Concatenamento:
Dente del Rifugio - Spigolo Franceschini
Pala del Rifugio - Via Esposito

 
Zona montuosa Dolomiti - Gruppo Pale di San Martino Località di partenza Malga Canali - Fiera Di Primiero (TN)
Quota partenza 1302 Mt. Quota di arrivo 2394 Mt. (vetta Pala del Rifugio)
Dislivello totale

+329 Mt. dal parcheggio al rifugio
+220 Mt. dal rifugio all'attacco dello spigolo
+200 Mt. Spig. Franceschini (225 lo sviluppo)
-100/+80 Mt. per l'attacco della via Esposito
+363 Mt. via Esposito (520 lo sviluppo)

Sentieri utilizzati n. 707, 720
Ore di salita 40' dal parcheggio al rifugio
20' dal rifugio all'attacco
7 h. il concatenamento
Ore di discesa 2 h. fino al rifugio
30' dal rifugio alla macchina
Esposizione Nord-ovest (Franceschini), Ovest (Esposito) Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 10/08/2013 Difficoltà IV+, V
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti

Michele.

Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata inizialmente incerta tant'è che durante la seconda lunghezza della via Esposito ha iniziato a piovere. Durante la giornata poi è spuntato il sole ma raggiunta la vetta della Pala del Rifugio le nuvole sono tornate ad impadronirsi del cielo. Il sentiero d'avvicinamento e quello di raccordo sono evidenti; quello di discesa richiede attenzione specialmente nella prima parte. La roccia sulle vie è ottima.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Malga Canali 1302 Mt. (poco sopra il parcheggio), rifugio Canali Treviso 1631 Mt. (40 posti, +39043962311).
Materiale necessario oltre al tradizionale

Solito da arrampicata in ambiente. Inutili i chiodi. Portare cordini e friend per integrare.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Simpatica combinazione che permette di raggiungere l'attacco della via Esposito evitando la via Normale al Dente.
Lo spigolo Franceschini fu salito da Gabriele Franceschini e Bruno Ferrario l'8 agosto del 1958 mentre la vertiginosa parete Ovest della Pala del Rifugio fu vinta dal bergamasco (ai tempi Calolziocorte era provincia di Bergamo) Ercole Esposito detto "Ruchin" in compagnia di Felice Mauri ed Emilio Galli il 14 e 15 agosto del 1941. I tre attaccarono la parete ovest direttamente dalla base lungo un percorso di rocce friabili ed insicure. Tale attacco è stato progressivamente abbandonato in seguito alla terza ripetizione, che avvenne il 13 settembre del 1959 ad opera di Renzo Timillero e Renato Gobbato, i quali raggiunsero la parete provenendo dalla forcella tra la Pala e il Gendarme della Pala. Questo percorso viene utilizzato normalmente oggi da chi ripete unicamente la via Esposito.
Dopo aver raggiunto la vetta del Dente del Rifugio è possibile abbandonare la salita scendendo dalla via Normale (vedi note a fine relazione).
Attacco, descrizione della via
Da Fiera Di Primiero (TN) seguire le indicazioni per la Val Canali fino a giungere al ristorante Cant del Gal. In corrispondenza del ristorante svoltare a destra per la Val Canali e percorrere la strada fino a giungere al suo termine. Parcheggiare sulla destra.
Camminare lungo il sentiero n. 707 che risale lentamente la Val Canali fino ad un bivio. Qui prendere il sentiero che sale nel bosco ed in breve conduce al rifugio Treviso (1631 Mt.). Qualche metro prima del rifugio imboccare il sentiero n. 720 che conduce alla Forcella delle Mughe. Poco prima che il sentiero esca dal bosco si imbocca una piccola traccia verso sinistra che costeggia la parete del Dente del Rifugio. Superare l'attacco della Fessura Franceschini (fessura ben identificabile dal basso) e della via Chiarastella. Terminata la parete proseguire in verticale lungo il sentierino (qualche breve tratto esposto) sino a quando questo si riporta a destra. L'attacco è posto su di un terrazzino alla base di un diedro-camino.

1° tiro - "Spigolo Franceschini":
salire il camino sin quasi al suo termine. Qui uscire a sinistra e, mediante rocce articolate, raggiungere una crestina. Sostare in corrispondenza di un mugo. Da qui è ben visibile il diedro fessurato che caratterizza la parte centrale della salita.
50 Mt., III, qualche passo di IV.

