sale obliqua verso sinistra. Dopo aver superato il passo iniziale strapiombante la si segue con entusiasmante arrampicata sino al terrazzino di sosta (2 fix+cordini+maglia rapida. Al nostro passaggio mancava un bullone). 35 Mt., V+, 1 chiodo, 2 dadi incastrati, 1 cuneo.

7° tiro:
in obliquo verso sinistra seguendo la fessura. Si sosta scomodamente (2 fix+cordini+maglia rapida) su un piccolo ripiano dove si allarga un po' formando un caminetto. 20 Mt., V, V+, 2 cunei (1 dei quali con accanto friend incastrato).

8° tiro:
superare il facile strapiombino sovrastante e poi seguire il diedro sino al suo termine. Brevemente per roccette raggiungere la sosta (2 fix+catena+maglia rapida) sul muro situato appena a sinistra . 55 Mt., V, IV, 3 chiodi (2 dei quali vicini).

Qui termina la via Bettembourg/Thivierge. E' possibile raggiungere la cima in due modi:
A- per delle fessure e massi raggiungere verso destra l'intaglio dove passa la via Salluard. Continuare sulla parete nord passando al di sopra del gendarme. Scendere di 2 metri sul lato sud quindi traversare a sinistra fino ad un diedro da risalire. Traversare su una placca inclinata e raggiungere la cresta che si segue fino in vetta (IV+, IV).
B- risalire il diedro strapiombante e poi traversare a sinistra per circa 10 Mt. Per una fessura-camino raggiungere la cima (V, V+).
Discesa
Dalla S8 in corda doppia sulla via oppure più verticalmente lungo Total Plook situata più a sinistra.
Se si raggiunge la cima la discesa avviene comunque in corda doppia. Sul versante nord dovrebbero esserci 6 comode calate ma conviene scendere ancora sul versante sud altrimenti bisogna prevedere gli scarponi per risalire all'attacco.
Giunti alla base della parete si risale il ghiacciaio fino al rifugio ed alla funivia mediante la quale si torna al parcheggio.

Note
Nel 2013-14, oltre ad essere stati aggiunti i fix sulla prima lunghezza (4 o 5) sembra che siano state sistemate anche le soste. Salvo la S1 adesso dovrebbero essere tutte su 2 fix+catena+anello di calata.
Commenti vari

Purtroppo l'arrivo di una perturbazione non ci ha permesso di raggiungere la cima. E' già stato bello riuscire a percorrere interamente la via. Partiti con sole e cielo azzurro siamo arrivati alla S8 che iniziavano a cadere i primi fiocchi di neve. La salita al rifugio è stata accompagnata da una bufera con scarsissima visibilità. Fortunatamente non abbiamo avuto grossi problemi di orientamento perché siamo riusciti a seguire le tracce presenti.

   

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Luca cerca di individuare il giusto attacco

Andrea sulla prima lunghezza

   

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Luca sulla terza lunghezza

Uno sguardo verso il Col des Flambeau e il Dente del Gigante

   

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Andrea sul terzo tiro sempre seguendo belle fessure e lame

Il diedrino all'inizio del quarta lunghezza

   

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A sx Luca e, a dx, Andrea sulla fessura della quinta lunghezza. Nella foto sx sono ben visibili le 3 fessure sopra la sosta

   

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La bellissima e lineare fessura del sesto tiro

   

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Il Mont Blan de Tacul con i suoi satelliti.
Indicato in rosso l'attacco della via

Pic Adolphe Rey col tracciato della via Bettembourg/Thivierge

   

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