2° tiro:
mediante percorso non obbligato portarsi alla base del diedro fessurato. Sostare comodamente su di un terrazzino (1 golfaro+1 chiodo). 25 Mt., II.

3° tiro:
salire lungo la fessura per poi uscire a sinistra in vista della sosta (1 golfaro+2 chiodi). 20 Mt., IV.

4° tiro:
riportarsi sulla direttiva della fessura che dopo poco diviene canale. Sostare sulla sinistra (2 chiodi). 20 Mt. IV.

5° tiro:
proseguire nel canalino sino al salto di roccia. Qui tenere la sinistra e traversare a sinistra in corrispondenza di una comoda cengia. Sostare comodamente al termine della stessa (2 spit+1 golfaro+1 chiodo). 30 Mt., III, IV.

6° tiro:
salire lungo la fessura di sinistra sino a raggiungere una cengia. Percorrerla verso sinistra fino alla sosta (2 golfari+2 chiodi). 30 Mt., IV.

7° tiro:
salire la paretina, superare uno strapiombino e piegare verso sinistra. Raggiungere un pulpito (possibilità di attrezzare una sosta) e proseguire in verticale lungo una facile cresta sino alla vetta. Sosta da attrezzare (spuntone). 50 Mt., IV+, IV, III, II, 1 chiodo.

Qui è possibile interrompere la salita (vedi note). Per proseguire lungo la via Esposito, dalla vetta del Dente, imboccare il sentiero di discesa seguendo le frecce rosse. Aggirare a sinistra un caratteristico monolite e raggiungere la forcella (grosso masso incastrato). Qui anziché scendere lungo il canale di destra (doppie) abbassarsi a sinistra (nord) sino a quando sulla destra si stacca una lieve traccia (presente un piccolo ometto). Dopo aver perso leggermente quota risalire lungo un tratto erboso che conduce ad un canale. Qui, mediante un breve passo di III+, è possibile rimontare la parete. Spostarsi facilmente a sinistra sino a raggiungere l'attacco.
Una sosta (1 chiodo+1 clessidra+cordone) darà la certezza del giusto attacco.

1° tiro - "Via Esposito":
dall'attacco è identificabile un pilastrino addossato alla parete; raggiungerne la sommità passando alla sua sinistra mediante terreno semplice. La sosta (1 spit+1 chiodo+1 clessidra+cordone+maglia rapida) è situata sul pulpito del pilastrino alla base di una fessura.
40 Mt., II, III.

2° tiro:
in verticale sfruttando la fessura. Continuare poi lungo una parete lavorata e ben appigliata sino a raggiungere la sosta situata in corrispondenza di una placca sovrastata da un arco di roccia (2 chiodi+cordone+maglia rapida). 50 Mt., IV+, V, 1 chiodo.

3° tiro:
salire lungo l'arco fessurato e successivamente spostarsi a sinistra evitando così uno strapiombo. Superare una placchetta e mediante percorso non obbligato portarsi alla base della placca successiva. La sosta è posta alla base di una fessura superficiale che sale in verticale sotto la fascia di strapiombi gialli (1 chiodo+1 clessidra+cordone+maglia rapida).
40 Mt., IV, III, IV, II, 1 clessidra con cordone.

4° tiro:
salire lungo la placca verticale sfruttando inizialmente la fessura. La sosta è posta sotto la fascia di strapiombi (3 chiodi con cordone e maglia rapida). 35 Mt., IV+, V, 2 chiodi.

5° tiro:
traversare a destra, aggirare uno spigolino e raggiunte rocce grigie rimontare la parete. Proseguire in verticale lungo un canalino sino a raggiungere una parete verticale. Attrezzare una sosta su spuntone all'inizio della cengia che sale verso sinistra. 40 Mt., IV, III.

6° tiro:
imboccare la cengia che sale in obliquo verso sinistra e che conduce ad un pulpito dove si trova la sosta (2 clessidre con cordone) sotto un tetto solcato al centro da un caminetto (tetti ad occhi - visibili anche dal basso). 30 Mt., III, 1 clessidra con cordone.

7° tiro:
salire la sovrastante placca puntando all'evidente camino oltre il quale, sulla destra, è presente la sosta (1 spit+1 clessidra+cordone+ maglia rapida). 40 Mt., IV, IV+, 3 chiodi.

8° tiro:
seguire la rampa obliqua verso sinistra al termine della quale, per rocce semplici, si raggiunge la base di un saltino che permette di entrare in un canale. Sosta da attrezzare (1 clessidra). 50 Mt., IV, III.

9° tiro:
superare il saltino che permette di entrare nel canale. Risalirlo sino ad identificare sulla destra una piccola cengetta erbosa (presente qualche pianta di rododendro) dove poter attrezzare comodamente la sosta (1 clessidra). 50 Mt., IV, III+, II.

10° tiro:
salire in verticale e piegare a sinistra (non tendere a destra in direzione del canale) sino a raggiungere lo spigolo (dove corre la via Castiglioni/Detassis). Sosta da attrezzare (spuntone). 50 Mt., IV, III.

11° tiro:
proseguire lungo lo spigolo sfruttando delle fessure. Attrezzare la sosta (clessidra) a pochi metri dalla vetta vera e propria.
60 Mt., III, II.

Mediante una traccia sulla destra si raggiunge la vetta vera e propria. 35 Mt., passi di II.

Discesa
La discesa dalla Pala richiede attenzione, specialmente se percorsa in caso di brutto tempo. Il tracciato non è difficile (II) ma è quasi tutto in massima esposizione ed un errore potrebbe risultare fatale. Risulta comunque perfettamente segnalato con vernice rossa.
Inoltre alcuni spit facilitano notevolmente e rendono più sicura un'eventuale progressione in conserva.
Dalla vetta camminare lungo una facile cresta in direzione del Sass d'Ortiga sin dove possibile. Qui si scende un canalino roccioso che guarda verso il Vallon delle Mughe. Camminare ora su di una facile cengetta in direzione della base del Torrione di Sant'Anna (la cima che divide la Pala del Rifugio dal Sass d'Ortiga). Si salgono in massima esposizione le facili rocce verso la vetta del monte e poco prima di raggiungerla si passa sul versante nord (verso il Vallon di Sant'Anna) dove si traversa per rocce articolate sino a raggiungere la forcella che divide il Torrione di Sant'Anna dal Sass d'Ortiga (attacco dello Spigolo Wiessner). Percorrere ora il canale che scende costeggiando la parete sud/ovest del Sass d'Ortiga (prestare attenzione al tratto attrezzato) e che conduce alla Forcella delle Mughe. Da qui, mediante il sentiero n. 720 si ritorna al rifugio Treviso e quindi al parcheggio.

Note
Qualora si percorra solo lo "Spigolo Franceschini" dalla vetta del Dente del Rifugio seguire queste indicazioni:
imboccare il sentiero di discesa seguendo le frecce rosse. Aggirare a sinistra un caratteristico monolite, poi abbassarsi nel canalino passando sotto un grosso masso fino a raggiungere la prima di 3 soste attrezzate per le doppie.
1a. doppia: 20 Mt. fino un terrazzino detritico. Aggirare a destra (faccia a valle) un grosso masso raggiungendo il successivo ancoraggio;
2a. doppia: 20 Mt. lungo il canale sino al successivo terrazzino con sosta attrezzata;
3a. doppia: 20 Mt. sino alla base della parete.
Da qui si segue la traccia di sentiero che, in piano, attraversa il Vallone delle Mughe e si ricongiunge al sentiero n. 720 mediante il quale si torna al rifugio Treviso e successivamente al parcheggio.
Commenti

In seguito all'apertura della via Esposito, Italo Neri pubblicò su "Lo Scarpone" il seguente articolo:
“Esposito e Mauri sono partiti alla volta di Fiera di Primiero la sera dell'8 agosto. Conoscevano la zona solamente per sentito dire e si erano decisi a visitarla anche su parere del dottor Castiglioni che aveva loro indicato il rifugio Treviso come ottimo sotto tutti gli aspetti.
Non mancava loro che questa spinta autorevole perché i due compissero il grande passo. E la sera del 9 il signor Giovanni Tavernaro, custode impareggiabile del simpatico rifugio si vede capitare, giusto giusto per l'ora di cena e carichi come muli da soma, i due rocciatori. Il duo, un perfetto articolo 'il' (1, 47 metri contro 1,85 metri) s'impone subito all'attenzione degli alpinisti presenti per la perfetta capacità… gastronomica e per l'altrettanto… imperfetta misura chilometrica (vi voglio dire, amici lettori, che a sera, qualcuno aveva espresso dubbi sulla possibilità, per Esposito, di poter raggiungere, carico com'era il rifugio Treviso). Sorvoliamo.
Il giorno 10 i due compiono una passeggiata perlustrativa e d'allenamento ai rifugi Rosetta e Pradidali, attraverso il ghiacciaio della Fradusta, e l'11 agosto sono in parete con scarponi Vibram, per la prima ripetizione dello spigolo nord-ovest della Pala del Rifugio, via aperta nel lontano 1934 dal dottor Castiglioni e mai ripetuta.
La sera dell'11, un altro 'duo' molto equilibrato in fatto d'altezza ed espertissimo in scienze enologiche e gastronomiche, capita in rifugio. Niente antagonismi.
Nessuna lotta è aperta. Regna anzi il più fraterno affiatamento e cameratismo. I due sopravvenuti non sono che il sottoscritto ed Emilio Galli, il simpatico sergente del 5° Alpini, battaglione ‘Morbegno', ‘bello come il sole' dice lui, 'fort cum'un scimiott giuvin' aggiungiamo noi, che approfittando di pochi giorni di licenza, vuol vivere con Esposito e Mauri le sue grandi giornate.
Galli e Mauri allenatissimi per aver compiute tutte le ascensioni preparatorie con Ruchin, non aspettano che il momento buono, il quale finalmente si presenta loro la mattina di giovedì 14 agosto.
Accompagno i tre fino all'attacco e li aiuto a bardarsi (così armati di chiodi, corde, moschettoni, cordini, sacchi, ecc.. non sembrano forse guerrieri antichi pronti al combattimento?) per la grande impresa.
Li saluto, stringo loro affettuosamente le mani e li lascio a tu per tu con la parete che vedrà i loro sforzi titanici. Sono le 8.15.
Al rifugio Treviso (la Pala è li che sembra piombarti addosso…) tutti guardano in su. In su guarda il signor Giovanni, in su fissano gli occhi i non rari alpinisti di passaggio, in su guardano la piccola Ginetta e la sorella Lida, figlie del custode, in su guardano i sonnolenti pastori dei dintorni, in su guardo io, guardano le pecore, le mucche, i cani, tutti. Forse soltanto i piloti ed i componenti, gli equipaggi dei possenti trimotori che solcano il cielo guardano in giù, perché le loro altezze sono inarrivabili per l'uomo della scalata a perpendicolo.
Ma devono essere soltanto loro che possono esimersi dall'inevitabile torcicollo. Tutti gli altri, per seguire le prodezze dei tre atleti del sesto grado, sono obbligati a guardare in su, in alto, sempre più in alto, fintanto che un punto nero, due, tre punti, appena percepibili coronano la cima. Un grido prorompe da tutti i petti, si propaga giù per le valli, su per le gole, fino a colpire l'udito dei tre vittoriosi che rispondono sventolando giacche a vento e fazzoletti. Sono le 16.15 del 15 agosto e sono trascorse esattamente 32 ore. Riprendo il sacco degli scarponi che avevo riportato il giorno precedente dall'attacco e volo su per il Passo delle Grave per incontrarli, mentre mi canta in cuore l'esultanza più schietta e sentita.
Aspetto che scendano sul nevaio, guidandoli con consigli nella penombra della sera mentre compiono le ultime discese a corda doppia. Li abbraccio.
Esposito è raggiante anche per i suoi allievi, Mauri è… doppiamente 'Felice'. Il sergente non sta più nella pelle per la… fame.
Sente a distanza il profumato odor di polenta e funghi che la buona Lida sta preparando. Entriamo nel rifugio. Festa grande.
Il signor Giovanni stappa una bottiglia di cinque anni. Si brinda e si dà l'assalto alla tavola imbandita. Canti, grida ed evviva.
Nessuno può dormire, ma nessuno reclama. La contentezza è in tutti. Dico la verità: l'impresa dei tre è stata d'eccezione. Io, che ho potuto seguirli, ho sofferto con loro, con loro ho gioito; sempre con loro ho innalzato l'inno del ringraziamento al Creatore ed ancora con loro ho… vuotato fiaschi per festeggiare la vittoria magnifica”.

Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti sud-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
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Michele sulla prima lunghezza dello Spigolo Franceschini

Michele sul secondo tiro

   

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Via Esposito - Seconda lunghezza

Michele sul quarto tiro

   

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Ottavo tiro

Michele quasi in vetta. Sullo sfondo la Cima del Lastei

   

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Pala e Dente del rifugio con i tracciati delle vie:
Castiglioni/Detassis, Frisch/Corradini, Esposito, Spigolo Franceschini, Chiarastella, Fessura Franceschini e Massarotto